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venerdì 24 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

CRISTIAN 

CIARAMELLETTI

   

 

 


 


 

Cristian Ciaramelletti è nato l’otto agosto 1994 a Rieti e così ci si presenta:

 

 “Ho iniziato a 16 anni nella città di Marino con la Juniores per poi passare a dicembre con la prima squadra collezionando 9 presenze e due goal. L’ anno dopo sono andato a Sora in serie D collezionando 32 presenze e 8 goal successivamente al: Viterbo in D e metà anno sono andato a Unicusano Fondi l’allenatore era Pochesci e il presidente Bandecchi (attualmente presidente della ternana) a fine anno sono andato a Serpentara in D. 

 

L’anno dopo sono andato ad Apricena in D e metà anno mi sono traferito ad Agropoli D, dopo Agropoli sono sceso in eccellenza a Unipomezia dove sono stato 2 anni, purtroppo ho avuto la rottura del crociato, quando mi sono ripreso dal crociato sono andato in promozione al BF sport società che milita nella mia città nativa (Rieti).

 

 Ripresomi   bene dall’ infortunio sono andato in Eccellenza a Pomezia (oggi milita in serie D) e adesso sono a Vicovaro sempre in eccellenza. Presenze in D 156, 17 sono stati i goal".

 

 

 


 

Come prima domanda le voglio fare questa, come sta andando in questo momento la sua esperienza al Vicovaro, in eccellenza?

 

  La mia esperienza al Vicovaro sta andando molto bene, sono arrivato a dicembre che avevamo 6 punti ora stiamo a quota 28 e cercheremo in tutti i modi di uscire dalla zona play out, una sfida che ho voluto fare e dopo tanti sacrifici posso essere soddisfatto di come sta andando, con altri miei compagni stiamo aiutando questa società a rimanere nella categoria.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio per me è diventato passione sin da quando avevo cinque anni, è da quella età che ho iniziato a dare i primi calci al pallone, mi piaceva correre dietro la palla come un matto.




 


 



Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho girato diverse squadre, ma quella a cui sono rimasto più legato è stato il Sora, tra l’altro   domenica torno a giocarci da avversario in quello stadio che per me e stata casa. Penso che sarà una bella emozione tornare lì e salutare le belle amicizie che ho fatto in quel posto.


E con i compagni di squadra che ruolo ricopre, tende a imporsi con una certa severità, oppure svolge il ruolo di colui che cerca sempre di motivare la squadra facendo capire che sono tutti importanti e che tutti contribuiscono alla vittoria di una partita?


Nella squadra sono una persona che aiuta sempre il compagno nei momenti di difficoltà e cerco di trasmettergli più fiducia possibile.


Lei gioca nel ruolo di?


Io sono un esterno di attacco.




 





Si ricorda il suo goal più bello?


Il goal più bello è stato al mio esordio in serie D a 17 anni con il Cotta di Marino contro il Boville.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un mio pregio è che non mi arrendo mai nonostante abbia avuto diverse problematiche nel percorso calcistico.

Un mio difetto riguarda il fatto che magari a volte in mezzo al campo incomincio ad incavolarmi, divento un po’ fastidioso.

 

Un giocatore lei ammira tantissimo? 

 

Un giocatore che ammiro tantissimo Halland, secondo me è illegale.

 








Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 


La famiglia per me è importantissima mi ha aiutato tantissimo sia nel percorso calcistico ma anche nella vita in generale, gli amici grazie a questo sport ne ho avuti tantissimi sparsi in diverse città e la cosa più bella è che ancora oggi con alcuni ci sentiamo spesso al telefono.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Infine vorrei dedicare questa intervista al mio amato nonno Adriano che è stato per me una cosa indescrivibile, direi un secondo padre e poi la vorrei dedicare alla mia ragazza Federica che mi sta sempre vicino e mi da la forza per continuare a svolgere con serenità e questo sport che ho sempre amato.

 

 

 

 


26  03 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

giovedì 23 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MICHEL

CRUCIANI

 


 




 

Michel Cruciani è un giocatore di calcio nato a Roma il 4 maggio del 1986 questa è la sua carriera sino ad oggi.

 

Inizia a giocare a calcio dai pulcini alla prima squadra della Lazio (15 anni totali)

 

Successivamente passa 2 anni LANCIANO C1, Piscina Valle Del Giovenco C2 (vinta), l’anno dopo C1 sempre in quella società fino a gennaio, da gennaio va a Gela C2 vinta, poi Gela C1 fino a dicembre, a Dicembre va a militare in serie A in Bulgaria (Chernomorets Burgas), l'anno dopo Aprilia C2 (persa finale play off), Matera serie D (persa finale Teramo play off, Casertana C2 vinta Casertana C1, Benevento C1 (vinta), Viterbese, Siena ( persa finale per andare in B ).


 Quell'anno prima dei play off mi si rompe il tendine d'Achille e l'anno dopo ha ricominciato dal Badesse in Eccellenza, Lucchese serie D (vinta), Lucchese lega pro, Unipomezia D.


 Quest'anno ho militato nello Scandicci e a dicembre sono andato al Mazzola Valdarbia in eccellenza.


 

 

Non posso che complimentarmi per la sua bella carriera, lei è stato in tante squadre, come prima domanda le voglio fare questa, lei ad un certo punto decide di andare in Bulgaria, in serie A, che anno era e in che modo è riuscito ad avere un contratto con Chernomorets Burgas? 


Intanto ti ringrazio per i complimenti.

Ero a Gela gennaio 2011 e il presidente ci espose i suoi problemi economici dicendoci che avrebbe lasciato a breve non potendo più pagare. Avevo ancora 2 anni di contratto ma non potevo rischiare e mi chiamò il mio vecchio direttore che avevo alla Lazio che in quel momento era in Bulgaria al Chernomorets. Presi la decisione di fare questa esperienza, tutto questo avvenne in una sera.

 






Come mai dopo non ha pensato di andare a giocare in qualche altro Stato?  (molti ad esempio sono stati, in Norvegia, Inghilterra, Islanda, Germania etc)

 

A fine di quella stagione, sarei potuto rimanere lì ma non mi avrebbero più pagato le spese di vitto e alloggio e decisi di non rimanere.

Avevo diverse offerte dall'estero tra cui dalla Dinamo Tbilisi in Georgia. Inizialmente l'offerta era molto bassa, per un mese non li sentii più e accettai l'Aprilia. Due giorni dopo aver firmato mi richiamarono e feci il possibile per poter andare rompendo subito con l'Aprilia anche perché quell'anno fecero i gironi di coppa Uefa, ma ormai era troppo tardi

 






Lei ha militato nel Gela, che cosa ricorda in particolare di questa squadra?

 

Gela in quel momento era una società molto ambiziosa con un presidente fantastico, una persona difficile da ritrovare a livello umano. Quando è venuto a mancare mi è dispiaciuto tantissimo. Eravamo una squadra molto forte per la categoria.




 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Quasi subito. Avevo papà che per le squadre capitoline era un giocatore importante e credo di aver preso da lui.  Sin da piccolo prendevo a calci qualsiasi cosa e la palla me la portavo con me a dormire, e pure a scuola. Il pallone palla è sempre stata il  mio migliore amico.

 






I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori fortunatamente mi hanno lasciato sempre libero di decidere, ma vedendomi felice, era felici anche loro.

Credo e spero di avergli dato tante soddisfazioni, non solo calcistiche ovviamente.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Spero che ovunque io sia stato di aver lasciato un bel ricordo, o almeno ce l'ho messa tutta. Non nego che sono legatissimo a due piazze in particolare che sono: la Casertana e la Lucchese.

Ho sempre sognato di tornare a Caserta e chissà se in futuro non possa accadere sotto altre vesti. Lo spero.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

NBA, Anche se la mia statura non me lo permette seguo sempre cosa succede nelle partite e gli highlights.

Questo perché c'era Kobe Bryant. L'espressione perfetta di un atleta.


Pare che in Italia esista solo il calcio, anni fa le trasmissioni sportive si dedicavano allo sci, al ciclismo, alla pallavolo, ora sento solo parlare di calcio, perché secondo lei?

 

In realtà posso dire che soprattutto negli ultimi anni, grazie a splendidi risultati ottenuti tra atletica, pallavolo, nuoto, ci stiamo facendo conoscere anche per altro.

Il calcio è da sempre stato lo sport più seguito e che tutti i bambini praticano.



 





Lei gioca nel ruolo di? 

 

Centrocampista 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Fortunatamente qualcuno carino ne ho fatto, tra cui, ad esempio poche settimane fa con la squadra attuale Mazzola Valdarbia.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

 A proposito dei pregi ti posso dire che ho cercato sempre di non vederli, semmai cercavo di capire i miei errori, tutto questo per migliorarmi. Vorrei essere d'esempio fino all'ultimo per i ragazzi che stanno cominciando ora. Difetti tanti…(ride). Avrei dovuto tante volte essere meno impulsivo e “mandare giù” prima di rispondere.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Forse qualcosina sì. Soprattutto prima di firmare il rinnovo con la Lazio. Avevo la possibilità di andare altrove, tra cui al Valencia, ma ero troppo legato a quei colori e non c'è l'ho fatta. Però sono soddisfatto di quello che ho fatto, direi moltissimo.

 

Lei è nato a Roma poi per motivi affettivi si è trasferito vicino a Firenze, le manca questa città?

 

Mi mancano i miei parenti, le mie nipotine, i miei amici. Ma ormai ero giovane quando presi la decisione di andare e ho  fatto l'abitudine.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Iniesta, Paul Scholes, ce ne sono diversi che riuscivano a tenermi incollato al televisore, ma penso che Iniesta rappresenti per me, nel mio ruolo, il più forte

 






famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Mia moglie e mio figlio sono tutto per me. Tornare a casa la sera e poter stare nel lettone tutti e tre insieme, cancella qualsiasi cosa negativa successa durante la giornata. 

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A loro. Che ancora mi sopportano soprattutto la domenica che potrebbero passarla in maniera diversa, invece sono sempre lì in tribuna a sostenermi. 

Spero un giorno di ridare indietro tutto questo tempo che hanno dedicato a me.

 

 

 

 

 23 03 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 21 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIUSEPPE

RINALDI


 


 

Giuseppe  Rinaldi è un giocatore di calcio nato a Napoli il 16 giugno 1979. Così si racconta

 

 “Ho iniziato con la scuola calcio Mazzeo, poi andai a Torino con la Juve ma dopo un paio di mesi tornai a casa, per motivi non legati al calcio, ebbi un crollo psicologico e non volevo più giocare a calcio infatti negli anni più importanti dai 16 anni fino i 19 non ho più giocato.

 

Ricominciai in eccellenza attirando l’interesse di tante squadre professionistiche, ma non mi allenavo perché fin quando giocavo in eccellenza lavoravo anche.

 

Poi conobbi Ciro Muro ex Napoli e mi disse che ero sprecato in eccellenza, quindi mi si accese una luce in testa, lasciai il lavoro per approdare a Palma Campania in serie C, da quel momento è iniziata la mia carriera da professionista. 

 

 Ho giocato dopo con la Salernitana serie B, Juve Stabia, Foggia Avellino, Paganese, Casertana, Fondi, e altre. Per quel che concerne la mia privata posso dire che adesso sono sposato con 2 figli maschi uno di 7 anni ed uno di 11 anni ed entrambi giocano a calcio nella mia scuola calcio Ho quasi 44 anni è gioco ancora in eccellenza ad Acerra ho perso una finale di coppa Italia contro il San Marzano”

 

 

 


 


Come prima domanda le voglio fare questa, lei in questo momento gioca in eccellenza con l’Acerra, come sta andando il campionato?

 

Ad Acerra mi sto trovando bene abbiamo perso una finale di coppa Italia e adesso mancano 4 partite, poi vedremo il futuro.

 







Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho scoperto sin da bambino perché dormivo con la palla e giocavo solo con la palla.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori da piccolo mi dicevano sempre di pensare allo studio, ma da grande quando fai parte di squadre professionistiche e riesci anche a guadagnare bene allora si convincono.



 




Ad un certo punto lei va Torino, ma ci rimane pochi mesi, se la sente di dire ai lettori perché ebbe un crollo psicologico?

 

Da bambino approdai alla Juve dopo tantissimi raduni, venni scelto da Furindo e dal dottor Gallo di Salerno, ma dopo pochi mesi per colpa della mia scuola calcio di appartenenza mi fecero tornare a casa. Da quel momento ebbi un crollo psicologico sotto ogni aspetto, vidi il sogno di una vita svanire nel nulla.

 

Dai 16 anni ai 19 lei non gioca a calcio, che anni furono?

 

5sono stati anni brutti perché lasciai gli studi e andai a lavorare in una fabbrica di borse di mio zio, ma il pensiero era sempre per il calcio specie quando vedevo gli amici di scuola calcio giocare in serie B.

 






Un incontro importante è con Ciro Murolo, che incontro fu, che cosa le disse questo giocatore per spronarla a fare sì che lei potesse giocare in categorie più alte?

 

Ciro Muro è stato importante anche quando giocavo in Eccellenza, mi disse che io potevo giocare in categoria superiore ed avendo delle richieste approdai alla Palmese in C.

 

Il sogno (di giocare in categorie più alte) si avvera è lei militerà con la Salernitana serie B, Juve Stabia, Foggia Avellino, Paganese, Casertana, Fondi, e tante altre, non posso che farle i complimenti, con la Salernitana come si è trovato?

 

Che dire per fortuna è per bravura ho giocato in piazze molto blasonate vincendo tanti campionati e mi sono trovata bene in ogni società io abbia militato,  Salerno tiene una tifoseria da far invidia  alle altre città, e questo lo posso dire anche per il  Foggia.

 






Come detto sopra lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sono rimasto più legato al Foggia perche ho tantissimi amici ed ancora oggi mi sento con tantissimi tifosi che si ricordano ancora di me.


Secondo lei perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira di più fare una vita agiata o diventare famosi?


Oggi è cambiato tutto con i social, credo che lo facciano solo per diventare famosi.








Lei gioca nel ruolo di?


Difensore centrale, ma con tecnica di un centrocampista.

 

Si ricorda la sua partita più bella? 

 

Juve Stabia Napoli finita 3.1 per noi.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Il pregio è l’essere troppo umile,  il difetto è l’essere umile.

 






Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa?

 

Cambierei delle scelte che ho fatto.

 

Vista la sua esperienza quale consiglio darebbe a un ragazzo che volesse intraprendere la sua stessa carriera?

 

 E’ molto facile, basta crederci e fare dei sacrifici che pochi fanno.



 




Come mi faceva presente un giocatore, prima si prendeva un pallone e si giocava dove capitava, oggi invece questo accade sempre meno, arrivano tutti griffati e con i genitori sempre dietro nelle scuole calcio, è così?

 

È cosa sbagliata perché non si gioca più per strada è credo che sia per questo che i livelli si sono abbassati.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Il mio idolo era Alessandro Nesta, ma ammiro tanto Sergio Ramos.



 




Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Sono stati importanti per la mia crescita calcistica.

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Alla mia famiglia ed ai miei figli.

 

 

 

 

 

21 03 2023

 

(Tutti i diritti riservati)