SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
ANTONIO
D’AGOSTINO
Antonio D’Agostino è un giocatore di calcio della provincia di Caserta ed è pure è docente di Scienze motorie e sportive, queste sono le squadre dove ha giocato:
2021/2022 Cellole promozione, sempre nella stessa stagione Sant’Anastasia promozione; 2022/2023 Cercola fox promozione (2° classificata, vinta la finale playoff del girone, 0-0 finalissima); 2023/2024 Cardito promozione.
Inoltre ha militato per due anni in Promozione a Roccasecca nel Lazio, e in passato ha giocato in Eccellenza campana nelle seguenti squadre: Gladiator, Quarto e San Nicola.
La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione com’è terminata la stagione 2023-2024? Soddisfatto delle sue prestazioni? Oppure poteva fare di più?
La stagione scorsa l’ho iniziata con la Virtus Goti, poi a dicembre sono approdato alla società ASD Sporting Soccer Cardito.
Stessa assetto societario dell’anno dove abbiamo raggiunto la finalissima playoff con il “Cercola Fox”.
La posizione finale è stata quella del 6° posto, purtroppo non raggiungendo l’obiettivo dei playoff. C’è stato un gran rammarico perché è una bella vetrina.
Dal punto di vista personale credo di aver fatto una buona stagione sia in termini di prestazioni e di realizzazioni. Mi sono messo a disposizione del mister e della squadra nei momenti di difficoltà, facendo più ruoli tra centrocampo e attacco, realizzando anche 6 goal
La prossima stagione sa dove andrà a giocare? C’è qualche proposta?
Per la prossima stagione è ancora tutto da definire. Al club Cardito mi sono trovato bene, c’è stato un contatto con la società, però la trattativa è ancora in stand by. Se non dovesse andare in porto valuterò altre opportunità.
Lei è docente di Scienze Motorie, come si trova ad insegnare, il fatto di essere un giocatore l’aiuta nel rapporto con i ragazzi?
Durante il percorso universitario ho avuto le idee abbastanza chiare sul mio futuro. Mi sono posto l’obiettivo dell’insegnamento e fortunatamente sono riuscito a raggiungerlo.
Oggi insegno Scienze Motorie in una scuola media in provincia di Caserta e a distanza di pochi anni sono soddisfatto del risultato raggiunto. Lavorare con i ragazzi in qualsiasi contesto non è mai facile, pero il segreto per avere un buon risultato è creare la giusta empatia, il giusto compromesso e il giusto ambiente di apprendimento. Sappiamo che il calcio è lo sport più seguito dai ragazzi ed essere un “giocatore”, anche non professionista, mi aiuta tanto nel rapporto con loro.
La classe è un po’ come lo spogliatoio, bisogna essere bravi ad anticipare le eventuali situazioni, positive o negative che si possono creare.
I suoi genitori hanno insistito che lei studiasse oppure l’hanno lasciato libero di decidere su cosa fosse meglio fare (giocare a calcio oppure puntare sullo studio)?
La fortuna di raggiungere determinati obiettivi è anche quella di avere dei genitori solidi che ti danno i giusti consigli. Ho tanta stima in loro e di quello che si sono costruiti nella loro vita. Mi danno tanti consigli, ma poi la scelta finale di ogni decisione sta a me. Mi hanno lasciato la libertà di provare tutto quello che volevo, giusto o sbagliato che fosse.
Quando raggiungi la consapevolezza che il calcio in queste categorie non può essere il primo lavoro ho optato per lo studio, non lasciando la mia passione. Quando studiavo è stato molto faticoso far combaciare studio-casa-calcio-amici.
Oggi ho la fortuna che il lavoro di docente mi impegna solo al mattino cosi riesco a poter continuare a giocare senza problemi. La vita è fatta di sacrifici, ma quando si ottiene il giusto risultato e la giusta ricompensa vuol dire che i sacrifici di una vita sono stati ripagati.
Lei ha giocato in diverse squadre, dove ha lasciato il cuore?
Da quando gioco a calcio ho avuto la fortuna di cambiare molte squadre, conoscere tante persone (presidenti, direttori, magazzinieri e tifosi), frequentare compagni di spogliatoio che poi sono diventati amici anche al di fuori.
Ogni anno è stata una nuova scoperta. Tutte le squadre mi hanno lasciato qualcosa, sia di positivo che di negativo, quindi porto nel cuore tutte le società, perché anche grazie a loro sono il calciatore e l’uomo che sono oggi. Allo stesso tempo spero di aver lasciato qualche ricordo positivo anche io.
Lei ha anche militato nel Roccasecca, che ci può dire a tal riguardo e anche della sua esperienza nel basso Lazio?
Avendo frequentato l’università a Cassino, anche la mia vita si è svolta nel basso Lazio dove ho avuto la fortuna di cambiare varie squadre e conoscere anche il campionato e i vari gironi laziali. Tra le tante squadre ricordo con piacere l’esperienza in promozione a Roccasecca. Una città che vive di calcio e un pubblico che si fa fatica a vedere negli stadi in queste categorie.
Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?
Il calcio è la mia ossessione fin dai primi passi, anche perché sono cresciuto con un papa calciatore quindi la passione mi è stata tramandata da piccolo.
Da buon insegnate di educazione fisica sono appassionato dello sport in generale, però uno che ho conosciuto e pratico quando finisce la stagione calcistica è il tennis. Uno sport singolo che mette in risalto le proprie abilità, ma soprattutto una forza mentale diversa da quello che è lo sport di squadra.
Ed è proprio dal tennis che ho imparato che avere il controllo e la gestione della mente è più importante rispetto alla forza fisica.
Perché tutti provano a diventare calciatori? Qual è il motivo.
Io penso che da piccoli il corpo deve spaziare e i ragazzi devono provare qualsiasi sport per poi capire qual è la propria attitudine. Un problema che ci troviamo ad affrontare soprattutto al Sud è quello delle poche infrastrutture presenti sul territorio, tali da non fare conoscere i vari sport ai ragazzi.
Di conseguenza, con la mancanza di informazione i ragazzi si legano alla certezza dello sport per eccellenza del nostro paese: il Calcio.
Tutti i bambini crescono col sogno nel cassetto di diventare un giorno calciatori anche perché vedono il fine, ma non il lavoro che c’è per il raggiungimento di questo traguardo. Un problema dei ragazzi è proprio questo, che non hanno più il senso del sacrificio e di conseguenza al primo fallimento mollano l’obiettivo senza perseverare.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Premetto che fare l’allenatore è veramente un ruolo complicato, e non ti nego che è un obiettivo per quando appenderò gli scarpini.
Purtroppo quando si è giovani si commettono un po’ di errori, come è giusto che sia, ed è proprio da questi che si diventa maturi. Tra i vari errori ci sono gli screzi con alcuni allenatori, anche perché mi sono sempre guadagnato e meritato il posto con il sudore degli allenamenti e non con altri mezzi.
Però ad oggi ho un buon rapporto con tutti e quando capita di sentirci ci si scherza ricordando anche questi aneddoti. Nonostante questo, però, sono un ragazzo che cerca l’unione del gruppo e di imporre una mentalità positiva allo spogliatoio.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Far parte di un gruppo di 20 persone non è per niente semplice. Ci sono varie figure, il leader silenzioso, il leader autoritario, chi è nella sua zona di comfort. Nel corso delle mie esperienze anche caratterialmente sono maturato e ad oggi mi reputo un leader silenzioso. Esprimo la mia opinione nei momenti opportuni, cerco di essere a disposizione di tutti anche al difuori dell’orario dell’allenamento e accetto consigli sia dai più grandi che dai più piccoli.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?
Nella vita sono un ragazzo che si analizza tanto per poter correggere gli errori e crescere in qualsiasi contesto. Il calcio è soggettivo, ognuno lo interpreta in modo diverso. In primis mi piace farmi ricordare come una persona seria prima che come calciatore.
Dal punto di vista calcistico mi piace far parlare il campo e gli addetti ai lavori. Se proprio devo riconoscere un pregio forse ti dico che cerco di essere un professionista nei dilettanti per come curo l’allenamento, il riposo, l’alimentazione e per come dedico il tempo al calcio. Invece un difetto posso dirti che sono molto generoso e altruista.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Nel corso della mia carriera ho cambiato diversi ruoli. Da giovane avendo una fisicità diversa ricoprivo il ruolo di esterno di attacco. I due calciatori a cui mi ispiravo erano Ronaldo il fenomeno e Ronaldinho.
Ad oggi sono un giocatore diverso, il fisico è cambiato e ricopro da anni il ruolo di mezz’ala. Sono uno dai 3 polmoni, che corre oltre il 90’, ha un buon inserimento e qualche gol arriva. Un giocatore che stimo tanto da cui mi piace prendere spunto è Zielinsky.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Caratterialmente sono molto ambizioso. Cerco di pormi un obiettivo e raggiungerlo per poi porne un altro e un altro ancora.
Dal punto di vista personale sono abbastanza soddisfatto, faccio un lavoro che mi permette di stare a contatto con i ragazzi e far combaciare quello che è la mia passione. Dal punto di vista calcistico sicuramente mi sarebbe piaciuto andare oltre l’eccellenza, ma per tante dinamiche non è stato possibile. Sicuramente ho dei sogni nel cassetto. Dal punto di vista calcistico mi piacerebbe allenare e ti assicuro che sto studiando e mi sto aggiornando per far si che possa scrivere una parentesi quando smetterò di giocare.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Più che una dedica mi faccio un in bocca al lupo per quello che verrà e spero di poter dare ancora tanto al calcio, attualmente come giocatore e un domani da allenatore.
Grazie
13 06 2024
(Tutti i diritti riservati)
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