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domenica 25 giugno 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

VINCENZO

MANCO

 

      


 


 

 


 

Vincenzo Manco è un giocatore di calcio e abita a Scampia – Napoli e così ci si presenta:

 

 

“Salve, sono Vincenzo Manco e sono nato a vapoli il venti agosto del 2003 abito in un quartiere molto bello che si chiama Scampia.

Fin da piccolo ho sempre sognato di giocare a calcio tra i professionisti e ci sto mettendo tutto me stesso per riuscirci. 

Ho iniziato in queste scuole calcio: Mariano Keller, Gioventù Partenope, Don Guanella, ero un ottimo attaccante prima punta fino a quando non sono passato a giocare come difensore centrale o terzino destro.

 

Poi sono passato a 16 anni in promozione con il Don Guanella, squadra del mio quartiere, dove ho collezionato 4 presenze prima del Covid.  Sono stato un po’ fermo, come tutti del resto, nel frattempo mi allenavo sempre, poco tempo dopo andai a fare un provino a Sorrento, prima di firmare, andai in ritiro con la squadra. Ci sono rimasto un anno collezionando 34 presenze; quest’anno ho iniziato con l’Afragolese, rimanendoci i primi 6 mesi e collezionando 7 presenze; i mesi successivi ho militato   con la Palmese (Palmi) Afragola) dove sono stato protagonista di 19 partite” 

 





 








La prima domanda è la seguente il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Quali erano i suoi pensieri in merito alla sua carriera calcistica? 

 

Il Covid ha “distrutto” un po’ tutti quanti, nel lungo periodo di pausa non sono mai stato fermo mi sono sempre allenato, però ho sempre pensato che la mia carriera di calcio sarebbe finita.

 

 









Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho scoperto di amare il calcio già da piccolo vedendo papà giocare, e ad ogni partita che vedevo mi innamoravo sempre di più.

 


I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio (comunque lei si sta diplomando presso l’Istituto Alberghiero, in qualche modo li sta facendo contenti)?  

 

Mi hanno sempre assecondato su tutto quello che facevo, il diploma è un titolo che potrebbe servirmi in futuro, in conclusione ti posso dire che   se ho deciso terminare gli studi è anche  per loro.





 






Perché da attaccante è passato ad essere difensore centrale?

 

Fin quando giocavo a campo a 8 ero attaccante, appena sono passato a giocare a 11 ho capito che il mio ruolo era il difensore centrale. 

 

Un’esperienza importante è stata al Sorrento calcio, ci può dire qualcosa a riguardo?

 

Il Sorrento è una città bellissima, una piazza calda ed eccezionale e se devo dire la verità è che mi sono trovato benissimo, e il fatto che disputeranno il prossimo campionato in serie C è meritato tantissimo. 

 









Come sono i suoi rapporti con gli allenatori, cerca sempre di seguire le loro direttive, oppure a volte esprime la sua idea? 

 

Ti posso dire che rapporti con gli allenatori sono buoni ho legato molto e ho imparato molto, ma normalmente c’è anche bisogno di esporre la propria idea. 

 

Prima di giocare una partita è teso, emozionato, oppure è tranquillo perché sa che durante la settimana durante gli allenamenti ha dato il meglio di sé?

 

Prima di ogni partita ho molto adrenalina ho voglia di dimostrare ogni domenica quello che valgo, ho tanta fame di vincere.




 






Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Ti dico che mi piacciono quasi tutti gli sport


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Non saprei cosa risponderti, non conoscono i motivi che spingono molti giovani a fare determinate scelte, a me piace fare il calciatore. 





 






Lei vive a Scampia che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Scampia e un quartiere molto vivo e bello, sembra strano dirlo ma vengono tanti turisti.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La mia famiglia viene prima di tutto ma anche i miei amici hanno un posto nella mia vita.




 





Lei è giovanissimo, un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?

 

Giocare tra i professionisti di serie A o B

 

 

25  giugno   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 22 giugno 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

 

ANDREA

CATESE 


 

   


 

 

Andrea Catese è giocatore di calcio di Roma di 25 anni, dopo aver frequentato il Liceo Scientifico J.F. Kennedy, e si è laureato in Scienze Motorie nel 2020. Ha proseguito con un master in management sportivo concluso nel 2021. Contestualmente ha iniziato la magistrale in “Attività motorie preventive ed adattate”. Per la magistrale pensa di terminarla in autunno.

 

 

Sono Andrea Catese e sono  cresciuto nella scuola calcio dell’Urbetevere, dove ho  giocato per 7 anni. 

 

Poi sono passato alle giovanili del Montespaccato e Futbolclub. Con quest’ultima ho fatto allievi élite e poi direttamente eccellenza. Ho giocato un anno a 16/17 anni. 

 

Poi tre anni in D all’Ostiamare. Dopo il primo anno andai alla sambenedettese in C, e sono tornato ad ostia in prestito, rimanendo ad ostia appunto per i successivi 2 anni.

 

Dopo stavo andando a Monterosi, ma decisi di fermarmi un anno per questioni universitarie. L’anno dopo ho ripreso a Montespaccato, abbiamo vinto l’eccellenza è sono rimasto in D l’anno dopo.

 

Poi sono andato a Ladispoli in eccellenza dove ho giocato gli ultimi due anni fini ad oggi.

 

Queste sono le squadre nel dettaglio, Giovanili: Urbetevere, Montespaccato, Futbolclub, Prime squadre: Futbolcub (Ecc.), Ostiamare (D), Sanbenedettese (C) in prestito all’Ostiamare in serie D, Ostiamare (D), per un anno si fermato poi ha militato nel Montespaccato (Ecc.), abbiamo vinto il campionato e siamo saliti in serie D, Montespaccato (D), Ladispoli (Ecc.) e quest’anno calcistico sempre al Ladispoli, ma da capitano. 

Per la prossima stagione ho firmato con la squadra W3 Maccarese, eccellenza girone A.

 









In questo momento come è andato il campionato? 

 

È stato un campionato difficile, all’inizio è stato  complicato nella è iniziato  un po’ a rilento, poi con un bel girone di ritorno siamo arrivati a disputare il playout e abbiamo raggiunto la salvezza.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da subito, quando ero piccolo avevo sempre il pallone tra i piedi, è sempre stata la mia più grande passione.

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio? (Dobbiamo anche precisare che lei non li ha delusi, ha frequentato il Liceo Scientifico, si è laureato)?

 

I miei genitori mi hanno sempre spronato affinché dessi valore allo studio e li ringrazio di questo.

Avendo portato avanti sempre il doppio impegno sportivo e scolastico al Liceo, è stata scelta semplice per me poi proseguire con gli studi, che mi hanno portato a laurearmi nel 2020 in Scienze Motorie e Sportive e proseguire ancora con gli studi fino a questo momento.

 





 


Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

È difficile sceglierne una, ciascuna mi ha lasciato qualcosa, ciascun ambiente, compagno di squadra, allenatore e presidente. Sono legato a tutte.

 

 

Lei ad un certo momento della sua carriera va alla Sambenedettese, serie C, da come so ci è rimasto poco, come mai?


Fu una grande occasione per me,  accettai con decisione la chiamata, e tanto entusiasmo. Ma col passare del tempo mi resi conto che non ero pronto umanamente ad affrontare un distacco simile a 17 anni.

Ognuno è fatto in maniera diversa, seppur calcisticamente mi ero meritato di stare lì, come persona avevo ancora bisogno di stare in un ambiente più familiare, più vicino a casa, è così chiesi di tornare in prestito all’Ostiamare, società dove avevo già giocato in serie D l’anno precedente.




Con gli allenatori generalmente come sono i rapporti? Qualche screzio c’è mai stato?


Cerco e ho cercato sempre di apprendere da tutti gli allenatori che ho avuto. Credo di avere un normale rapporto allenatore-giocatore, basato sull’onestà e sul dialogo quando è necessario. Poi è normale che ogni allenatore è diverso come persona ed ha i suoi metodi di allenamento.

Qualche screzio sì è capitato, ma cose finite sul momento, niente di serio. Più che altro discussioni di campo finite lì.



 




Lei per il secondo anno è al Ladispoli calcio, con la fascia da capitano, un ruolo importante, che significa dunque essere capitano?


A Ladispoli ho passato due anni importanti per la mia crescita ed ho conosciuto un ambiente dove è bello fare calcio. Ho conosciuto splendide  persone che ringrazio, tra società, staff e giocatori.

Essere capitano di una squadra con così tanta storia è stato un grande onore. Sono stato fortunato ad avere avuto grandi capitani nelle squadre precedenti per cui è stato più semplice entrare in questo ruolo. L’ho fatto al meglio delle mie possibilità, cercando di rispettare e onorare sempre il Ladispoli, la squadra, la società e tutto l’ambiente.



Secondo lei perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Credo sia semplicemente perché è lo sport più bello del mondo. Tutto parte da questo, dalla passione, dal sogno di vestire la tua maglia del cuore o la maglia della tua nazione. La fama o i soldi sono una conseguenza, ma credo che non basti questa aspirazione, serve anche una forte passione per inseguire il sogno di questo sport.

 

 

 

Lei gioca nel ruolo di? 

 

Mezz’ala di centrocampo.

Ultimamente ho giocato anche nel ruolo più avanzato sulla trequarti, in passato anche mediano, ma il ruolo che preferisco è mezz’ala.

 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Non saprei scegliere perché alcuni magari ti lasciano il segno più di altri anche in base al risultato o all’importanza della partita, ma se penso al più bello credo di averlo segnato a Montespaccato contro l’Ottavia in casa, nel campionato di Eccellenza poi vinto da noi nel 2020, si trattò al volo di sinistro.

 




 


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Di solito si pensa più ai difetti perché è su di essi bisogna lavorare, per cui me ne vengono in mente di più. Se devo sceglierne uno credo di dover migliorare nella gestione delle energie nell’arco della partita. Se penso ad un pregio, credo che sia l’inserimento.

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Il mio idolo calcistico è sempre stato De Rossi. Un altro giocatore attuale che ammiro tanto è Milinkovic-Savic.

 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Tantissimo, sono la parte più importante della mia vita.

 

 

Se ricevesse una chiamata da un club estero partirebbe immediatamente oppure rifletterebbe sul da farsi?


Dipenderebbe sicuramente da tante cose, ci rifletterei perché credo che un’esperienza all’estero ti arricchisca, ma la valuterei bene anche in base al resto degli impegni.

 

 

Quali i suoi obiettivi per il futuro?

 

Continuare a crescere e proseguire nel percorso, sia calcisticamente, sia a livello di studi.

 

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Alla mia famiglia che mi sostiene sempre.

 

 

 

22  giugno   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 15 giugno 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANTONIO 

ROMEO

 



 

 

Antonio Rome nato nel 2001 abita a Bagoli Napoli ed è un giovannismo giocatore di calcio.

 

Così si racconta: 

 

 

“Ho iniziato a giocare a calcio all'età di 3 anni nella scuola calcio di mio zio, poi mi trasferisco nella Sporting bagnoli all'epoca squadra del mio quartiere, successivamente all’età di 11 anni vado con il Monteruscello calcio società che mi vende al Palermo Calcio. 

 

A 14 anni mi trovo a vivere da solo, a Palermo, sono stati gli anni più belli della mia vita, mi è servito in tutto, questo periodo mi ha trasformato prima in uomo e poi in calciatore. 

 

A 17 anni passo al Siracusa Calcio, e nel 2020 ritorno a giocare in Campania nella Puteolana dove faccio i miei primi 4 goal in serie D.

 

Successivamente milito l'Afragolese per 6 mesi, a dicembre vado a giocare nell’ Aurora Alto Casertano, girone F, qui trovo continuità e realizzo 6 goal. 

 

Ad agosto ritorno con l'Afragolese dove realizzo 3 gol in 2 partite, a dicembre di quest’ anno ritorno alla Puteolana e due sono le palle che metto in rete.


 

Questa è una domanda che ho fatto a molti, ancora si sentono a livello psicologico gli effetti del Covid che ha stravolto le nostre vite. Lei come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il periodo del covid è stato un momento di riflessione per la mia vita dove ho capito che non bisogna progettare la vita, ma la bisogna vivere al momento, riuscivo ad allenarmi solo in casa con una cyclette e fare un po' di costablity.

 


 


 

La stagione calcistica che si è appena conclusa com’è andata? Soddisfatto delle sue prestazioni?

 

La stagione calcistica che si è conclusa è stata molto difficile perché retrocedere non è mai bello soprattutto quando ci tieni per una piazza importante come il Pozzuoli. Le mie prestazioni? Ti posso dire che si può fare sempre qualcosa in più.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho scoperto il calcio all'età di 4 anni durante Napoli-Sambenedettese in C1. Mio zio mi portò allo  stadio e da lì è nata la mia passione.







I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi assecondano in tutto quello che faccio, certo mi possono indicare la via giusta come fa d’altronde un qualunque genitore.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

La squadra che sono rimasto più legato e il Palermo, sono stati gli anni più belli della mia vita. 

 






A 14 anni lei si trasferisce a Palermo, che tipo di esperienza è stata? Era giovanissimo, non le mancavano la famiglia, gli amici?

 

Come ho detto nella risposta precedente è stata l'esperienza più bella della mia vita, perché mi sono ritrovato da solo e con tante responsabilità, ad oggi posso dire che mi hanno reso un uomo migliore, poi, all’epoca, confrontarti con club di serie A all'epoca è stato bellissimo. La mia famigli mi è stata sempre vicina in tutto, quando giocavo fuori casa perché a Palermo era difficile che venivano erano sempre presenti, è loro posso dire che sono stata la mia forza di volontà la stessa cosa ha riguardato anche  i miei amici.

 

 

Altra esperienza fondamentale al Siracusa, che cosa ci può dire di questo club?

 

Siracusa è stata una rinascita mentale, perché andando via da Palermo non è stato facile, il club mi ha dato la possibilità di mettermi di nuovo in gioco gliene sarò   sempre grato.

 

Con gli allenatori generalmente come sono i rapporti? Qualche screzio c’è mai stato?

 

Ci sono stati allenatori che li sentivo molto vicino, altri dove non ci guardavamo nemmeno in faccia, io sono una persona molto sulle mie però se vedo che dall'altra parte c'è fiducia reciproca, e non solo interesse personale,  come si dice in gergo “ti do la vita”.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?

Oltre al calcio mi piace tanto il tennis lo vedo uno sport dove non ci sono raccomandati, chi va avanti è perché ha talento (essendo uno sport individuale). 







Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, diventare famosi oppure condurre una vita agiata? 

 

Io credo che chi pratica questo lavoro, perché alla fine per noi e un lavoro, lo fa soprattutto per passione, si ambisce sempre al top. Io sono ragazzo che viene da una famiglia di operai, e che di conseguenza vuole vivere la fama,  io ce la metterò tutta per raggiungere determinati obiettivi.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io gioco nel ruolo di attaccante sia punta che esterno destro.



 




Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il gol dove ricordo con più piacere è stato l'anno scorso contro il Porto d'Ascoli nello stadio Riviera Delle Palme e penso che sia stato il più bello.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?

 

Un mio pregio: non mi risparmio mai, cerco di offrire tutto me stesso un mio difetto: forse a volte sono troppo nervoso e non alcuni obiettivi che mi prefiggo non sempre riesco a raggiungerli.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Il giocatore che ammiro tantissimo Zlatan Ibrahimovic. 

 

Lei è nato Napoli a che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Napoli per me rappresenta tutto, è anche voglia di riscatto sociale, a Napoli possiamo imparare come si vive anche con niente, questà città per me rappresenta tutto.

 

Si aspettava che il Napoli vincesse lo scudetto? 

 

Partendo dal fatto che sono un malato del Napoli ti posso dire che calcisticamente parlando e un tifoso spera sempre che la sua squadra salga sul tetto d'Italia. Non mi aspettavo che il Napoli vrebbe fatto una stagione del genere e che vincesse lo scudetto; sono stati attimi che non dimenticherò mai e che aspettavo da bambino per viverli.



 




Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?

 

La famiglia per me è importantissima, dove ti dà sempre quella forza in più per affrontare la vita, ugualmente lo posso dire dei  miei amici.

 

Se ricevesse una chiamata da un club estero partirebbe immediatamente oppure rifletterebbe sul da farsi?

 

Se ricevessi una chiamata dall'estero non esiterei due volte a pensarci, prenderei la valigia e andrei subito.

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Dedico questa intervista a mio nonno Vitale.

 

 

 15 giugno 2023

 

(Tutti i diritti riservati)