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mercoledì 7 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

EMANUELE

RAZZINI 

 

 


     

 

 

Emanuele Razzini,   giocatore di calcio,   è nato a Roma l’11 maggio del 1984 Questa la sua carriera: 2001-02 Cosenza primavera, 2002-06 Ostuni eccellenza, 2006-07 Trivento eccellenza (vinto campionato e coppa Italia), 2008 /2010 Guidonia (serie D), 2010-12 San Cesareo (campionato vinto), 2013 Cisterna eccellenza, 2014 Podgora eccellenza, 2015 Fonte Nuova eccellenza, 2016 Ladispoli, 2017 Montecelio, 2017-19 Monterotondo 2020, Monti Cimini, 2021 Lupa Frascati, 2022 Pontinia.

 



 





La prima domanda è questa: come sta andando il campionato sino adesso?

 

Il campionato sta andando non secondo le aspettative sono in procinto di cambiare squadra e colgo l’occasione per fare un grande in bocca a lupo ai ragazzi e che possano raggiungere l’obbiettivo iniziale.

 

Sta seguendo il mondiale e che idea si è fatto per la mancata esclusione dell’Italia (e siamo a quota tre)?

 

Sto seguendo poco il mondiale, anche per l’esclusione dell’Italia Potremmo parlare per ore perché non siamo li, ma sempre dipende tutto da noi. Fa male vedere una nazione, che ama il calcio non parteciparne ed essere protagonisti.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da quando ero bambino Che poi diventasse un lavoro, per me un sogno.

Non smetterò mai di sognare con il calcio e  di prendere a calci la palla.

 








I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Li ringrazierò sempre per aver creduto in tutto ciò che facevo. Lo studio era sempre al primo posto (forse non per me), mai mi hanno negato di vivere i miei sogni.


Lei ha giocato in diverse squadre e ha raggiunto degli obiettivi importanti, qual è la qualità che bisogna avere per raggiungere traguardi così importanti?


Direi la costanza di lavorare ogni giorno, di saper ascoltare e mettersi a disposizione. Poi c’è la fortuna, la quale in ogni situazione è una componente importante.

 

Quale suggerimento si sente di dare a un giovane che decidesse di intraprendere questa professione?


Di non essere presuntuoso, e rendersi conto di quante emozioni puoi vivere e far vivere alla gente.

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Perché ami questo sport, perché sogni, perché ti emoziona, perché ti fa gioire e ridere. La fama ed i soldi sono una conseguenza.



Lei gioca nel ruolo di? 

 

Difensore centrale.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Forse a Civitavecchia, tiro a giro sotto l’incrocio dei pali.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 


Difetto la poca aggressività, pregio tecnicamente valido per il ruolo

 

Si nasce grandi giocatori ci si può diventare allenandosi con estrema dedizione?


Sei predisposto forse ma l’allenamento e la voglia di migliorarsi può farti arrivare dove tu neanche immagini.


Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 


Non cambierei nulla. In quel momento per me erano le scelte giuste: dignità e rispetto sono state sempre le prime preregative.

 

Il miglior attaccante in questo momento in Italia?


Dico quello di cui sono innamorato: Edin Dzeko.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 


Sono al primo posto. Sono quelli che in ogni momento della mia vita e nelle mie scelte ci sono sempre stati e che mi hanno sempre sostenuto.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 


Rimanere nell’ambito e magari arrivare da dove da giocatore non sono arrivato.

 

 

 

 

07 dicembre    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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