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mercoledì 25 dicembre 2019


 A CURA DI PAOLO RADI 









 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 



  RAFFELE    
 LUPOLI  








Raffaele Lupoli nasce a Manfredonia il 12 maggio del 1992, ha cominciato a frequentare la prima scuola calcio all’età di 5/6 anni prima di entrare a far parte del settore giovanile del Manfredonia calcio che in quegli anni militava in serie D, prima di salire di categoria e entrare nei professionisti in serie C2 e poi C1.

Ci racconta: “Per me era bellissimo guardare quei calciatori a volte anche da vicino avendo la possibilità di stare nel settore giovanile, ho disputato vari campionati con quella maglia, fino all’età di 12 anni. A 13 anni mi convinsero a fare la scelta di provare a giocare a calcio a 5, cosa che mi ha cambiato la vita e mi ha formato come persona e fatti crescere come calciatore.  Ho militato nel Manfredonia calcio a 5 fino all’età di 18 anni, giocando sempre in serie B negli ultimi anni anche da protagonista.”



Prestazioni che gli sono valse la convocazione in nazionale under 21 nel 2010 a 18 anni e la chiamata da parte della società Fuente Foggia che quell’anno aveva vinto il campionato di serie B ed era così approdata in serie A2. 

È stato due stagioni a Foggia, diviso tra prima squadra e under 21, due stagioni che lo hanno formato ancora di più, due stagioni bellissime. Dopodiché per lavoro si è sono trasferito a Rimini, all’inizio lavoravo per un’agenzia interinale, poi prima dell’inizio della stagione calcistica viene contattato dal Forlì calcio a 5, società che disputava il campionato di serie A2.


Gioca fino a dicembre e per vari problemi decide di andar via. Lo stesso anno torna a Manfredonia per necessità personali e lavorative, inizia così la sua collaborazione lavorativa con suo padre e la sua impresa, fondata più di 40 anni fa che per la maggiore fa ristrutturazioni di interni di abitazioni, ville, e altro.  


Lo stesso anno torna giocare per il Manfredonia calcio a 5 sempre in serie B.  Ma per motivi personali ho dovuto prendere decisioni diverse e meno impegnative.  Allora a dicembre si traferisce nella società Futsal Donia c5 con sede sempre a Manfredonia che però militava nel campionato di serie C2. In quei pochi mesi fino a fine stagione, realizza quasi tutte vittorie vincendo i play off per salire di categoria e soprattutto la coppa Puglia.  L’anno successivo con la stessa società sfiorano per un solo punto l’accesso ai play off in serie C1.


Purtroppo quell’anno la società per varie vicissitudini decise di non continuare più l’attività.  Sceglie di accettare la chiamata del San Ferdinando, vincendo il campionato di serie c2 e un’altra coppa Puglia.  Una vicenda ha influito tanto nella mia vita tanto da costringerlo a cambiare di non poco le mie abitudini. 


La stessa società decide di non svincolarmi e tenermi così bloccato per un anno, allora deve prendere l’unica scelta possibile, “cambiare sport” e giocare a calcio a 11 perché per una questione burocratica era possibile solo così. 


La sua esperienza nel Manfredonia calcio di quell’anno in prima categoria è una delle più belle che ricordi “un anno da incorniciare, un’organizzazione come mai avevi visto prima, vincemmo i play off davanti a circa 3000 persone, c’era pubblico che all’epoca si vedeva sono in serie C.  l’anno successivo, cioè quest’anno, sono riuscito a tornare al mio sport e sto attualmente militando nel campionato di serie B con il Torremaggiore”. 

   








    La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Ho scoperto che sarebbe stata la mia passione proprio come ogni bambino che sognando comincia a praticare questo sport.













Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Se non avessi scelto il calcio non so quale altro sport avrei praticato, mi ha sempre affascinato il basket e infatti lo seguo molto.




I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?” 

I miei genitori hanno appoggiato quasi ogni scelta che ho preso. ma senza farmi perdere di vista le priorità della vita.




Com’è stata la sua prima esperienza da titolare? 

Ricordo con piacere una delle volte in cui essere titolare ha avuto un sapore diverso, infatti al posto mio giocava un ragazzo più grande di me e molto più esperto, ma poi con il tempo e tanto allenamento riuscii a ritagliarmi qualche partita da titolare ... e fu una bella soddisfazione.










Fra le tante squadre in cui lei è stato, quale ricorda più volentieri? 

Le squadre in cui sono stato le ricordo tutte nello stesso modo, infatti in ogni squadra ho avuto la possibilità di crescere e fare esperienza, ogni anno ha avuto dei momenti belli e dei momenti meno belli, ma ricordo tutto con enorme soddisfazione



 Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore del calcio a 5?

Velocità di pensiero, tanta pazienza e intelligenza tattica.









Perché non sono molti i ragazzi he scelgono come sport proprio il calcio a 5? 

Secondo me tanti scelgono il calcio a 11 inizialmente perché è più popolare ed è facile che i ragazzini alle prime esperienze sognano di diventare:  “Totti o Ronaldo”.


    Qual è il suo stato d’animo prima di una partita?

Prima di una partita le emozioni sono parecchie... diciamo che con il tempo le cose cambiano, si diventa un po’ più sicuri e quindi l’emozione e la tensione delle prime volte diventano consapevolezza e quindi concentrazione.


E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato, oppure volta pagina? 

Sicuramente il miglior modo per crescere è proprio quello di ripensare ai propri errori e quindi di provare a non commetterli più.










Il suo goal più bello?

Non c’è un gol più bello... a me piace distinguerli in gol importanti e gol meno importanti,  quelli importanti sono quelli fondamentali a raggiungere le vittorie,  gli altri sono semplicemente inutili!


Una partita che vorrebbe dimenticare? 

Quarti di finale scudetto under 21, Fuente Foggia – Augusta, giocammo il giorno del mio compleanno con il risultato dell’andata che ci vedeva favoriti per 6-2; realizzai una doppietta che non servì a nulla. Uscimmo comunque dalla coppa per una brutta sconfitta, quella è una partita che vorrei dimenticare.







Un suo pregio? 

Un mio pregio è che sono molto altruista e molto generoso.


Un suo difetto?
Difetti? Non basterebbe una giornata per elencarli tutti.









Che cosa le ha dato il calcio, che cosa le ha tolto il Futsal oppure cosa le sta togliendo in questo momento? 

Il calcio e il futsal sono due cose completamente diverse: il calcio ha il suo fascino e l’anno scorso mi ha regalato emozioni che poche volte ho provato nella mia vita mentre il futsal è una forma d’arte per me, se non la provi non la puoi capire ha un fascino particolare , soprattutto in certe categorie più alte.




 La famiglia che cosa rappresenta per lei?

La famiglia per me è ciò che conta di più nella mia vita ... solo le uniche persone che non ti volteranno mai le spalle nonostante gli errori commessi, essa è l’unico ombrello che si apre sempre in caso di pioggia.











 Un sogno nel cassetto? 

Sto vivendo la mia vita cercando di tenere d’occhio le mie priorità, ci sarà tempo per sognare qualcosa e provare a realizzarlo, per ora vivo solo di realtà e la realtà è il mio presente. 



  Grazie   

a cura di Paolo Radi   





25      12     2019 
(Tutti i diritti riservati)  






 Nell'occasione vi auguro 


Buon natale e buone feste 


Paolo Radi 











martedì 24 dicembre 2019





PAOLO RADI PRESENTA 


 LA CRITICA FILMICA 



I tre migliori film del 2019 



I   Joker di Tood Phillips 


II   Doctor Sleep di Mike Flanagan 


III   Star Wars - L'ascesa di Skywalker di J.J.Abrams 


Menzione speciale a La paranza dei bambini  di Claudio Giovannesi 



 


25   dicembre  2019



A CURA DI PAOLO RADI 





PATRIZIO PAT

ANTONINI







Patrizio Pat Antonini è un giovane ragazzo di Ostia che ha qualcosa da raccontarci








Un saluto a tutti voi, mi chiamo Patrizio, è il mio soprannome "Pat". 

Ho una passione oltre allo sport, denominata e-sport. L' e-sport non è altro che il professionismo a livello videoludico. Gioco ai videogiochi sin da quando ne ho memoria e pian piano crescendo mi sono appassionato allo streaming, finché finalmente il 13/11/19 sono riuscito a comprarmi tutta l'attrezzatura per fare, appunto, streaming.


Quello che io faccio, non è altro che intrattenere le persone per circa 3 ore, portando in live un videogioco del momento, ho iniziato da poco più di un mese ed ho raggiunto in pochissimo tempo più di 1300  iscritti alla mia pagina. L'allenamento fisico e mentale che c’è dietro all'esports è veramente impegnativo, ma se preso con serietà porta i suoi risultati. Io oltre alle live di 3 ore al giorno, mi alleno per circa altre 2 ore, gli allenamenti comprendono esercizi di brain, memoria e riflessi.


Inoltre, di “tasca mia” sponsorizzo ed alleno un piccolo gruppo di ragazzi e parlando proprio di loro, hanno voluto rubarmi qualche riga per esprimere a parole loro come si definiscono, ve le riporto qua sotto:









“Siamo un team formato da ragazzi che vanno dai 21 ai 26 anni, giochiamo la sera dopo il lavoro o dopo una giornata di studio. Il nostro obbiettivo è quello di allenarsi e migliorare giorno per giorno, insieme, cercare di competere ad alti livelli sia in ambito italiano che europeo, ma soprattutto quello di trasmettere la nostra voglia e fare conoscere il mondo dell’Esports ai ragazzi più giovani. È un mondo che qua in Italia è ancora agli albori rispetto a tutto il mondo ed è giusto che tutti i ragazzi che vogliano mettersi alla prova abbiano il supporto necessario per provarci. Noi forse siam "troppo vecchi" per provarci, magari potremmo contribuire a rendere il panorama dell' Esports più grande qua in Italia e arrivare un giorno a ciò che merita”.










Con queste righe spero di
 avervi aperto una piccola curiosità sul mondo dell'esports, qua sotto vi posto alcune foto della postazione di lavoro, sperando tra qualche anno di averla completamente rinnovata! 

PS: ho 23 anni e vivo nella capitale del mondo! Roma! Da li prende il nome il gruppo. Victrix Fam, esattamente come la legione Romana Victrix! A presto!




Grazie
(24 12 2019) Tutti i diritti riservati.



domenica 22 dicembre 2019



A CURA DI PAOLO RADI 










UNA CONVERSAZIONE
     

     
 CON  






DANIEL 
TERRONE 




Daniele Terrone è nato il 02/06/1999 a Mercato San Severino (Salerno) Da 13 a 19 anni ha giocato con la Salernitana nel settore giovanile Adesso gioco in Eccellenza e studia Scienze Motorie a Napoli.










La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Ho scoperto la mia passione per il calcio fin dai primi passi, avevo 2 3 anni e già nel cortile di casa iniziavo a dare i primi calci ad un pallone.




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto: “pensa a studiare che è meglio”?

I miei genitori hanno sempre rispettato le mie scelte sia nel calcio che nella vita in generale l'importante è che fossi felice.




Lei ha frequenta la facoltà di “Scienze Motorie”, finita l’università, le piacerebbe rimanere per tanto tempo nell’ambiente calcistico, se lo vedo un futuro da allenatore o da dirigente? 

Non penso che un domani farò un lavoro come allenatore o direttore sportivo Sicuramente mi vedo nel modo dello sport grazie alla laurea in Scienze Motorie,  ma per il momento non so ancora cosa farò.











Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. 
Perché tutti provano a diventare calciatori?

Io penso che tanti aspirano a diventare calciatori solo per la vita "lussuosa", ma per arrivare ad un certo livello bisogna avere tanta passione e dedizione al sacrificio e successivamente ai benefici




Il suo gol più bello di tuta la sua carriera? 

Ne ho fatti diversi gol belli. Ma quello che ricordo con più importanza è quello contro il Milan nella gara di coppa Italia primavera per due motivi: il primo ho sempre tifato Milan, il secondo riguarda il fatto che venivo da un momento particolare ed è stata una bella rivincita.










Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto? 

Il calcio mi ha dato tutto praticamente, il modo di essere, di pensare di affrontare le difficoltà della vita.



Squadra italiana in cui le piacerebbe giocare? 

Mi sarebbe piaciuto giocare in qualsiasi grande realtà del calcio devo come primo obbiettivo c'è la crescita di un uomo/calciatore. Senza scopo di lucro.



Un suo pregio e un suo difetto?

Il mio pregio è di essere troppo buono, ma allo stesso tempo è anche un difetto in alcuni casi.










Brevemente se dovesse descrivere sé stesso a chi non la conosce, quali parole userebbe per presentarsi? 

Mi considero un bravo ragazzo, sempre disponibile per gli amici e famiglia. Un giovane che crede molto nei propri sogni.



Un’ultima domanda, la famiglia cosa rappresenta per lei? 

Per la mia famiglia è tutto un punto di riferimento in qualsiasi momento, è molto importante.




Grazie   

a cura di Paolo Radi   





22     12    2019 
(Tutti i diritti riservati)