DI PAOLO RADI
CONVERSANDO CON...
FRANCESCO
LANZILLO
(La galleria fotografica è al termine alla fine dell'intervista)
Francesco Lanzillo è nato a Frattamaggiore nel settembre del 2001. Ha intrapreso la vita calcistica all'età di 4 anni nella scuola calcio ASD CITTÀ DI CARDITO crescendo con il mister Peppe Fusco fino all'età di 13 anni.
Grazie a quest’ultimo è passato alla Damiano Promotion per ben 3 anni e dopodiché ha iniziato un'esperienza con il San Pietro terminata per la proposta di giocare con la squadra del suo paese ''Boys Caivanese''. Dopo un anno ricco di emozioni ha avuto la proposta riuscendo a fare il salto di due categorie con l'Aversa ( (serie D); a 19 anni ha conseguito la maturità al Liceo Scientifico.
Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti?
Purtroppo il COVID-19 ha stravolto la quotidianità di tutti, lo sport è stato toccato maggiormente dato che molte discipline prevedono un contatto fisico (salvo quelle individuali), ma sono fiducioso che gradualmente si possa tornare alla normalità.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Il calcio è diventato la mia più grande passione dal primo giorno in cui ho messo piede nel rettangolo verde. Tutte le parole per descrivere quell’emozione che si rivive di volta in volta risulterebbero superflue. Solo chi ama il calcio può capire.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Fortunatamente i miei genitori hanno sempre riposto massima fiducia in me. Ci tenevano che io studiassi, anche perché come si suole dire “prima il dovere e poi il piacere “ed io ho sempre saputo collimare le due cose, portando buoni risultati con la scuola e impegnandomi al massimo negli allenamenti.
Lei è abita Caivano (a pochi km da Napoli) , le occasioni per praticare altri sport non le saranno mancate, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla?
Sono del parere che noi ragazzi nati e cresciuti giocando per strada, e appunto come ha detto lei con la possibilità di praticare diversi sport, piuttosto che scegliere la disciplina da praticare veniamo scelti da quest’ultima. Da ragazzino ogni giorno (soprattutto d’estate) si praticava uno sport diverso per strada, e ricordo che i giorni in cui non volevo mai far rientro a casa erano quelli in cui si giocava a calcio.
Quanto crede che sia importate avere una buona cultura per frequentare il “mondo del calcio”?
Una buona cultura serva a priori, nel mondo del calcio come altrove. Purtroppo il calciatore viene additato sempre come una persona ignorante che sa dare solo due calci al pallone, e mi preme dire che è solo un luogo comune. Ho conosciuto nel mondo del calcio tante persone colte e preparate.
Lei gioca nel ruolo di?
Di natura sono un difensore centrale, ma mi è capitato spesso di giocare anche da terzo di difesa in una difesa a tre o addirittura terzino in una difesa a quattro. Provo a farmi trovare pronto in ogni zona del campo.
Alla fine di una partita, ripensa a quello che avrebbe potuto far meglio, oppure gira pagina e si prepara alla prossima?
Al termine di ogni partita, a mente lucida, provo sempre a fare una disamina della prestazione per migliorare qualche defezione. Sono del parere che anche nelle partite da 7 in pagella ci sia sempre qualcosa da migliorare.
Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo tolto?
ll calcio mi sta dando tanto, e quando dico tanto per me che sono un passionale intendo le emozioni che mi dà. Non si spiega la bellezza di poter festeggiare per una vittoria sofferta, o anche soffrire per una sconfitta e rialzarsi poi tutti insieme. Non mi sta togliendo nulla perché lo faccio con amore.
Da marzo sino a giugno quasi tutte le attività sono andate in stand by, come ha vissuto quei mesi visto che lei oltre che essere un atleta frequentava l’ultimo anno del liceo scientifico?
Non le nego che sono stati mesi duri. Ho passato le mie giornate tra didattica a distanza con la scuola ed allenamenti in web con la squadra. Non ho mai mollato un giorno perché avevo tutte le intenzioni di conseguire la maturità scientifica nel migliore dei modi e farmi trovare pronto fisicamente per la ripresa delle attività sportive.
Lei giovanissimo, si sente in qualche maniera cambiato rispetto a prima della chiusura?
Penso che questa situazione abbia cambiato un po’ tutti. Oggi do un valore diverso a molte cose.
La famiglia e Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?
Famiglia ed amici sono sempre stati i miei sostenitori in tutto, soprattutto i miei genitori. A loro devo tutto, in qualsiasi momento e situazione mi hanno incoraggiato e sostenuto. La mia spalla per appoggiarmi quando qualcosa non andava nel verso giusto, e le prime persone a gioire con me per i traguardi raggiunti.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato futuro?
Il mio sogno è di arrivare più lontano possibile, puntare sempre in alto e magari raggiungere i professionisti
Grazie
a cura di Paolo Radi
28 10 2020
(Tutti i diritti riservati)
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