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mercoledì 22 novembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

SIMONE 

CIOLLI 

 

 



 


Simone Ciolli   un giocatore   di calcio nato a Poggibonsi nel 1996 - ruolo terzino sinistro-  e questa è la sua carriera: settore giovanile Siena e Livorno, Poggibonsi aggregato in C 2, Agropoli serie D, Ghivizzano serie D, San Gimignano, La Sabina, Poggibonsi 2 anni, Colligiana, Chiantigiana 3 anni, di cui uno interrotto causa covid, attualmente gioca con il Montalcino promozione.

 

 

 





 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Buongiorno Paolo, la stagione 2022/2023 non si è conclusa nel migliore dei modi, purtroppo, anche se personalmente ho migliorato lo score degli anni precedenti segnando qualche goal e facendo un po’ di assist, però sono esperienze di vita che insegnano.

  








In questo momento lei gioca nel Montalcino in promozione, come sta andando il campionato?

 

Sì, ho fatto una scelta di vita legata a studio e lavoro e sono sceso di categoria nonostante avessi richieste in eccellenza, ho scelto Montalcino perché è una società seria con ambizioni importanti che merita categorie superiori per ciò che fa e propone, la stagione sta andando abbastanza bene siamo una squadra giovanissima, ma ricca di qualità e ragazzi che faranno parlare di se, basta pensare che sono il più vecchio della squadra.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

il calcio era inevitabile che diventasse la mia passione più grande avendo una famiglia di ex calciatori, con mio padre che per molti anni ha militato nei professionisti.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori per il calcio non hanno mai posto resistenze e  ne mi hanno detto di abbandonare, hanno sempre avuto equilibrio nel farmi proseguire con questa passione dicendomi di dare sempre il massimo senza pensare di diventare qualcuno per forza, hanno sempre cercato di farmi capire l’ importanza degli  studi.  

 






So che lei in questo momento sta studiando materie giuridiche inerenti al sistema carcerario, è così?

 

Sì, sto studiando Scienze Penitenziare, mancano 2 anni e finisco il percorso di studi, finalmente!

 

Come è stata la sua esperienza con l’Agropoli 1921?

 

L’esperienza di Agropoli non la dimenticherò mai, ho incontrato compagni di squadra di un livello assoluto per la serie D di allora, giocatori che avevano militato in categorie superiori per moltissimi anni, esperienza davvero speciale sia per la citta che mi ha accolto benissimo che per il campionato che era ricco di squadre e stadi prestigiosi.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sicuramente di tutte le squadre in cui ho militato Poggibonsi è stata la mia tappa più importante, ho militato nel club per tantissimi anni era ed è la mia seconda casa, sono diventato diciamo grande a Poggibonsi facendo lo scalino per completare il mio percorso di crescita. Ho aiutato da compagni di squadra di un livello assoluto, in conclusione è una società che merita palcoscenici importanti.



 




Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio goal più bello sicuramente è stato quello al  Poggibonsi e al club Marina La Portuale in eccellenza, ma anche lo scorso anno ne ho messo a segno uno non proprio banale.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Grandi discussioni non ne ho mai avute con i miei allenatori, ho sempre accettato tutte le decisioni perché è giusto che sia così, queste   mi hanno insegnato tanto, è chiaro, spesso mi sono arrabbiato, sono rimasto deluso, ma mai mi sono permesso di discutere.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

All’interno dello spogliatoio negli ultimi anni ho raggiunto una leadership sia per motivi anagrafici, ma anche caratteriali, mi ritengo un ragazzo positivo e propositivo che ha sempre voglia di aiutare gli altri, sono un ragazzo che ascolta tutti giovani e vecchi senza distinzioni e cerco di trovare punti d’incontro con tutti i miei compagni senza mai imporre le mie volontà.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Sicuramente come pregio migliore ho il calcio e la fase offensiva di conseguenza, ma non è un segreto La fase difensiva è stata sempre la mia pecca più grande, che forse non mi ha fatto fare salti di qualità ulteriori.


 




Lei gode di grande stima nell’ambiente, come si arriva a raggiungere certi risultati?

 

Non sapevo di godere di grande stima nel panorama calcistico e di questo ne sono fiero e felice , io cerco di essere sempre me stesso senza uscire mai dagli schemi educativi che mi hanno insegnato , cerco di aiutare sempre tutti dando il massimo.

 

Questa è una domanda che non fatto a molti giocatori, esiste l’amicizia nel calcio, oppure ognuno pensa esclusivamente alla propria carriera?

 

Personalmente parlando credo di sì, l’amicizia esiste in tutti gli ambiti, io ne ho molti di amici in questo mondo, amici veri che vengono da lontano, quindi sì, per me esiste.

 






Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Sicuramente continuare a far bene nel calcio, ma laurearmi è un sogno che non vedo l’ora che si avveri.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

Ma non saprei, ai miei genitori che mi sopportano e supportano tutti i giorni.



Grazie 

 

 22 10   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 








 

 

martedì 21 novembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

GIUSEPPE

MARINO

 

 


   

 


 Giuseppe Marino, classe 1998, di Sant Agnello  è un giocatore di calcio campano, ruolo attaccante.

 

Questa la sua carriera.

 

Cresce nelle giovanili del F.C. Sant’Agnello calcio e a 16 anni gioca in prima squadra, è il 2014, in eccellenza sempre con il Sant’Agnello. Nel 2015 è con il Sorrento calcio in eccellenza sino a dicembre. 

 

 

Da dicembre sempre in eccellenza con il club Massalubrense collezionando 7 goal, nel 2016 ritorna al Sant’Agnello in eccellenza, e mette in rete 8 palloni, sino a dicembre, poi la rottura del legamento crociato alla gamba destra lo costringe a un lungo periodo di sosta: 2 anni.

 

Ricomincia dalla prima categoria con il Massalubrense, stagione 2019-2020 16 goal, nel 2020/2021 sempre con il Massalubrense, segna 18 goal, e la squadra vince il campionato, stessa situazione nella stagione 2021/2022, questa volta il club è in promozione, 25 goal, e vittoria di campionato, stagione 2022/2023 è con il Massalubrense sino a dicembre: 7 i goal segnati.

 

Da dicembre passa all’ASD Agerola, centrando i play off e perdendo al primo turno.

 

Nella stagione 2023/2024 milita nel Vicoequense 1958 – promozione – 2 sono i goal, tutto ciò sino a novembre. È attesa di rescissione d contratto.

 

 

 

 

La prima domanda che le voglio fare lei nella stagione 2022/2023 milita al Massalubrense, e poi a dicembre passa all’SSD Agerola, come mai questo cambio di club?

 

Il cambio è stato dovuto da varie cose. Principalmente per un discorso economico, ma anche per la posizione in classifica del Massalubrense

 


Fino a quando pensa di giocare a calcio?

 

Spero di giocare fino a quando il mio fisico me  permetterà, non so dove, ma penso di giocare sicuramente.

 


 




Da come sappiamo lei è rescissione di contratto, ha già qualche proposta?

 

Certamente  ho varie chiamate, ma già so dove andrò a giocare tra meno di 15 giorni.

 


Questa è la solita domanda classica: i suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Sono sempre stata una persona che ragiona con la propria testa. Mia mamma mi ha sempre spronato, mentre mio padre diceva che era meglio sarebbe stato meglio che mi fossi trovato  un lavoro fisso.

 

Lei ha giocato per tanto tempo al Massa Lubrense un’esperienza importante, ci può dire qualcosa?

 

A Massalubrense mi sento a casa. Ho trascorso anni fantastici li e spero di ritornarci presto!

 

A causa di un infortunio lei sta fermo molto tempo, com’è riuscito a superare quel periodo? C’era qualcuno che la sosteneva a livello emotivo?

 

Sì,  purtroppo sono stato fermo per un bel po’ ma poi sono riuscito a superare quel brutto periodo, qualche amico mi sosteneva, ma soprattutto la mia famiglia mi è stata molto vicino.

 

Di lei si dice un gran bene, così ho letto, ma quello che conta sono i goal che lei ha fatto. Come si riesce a realizzarne così tanti? 

 

Ogni partita ho sempre lo stesso obbiettivo: fare quanti più gol possibile. Il segreto e avere fame di gol e fame di successo!









Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Io penso che sia un grande successo diventare calciatore a livello importante, fama e soldi a me attirano allo stesso modo, poi per quanto riguarda gli  altri non saprei che dire.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Ho fatto vari gol molto belli, ma il più bello che ricordo è stato nel lontano 2017 con l’FC Sant’Agnello su punizione da 35 metri.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ho avuto varie discussioni con varo mister, ma io non sono una persona che porta rancore e quindi vado sempre avanti.




 




Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

All’interno di un gruppo penso di avere un ruolo importante, ma non mi sento onnisciente, quindi ascolto anche il parere degli altri.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio calcistico è che sono un giocatore duttile che può variare su tutto il fronte d’attacco, alcune volte posso passare agli occhi degli altri come una persona presuntuosa per il mio modo di pormi, ma il modo è dettato anche dal momento che sto vivendo fuori dal campo o dalla pressione della partita.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Un giocatore che ammiro tantissimo è stato Diego Armando Maradona. Giocatore attuale Lionel Messi.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Amici è famiglia sono molto importanti per me. Per qualsiasi problema ci sarò sempre per loro.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la dedico a tutte le persone che mi vogliono bene, ma soprattutto a quelle persone che a me erano molto care e non ci sono più.

 

Grazie 

 

 21 11   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

sabato 4 novembre 2023

EZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 


SEVERINO

CAPRETTI

 




 

 

Severino Capretti è direttore sportivo dell’Orvietana calcio, serie D. 

 

In breve la sua carriera:

 

Severino Capretti (laziale), è ora direttore sportivo, ma è stato dirigente, allenatore, un modo che nutre per il mondo del calcio una grande passione. Ha lavorato per diverse società, ed è faro guida per tanti giocatori. Da un decennio collabora con tante società del territorio romano, viterbese, e sabino.

 

Nel 2008 dopo due stagioni da responsabile della prima squadra dell’ASD, Stimigliano e della Pro Calcio Sabina, il direttore generale della Castelnuovese Calcio, Gianfranco Braccio, gli offre la possibilità di diventare direttore sportivo nella società del presidente Sabatini, inizia così il suo percorso di tre anni in Prima categoria con la Castelnuovese, raggiungono la qualificazione in Coppa Lazio e poi con la Comunale Capena. 

 

Successivamente con è direttore sportivo con il club Valle Tevere (la società rilevò il titolo di Prima categoria dal Torri Sabina), a fine stagione vincono il campionato. Ci rimane tre anni in promozione con questo club, approda poi a La Sabina di Poggio Mirteto.

 

 Nel 2017 viene chiamato dal patron della Polisportiva Monti Cimini in Eccellenza, l’esperienza termina il 27 settembre, era iniziata a maggio nel 2017, passa poi alla Maglianese e ottengono con un largo anticipo la salvezza. Successivamente ha fatto il ds per l’Orvietana e al club Favi Cimini.

 

 


 





La prima domanda è questa facciamo un salto nel passato: Il Covid ha stravolto le nostre vite, lei come ha vissuto questo lungo momento di pausa? 

 

Il covid ha condizionato molto quei 2 anni dove l’emergenza aveva i suoi   picchi più alti nelle stagione autunnale e invernale,  in  estate lo Stato ci ridava un po’ di libertà.

Però credo che la cosa più brutta sia stata ogni giorno ascoltare i mass media che ci bombardavano con il numero di persone che perdevano la vita continuamente. Era quasi un bollettino di guerra.

 






Lei quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è sempre stata la mia passione, ricordo che a scuola nei momenti di buco o ricreazione organizzavo partitine in classe con una palla di carta, questo sport è sempre stato nella testa, insomma.

 

Da come abbiamo letto lei è stato anche allenatore, in che occasione?

 

Allenatore per due settimane. Nel 2017 decisi di stare fermo come direttore sportivo per impegni personali.

Alcuni amici mi convinsero ad allenarli in terza categoria, ma non è il ruolo che fa per me. Dopo due  settimane dall’ inizio di quel percorso, avevo già risolto i miei impegni personali, mi arrivò una chiamata in eccellenza per fare il direttore sportivo e tornai nelle vesti più idonee per le  mie capacità.

 






Una tappa importante è la seguente: lei rimane tre anni in prima categoria con la Castelnuovese, raggiungendo la qualificazione in Coppa Lazio, che ricordi ha di questa bellissima esperienza?

 

La Castelnuovese è stata la mia prima fidanzata.

Quella società che grazie al presidente Mauro Sabatini ed al d.g. Gianfranco Braccio mi hanno dato la totale fiducia a livello di gestione sportiva ed i risultati gli diedero ragione.

Ottenemmo risultati storici per la storia di quel club.

 

Fra le tante società in cui lei è stato, qual è quella che ricorda maggior mente con affetto?

 

Ogni società mi ha lasciato qualcosa e qualcosa credo di avergli lasciato io.

Ho sempre pensato che bisogna proporsi un obbiettivo superiore a quello appena raggiunto, tutto ciò per portare un miglioramento nel percorso che si fa con un club.

Vincere non deve mai essere un’ossessione, ma semplicemente un sogno da coltivare ogni giorno con lavoro e programmazione.

Non c’è un club che prevale sull’altro, ma se devo citarne uno dico la Valle del Tevere, questo perché insieme abbiamo vinto un campionato di prima categoria.

 

 




Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Sia con i presidenti che con gli allenatori rapporti professionali innanzitutto.

Siamo chiamati a lavorare ed a raggiungere dei risultati, quindi bisogna mettere il rapporto professionale davanti a tutto.

Poi ci sono allenatori con i quali ho mantenuto rapporti di amicizia, presidenti con i quali ci sentiamo molto spesso e con i quali c’è grande stima nonostante le nostre strade si siano divise.

Difficilmente ho interrotto rapporti di stima con chi ho avuto il piacere di lavorare.

Ma con un paio di allenatori sì, sai dopo un esonero capita di voler chiudere.

 







Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Nel giocatore mi colpisce a primo impatto la leadership che ha in gara; essa è una componente imprescindibile in alcuni elementi dove poi costruire La Rosa.

 

Poi le caratteristiche tecniche, fisiche, sino ad arrivare poi alla conoscenza del ragazzo.

Bisogna scegliere bene l’uomo e poi le caratteristiche tecniche che porta che ha in sé.

Ma spesso si sbaglia anche.

Siamo operatori di mercato prima e gestori di gruppi poi.

Le soddisfazioni di un direttore vengono maggiormente nel puntare su un ragazzo ancora “incompreso” come calciatore.

L’ ultimo che mi ha dato questa grande soddisfazione è Manuel Covarelli avuto alla Favl Cimini per due stagioni e mezza.

Oggi è esploso in continuità di prestazioni in campo ed in futuro potrebbe fare il salto in D, chissà che non lo chiamerò io la prossima stagione (ride).

 

Per chi conosce poco la sua professione com’è la sua giornata tipo? 

 

La mia giornata è per lo più al telefono, tra chiamate, sms, video filmati che vedo di partite del club per il quale lavoro e di calciatori da studiare/scoprire.

Diciamo che il mio amico telefono è inseparabile dalle mie mani. E mia moglie mi dice che sono anche geloso del telefono.

Ma non è così, semplicemente sono sempre connesso al mondo calcio.

Ed anche i miei canali social sono un mondo calcistico che spazia in tutto il mondo.



 




Sappiamo che per un direttore sportivo la settimana è sempre fitta di impegni, per la famiglia il tempo è poco, oppure lei riesce ugualmente a ritagliarselo?

 

La famiglia conosce le dinamiche del mio lavoro. Diciamo che mi amano per quanto mi sopportano.

Ma del resto se non era così, non avrei avuto questo percorso di crescita costante. Dalla prima categoria alla serie D.

Un percorso guadagnato sul campo e dove la mia famiglia è sempre stata presente ed al mio fianco. Poi naturalmente abbiamo i nostri momenti come altre famiglie.

 

Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Assolutamente, sono stati maggiori i successi.

Ho vinto un solo campionato, ma molto spesso lottato per gli obiettivi preposti ad inizio stagione.

Poi se parliamo di delusioni, aver perso l’accesso alla finale di coppa Italia di eccellenza con la Favl Cimini due stagioni fa! 

Al 93’ gol qualificazione al 96’ gol del Civitavecchia irregolare e siamo fuori. Fu una giornata che brucia ancora.

 

Lei adesso è direttore sportivo dell’Orvietana che si aspettano da lei e lei cosa si aspetta da se stesso?

 

Torno ad Orvieto dopo le tre stagioni trascorse alla Favl Cimini.

Ad Orvieto ero nella stagione del covid, dove eravamo in corsa per il titolo. L’ obbiettivo è salvarci, mantenere la categoria. Ma cercando di migliorare. Quindi cercheremo di restare in D facendo un punto in più rispetto alla passata stagione.


Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (da direttore sportivo è ovvio)? 

 

Il miglior pregio è che mantengo il controllo emozionale nel post gara. Sia in caso di gara positiva che non. Il difetto? A volte troppo buono!

 

Nell’ultimo mese si parla molto si parla del calcio scommesse, o meglio della ludopatia di alcuni giocatori, alcuni hanno accumulato milioni di euro di debiti, altri hanno detto che lo facevano per noia. Lei che idea si è fatto?

 

Il calcio scommesse è il male del calcio.

 

A proposito della della ludopatia di molti giovani calciatori ti posso dire che noi dirigenti dovremmo cercare di educare anche questi giovani ragazzi.

Però nell’ era moderna questo è un problema di tutta la società non sono dei giovani calciatori.

Di conseguenza faremmo un capitolo di libro se spiego la mia idea.







Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Non mi piace dire il giocatore che ammiro!

 

Preferisco dire che dal 2008- è la data dove ho iniziato il percorso da direttore sportivo - ho avuto due calciatori che in momenti diversi della mia carriera ho  avuto il piacere  di lavorarci assieme, forse loro  mi hanno sopportato per ben 4 stagioni continuative e sono: Lorenzo Malatesta e Leonardo Paletta.


Ho avuto anche ex calciatori di serie A con i quali ho lavorato nei dilettanti,’  lo scorso anno l’ex Milan Rodney Strasser, vero leader nella scorsa stagione che abbiamo fatto insieme, meno in campo per problemi fisici, ma determinante nello spogliatoio di mister Puccica

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Nessuna dedica, chiedo ai nostri tifosi di sostenerci allo stadio.

Abbiamo un gruppo di ragazzi straordinariamente dedito al lavoro.

Ed abbiamo bisogno dei nostri tifosi e che vengano a sostenerci allo stadio la domenica.

Il bisogno maggiore è nella difficoltà ed una squadra che deve salvarsi sicuramente può vivere nella partita momenti da incudine ed è li che si ha bisogno del loro sostegno.

Orvieto è una bellissima città, con un presidente che da più di 20 anni è li al timone del club con grande passione.

Se i tifosi vengono a sostenerci saranno l’uomo in più.

E chissà che non ci toglieremo maggiori soddisfazioni tutti insieme.

Società staff tecnico giocatori e tifosi.

 

 

Grazie

 

 

04   novembre 2023

 

(Tutti i diritti riservati)