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domenica 25 dicembre 2016

PAOLO RADI PRESENTA




PERSONALITA’ DEL 2016




HILLARY CLINTON




AI VOTI POPOLARI E’ RIUSCITA  A BATTERE L’AVVERSARIO DONALD TRUMP. DECISA, DETERMINATA, ASTUTA, INTELLIGENTE, GRANDE ESPERTA DI POLITICA INTERNAZIONALE, E’ UN MODELLO PER LA DONNA DEL III MILLENIO.





MENZIONE SPECIALE  2016 A

VIRGINIA RAGGI




IL NUOVO SINDACO DI ROMA SI TROVA A DOVER GESTIRE UN CITTA’ DAI MILLE PROBLEMI. E NONOSTANTE CHE ABBIA TUTTI CONTRO SI DIMOSTRA DESIDEROSA DI CONTINUARE.









domenica 11 dicembre 2016

PAOLO RADI INTERVISTA







11 Dicembre 2016






CONVERSAZIONE

CON MASSIMO REALE



QUESTA SERA SI VA IN SCENA…








Massimo Reale  è un attore nato a Firenze nel 1966.  Comincia a recitare a nove anni con il maestro Dino Parretti. Nel 1986, si trasferisce a Roma ed entra all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico che frequenta per due anni.
Negli anni successivi porta avanti in parallelo l'attività teatrale e quella cinematografica e televisiva prendendo parte a molte fiction e lavorando accanto ad attori come: Renzo Montagnani (Don Fumino), Nino Manfredi (Le Ragioni del Cuore), Lino Banfi (Un posto tranquillo 1 e 2), Beppe Fiorello (Salvo D'Acquisto), Paolo Ferrari (Orgoglio).
Nel 1994 lavora con Luca Zingaretti allo spettacolo Prigionieri di guerra con il quale recita nuovamente nel 2000 nello spettacolo di David Mamet Perversioni Sessuali a Chicago insieme a Valentina Cervi.
Nel 2006 vince il premio per il miglior soggetto per documentario al Festival Hai Visto Mai? e nel 2007 lo realizza, cedendolo all'emittente La7.
Nel 2008 recita al teatro di Tindari nel Giulio Cesare di Shakespeare con la regia di Maurizio Panici. Nel 2011 prende parte alla prima puntata della serie tv "Che Dio ci aiuti" e, nel 2013 prende parte alla serie "Rex 7", dove interpreta il ruolo del criminologo Carlo Papini. Dal 9 Novembre 2016 recita nella fiction "Rocco Schiavone" su RaiDue, in cui interpreta il personaggio del medico livornese Alberto Fumagalli.

Noi l’abbiamo intervistato.





Massimo Reale, quanto hai capito che avresti voluto fare l’attore?


 Molto presto, a 9 anni sono stato a vedere uno spettacolo teatrale e sono rimasto folgorato! 



I tuoi genitori  come ha preso questa decisione, ti hanno appoggiato oppure ha cercato di farti comprendere che sarebbe stato auspicabile un altro lavoro?

 Mia madre ama il teatro e quindi l'ha presa bene.... Poi ho vinto il provino all'accademia d'arte drammatica di Roma e quindi li ho messi di fronte al fatto compiuto!



Sei  un attore molto apprezzato dal pubblico e dalla critica, ti ricordi il primo giorno sul set…emozionato…o qualcos’altro?

 Il lavoro mi suscita concentrazione, serietà, più che emozione in senso romantico del termine







Film italiano preferito/film straniero preferito?

 Ne amo moltissimi, italiani e stranieri: tutta la commedia all'italiana poi Sergio Leone, Martin Scorsese,


Hai conosciuto tanti registi e attori famosi, che cosa ti hanno trasmesso in particolare?

A volte ho preferito il loro lavoro a quello che erano come persone. Altre volte ho conosciuto intelligenze straordinarie e sensibili, non c'è una regola se non quella che distingue l'opera dal suo creatore.



A tuo avviso che cosa manca al cinema italiano per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni cinquanta e sessanta?

La situazione è molto diversa da allora. L'Italia degli anni del boom era un Paese in espansione, noi viviamo un momento di decadenza, purtroppo. Penso che potrebbe aiutare investire nel talento, nella qualità.



Siamo a Natale,  e stanno uscendo molti cine-panettoni, l’anno scorso   il 1 primo di Gennaio uscì Quo Vado di C. Zalone   in 1500 copie e fece il botto; il cinema italiano sembra vivere solo sotto il periodo natalizio, non lo trovi mortificante per uno che vorrebbe proporre delle opere più sofisticate?

No, il grande cinema d'autore degli anni d'oro è stato prodotto con i soldi guadagnati dai film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia! Quindi servono entrambi, un buon cinema industriale aiuta il cinema d'autore. Personalmente ritengo una cosa bella ridere con la comicità di Zalone e se è così bravo da fare grandi incassi è meglio per tutto il sistema produttivo italiano. Senza contare che film ritenuti di serie b nel passato sono poi diventati film immortali.


Hai mai pensato di diventare regista? E se ci hai pensato che tipo di film vorresti girare?

Ho diretto documentari, ma film di cinema o tv mi sembrano lontani dalle mie capacità.




In questo particolare momento stai vivendo un momento splendido con la fiction “Rocco Schiavone” (Rai Due) tratta dai romanzi di Antonio Manzini, ti posso chiedere quando è stata girata e se la produzione aveva puntato  inizialmente su di te oppure se hai dovuto sostenere qualche provino?

Ho sostenuto un provino. 







Ci sono state delle forti critiche sul personaggio,  alcuni parlamentari hanno sostenuto che il personaggio è negativo in quanto fa uso di spinelli; alcuni volevano la chiusura anticipata dello sceneggiato, cosa risponderesti ai detrattori, in verità pochi?

Il nuovo spaventa sempre, e poi sottolineerei due aspetti: il primo è che Rocco Schiavone è un personaggio di finzione, come Zorro oppure Robin Hood, e quindi non riesco a capire come possa essere giudicato secondo i canoni della realtà. il secondo aspetto è più complesso e riguarda il compito della televisione: deve essere pedagogica e quindi raccontare la realtà come "dovrebbe essere" oppure raccontare le complessità della vita  e quindi sottoporci storie che hanno contraddizioni e problemi. Nelle fiction straniere, piene di poliziotti geniali e corrotti o medici drogati e abilissimi, è stata scelta la strada della complessità.


Ci puoi anticipare qualcosa sulla seconda serie, non so, il tuo personaggio subirà delle evoluzioni, oppure no?

Al momento non si parla di seconda serie. Io torno al teatro con lo spettacolo "tre sorelle" di Cechov al Piccolo teatro di Milano con Maria Alberta Navello e la regia di Emiliano Bronzino.







Grazie per l’intervista.