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martedì 11 giugno 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

  

 

MANUEL 

MACCHIA 

 






 Manuel Macchia è   un giocatore   di calcio di Brindisi, classe 2006 e così ci si presenta:

 

“Mi chiamo Manuel Macchia e sono nato a Brindisi il 23 febbraio del 2006. 

 

Ho iniziato a giocare a Calcio Nella New Team Squinzano, frequentandola per 2 anni, poi ho voluto proseguire il percorso nella Memory Campie ci sono rimasto un anno. 

 

Poi sono andato all’Euro Sport Academy, un percorso di formazione importante, che mi ha formato tanto. 

 

L’anno successivo andai all’Olimpique Soccer (Surbo) frequentando solo metà anno, per poi concluderlo nell’Accademia Calcio Mesagne dove ho trascorso anche l’anno successivo. 

 

Successivamente sono stato al Brilla Campi, affiancato da persone di grande caratura. Ho frequentato diverse realtà come il Lecce, sono stato un breve periodo Brindisi, e ho vissuto anche Francavilla. 

 

Sono stato formato da parecchi allenatori dell’Accademia Portieri, la quale adesso alcuni vivono realtà professionistiche.

 

 Ho frequentato diversi stage di portieri, frequentando allenatori importanti che hanno contribuito alla mia formazione; frequentando per un anno anche il centro federale nazionale di Ceglie Messapica con a capo Mister Mino Francioso e il mister Cristiano Novembre che mi ha formato tanto. Sino al 30 di giugno sono tesserato nel club Brillacampi”

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata questa stagione calcistica, soddisfatto delle sue prestazioni? 

 

Personalmente sono molto soddisfatto della mia stagione, sia dal punto di vista individuale che da quello del collettivo. Le mie prestazioni sono state frutto del lavoro svolto in settimana, del mio allenatore e del preparatore dei portieri. 

 

Personalmente ritengo di aver disputato delle partite ottime, coadiuvando nello stesso tempo ottime prestazioni ai fini di un buon risultato al termine della gara.

 






Invece  a proposito della scuola, soddisfatto oppure poteva impegnarsi di più?

 

A scuola, ovviamente  tra le mie priorità, ho svolto un ottimo lavoro conseguendo degli ottimi risultati in termini di profitto e anche comportamentali, sono stato anche supportato dai  miei compagni quando c’erano delle difficoltà.

 

La prossima stagione sa per caso dove andrà a giocare?

 

Ovviamente continuerò il mio percorso calcistico anche perché  fino ad adesso mi ha regalato enorme soddisfazioni. 

 

Ci sono diverse opportunità in palio, e ovviamente, prenderò la migliore decisione per me e per il mio percorso, essendo il mio ultimo anno di settore giovanile. Il mio intento è quello di addentrarmi già nel mondo dei grandi, attraverso dedizione, lavoro e sacrificio, tre ingredienti fondamentali nel percorso di una “qualsiasi cosa” che si faccia nella vita. Pensare di raggiungere risultati senza questi tre fattori è pura utopia.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio a casa mia esiste da almeno 30 anni: mio padre è un allenatore ed ex calciatore, e mio cugino ha giocato in serie B.

 

 Io all'inizio, facevo il ballerino, e ho coltivando questa passione per ben 7 anni. Ad un certo punto si è accesa una luce in me che mi ha convinto a frequentare come sport il calcio. Avevo all'incirca 12 anni. 

 

E devo dire che questa scelta mi ha ripagato. Da quella prima volta che ho “calpestato” il campo da calcio, il mio cuore e la mia mente mi hanno indirizzato in quella via.



  





I suoi genitori  cercano di assecondarla, oppure le dicono la classica frase: “pensa prima a studiare e poi pensa al pallone”?

 

Penso che i genitori svolgano la loro funzione di educatori in funzione del bene dei figli. 

 

Lo sport è un divertimento, sino a quando non diventa poi un lavoro, e quindi ognuno deve coltivare le proprie passioni, i propri divertimenti in modo da raccogliere buoni frutti, ma solo se si è ben seminato.

 

Questa frase è giusta, corretta, fino a un certo punto, perché non si può pensare di stare chiusi in casa a studiare sempre, bisogna divertirsi e anche praticare lo sport, lo stile di vita è importante.

 

Lei è un portiere, come mai questa scelta?  (Diversi portieri mi hanno detto che è il ruolo del portiere che sceglie il ragazzo, come se questo ruolo fosse un qualcosa di personificato che va a scegliere il ragazzo adatto per, appunto questo ruolo).

 

Ho scelto di fare il portiere, perché mi piace assumere responsabilità, essendo l'ultimo baluardo prima del goal. 

 

Ho sempre ammirato i portieri e le loro abilità nel compiere gesti tecnici cosi importanti ai fini di salvare un risultato. Iniziò tutto quando la mia squadra aveva una necessità impellente di coprire un ruolo in porta, per una partita di calcio, e da quel giorno scoprii   di avere un talento in quella porta, in quel piccolo spazio, e in quel piccolo rifugio, e oggi il mio ruolo lo pratico con grandissima passione.



 





Lei ha avuto modo di conoscere la realtà calcistica del Lecce, che cosa ci può dire a tal riguardo?

 

Ho avuto anche la possibilità di frequentare, se pur per un tempo alquanto effimero, le diverse realtà calcistiche importanti come: Francavilla, Lecce che sono ricche di grandi tecnici qualificati e grandi staff. Sono esperienze che sicuramente mi hanno migliorato e fatto crescere essendo realtà professionistiche.

 

 Ho frequentato diversi stage anche per portieri, questi mi hanno formato e fatto migliorare e se adesso so praticare con dedizione e passione questo sport e  questo ruolo è merito di tutti i tecnici che hanno contribuito al mio percorso calcistico.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Seguo molto il basket, il tennis e la formula 1: sono realtà che mi entusiasmano



Come lei sa gli sport sono tantissimi, ma perché tutti i ragazzi vogliono diventare calciatori, quale sarebbe il motivo?

 

Penso che il calcio sia senza dubbio lo sport più popolare e praticato al mondo, sport che regala sogni, opportunità e senso di appartenenza a milioni di ragazzi. 

 

Il calcio ha un fascino unico, crea un’adrenalina spettacolare e fa divertire tanta gente., ti permette di conoscere tante persone, e di frequentare tante realtà

 

Sui giornali si legge sempre che il calcio italiano “ha qualcosa che non va”, secondo lei che cosa non andrebbe?

 

Da un po’ di tempo a questa parte, ho sostenuto cha il calcio italiano ha diverse criticità che influenzano negativamente il movimento italiano calcistico. La gestione finanziaria di diverse società, caratterizzate da molteplici debiti, la mancanza di strutture confacenti ai diversi contesti e la poco voglia di investire  nei settori giovanili sono sicuramente fattori che caratterizzano il calcio italiano.







Grandi discussioni con i mister le ha avute, le sta avendo, oppure ha sempre accetta le decisioni con serenità?

 

Personalmente non ho mai contestato le decisioni di un allenatore, poiché sono sempre decisioni che apportano benefici alla squadra. 

 

Chi contesta le decisioni degli allenatori sono proprio i genitori, e alla conclusione dell’intervista ci terrei a esprimere un mio pensiero a riguardo. Un allenatore sceglie i propri giocatori in funzione di tanti fattori: impegno costante, presenza agli allenamenti e il calciatore deve sempre accettarle, semmai affrontare la questione al termine di una gara e mai prima, altrimenti causa disagio all'interno del gruppo. La scelta del mister va  affrontata con educazione e rispetto, avendo di fronte in primis un educatore e poi un tecnico qualificato, con molta più esperienza di un ragazzino di 15 anni.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

All'interno di un gruppo tendo ad avere ottimi rapporti con tutti i miei compagni, altrimenti sarei il primo a mettermi in discussione e affrontare la questione, certo non puoi piacere a tutti,  ma se non piaci per il tuo modo arrogante di fare subentrano altre situazioni  poco affini al bene di un gruppo. 

 

Cerco di creare un’unione tra tutti i miei compagni ed appunto instaurare un rapporto di amicizia per poter affrontare una degna stagione insieme

 

Se dovesse ricevere una chiamata da un club estero, anche molto lontano, lei ci penserebbe su oppure partirebbe all’istante?

 

Sono decisione da prendere con tutta la calma del mondo, sapendo che andrai a vivere altre culture, altri posti, ed imparare altre lingue.



 




Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

A questa domanda rispondo in maniera breve e coincisa: sono elementi essenziali per la realizzazione di un qualsiasi progetto che hai in mente. È chiaro che ovviamente la famiglia è sempre al primo posto

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

A me non piace volare troppo con la fantasia, mi piace parlare del presente e attuarmi alle mie situazioni. Mi piacerebbe tanto che la gente pensi cose positive di me, mi accolga per come sono e magari insieme migliorare. 

 

Io voglio stare bene con me stesso e ricevere affetto dalle persone che mi circondano sapendo di avere di fronte una persona sempre sorridente e affettuosa con tutti. 

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista voglio dedicarla a tutte le persone che mi conoscono, e a chi la leggerà: sappiate che questi sono dei miei pensieri, condivisibili o meno, ma pur sempre pensieri. Lasciate divertire i vostri figli, amate quello che fanno e quello che sono. Amiamoci, non disprezziamoci. 

 

Non createvi delle aspettative che dall'altra parte non sapranno raggiungerle, accettate le decisioni, aprite gli occhi e la mente, perché per fare cose negative le sapete aprire e come. 

 

Nel campo cosi come nella vita devono vincere sempre educazione, rispetto e lealtà, altrimenti non esisterebbe lo sport e il gioco di squadra. 

 

Sappiate relazionarvi con le persone, non avere le maschere, visi ambigui, sappiate essere voi, voi stessi. Io sono Manuel, e sono quello che avete letto in questa intervista, e la mia reputazione su una persona non cambia se non la vedo con i miei occhi.

 

Grazie Paolo per questa intervista

 

 

 

È stato un piacere

 

 11 06    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

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