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martedì 26 luglio 2016

L'intervista di Paolo Radi 

  
26    LUGLIO    2016






CONVERSAZIONE

CON ARTURO SEPE  








IO: L’ANGELO DI GOMORRA







ARTURO SEPE, NATO A NOLA, E’ UN GIOVANE ATTORE CHE HA RECITATO AL TEATRO, PER IL CINEMA, E HA PRESO PARTE A NUMEROSE FICTION TELEVISIVE, L’ULTIMA E’ GOMORRA 2,NOI GLI ABBIAMO RIVOLTO QUALCHE DOMANDA.













Arturo, Gomorra 2 sta avendo ottimi ascolti, come ti stai godendo questo risultato?

 Gomorra è una vetrina mondiale molto importante ho avuto un riscontro mediatico notevole ed immediato.

Ho preso parte a diversi Film e Fiction ma la notorietà che ti da Gomorra è immensa e soprattutto molto istantanea. Basta pensare che si era solo accennato alla mia presenza nel cast della serie che già molti riflettori si erano accesi sul mio personaggio. Gomorra senza ombra di dubbio: sicuramente stata una delle esperienze cinematografiche più formative e più emozionanti della mia carriera fin ora.

Calcare un palcoscenico mondiale con Gomorra non è “certo roba da tutti i giorni”.
Sono lusingato che la scelta di interpretare ANGIOLETTO sia caduta su di me. Ringrazierò all’infinito Sollima e Cupellini,i registi della serie che hanno creduto in me e la grande macchina che è Cattleya  e Sky che mi ha coccolato per tutto il periodo delle riprese.
Essere un piccolo ingranaggio di una macchina cosi perfetta non che avermi fatto piacere.











Quando hai capito che recitare  sarebbe stato la tua vita, c’è stata un episodio  particolare che ti ha fatto esclamare “Da grande voglio fare l’attore?”
Mi sono cimentato sin da piccolo nella recitazione.
Ricordo che leggevo ed interpretavo a memoria le favole dei libri dei ragazzi, dando sempre voci diversi ai vari personaggi che si affaccendavano nelle storie .La recitazione mi ha sempre fatto "stare bene" mi trasportava in mondo parallelo in cui "mi ci trovavo": Si trattava del mio habitat naturale.  E questo è  bastato  per far diventare la settima arte la mia ragion di vita!












Hai recitato in teatro, al cinema, hai preso parte a diversi cortometraggi e fiction televisive, ottenendo non solo un grande successo, ma anche vincendo premi importati, che cos’ha di differente Gomorra, rispetto ad altri set?

 Gomorra è una macchina perfetta, dove ogni ingranaggio ha  il suo compito. Una macchina ben oleata e lanciata ad alta velocità, ma soprattutto guidata da grandi professionisti, dai registi agli Stunt man, dai truccatori agli sceneggiatori e non per ultimo gli attori.


Questa volta ci sono state diverse critiche a Gomorra 2, per molti intellettuali e opinionisti la fiction potrebbe indurre certi giovani a prendere come esempio Ciro, Pietro, Gennaro, e ovviamente anche te, cosa ne pensi a proposito?

Io nella fiction interpreto ANGIOLETTO, un personaggio ai limite della società, senza scrupoli ,senza valori, un mercenario al servizio di don Pietro Savastano. Non penso possa essere preso come esempio, cosi come Ciro o Genny.
Questi personaggi ,rifiuto della nostra società, come si evince dalla fiction non fanno di certo una bella vita .Il punto d'arrivo è sempre lo stesso. La fiction a mio avviso spiega bene il significato e la differenza tra bene e male, così come quali sono i rischi se si sceglie la seconda ,non penso ci siano dubbi da parte dello spettatore di scegliere da che parte stare.










In genere come scegli un copione, ti attira la trama in generale,  il personaggio, o il cast con cui dovrai lavorare?
 Beh sicuramente all'inizio la trama del film e poi il mio personaggio.
Sono sempre contento di partecipare a progetti che mettano in luce la "storia" o "la cronaca" del nostro Paese.

Hai conosciuto tanti registi e attori famosi, che cosa ti hanno trasmesso in particolare?
 Ognuno di loro ha una visione del cinema diversa ,così come io ne ho una tutta mia. Nella fattispecie penso che il cinema debba essere usato dapprima per dare emozioni ma soprattutto per veicolare informazioni.










A tuo avviso che cosa manca al cinema italiano per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni cinquanta e sessanta?
Non bisogna guardare al cinema come un prodotto di Marketing su cui far soldi. Ma usare la pellicola per trasmettere emozioni e suscitare interessi comuni.



Un regista  con cui vorresti immediatamente lavorare?
 Senza perdere fiato: Giuseppe  Tornatore.



Film italiano preferito/film straniero preferito?
 Nuovo Cinema Paradiso/Delicatessen



Se ti proponessero un film a Hollywood accetteresti senza pensarci due volte, oppure prima vaglieresti con cura il copione?
Esaminerei prima il copione, poi il mio ruolo ,poi il cast con cui dovrei lavorare  e se i canoni rispecchiano il mio modo di fare cinema accetterei. OVVIAMENTE SCHERZO!ACCETTEREI DI CORSA...o quasi!








Arturo, un’ultima domanda, che cosa significa per te, essere conosciuti, essere famosi, è un punto d’arrivo, oppure un punto di partenza? 
Non penso assolutamente di essere famoso, come non penso che il fine ultimo di fare cinema sia la notorietà .Ma ti rispondo accennando una frase che ho sempre stampato in mente:

"Non bisogna considerarsi mai "arrivati" altrimenti significa che non si è mai partiti"!!!!





Grazie per l’intervista.