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venerdì 29 settembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 


 


STEFANO

COZZOLINO

 

     

 


 


 

Stefano Cozzolino è un giocatore di calcio e così si presenta: “ 

Sono nato a San Gennaro vesuviano ed attualmente vivo a Palma Campania. 

 

Muovo i primi passi calcistici nella scuola calcio della San Gennarese per passare poi ad una scuola calcio di Napoli e da lì a 16 anni arrivo al Giulianova, vincendo un titolo nazionale Berretti. 

 

L’anno successivo vado Avellino primavera. Da lì in poi inizio a giocare nei grandi. Prima la Turris in seri D, poi Internapoli, Camaldoli vincendo il campionato di eccellenza, tante squadre campane importanti come: Sibilla Bacoli, Giugliano, Mariglianese. 

 

Successivamente decido di accettare l’offerta di una squadra di Modena, il Castelvetro, (giocando per la prima volta insieme a mio fratello, ex giocatore di serie A) vincendo il campionato di eccellenza e giocando 2 campionati di serie D. 

 

Mi sposto poi a Castelfranco Emilia per un anno solamente. 

 

Faccio ritorno a casa, firmando per la squadra della mia città la Palmese, vincendo anche qui il campionato di eccellenza e disputando l’anno dopo il campionato di serie D. 

 

Da quest’anno gioco nella Sarnese 1926.”

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

È stata una buona stagione, partita con l’obiettivo di una salvezza tranquilla ed alla fine abbiamo sfiorato i playoff. Sicuramente sono soddisfatto delle mie prestazioni anche se si può dare sempre di più.

 

In quest’anno calcistico lei gioca nella Sarnese 1926, che ambiente ha trovato?

 

Lasciare la squadra del mio paese non è stato semplice, però a Sarno ho trovato un ambiente euforico sano ed ambizioso con una cultura calcistica importante e questo ha reso tutto più facile. 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Fin dai primi passi, perché mio padre ha sempre giocato a calcio e continua a farlo tuttora, quindi può immaginare che io e mio fratello (mio fratello grande, perché il piccolo non ha mai coltivato questa passione) siamo praticamente cresciuti con il pallone tra i piedi.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Sinceramente i miei genitori hanno sempre assecondato i miei sogni facendo tanti sacrifici, e nonostante ciò mi hanno sempre incentivato anche verso lo studio.

 

Abbiamo saputo che lei si sta per laureare in Scienze Motorie, complimenti, come mai ha deciso di iscriversi all’Università (la decisione è maturata non subito, così abbiamo capito?

 

Si. Sono all’ultimo anno della specialistica. Diciamo che mia moglie (Docente di scienze motorie) mi ha sempre motivato a farlo, ho cercato di recuperare quello che non ho fatto da ragazzo, però tutto è nato nel periodo Covid, dove ho realizzato che il calcio non può essere l’unica strada  per il futuro.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Per 4 anni ho vestito la maglia e sono stato capitano della Palmese, squadra della città dove vivo ed è stata un’emozione diversa dalle altre. Però per tanti motivi sono molto legato anche agli anni trascorsi a  Modena.

 

Un’esperienza importante è stata a Modena, con il Castelvetro, che ambiente ha trovato?

 

Per me è stata un’esperienza molto importate, non solo calcistica ma soprattutto di vita. A Castelvetro ho trovato un ambiente stupendo, un modo di fare calcio totalmente diverso dal nostro campano.

 

Ha avuto l’opportunità giocare con suo fratello a Castelvetro -che ha di giocato in serie A -che tipo di esperienza è stata (non è cosa di tutti i giorni sentire che due fratelli giocano nella stessa squadra)?

 

È stata un esperienza fantastica, sotto tutti i punti di vista, in primis proprio perché ho giocato con mio fratello, poi perché abbiamo vinto il campionato e questo ha reso tutto più bello. 

 

Altra esperienza importante a Castelfranco Emilia, ha trovato anche qui un bell’ambiente?

 

Sicuramente anche a Castelfranco come Castelvetro ho trovato un bel ambiente, con persone per bene, che fanno calcio con grande passione.



Lei gioca nel ruolo di? 

 

Diciamo che sono un giocatore poliedrico, sono una mezz’ala / esterno ma ho giocato quasi in tutti i ruoli del campo. Tranne il portiere.




 





Grandi discussioni con i vari mister che ha conosciuto le ha avute oppure ha sempre accettato le loro decisioni con serenità?

 

Sicuramente ho sempre accettato le decisioni del mister che ho incontrato, anche se magari non le condividevo. Non ho mai avuto grandi discussioni più che altro confronti con visioni diverse.

 


Una caratteristica tecnica che lei non ha di suo fratello e viceversa?

 

Siamo due calciatori con caratteristiche molto diverse. Lui era forte, davvero, con qualità tecniche importanti e la sua carriera lo dimostra anche se ha fatto molto meno rispetto le sue potenzialità. 

 

Io sono un giocatore molto più fisico, di quantità e tanta corsa che però non disdegna in tecnica.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un pregio secondo me è che non mollo mai e cerco di allenarmi e giocare sempre al massimo ed essere da esempio per i più giovani. Un difetto forse è che sono molto esigente in campo e vorrei sempre il massimo impegno da parte di tutti. 

 

Lei ha avuto e ha una bella carriera, ha giocato in diverse squadre importanti, qual è la ricetta del suo successo? 

 

Nonostante non sia arrivato ad alti livelli, fortunatamente con tanti sacrifici è sempre stato il mio lavoro, e continua ad esserlo, comunque sono riuscito a togliermi tante soddisfazioni. Un ingrediente immancabile è la passione e la dedizione per questo sport, quella non deve mancare mai.










Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Mia moglie, i miei genitori ed i miei fratelli sono le persone più importanti per me, vengono prima di tutto, di amici quelli veri ne ho pochi e sono persone a cui tengo davvero molto. 

 

 A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

La dedico a tutti le persone che mi stimano come persona e che avranno voglia di leggerla.



 

 29  Settembre    2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

giovedì 28 settembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GENNARO 

SILVESTRO

 

 

   





 

        Gennaro Silvestro è un allenato di Napoli e questo è il suo percorso   calcistico. 

 

 

È nato a Napoli il 18 03 1982, calcisticamente si forma nella Damiano promotion di Carmine Tascone (noto talent scout nazionale), esordisce nei campionati dilettantistici a 16 anni in serie D per poi passare nelle fila dell’Arzanese in eccellenza, rimane due anni “da protagonista” purtroppo un brutto infortunio alle ginocchia lo tiene fermo ai box per un po’, successivamente riparte nel campionato di promozione dove vestirà le casacche dell’Aversa e Trentola Ducenta.


Poi inizia un “girovagare” in prima categoria dove vince un campionato a Villa Literno. Ritorna in promozione per vestire le casacche dell’Ortese e Maddalonese, successivamente è in prima categoria dove è assoluto protagonista al Valle di Maddaloni Casagiove, al Casavatore, Scampia, Giugliano, Mondragone, Albanova per poi terminare la carriera al Cardito.


Successivamente ha intrapreso la carriera di allenatore tra le fila della Boys Caivanese all’inizio è stato vice- allenatore della prima squadra, poi è allenatore in prima persona con la Juniores (Under 19) della stessa Caivanese ottenendo il primo posto.


 Nella stagione 2022-2023 è alla guida dell’under 19 del Villa Literno dove ho ottenuto il primo posto, a febbraio viene promosso alla guida della prima squadra in eccellenza dove “in una situazione disperata” sono le sue parole riesce a portare la squadra a disputare i playout, purtroppo non riesce nel suo intento. 


Nella stagione in corso questo anno riparte dalla promozione alla guida della Cellolese


Dopo 1 pareggio (subito al 96 in netto fuorigioco) e una sconfitta praticamente dopo 2 giornate di campionato, la società viene esonerato con una telefonata senza neanche un colloquio. Come ci racconta lui stesso: era dall’ inizio una situazione insostenibile dove praticamente non c’era nulla per poter fare bene in un campo ai limiti dell’impraticabilità, lo staff era inesistente e allenavo dei giocatori che io non avevo scelto”.


Lavora come infermiere presso l’Ospedale Monaldi di Napoli, reparto di fisiopatologia respiratoria diretto dal professore Giuseppe Fiorentino, nel periodo del Covid è stato in prima linea nel curare i malati.

 

 

 

 


 




La prima domanda che le voglio fare, anche se lo sappiamo in maniera generica, è la seguente: complessivamente com’è terminata stagione 2022-2023 al Villa Literno?

 

La stagione a villa Literno è terminata con la vittoria del campionato juniores e con la retrocessione dell prima squadra dopo i playout.

 


Nel febbraio del 2023 lei allena la prima squadra in eccellenza – sempre del Villa Literno -, l’aveva presa in una situazione disperata e comunque riesce a portarla ai play out, anche se perde, mi sembra che lei abbia raggiunto un buon traguardo, oppure sperava in qualcosa di più?

 

Erano i playout e speravo nella salvezza che purtroppo non è arrivata



La stagione che è appena iniziata, A.S.D. Cellolese Calcio per lei è già terminata dopo solo due partite, mi sento di chiederle questo, come si sente in questo momento a livello emotivo?

 

A livello emotivo sicuramente sono amareggiato perché dopo solo due partite non si può esonerare un allenatore visti tutti i sacrifici e le condizioni avverse che ho dovuto affrontare.

 








Quando lei è arrivato in questo Club ha subito visto che qualcosa non andava, il campo al limite dell’impraticabilità, come ci dice lei, e poi ci dice che c’era uno staff inesistente, in che senso?

 

Praticamente ho lavorato su un campo ai limiti della praticabilità, senza staff, senza fitoterapista, senza nulla in pratica, dovendomi subire, inoltre, continue lamentele dei calciatori.

 


Mi scusi se le faccio questa domanda, quando si è reso conto di questa situazione non ha pensato di rassegnare le dimissioni prima che iniziassero le partite?

 

Non ho pensato alle dimissioni perché mi ero fidato 100 % della società che mi prometteva fiducia e cambiamenti di questa situazione. Nel momento in cui le cose si stavano aggiustando, alla vigilia di prendere possesso della nuova struttura per allenamenti e partite e l’arrivo di un collaboratore tecnico hanno subito deciso di allontanarmi spianando così la strada al mio successore, guarda caso è  stato presente al campo sin dal primo giorno in cui allenavo la squadra, evidentemente per tastare la situazione,ma non voglio essere malpensante.

 


Il rapporto con i giocatori com’era, tranquillo oppure aveva già capito che ci sarebbero stati dei contrasti?

 

Ovviamente il rapporto con alcuni calciatori si è venuto ad incrinare proprio per effetto di queste situazioni e anche perché non erano adatti alla mia tipologia di gioco. Voglio anche specificare premettendo che nessuno dei calciatori in rosa è stata una mia scelta, tranne per l ‘attaccante Zaccaro, però la società ha ritenuto opportuno metterlo nelle condizioni peggiori affinché lo stesso andasse via alla vigilia della seconda giornata di campionato che poi mi è costata la panchina.




 





Essere esonerati con una telefonata non è un modo elegante, a mio avviso, per cambiare un allenatore, alla fine di questa esperienza che cosa mi permetta questa parola ha “imparato” – se c’è da imparare –?

 

Di certo una telefonata una volta si diceva salva la vita, in questo caso è stata una brutta sorpresa, anche perché non c'è stato alcun colloquio con la società di persona e questo è una cosa poco elegante, visto che non mi sono ancora ben chiare le ragioni di questa decisione.  Avevo già avvertito la probabilità visto che intorno a me la fiducia era pari a zero.

 

 

Di certo da questa breve esperienza ho capito che non bisogna mai accettare compromessi, ma fidarsi solo ed esclusivamente di sé stessi e del proprio lavoro, facendosi rispettare a partire dalla scelta dei calciatori e delle condizioni generali che ti permetteranno poi di eseguire al meglio il tuo lavoro.

 


 Si sente pronto per andare ad allenare una nuova squadra?

 

Ovviamente dalle delusioni devono inevitabilmente venire soddisfazioni e spero subito di trovare una nuova squadra per far si che  la mia voglia e il mio entusiasmo possano essere fondamentali alla mia prossima squadra.

 


Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

Un allenatore come caratteristica principale deve entrare subito in empatia e sinergia con i calciatori perché sono loro che alla fine ti rendono bravo o meno.

 


     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

    Di solito sono un allenatore che sente molto la partita e quindi trasmetto la mia adrenalina positiva alla squadra e carico sempre a 100 x 100 i miei calciatori.

 


E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

Di solito dopo una partita a prescindere dal risultato cerco di stare solo e pensare, poi magari a caldo si possono dire tante cose che invece preferisco poi analizzare in settimana con i calciatori.

 







La famiglia e amici quanto sono importanti per lei in questa situazione spiacevole?

 

Ovviamente l’apporto dei familiari e degli amici ma anche di tanti addetti ai lavori è per me fonte di orgoglio e di forza per voltare subito pagina e ambire a qualcosa di più idoneo alle mie caratteristiche.

 


Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Come sogno nel cassetto ho quello di migliorarmi continuamente ma nell’immediato vorrei non perdere mai quel sorriso e quell entusiasmo che mi caratterizza, magari trovando un nuovo contratto da sottoscrivere.

 


A chi vuole dedicare quest’intervista?

 

Dedico questa intervista a tutti coloro che mi vogliono bene e che conoscono a pieno quanta passione e dedizione sono in grado di offrire per questo meraviglioso sport che è il calcio.

 

Grazie

 

 

 28 Settembre    2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

lunedì 25 settembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

ANTONIO

ONORATI




 





 

Antonio Onorati di Ladispoli (Roma) è un giovane  osservatore di calcio.  Così ci si presenta:

 

“ 

Mi chiamo Antonio Onorati e vivo a Ladispoli provincia di Roma, sono nato il 04/06/1991 a Roma, sono diplomato come geometra oltre a due attestati come disegnatore CAD progettista e patente europea ECDL, subito dopo la scuola ho lavorato per due anni in uno studio di geometri, successivamente ho gestito per due anni una concessionaria di automobili, dal 2018 fino ad oggi lavoro come dipendente del comune di Ladispoli. 

 

 

La passione immensa per il calcio,  mi è stata trasmessa da mio padre fin da bambino, appena avevo l`opportunità andavo a giocare a calcio, anche se la mia esperienza è stata breve fino al quattordicesimo anno di età, giocando con squadre locali, il mio percorso da giocatore si è interrotto per motivi di problemi di vista, la miopia era sempre più degenerativa, per poter continuare a giocare avrei dovuto mettere gli occhiali alla Edgar Davids, cosa alquanto scomoda per me, ragione per cui ho deciso di smettere.

 

 

La passione è continuata più che mai, avevo l’ossessione di dover dimostrate che riuscivo a vedere in anticipo dinamiche e situazioni che altri non vedevano, già bambino con l'aiuto di simulatori gestionali e manageriali e con la costante visione di ogni campionato, riuscivo a capire 2/3 anni prima di tutti gli altri quali sarebbero stati i talenti emergenti.

 


Nell'arco degli anni ho portato avanti questa passione affinando e migliorando il mio modo di lavorare, prima iniziata per gioco, ad esempio preparavo delle schede personalizzate di giocatori totalmente sconosciuti e li segnalavo alle società di serie A e B.

 

 

Nel 2021 decido di mandare la candidatura a diversi club di società professionistiche e segnalare un giocatore che seguivo da due anni: Pablo Torre, totalmente sconosciuto all'epoca, giocava nel Racing Santander, il riscontro fu subito importante, ricevetti la risposta di tantissimi club di tutta Europa, e fui messo in lista come osservatore da tante società professionistiche che fino al giorno prima avevo visto o sentito parlare solo in TV; oltre i complimenti da tanti direttori sportivi importanti, vidi con stupore che il giocatore da me segnalato “Pablo Torre”' alle società dei maggiori campionati europei fu acquistato dopo un anno dal Barcellona.

 

 

Visto il riscontro positivo che avevo avuto decisi di mandare la candidatura come scout alle società di procuratori più importanti in Italia. Le risposte non tardarono ad arrivare, cominciai la mia collaborazione per qualche mese con diversi Agenti Fifa fino a quando nel Dicembre 2021 ricevetti la risposta  positiva di Massimo Briaschi, proprietario della Sport Consulting; è un professionista che nel calcio che conta ha vinto molto.

 

 

 Ho iniziato a svolgere come collaboratore esterno  una collaborazione importante, durante la settimana il mio compito era fare scouting attraverso i video, inoltre con un sistema di algoritmi facevo affidamento sul mio database per fare una scrematura delle richieste da parte delle società professionistiche dalla serie A alla Serie C. Al fine settimana mi recavo di persona sui campi a vedere le partite di società dilettantistiche per scovare profili importanti da poter portare poi al professionismo.

 

 

Entriamo più nel dettaglio: come osservatore calcistico ho maturato un’esperienza decennale nell’utilizzo di simulatori gestionali e manageriali, oltre ad uno studio mirato e completo su manuali da osservatore, che mi hanno portato a conoscere varie tecniche teoriche e pratiche, inoltre  ho sviluppato un mio modo schematico di come costruire le relazioni tecniche in maniera dettagliata, arrivando ad immagazzinare nel mio  archivio storico, ogni anno si badi bene,  altri 700/800 giocatori sconosciuti e sparsi in ogni continente; infine la “gavetta sul campo” non è stata facile affatto.

 

 

Attualmente sono in lista come osservatore futuro per diverse società sportive: Serie A italiana: Atalanta FC, Monza FC, US Cremonese, FC Reggiana; Boundesliga: VFL Wolfsburg; Premier League Inglese: Chelsea FC, Bringhton FC e Q.P.R. FC.

 

 

 

Penso di avere una spiccata osservazione e visione che mi permette di individuare un talento ancora grezzo in modo di arrivare sempre prima degli altri. Il mio compito consiste nello svolgere per conto del procuratore o della società, attività concernenti l'osservazione, l'analisi, la valutazione, l'archiviazione e lo scouting di giocatori. 

So individuare, monitorare e analizzare ragazzi promettenti e giocatori con capacità ideone e ad assecondare l'esigenza di richieste specifiche fornite dal procuratore/società.

 

 

 

L’attività di scouting in tal caso può avvenire durante una partita o una sessione di allenamento, che si tratti di osservare un calciatore delle giovanili, dilettantistiche o per le serie professionistiche. Il mio contributo è quindi di stilare relazioni tecniche, tattiche, fisiche e comportamentali, oltre trovare ogni punto debole del calciatore con una spiccata capacità critica e analitica.

 

 

L'osservazione viene effettuata con la visione diretta sui campi o praticata l'attività attraverso la visione di video di partite e sessioni di allenamento. il lavoro da me svolto e tiene conto di due principi fondamentali come la prestazione ed il valore assoluto del calciatore. 

 

 

La valutazione - attraverso la singola prestazione riferita alla partita osservata - consente, nel tempo, di arrivare al valore assoluto del calciatore, definito storico della carriera. Per più tempo si osserva un calciatore, maggiore sarà la sua percezione e quindi la precisione della valutazione finale.

 

 

Nell'arco di questi tre anni ho portato tantissimi giovani presi da società dilettantistiche al professionismo, oltre ad aver preso il mandato a trattare in Italia giocatori importanti per citarne qualcuno: Aleix Garcia e Theo Zidane figlio del grandissimo Zinedine Zidane, giocatori che il trasferimento in Italia non si è concretizzato per alcune vicissitudini.

In questa sessione 6 giocatori nella salernitana 2 nell'under 17, 4 nella primavera,3 nella primavera del Latina, 1 all'Aquila calcio".

 

 








La prima domanda è questa, abbiamo saputo che alcuni suoi giocatori sono ora alla Salernitana, è stato difficile per lei proporre questi atleti in questo club così importante?

 

Si, è molto difficile essere preso in considerazione da club professionistici importanti, perciò bisogna sempre un pò osare rischiando, sapendo però di poter contare su giocatori validi -chi per un motivo chi per un altro -i migliori nelle loro competizioni, perciò quando si ha la sicurezza di ciò che si va a proporre non bisogna mai esitare.

 

 

Potrebbe spiegare meglio ai lettori il fatto che lei con l’aiuto di simulatori gestionali riusciva a capire quali sarebbero stati i talenti emergenti? 

 

Diciamo che simulatori più che per scovare giovani talenti li uso più che altro per fare una scrematura iniziale, in base alle richieste da parte delle società professionistiche, inserisco i parametri e loro mi danno un focus su quali sono i profili da lavorare, sarebbe umanamente impossibile vedere tutti i giocatori nel mondo. Successivamente arrivati ad una cerchia di 10 profili validi li vado a studiare: vedendo partite intere e video individuali o con la visione diretta sul campo dal vivo, successivamente si fanno relazioni delle  singole prestazioni e poi uno storico del giocatore per avere un'idea più chiara.




 


 



Nel 2021 lei segnala a diversi club il giocatore Pablo Torre, visto che lei lo seguiva da diverso tempo, che cosa l’aveva colpito maggiormente di questo futuro campione?

 

Seguivo Pablo Torre da qualche anno, da quando giocava nelle giovanili del Racing, giocatore pazzesco, un play con importanti qualità tecniche, mi aveva colpito la semplicità con la quale riusciva a fare giocate importanti e la sua visione di gioco sempre un tempo prima degli altri: con sé era portatore di una sicurezza ed eleganza nei movimenti, tanto da sembrare un giocatore di esperienza, nonostante la sua giovane età.


Ricordo che segnalai Torre a tutte le società dei maggiori campionati europei: Boundesliga, Premier League, Ligue 1 e Serie A, dove ricevetti risposte negative per via della sua statura e di conseguenza lo ritenevano non adeguato a giocare nel nostro campionato di serie A.  L’unico a darmi un'apertura fu Bruno Conti, poi chiaramente l'anno successivo fu preso dal Barcellona, club a cui lo avevo segnalato al CEO Oscar Grau.

 

 

A proposito, quando si è accorto che non sarebbe stato difficilissimo, avrà provato delle sensazioni in quel momento, quali?

 

Fin da subito sono rimasto colpito dalla facilità con cui venivo preso in considerazione da persone e società professionistiche molto importanti, ricevevo subito una fiducia totale, dovuta dal fatto che mi ero preparato molto per giocarmi la mia chance e dalla sicurezza di ciò che andavo a proporre.

 

 

I suoi genitori hanno sempre assecondato questa sua passione per il calcio, oppure le hanno detto la solita frase, che poi dicono tutti: “Non credi che sia meglio pensare prima allo studio?”

 

I miei genitori hanno lasciato decidere me, essendo già in età adulta, senza influenzare alcuna mia scelta,  soprattutto la grande passione per il calcio mi è stata trasmessa da mio padre, con il quale fin da piccolo ci vedevamo insieme le partite.

 

 

Come scout per le società lei riceve una risposta positiva dal Massimo Briaschi, proprietario della Sport Consulting, sarà stato molto soddisfatto, è così?

 

Sì, lavorare insieme come collaboratore  per  Massimo Briaschi che ha vinto praticamente tutto con la maglia della Juventus “squadra per la quale tifo'' è un piacere e motivo di orgoglio, nel mondo del calcio dove è difficile trovare persone affidabili e che non pensano solo al lato economico, in lui e nell`altro collaboratore esterno Renato Colombo ho trovato due persone serie e con cui è possibile lavorare in sintonia e intraprendere un percorso professionale di crescita.

 

 

Una domanda che ritengo importante: non è certamente semplice fare l’osservatore calcio, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedica a vedere le partite?

 

Diciamo che i mesi dove sono aperte le sessioni di calcio mercato sono quelli più intensi, sono stato intere giornate dalla mattina alla sera a cercare di individuare i profili giusti, successivamente ho dovuto  visionare per ore partite intere dei profili ritenuti più idonei,  è chiaro che più materiale visiono e più accurata sarà l'analisi, per poi andare a presentare nel migliore dei modi i giocatori che vado a proporre (allegando relazioni e video).

 

 

Ho avuto modo di leggere due relazioni che ha redatto per due giocatori, non posso che farle i miei complimenti per la chiarezza e per la precisione per come sono scritte, quanto tempo impiega alla compilazione -anzi, mi scusi: direi, analisi - ?

 

La ringrazio per I complimenti, la relazione delle schede richiede tante ore di lavoro, ci sono relazioni sintetiche dove ci può volere anche un giorno intero per fare una singola scheda di valutazione e infine lo storico del giocatore che si costruisce nell'arco dei mesi.

 

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Di solito impiego pochi minuti per capire se un giocatore ha qualcosa in più, osservando il rapporto naturale corpo-palla, ovvero nella manifestazione delle capacità coordinative del giovane calciatore; principalmente tengo conto del metodo TIPS: tecnica; intelligenza (tattica); personalità; velocità (di corsa e di esecuzione). In parole semplici il giocatore che fa sembrare naturali e semplici giocate tecniche e atletiche dimostrando sicurezza e personalità.

 

 

Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

Più che le giuste conoscenze, io penso che il motivo per cui alcuni giocatori non arrivano sia un fattore di testa, in questo campo è facile perdersi.

 

Per quanto riguarda i giovani alcuni possono soffrire la lontananza da casa, le distrazioni di relazioni sentimentali, la sensazione di sentirsi arrivati pur solo facendo parte di un settore giovanile di una società professionistica. 

Per questo io ritengo che sia fondamentale che scelgano di farsi affiancare da persone di fiducia serie ed oneste che sappiano indirizzarli e affiancarli nel loro percorso della carriera calcistica, questo è uno dei fattori principali che svolgo verso i miei giocatori cercare di consigliarli e fargli prendere le decisioni giuste dopo attente valutazioni.

 

 

Giocatori che hanno un grande talento e ne possiamo avere anche tanti, se per diversi motivi non riescono a esprimersi in quel provino, in quel caso cosa si può fare, dargli una seconda, una terza possibilità? 

 

Quando scelgo di seguire e dare una possibilità importante ad un giocatore è perché sono convinto al 100% delle sue qualità. Un provino può anche andare male, e dipende da svariati fattori:

gusti personali degli allenatori e scout di quella determinata squadra o un discorso di forma fisica che va a influire nella prestazione del provino, ma nonostante ciò non cambia il mio pensiero, mi è successo anche in questa sessione di mercato, un giocatore molto valido che ho mandato in prova a squadre professionistiche alla fine è stato preso dopo quattro provini.



 



 



Generalmente che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Il rapporto con i presidenti e dirigenti di società professionistiche e dilettantistiche è stato difficile da costruire, per via della mia poca esperienza nel calcio giocato, ma che in questi anni mettendomi alla continua prova sono riuscito a guadagnare una fiducia incredibile istaurando un rapporto professionale basato sulla fiducia e sulla competenza, a tal punto che adesso vengo costantemente cercato dai presidenti e dirigenti di società di calcio per segnalarmi i loro migliori giocatori da seguire.

 

 

Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Direi che il calcio offre un mix di emozioni incredibili, non riesco a godere a pieno dei successi perché sono ossessionato dal volere sempre di più, cerco sempre di studiare la successiva mossa vincente.

 

Per quanto mi riguarda la gestione dei giocatori ti rende legato a loro in ogni situazione e quindi vivi le loro emozioni nei momenti belli e brutti, nei successi e nei fallimenti, si crea un legame incredibile.

 

 

Dal punto di vista lavorativo, qual è il suo più grande difetto e il suo più grande pregio? 

 

Il mio più grande pregio è forse voler migliorare ogni giorno, perfezionare e personalizzare ogni tecnica nello svolgere al meglio questo lavoro. Il mio più grande difetto? Sono testardo!

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Un giocatore che ammiro molto? Per citarne uno del passato recente: Alessandro Del Piero, quando la Juve venne retrocessa in serie B, molti giocatori decisero di sposare altri progetti come Cannavaro che andò al Real Madrid, lui nonostante venne cercato dai migliori club europei scelse di rimanere alla Juventus, quello fu per me un gesto di amore e rispetto verso la maglia e i tifosi.

 

Altro profilo che merita un grande rispetto come uomo oltre che ad essere un grande giocatore è: Sadio Mané, uno che ha sofferto e per questo non dimentica chi soffre neppure adesso che gli stenti dell’infanzia in Senegal sono ormai un ricordo lontano. Sadio ha costruito scuole e uno stadio, fornendo vestiti, scarpe e cibo per le persone in estrema povertà, oltre a dare loro ogni mese un contributo economico e borse di studio.

 

Giocatori che non ammiro sono quelli che hanno avuto il dono del talento ma hanno deciso di gettarlo via, solo per citarne alcuni: Cassano, Balotelli e altri.

 

 

Un sogno per il futuro?

 

Un sogno per il futuro...poter dimostrare quello che posso dare al mondo del calcio, lasciare il segno e diventare uno dei migliori procuratori al mondo.

 

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista? 

 

L'intervista la voglio dedicare alla mia compagna e a mia figlia, che mi supportano in ogni sacrificio che faccio per poter svolgere al meglio questo lavoro che mi sottrae tanto tempo, infine ai ragazzi che seguo perché ormai siamo come una grande squadra.

 

Grazie 

 

 

 A cura di Paolo Radi   

 

 

25  settembre   2023

 

(Tutti i diritti riservati)