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martedì 4 giugno 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

GIANFRANCO

CICCONE

 


 

 Gianfranco Ciccone è classe 1976 di Napoli è stato un giocatore   di calcio e ora è allenatore, così si presenta: “ 

 

 

“Cresciuto calcisticamente settore giovanile dell'Empoli fino alla prima squadra, poi ho giocato in Serie C serie D e ho smesso nel 2014 intraprendendo la carriera da allenatore facendo il secondo, poi diventando primo dove ho vinto il campionato juniores Coppa Italia promozione, il campionato eccellenza Coppa, tutto questo in pochi anni.

 

Queste le squadre dove ho militato: Empoli, Iperzola, Fano, Teramo, Maceratese, Mazzara del Vallo, Palmese, Calangianus, Viribus Unitis, Orvietana.

 

Per quel che concerne la mia carriera da allenatore queste sono le squadre: allenatore in seconda, Orvietana dalla promozione dove abbiamo vinto la Coppa Italia fino alla serie D, da secondo allenatore in prima all’ Orvietana juniores campionato vinto, Acquapendente promozione, Orvietana eccellenza vinto il campionato, Atletico BMG eccellenza vinto Coppa Italia.”

 

 


 


La prima domanda che le voglio fare è lei è un calciatore conosciuto, stimato da molti, ha giocato in club importanti, e ora è allenatore, le chiedo come si raggiungono simili traguardi? 

 

I traguardi si raggiungono con sacrificio e dedizione al lavoro. Sicuramente da allenatore e molto più difficile.

 

Questa domanda mi sembra ovvia visto che sono nato a Fano, che cosa si ricorda dell’esperienza fanese? Si era ambientato bene?

 

A Fano ci sono stato nel 1998 benissimo, è una  cittadina fantastica per come si vive,  calcisticamente però  non abbiamo fatto bene.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho iniziato a giocare da piccolo che avevo 5 anni e da subito ho percepito che sarebbe stato tutta la mia vita.

  

I suoi genitori all’inizio hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Mia madre era contraria voleva che pensassi più allo studio, però avevo tutto l'appoggio di papà.



 




A 14 anni lei lascia Napoli e va all’Empoli, dopo pochi giorni che lei era nel club, non le mancava la famiglia; gli amici, non sentiva nostalgia di casa -era un ragazzino- ?

 

Si ha 14 anni sono andato a Empoli e mi sono ambientato subito l'Empoli calcio, mi sentivo  in famiglia, nostalgia di casa  poca visto che da piccolo tornavo ogni 15 giorni a casa.



 




Come sono stati quegli anni che ha trascorso all’Empoli, mi pare di aver capito che sono stati anni positivi e formativi, è così?

 

Gli anni a Empoli sono stati formativi oltre che per il calcio anche a livello di crescita personale, visto che dovevo pensare a me stesso non avendo i genitori vicino.

 

So che ha conosciuto diversi allenatori e calciatori, giovani, ma che poi avrebbero fatto una bella carriera, queste persone che cosa le hanno lasciato?

 

A Empoli ho avuto la fortuna di conoscere allenatori come: Spalletti, Domenichini e  giocatori come: Montella Toni ma soprattutto Totò Di Natale era diventato un fratello, tutti loro  mi hanno insegnato tanto nel proseguo.


 




 

Quando subisce un brutto infortunio? In quel momento non facile chi le è stato vicino?

 

Purtroppo nella mia carriera ho  subito tanti infortuni e gravi, ho rotto per la prima volta i legamenti crociati a 16 anni poi a 20 ,e non è facile reagire, ho avuto la fortuna di avere vicino la famiglia e lo staff medico che mi dava la forza di andare avanti.

 

Dopo l’Empoli lei è stato in diverse squadre, qual è la squadra che le è rimasta nel cuore?

 

La squadra che mi è rimasta nel cuore tutte sicuramente è orvietana visto che  vivo a Orvieto.

 

Quando si va a giocare in tante squadre bisogna avere anche sapersi adattare, nuovi giocatori, nuovo ambiente, lei riusciva ad adattarsi bene? 

 

Dopo Empoli ho girato tanto,  mi sono trovato bene in quasi tutte le regioni dove ho giocato: la Sardegna,  la Sicilia oltre all’ l'Umbria e alla Toscana.


Da come leggo tutti provano a diventare calciatori? Ma non è certamente facile, la concorrenza è spietata, lei che cosa consiglierebbe a un ragazzo che volesse intraprendere la sua stessa carriera?

 

Tutti provano a fare i calciator,  ma non è facile vista la tanta concorrenza che c'è;  il mio consiglio è credere in quello che si fa.

 

Generalmente che ruolo aveva all’interno del gruppo, mi spiego ascoltava i consigli dei compagni, discuteva serenamente con loro, oppure tendeva a imporre la sua volontà?

 

Intendevo a imporre la mia volontà con serenità.

 

Ora lei è allenatore, che effetto le fa essere dall’altra parte?

 

Fare l'allenatore è l'opposto del calciatore, è bellissimo ma pieno di pensieri, si vive solo di calcio 24 su24.

 








La caratteristica principale che deve avere un allenatore?

 

Non c'è una caratteristica principale, io non faccio quello che mi dava fastidio quand’ero un calciatore,  cerco di capirlo a trecento sessanta gradi.

 

Quando una squadra non ottiene quanto si era prefissato all’inizio il primo ad andarsene è l’allenatore, ma non sarebbe più giusto cacciare i giocatori? Se fosse così sarebbero più motivati a giocare bene, non trova?

 

Purtroppo paga sempre una persona, è più facile mandare via il  mister  che venti,  i calciatori fanno le fortune e le sfortune dell'allenatore.



 




Il miglior allenatore in questo momento secondo lei chi è?

 

Italia ci sono tanti allenatori bravi, ma per me Luciano Spalletti e il top.

 

Lei è vive a Orvieto da diversi anni, come ci si trova?

 

Vivo a Orvieto dal 2005 e non posso dire che bene, è una  cittadina di 20 mila abitanti, è  tranquilla, con tanta pace attorno,  inoltre è immersa nel verde.

 

Ci dica la verità, non le manca Napoli?

 

La verità è che sono andato via da Napoli molto presto, quindi non la sento la mancanza, però non nascondo che ci vado spesso.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il sogno che poi non è un sogno è il seguente: vorrei che ci fosse più serenità tranquillità in questo mondo.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Sicuramente dedico questa intervista a tutte le persone a me care,  a mio papà che ci ha lasciato da poco,  e a una persona che sta nel mondo del calcio, si tratta di  un direttore sportivo, abbiamo lavorato poco insieme , ma  ci sentiamo tutti i giorni lo reputo uno di famiglia, mi consiglia tanto e  riesce a farmi ragionare anche nei momenti quado sono arrabbiato.

 

Grazie 

 

 04  06    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

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