Archivio blog

mercoledì 28 ottobre 2020

DI PAOLO RADI 

 

 


 

 

 


 

CONVERSANDO CON...

     

 

 

 

FRANCESCO  

LANZILLO 

 

 

 





 

 


(La galleria fotografica è al termine alla fine dell'intervista)

 




 Francesco Lanzillo è nato a Frattamaggiore nel settembre del 2001. Ha intrapreso la vita calcistica all'età di 4 anni nella scuola calcio ASD CITTÀ DI CARDITO crescendo con il mister Peppe Fusco fino all'età di 13 anni. 


Grazie a quest’ultimo è passato alla Damiano Promotion per ben 3 anni e dopodiché ha iniziato un'esperienza con il San Pietro terminata per la proposta di giocare con la squadra del suo paese ''Boys Caivanese''. Dopo un anno ricco di emozioni ha avuto la proposta riuscendo a fare il salto di due categorie con l'Aversa ( (serie D);   a 19 anni ha conseguito la maturità al Liceo Scientifico.

 

 

 

 

 

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti? 

 

Purtroppo il COVID-19 ha stravolto la quotidianità di tutti, lo sport è stato toccato maggiormente dato che molte discipline prevedono un contatto fisico (salvo quelle individuali), ma sono fiducioso che gradualmente si possa tornare alla normalità.

 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è diventato la mia più grande passione dal primo giorno in cui ho messo piede nel rettangolo verde. Tutte le parole per descrivere quell’emozione che si rivive di volta in volta risulterebbero superflue. Solo chi ama il calcio può capire.

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Fortunatamente i miei genitori hanno sempre riposto massima fiducia in me. Ci tenevano che io studiassi, anche perché come si suole dire “prima il dovere e poi il piacere “ed io ho sempre saputo collimare le due cose, portando buoni risultati con la scuola e impegnandomi al massimo negli allenamenti.

 

 

 

Lei è abita Caivano (a pochi km da Napoli) , le occasioni per praticare altri sport non le saranno mancate, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

 

Sono del parere che noi ragazzi nati e cresciuti giocando per strada, e appunto come ha detto lei con la possibilità di praticare diversi sport, piuttosto che scegliere la disciplina da praticare veniamo scelti da quest’ultima. Da ragazzino ogni giorno (soprattutto d’estate) si praticava uno sport diverso per strada, e ricordo che i giorni in cui non volevo mai far rientro a casa erano quelli in cui si giocava a calcio.

 

 

 

Quanto crede che sia importate avere una buona cultura per frequentare il “mondo del calcio”?  

 

Una buona cultura serva a priori, nel mondo del calcio come altrove. Purtroppo il calciatore viene additato sempre come una persona ignorante che sa dare solo due calci al pallone, e mi preme dire che è solo un luogo comune. Ho conosciuto nel mondo del calcio tante persone colte e preparate.

 

 

 

Lei gioca nel ruolo di?

 

Di natura sono un difensore centrale, ma mi è capitato spesso di giocare anche da terzo di difesa in una difesa a tre o addirittura terzino in una difesa a quattro. Provo a farmi trovare pronto in ogni zona del campo.

 

 

 


Alla fine di una partita, ripensa a quello che avrebbe potuto far meglio, oppure gira pagina e si prepara alla prossima?

 

Al termine di ogni partita, a mente lucida, provo sempre a fare una disamina della prestazione per migliorare qualche defezione. Sono del parere che anche nelle partite da 7 in pagella ci sia sempre qualcosa da migliorare. 

 

 

Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo tolto?

 

ll calcio mi sta dando tanto, e quando dico tanto per me che sono un passionale intendo le emozioni che mi dà. Non si spiega la bellezza di poter festeggiare per una vittoria sofferta, o anche soffrire per una sconfitta e rialzarsi poi tutti insieme. Non mi sta togliendo nulla perché lo faccio con amore.

 

 


 

Da marzo sino a giugno quasi tutte le attività sono andate in stand by, come ha vissuto quei mesi visto che lei oltre che essere un atleta frequentava l’ultimo anno del liceo scientifico?

 

Non le nego che sono stati mesi duri. Ho passato le mie giornate tra didattica a distanza con la scuola ed allenamenti in web con la squadra. Non ho mai mollato un giorno perché avevo tutte le intenzioni di conseguire la maturità scientifica nel migliore dei modi e farmi trovare pronto fisicamente per la ripresa delle attività sportive.

 

 

 

Lei giovanissimo, si sente in qualche maniera cambiato rispetto a prima della chiusura? 

 

Penso che questa situazione abbia cambiato un po’ tutti. Oggi do un valore diverso a molte cose.

 

 

 

La famiglia e Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

Famiglia ed amici sono sempre stati i miei sostenitori in tutto, soprattutto i miei genitori. A loro devo tutto, in qualsiasi momento e situazione mi hanno incoraggiato e sostenuto. La mia spalla per appoggiarmi quando qualcosa non andava nel verso giusto, e le prime persone a gioire con me per i traguardi raggiunti.

 

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato futuro? 

 

Il mio sogno è di arrivare più lontano possibile, puntare sempre in alto e magari raggiungere i professionisti

 

 

 

 

Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 








































 

 

 28     10       2020 

 

(Tutti i diritti riservati)   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 11 ottobre 2020


A CURA DI PAOLO RADI 

 

 

 








 

 

 

UNA CONVERSAZIONE 

     

 

     

 CON  

 

 

 

PASQUALE   

MESSINA  

 

 

 


 

Pasquale Messina è nato a Napoli e ha 20 anni. 


Si è   diplomato all’ Istituto Alberghiero. Fin dall’età di 5 anni gioca a calcio, ha iniziato a frequentare la scuola calcio dilettantistica Cavour, che è la squadra del suo quartiere. 


All’età di 10 anni è andato a giocare nelle giovanili del Napoli fino alla categoria: Primavera. 



In seguito ha militato nel   Parma facendo un anno nel settore giovanile, poi 2 anni con Turris (serie D), Savoia (serie D) e Nocerina( serie D), a breve   firmerà  con il Real Giulianova.


 

 

 

 

 


 


(Alla fine dell'intervista galleria fotografica)

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

 

Fin da quando ero bambino capii che c’era un “amore passionale” verso il calcio e questo è successo  sin dal primo allenamento che feci nella scuola calcio del mio quartiere, da allora che io non  sono più riuscito  a distaccarmi.

 

 


 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

 

Vabbè, sicuramente la priorità anche per i miei genitori è sempre stato lo studio, ma ancora adesso lo studio e la priorità principale, però, ovviamente, hanno acconsentito alla mia scelta, che è stata poi  quella, di associare sia la scuola che il calcio.

 

 

 

 

Lei abita a Napoli e le occasioni per praticare altri sport non le mancano, o non le saranno mancate, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla?

 

 

No, vi dico la verità: a me interessa soltanto giocare a calcio. Sicuramente c’è qualche altro sport che mi piace come, per esempio, il tennis oppure basket o la pallavolo, ma io adoro giocare a calcio ed è la mia più grande passione, non riesco veramente a farne a meno!

 

 

 

 

Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più   legato?

 

 

 Sì, ho giocato in diverse squadre, ma soltanto due mi sono rimaste veramente nel cuore, ovviamente il Napoli perché è lì che ho fatto il settore giovanile, inoltre sono stati per me gli anni più belli (a dir la verità mi sono tolto varie soddisfazione e quindi sono stati degli anni che io non dimenticherò mai, un’altra società che sono veramente affezionato è la Turris, mi piacque il contesto, la serietà e soprattutto come trattavano i loro giocatori.

 

 

 

 

Lei è stato un anno a Parma, com’è stato accolto in quella città, mi spiego meglio, si è ambientato bene?

 

 

 Certamente l’anno al Parma mi è stato di esperienza, mi hanno accolto bene sin dal primo giorno e tutti i ragazzi erano socievoli è molto accoglienti. Lì poi si stava veramente bene anche perché si tratta di un club   molto, ma molto serio e professionale!

 

 

 

 


Lei gioca nel ruolo di?

 

Io sono un esterno d’attacco, oppure posso fare benissimamente una seconda punta.

 

 

 

 

 

 

Terminata una partita ripensa mai alla gara, oppure gira pagina e si prepara per la prossima gara?

 

 

Sicuramente, dopo aver finito una partita ci si pensa a cosa si sarebbe potuto evitare o far meglio, ma io penso che il passato è passato, l’errore è stato fatto, quindi si deve pensare sempre alla prossima gara e pensare a rimediare tutti gli errori commessi, ovviamente cercando di fare sempre meglio.


 

 

 

Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe?

 

 

Sono un ragazzo non troppo invadente, diciamo che penso un po’ ai fatti miei e curo il mio orticello, però ovviamente sono un ragazzo solare che gli piace scherzare, tengo anche a precisare che sono un ragazzo molto, ma molto riservato.

 




Quanto è importante la famiglia per lei?

 

 

Penso che per tutti la famiglia sia una cosa fondamentale visto che fin da piccoli i genitori cercano dare il massimo per far sì che ognuno di noi cresca nel migliore dei modi, quindi per me la mia famiglia viene al primo posto.

 

 

 

 

Lei ha già un contratto con quale squadra? 

 

Sì, ho firmato qualche giorno fa con la Puteolana in serie d. Sono veramente contento e non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura!

 

 

 










































Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

 

11   08     2020 

 

(Tutti i diritti riservati)