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mercoledì 28 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GENARO

OLIVEROS

 

 


     

 

 

 Genaro Ezequiel Oliveros è nato a Ramalo di Buenos Aires il 18 agosto 2000 e ha 22 anni. Gioca nel ruolo di centravanti naturale o attaccante esterno (ruolo secondario).

Presenta le seguenti caratteristiche: esplosività, forza, rapidità, buon calcio con entrambe le gambe, sacrificio, ha tanta voglia di vincere e fare gol.

 

 

Ha frequentato la scuola calcio del Defensores de Belgrano Villa Ramallo dall’età di 3 anni sino ai 19 anni, passa al settore giovanile, infine esordisce in prima squadra fino al 2019. Ha la maturità tecnica.

 

 

Dopo l’inizio del  2020 viene  in Italia e dopo un provino firma col Casette Verdini - 1° categoria Marche - 5 partite, 2 reti e 1 assist; a ottobre del 2020 passa all’ASD Archi Calcio -promozione  Calabria- 3 partite; a luglio 2021 milita nell’ UPD Santa Croce - eccellenza Sicilia-  sino a ottobre, 6 partite;  da ottobre  fino alla fine del campionato è  al Marconia  -Eccellenza Basilicata - 25 partite, 7 reti e 3 assist, la squadra ottiene secondo posto in coppa Italia (eccellenza Basilicata), una volta top 11 della settimana. 

 

 

  Quest’anno da inizio stagione passo all’FC Pomarico sempre eccellenza Basilicata: 23 partite, 13 reti e 2 assist 5 volte top 11 della settimana.

 

 


 


 



Questa è la prima domanda che voglio farle; il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Con il COVID siamo stati purtroppo abituati a vivere in una maniera strana e non bella, però l'unica alternativa che aveva il cittadino era abituarsi alle restrizioni. Comunque mi allenavo tutti, giorni per fortuna.

 

Lei è nato a Ramalo di Buenos Aires, ed ha iniziato ha giocare sin dall’età di tre anni. È così? Oppure ho capito male io?

 

E’ esatto, sono nato a Ramallo (Buenos Aires) e ho iniziato col calcio sin dall’età di 3 anni.

 

Ci potrebbe descrivere questa cittadina? 

 

È una città piccola e accogliente, ha un bel fiume e d’estate c'è abbastanza movimento di gente.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno detto sempre che dovevo finire di studiare e poi fare quello che volevo.



 




Dall’inizio del 2020 lei arriva in Italia, tra l’altro lei è giovanissimo, come mai ha deciso di lasciare l’Argentina per questa avventura italiana?

 

Per passione, per il calcio semplicemente.

 

Appena arrivato in quale città italiana si è stabilito? 

 

Sono stato un paio di mesi da miei parenti nelle Marche, per essere precisi a Tolentino, e poi ho cominciato a muovermi da solo.

 

Come si trova in Italia?

 

Molto bene.

 






Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Le squadre che sono rimasto più legato sono: Casette Verdini per essere stata la mia prima squadra in Europa, e dopo le ultime due: il Marconia e la Pomarico.

 

Che differenza c’è tra il calcio argentino e quello italiano?

 

In Argentina è un gioco più fisico, si corre ancora maggiormente. In Italia il gioco è più: “duro e tosto”.

 






Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Mi piacciono molto il tennis e il basket, direi che lo sport in generale mi interessa.

 

Sino ad ora si ricorda il suo goal più bello?

 

L'ultimo che ho fatto col Pomarico, un pallonetto, secondo me è stato il più bello.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Un mio pregio è questo: calciare forte in porta da qualunque distanza, mentre per quello che riguarda un mio difetto le posso dire che non mi piace perdere in nessun modo.

 

L’Argentina ha vinto il suo terzo mondiale, e naturalmente non sono mancate le polemiche, come ha vissuto questo mondiale?

 

Il mondiale l'ho vissuto in una maniera che definirei “spettacolare”, l’Argentina inseguiva da molto la coppa e se la meritava.



 





Il dibattito che ne è sorto è stato questo: Maradona è comunque più grande di Messi. Lei cosa ne pensa di Messi?

 

È una domanda che sono anni che la pongono agli esperti di calcio, ma non serve a niente. Gli argentini devono essere soddisfatti – e godere questo momento - di aver avuto i due calciatori più forti della storia.

 

La famiglia è lontana, ogni quante volte va in Argentina?

 

In Argentina torno una volta all'anno. 

 

Qual è il sogno che vorrebbe che si realizzasse al più presto?

 

Il sogno sarebbe giocare a livello professionistico in Europa e praticare questo sport per tanti anni.

 

 

 

 

28 dicembre    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 20 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANTONIO

RAGONE

 

 







Antonio Ragone di Salerno nello sport del calcio, svolge il ruolo di preparatore dei portieri, così ci si presenta: 

 

“Dopo la carriera da portiere, nel 2011 ho iniziato a fare il preparatore dei portieri in una scuola calcio di Cava dé Tirreni che si chiama Rinascita Cava 2000, poi   sono rientrato a Salerno dove ho collaborato nella scuola calcio del mister Mario Avallone, Scuola Calcio Manager e di lì a poco ha preso il via la mia carriera.

 

Nel 2016 il direttore dello Sporting Vietri Elio Vicinanza che all'età di 10 anni era stato il mio allenatore "quando si dice che nel calcio tutto torna " mi chiamò per propormi di allenare i portieri dello Sporting Vietri del Presidente Luigi Abate, si trattava della prima esperienza con una prima squadra.

 

Preciso anche che Dal 2016 al 2019 nel mese di luglio ho allenato i portieri dell'Equipe Campania di Antonio Trovato

 

L' anno successivo vengo riconfermato e proviamo a fare il salto in promozione, purtroppo usciamo dai play off, solo nel terzo anno riusciamo a raggiungere l'obiettivo insieme al mister Esposito, di conseguenza approdiamo dopo una grande cavalcata in Promozione. 

 

Poco dopo decido di cambiare un pò strada avvicinandomi di nuovo al settore giovanile, vengo così contattato dal Costa d'Amalfi ed accetto la proposta di allenare i portieri del settore giovanile dove ricevo un grande aiuto da Alessandro Lucibello che mi assisterà e condividerà con me la gestione di tutto il gruppo portieri. 

 

Purtroppo il covid ci ferma e alla ripresa del campionato approdo alla Salernitana under 17 nazionale; terminato il campionato vengo richiamato dal Costa D'Amalfi in prima squadra dove riusciamo a raggiungere l'obiettivo della salvezza, e pure qualche obiettivo personale. 

 

Quest'anno ho ricevuto la chiamata del Salernum dove ho trovato uno staff professionale.

 

 


 


 

 



Come prima domanda voglio farti questa, caso vuole che prima di lei abbia intervistato, Alessandro Lucibello, so che siete in ottimi rapporti, che cosa ci vuol dire di Alessandro Lucibello? 

 

Di Alessandro posso solo parlarne bene è un ragazzo eccezionale, è stato mio assistente nel periodo del Costa D'Amalfi. Ragazzo volenteroso, porterò con me molti ricordi del nostro trascorso.

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho scoperto la mia passione per il calcio quando mio padre mi portò per la prima volta allo stadio, era l'anno della promozione in serie B della Salernitana 1989 avevo sei anni.

 


Perché lei inizia a fare il portiere, è stata una scelta casuale, oppure sin da bambino a lei piaceva questo ruolo?

 

Non si sceglie questo ruolo ma è lui che sceglie te. Sin da bambino ero io a propormi di stare in porta provando tante emozioni che non si possono spiegare a parole.

 


Lei è stato in tanti club, in quale sì è trovato meglio?

 

In ogni club in cui sono stato ho messo il cuore e l'anima ed ognuno mi ha dato la possibilità di crescere professionalmente. In tutta sincerità non ce n'è uno in particolare.





 





Nel 2011 avviene la svolta, lascia il calcio giocato per approdare a fare il preparatore dei portieri, come mai questa scelta, avrebbe potuto scegliere di fare l’allenatore, non trova?

 

Precisamente ho smesso nel 2007 e ho iniziato la mia carriera con vari stage formativi e poi nel 2011 ufficialmente. Avendo giocato in un ruolo per me più bello e complicato di tutti, ho voluto continuare sulla stessa strada: mettere a disposizione ciò che ho imparato è una delle mie più grandi soddisfazioni.

 


Non penso che sia facile il ruolo del portiere, possiamo dire che gareggia da solo, un giocatore sbaglia un tiro, ma può sempre rifarsi con il tiro successivo, un gol non parato può determinare la vittoria della squadra, è così? 

 

Purtroppo questo ruolo è allo stesso tempo bello, ma con tanti risvolti negativi. Rifarsi é impossibile ed è per questo che ogni giorno lavoro per trasmettere quanta più tecnica possibile ai miei portieri.

 


La finale dei mondiali è stata vinta dall’Argentina ai rigori, le chiedo possibile che non ci sia un’altra maniera per decretare la squadra vincitrice? 

 

La vittoria deve essere decretata sul campo, sul lavoro fatto in 90 minuti e sulla forza di volontà. I rigori non sono mai facili e qui il ruolo del portiere diventa quello più importante.

 









Immagino che un’importate esperienza lei l’abbia avuto alla Salernitana under 17, che tipo, che ricordo ha?

 

Ho un ricordo molto positivo perché sono approdato all'under 17 nell'anno della promozione in serie A della Salernitana. Oltre a questo ho avuto la possibilità di confrontarmi con una realtà nazionale raggiungendo molti traguardi personali.

 


Lei in questo momento è alla A.S.D Salernum Baronissi, come si trova in questo club? 


Quest'anno ho sposato il progetto Salernum del presidente Giacomo La Marca, persona eccezionale che insieme al direttore Christian Noschese mi hanno fatto sentire sin dal primo giorno in famiglia. In questa società ho avuto la fortuna di conoscere professionisti come il mister Jacopo Leone con il quale condivido il pensiero calcistico, inoltre ho anche un rapporto ottimo personale. Siamo un gruppo molto unito e lo dimostra la complicità lavorativa con tutto lo staff sia tecnico che medico e dirigenziale. Il Dott. Enzo Gallo, il Prof Pierluigi Marano e Alfonso De Luca (mister della juniores e allenatore in seconda) chiudono il cerchio di un gruppo forte e compatto, di capaci e di professionisti, colleghi, ma soprattutto amici. Ovviamente non posso non citare la squadra, un gruppo solido formato da calciatori di esperienza importanti e giovani che danno il massimo per questa società, menziono infine il nostro magazziniere Felice Pecoraro persona amica e grande lavoratore, che ci mette a nostro agio con il materiale e altro, sempre pronto e disponibile.









Come si svolge la sua giornata?

 

La mia giornata lavorativa non ha un vero inizio e fine. Da casa preparo il lavoro da svolgere in campo che si articola in analisi, video e preparazione dell'allenamento. Mi reco al campo, preparo il necessario per l'allenamento e lo spiego ai ragazzi. Alla fine cerco sempre di capire lo stato mentale e fisico dei miei ragazzi parlando con loro.

 


  Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Il calcio mi sta dando  tante soddisfazioni sul campo lavorativo in quanto vedere i risultati del mio lavoro è gratificante.  Allo stesso tempo toglie spazio alla mia famiglia che però mi supporta e "sopporta" in tutto e per tutto.

 

 

Lei è stato anche preparatore dei portieri in squadra femminile, che ci può dire a riguardo, mi spiego meglio l’approccio è diverso, oppure non ci sono differenze?

 

L'approccio con il mondo del calcio femminile è discretamente diverso rispetto a quello maschile, soprattutto riguardo ai tempi e le gestioni generali. Nonostante ciò ho avuto la fortuna di allenare ragazze che mi hanno seguito subito, un pensiero in particolare va a Valeria Fierro e Giorgia Fusco, quest'ultima è riuscita a raggiungere obiettivi importanti come il premio miglior portiere in Eccellenza a soli sedici anni. Insieme abbiamo vinto il campionato approdando in serie C con il mister Mariano Turco.

 








Un suo pregio e un suo difetto, nell’ambito della sua professione è ovvio?

 

Il mio peggior difetto é quello di essere pignolo all'estremo, ma questo può diventare anche un pregio, perché in ogni cosa che faccio ci metto il cuore.

 


La sua miglior partita quand’era portiere? 

 

Una delle mie migliori partite è la stata la mia prima volta alla scuola calcio "Nuova Salerno" soprattutto da un punto di vista sentimentale. Da lì in poi è stato un crescendo di emozioni e soddisfazioni.

 


  Famiglia e amici che cosa rappresentano per lei? 

 

Gli amici sono coloro i quali ti danno sostegno, ma la famiglia vive le tue gioie e i tuoi dolori ogni giorno. Condivide fatiche e risultati senza mai sottrarsi.

 


Un sogno che spera possa diventare realtà?

Sogni non ne ho perché svaniscono con il tempo, preferisco avere obiettivi e ne ho tanti e lotterò sempre per raggiungerli.

 



 21   Dicembre   2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

venerdì 16 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ALESSANDRO

LUCIBELLO

 

 

                                     
                                       Contro la Palmese partita vinta 2 a 0.



 

Alessandro Lucibello di Amalfi ha giocato a calcio sino a qualche anno fa, ora svolge il ruolo di preparatore dei portieri. Cosi ci si presenta:

 

“Mi chiamo Alessandro Lucibello, sono nato a Napoli il 18 marzo dell'1993, vivo ad Amalfi ed il calcio è la mia più grande passione.

 

Ho iniziato a dare calci al pallone nel settore giovanile del Costa D'Amalfi, ai tempi U.C. Intercostiera, con la quale sono riuscito, insieme all'aiuto dei miei compagni e al lavoro del mister De Crescenzo, a vincere un campionato mini-giovanissimi provinciali.  Anche con altri allenatori quali mister Scannapieco e mister Gino Proto, attuale allenatore del Costa d'Amalfi, abbiamo raggiunto altri importanti risultati. 

 

La passione per gli allenamenti dei portieri nasce però quando inizio ad allenarmi con mister Giovanni Esposito, mentre mi allenavo gli davo una mano nel settore giovanile questo fino al 2015. 

 

Finito il settore giovanile nel 2010 ho iniziato a giocare prima in seconda categoria nel Cetara Soccer, dove ottenemmo il secondo posto in campionato con mister Gabriele Sammarco, attualmente ricopre il ruolo di direttore nel Costa D'Amalfi, poi sono stato per una breve parentesi al Positano in promozione per poi far parte del gruppo del Costa D'Amalfi che è riuscito ad andare dalla seconda categoria alla promozione con imister De Crescenzo e Proto. 

 

Successivamente ho fatto due anni di seconda categoria prima con la Maiorese dove ho ritrovato mister Scannapieco e poi ad Agerola nell'anno della ripartenza del calcio nella cittadina dei monti Lattari. Il mio ultimo anno è mezzo è stato con il Tramonti in prima categoria dove con il grande lavoro del mister nonché amico Raffaele Apicella abbiamo raggiunto nel 2018 la semifinale playoff. Nel gennaio 2019 ho deciso, visto che i vari impegni lavorativi non mi permettevano di allenarmi, di lasciare il calcio giocato per iniziare il percorso da preparatore dei portieri. 

 

Ho iniziato nel gennaio 2019 come vice preparatore del settore giovanile e della prima squadra in eccellenza nel Costa D'Amalfi alle spalle del mister Gianfranco Rossi a cui devo tantissimo, questo perché ha avuto pazienza e voglia nei miei riguardi, così come il mister in prima Osvaldo Ferullo, che mi ha dato il piacere di far parte del suo staff.

 

Nella seconda metà dell'annata 18/19 abbiamo raggiunto per la prima  volta nella storia della società costiera, i playoff di eccellenza, perdendo la semifinale con l’Agropoli, mentre nell'annata 19/20, oltre a collaborare con mister Rossi ho avuto il piacere di affiancare mister Antonio Ragone nel settore giovanile, altra persona fondamentale e amica, importantissima nel mio percorso di crescita sportiva. 

 

Con quest'ultimo siamo stati in grado di gestire ben sedici portieri di diverse età nella scuola calcio, mentre con la prima squadra abbiamo raggiunto il traguardo storico della finale di coppa Campania e prima dell'interruzione per Covid eravamo terzi a meno sette dalla prima, ovvero il Santa Maria di Castellabate che venne poi dichiarata la squadra vincitrice. Il Santa Maria l’avevamo eliminato in semifinale di Coppa Campania e che all'ultima gara sarebbe dovuta doveva venire a farci visita. 

 


Questo è uno fra i più grandi rammarichi: il non aver potuto completare la stagione, perché non eravamo una squadra, ma una famiglia incredibile. Nel 2021 da maggio a luglio sono preparatore dei portieri del settore giovanile del Costa D'Amalfi e sul finire di luglio inizio il ritiro del campionato di eccellenza dove ritrovo mister Antonio Ragone e mister Giovanni Greco con il quale si è instaurato un grande rapporto, questi   componevano lo staff di mister Proto, altra persona fondamentale nel mio cammino.

 


Poi però decido di camminare da solo, mi arriva l'offerta del Tramonti e decido così di scendere di due categorie e inizio il mio primo campionato da preparatore in solitaria, dove ritrovo il mister e amico Apicella che subentra in una situazione complicatissima.

 

Tra: la mancata preparazione estiva e mancato richiamo invernale, con una squadra falcidiata dal covid, infortuni vari, i fari rotti del campo che non ci permettevano di allenarci la sera, le innumerevoli difficoltà figlie dell'estate lavorativa in costiera, con quattro settimane perse per turni infrasettimanali, tutto lo staff è riuscito,  nonostante queste peripezie che ho elencato sopra  a portare la squadra alla  salvezza, molto sofferta, senza playout, concludendo al sesto posto il campionato, con la quinta difesa interna migliore e con i nostri portieri che parano anche due tiri dagli undici metri.

 

Poi per mia scelta personale decido di lasciare il  Tramonti Calcio, ambiente sportivo e paese a cui mi lega e mi legherà un affetto particolare, per provare altre esperienze e attendere la chiamata giusta. 

 

La chiamata giusta arriva a fine luglio quando Giovanni Formisano, portiere che ho trovato contro molte volte in eccellenza (con Giovanni Formisano si è instaurato un grande rapporto di amicizia) mi chiama per propormi di seguire l'Agerola in promozione. 


 

Inizialmente non voglio accettare per paura che gli impegni lavorativi non mi permettano di far combaciare le cose, ma fatto sta che grazie al suo intervento e alla fiducia e alla pazienza  concessemi dalla società Agerola (il presidente è il signor Acampora mentre il  mister è Francesco Nardo) accetto l'offerta prendendomi la gestione dei portieri di prima squadra e  del settore giovanile; fino a questo momento siamo terzi in classifica nel girone b di promozione Campania, in un girone in cui il Santa Maria la Carità fa “un cammino a parte” perché è una squadra molto forte, ha vinto tutte le partite, ne ha pareggiate due, una delle quelle con la mia squadra. Quest’anno dev’essere un anno  dev’ essere di costruzione dopo la salvezza ottenuta all'ultima giornata l'anno scorso.  Quindi penso che stiamo facendo un gran bel lavoro e penso che anche i portieri stiano facendo un gran bel percorso, in una grande società con un grandissimo cuore

 

Il 17 gennaio 2022 ho conseguito il patentino AIFS come preparatore dei portieri di primo livello”

 

 

 


Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? 


Io che il Covid penso ci abbia dato una grande lezione, di quanto bella e sia straordinaria la normalità che vivevamo e che stiamo tornando a vivere. Per quanto mi riguarda la pausa forzata l'ho vissuta cercando di aggiornare e migliorare il mio bagaglio di conoscenze, per essere pronto per quando poi saremmo ripartiti.Mi sono tenuto in allenamento scoprendo di come sia bello   correre fra i vari sentieri delle montagne che collegano un paese ad un altro del mio territorio.

  

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?


Da piccolissimo, la passione mi è stata trasmessa da mio padre e mio nonno, il primo mi ha trasmesso una passione più "obbiettiva", il secondo mi ha trasmesso una passione più "folle" per il Napoli. Con il nonno fin quando è stato qui con me mi confrontavo sul Napoli e basta, ed erano momenti bellissimi che resteranno dentro di me. Con mio padre ancora oggi mi ci confronto, anzi, a volte per essere più sicuro sul mio modo di intendere il calcio, il suo giudizio lo reputo fondamentale.

 




                              

                              Semifinale di coppa Campania




Se dovesse esprimere un suo giudizio sulla carriera da calciatore che cosa direbbe?

 

Per quanto riguarda la mia carriera da calciatore posso solamente dirle che ovunque io sia stato ho lasciato un bel ricordo come persona, ed è questa la cosa che più mi da soddisfazione. Ritengo di aver raggiunto il massimo che potessi raggiungere, purtroppo non avevo né le qualità né il tempo, a causa del lavoro, di arrivare a livelli più alti di quelli che ho raggiunto. Quello che posso dirle è che ho affrontato ogni campionato ed ogni categoria, a prescindere dal ruolo, con una serietà ferrea, e penso che gli allenamenti saltati li conti sulle dita di una mano.

Quindi le dico per concludere che fossi un allenatore prenderei un Lucibello calciatore per le grandi qualità da uomo-spogliatoio e per la serietà e la passione con cui affronta questo sport.



 

                              

                               Semifinale di coppa Campania 




Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare preparatore dei portieri? 

 

Diciamo che già mi piaceva questo ruolo perché affiancavo il mio mister dei portieri Esposito con il settore giovanile, poi nel gennaio 2019 mi arrivò la chiamata del Costa D'Amalfi per il settore giovanile e decisi di "cambiare ruolo". 

Ho iniziato come collaboratore del mister Gianfranco Rossi, una persona a cui devo tantissimo e che mi ha dato tantissimo; oltre ad avermi dato la possibilità del settore giovanile mi ha concesso la possibilità di affiancarlo anche in prima squadra, in Eccellenza, negli anni d'oro del Costa D'Amalfi di Ferullo. Momenti indimenticabili.

 

 

Lei in questo momento è nella società Agerola, come si trova? 

 

Splendidamente. Sono capitato in una società fatta da persone straordinarie, il presidente Acampora, i dirigenti Ruocco, Longobardi e Ferrara, per non parlare della squadra fatta da uomini veri e grandi calciatori, senza dimenticare il signor Luigi Astarita, conosciuto come il cavaliere, questo perché è un tifoso storico dell'Agerola. Sarò sempre grato a questa piazza per l'opportunità concessami al mio secondo anno di preparatore in solitaria, così come sarò grato sempre al mister Nardo e al mister Celentano di avermi dato la possibilità di far parte del loro staff, personalmente sto cercando di ricambiare la fiducia in me riposta con serietà, impegno studio continuo per gli allenamenti e tanto cuore.


 






Qual è la principale qualità che deve avere un prepatore?

 

Più che la qualità penso che le qualità che debba avere un preparatore dei portieri siano molteplici, personalmente cerco sempre di comprendere che tipo di carattere hanno i portieri che ho a disposizione per comprendere il tipo di approccio da utilizzare nei loro riguardi, farli sentire importanti, dargli vicinanza nei momenti di difficoltà, essere credibili e soprattutto mai  e sottolineo mai  essere monotematici nel programmare un allenamento, la monotonia mentale inconsciamente porta i nostri portieri ad avere un rilassamento, mentre la novità inconsciamente porta ad un miglioramento delle sessioni.

 Nei miei primi due anni da preparatore ho avuto il piacere di allenare ragazzi più grandi di me, con cui ho avuto un approccio improntato su un dialogo schietto, utilizzando il noi e ascoltando anche le loro idee per allenarci al meglio


 

Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Il calcio non mi sta togliendo nulla, anzi. Per andare a fare allenamento nel periodo lavorativo ho fatto e faccio tantissimi sacrifici, ma se mi dicessero lo rifaresti la risposta è sempre si. Il calcio mi ha dato tante amicizie fraterne, il calcio mi ha insegnato la disciplina, la serietà. È soprattutto mi ha dato un grande insegnamento, ovvero che quando ci sono 1000 e più motivi per mollare, scegliere sempre l'unico motivo per continuare.




 



 

     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà al portiere?

 

Rientriamo nel discorso delle qualità del preparatore. Ho avuto molti portieri che durante il riscaldamento cercano un approccio mite, quasi rilassato, mentre altri cercano un approccio di sostegno continuo, cercano la carica dalle nostre parole.  Il mio stato d'animo invece è differente, dipende dalle sensazioni che ho durante la settimana.

 

 

E alla fine di una partita, invece? Ripensa a cosa è andato storto, oppure pensa a come riuscire a far meglio nella prossima gara?

 

Fine partita difficilmente faccio una valutazione, siccome a caldo posso dare valutazioni affrettate, da tifoso, la sera inizio a valutare cosa ho fatto di buono per il mio portiere e cosa non.  Ne parlo sia in privato con lui che davanti agli altri portieri, perché non dobbiamo nasconderci niente, nonostante  che giochi solamente uno gli altri devono sentirsi partecipi, il confronto poi è sempre utile per un miglioramento sia per chi gioca e chi no.






                                   Contro la Palmese, partita vinta 2 a 0.


Una partita che vorrebbe dimenticare? 

 

Sinceramente, se me lo concede, vorrei dimenticare l'interruzione causa covid del 2020, nel secondo anno di Ferullo a Maiori in Eccellenza, perché lo dico a lei come lo dico spesso a tutti quelli che facevano parte di quel gruppo meraviglioso, saremmo arrivati all'ultima giornata con il Santa Maria, che eliminammo in semifinale di Coppa Campania, in casa a giocarci un qualcosa di veramente molto importante. Basti pensare che un mese prima dell'interruzione ci giocammo la finale di coppa regionale con l'Afragolese, e ancora prima battemmo un altro battistrada e realtà storica del nostro girone, la Palmese di mister Sanchez. Tutte realtà che adesso giocano in D.

 


Un suo pregio?


Il mio pregio penso sia l'umiltà, il mettermi a disposizione per il bene comune. Il vivere le partite dei miei portieri come se le giocassi io, lo reputo un pregio, perché vuol dire che entro in simbiosi con loro.

 


Un suo difetto?


In alcuni casi sono molto testardo, e pretendo di avere ragione.

  

Come   descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?


Mi descriverei come un ragazzo semplice, umile, con la battuta pronta e pronto a tutto per ciò in cui crede



 


 




 Famiglia e amici che cosa rappresentano per lei? 

 

La famiglia per me è tutto, le ho già raccontato della passione per il calcio nata grazie a mio padre e a mio nonno, ma devo ammettere che anche mia madre in un certo senso mi aiuta. 

 

Pensi che si accorge se ho vinto, perso o pareggiato da come chiudo la porta.  Poi ho un ottimo rapporto con un mio cugino che attualmente è nello staff di Nicola nella Salernitana, vale a dire Marco Celia Per quanto riguarda le amicizie molte sono nel mondo del calcio, direi che la maggior parte sono nel mondo del calcio. 

 

Ho un rapporto fraterno con Manuel Lettieri, attuale capitano del San Marzano, ex Capitano del Costa D'Amalfi, quando era tra i professionisti ho visto tantissime partite sue insieme alla sua famiglia che sento anche un po’ mia. Sicuramente avrebbe meritato categorie ancora più importanti. Non posso dimenticare poi il mister nonché amico del Tramonti Raffaele Apicella, con il quale ancora oggi ci sentiamo e a cui auguro ogni bene. 

 

Per non parlare di colui il quale ha permesso il mio approdo all’ Agerola, Giovanni Formisano, un portiere che ha fatto la storia nel calcio campano e nonostante ciò si allena come un under, e rimanendo sempre in tema del club Agerola, menziono Gerardo Vissicchio, con cui ho condiviso la maggior parte dei miei anni calcistici, per non parlare del resto della “macchina costiera” con cui andiamo a fare allenamento: Cestaro, Marino, Di Landro e War. 

 

Ultimi, ma non ultimi i mister che mi hanno permesso una crescita importante, i mister dei portieri: Rossi e Ragone, quest’ultimo merita una riflessione  a parte, oltre all'apprendimento mi ha regalato momenti di grande divertimento, e posso assicurarle che divertirsi gestendo sedici portieri di diversa età e qualità non era per nulla scontato, come non menzionare  mister Ferullo, che mi ha dato il piacere di entrare nel suo staff io che mi ritengo un  “signor meno di nessuno”. Al di fuori dell’ambiente calcistico, ho un fratello che lavora in Irlanda me è per me fondamentale, un  legame perenne ce l’ho - e  che sarà per sempre - è con il mio amico Francesco Torre.  Ho un bellissimo rapporto con Ciro Gatti attuale segretario del Costa D'Amalfi, Mario Pisani attuale addetto stampa del CDA e con Michele Abbagnara. Se ne ho dimenticato qualcuno, sappiate che non l'ho fatto apposta.

 




                   Qui è con con Manuel Esposito portiere della primavera del Benevento calcio

              



Un sogno per il futuro?


Il mio sogno nel futuro immediato è regalare insieme allo staff tecnico e alla squadra ad Agerola e all’Agerola il sogno dei playoff e perché no puntare a farli in maniera positiva. 

Nel futuro più lontano sogno di salire ancora di più di livello, sono partito come collaboratore del settore giovanile, collaboratore in eccellenza, primo preparatore dei portieri in prima categoria con cui ho ottenuto una bella salvezza e adesso sono in promozione.  Quello che è certo che il calcio è il sogno che vivo ad occhi aperti, e lo continuerò a vivere sempre!

 

 

 

 

 16  Dicembre   2022

 

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