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lunedì 4 settembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

IVAN

BRANDI

 



 

      

Ivan Brandi è un giovanissimo giocatore di Scampia, e così ci si presenta:

 

Mi chiamo Ivan Brandi, sono di Napoli e ho 17 anni. Sin da piccolo avevo sempre voglia di giocare a calcio e così   a 5 anni ho iniziato con la squadra del mio quartiere l’Arci Scampia a muovere i primi passi con il pallone. 








A mano mano che crescevo ho girato varie squadre, sono stato nella giovanile della Neapolis (era in eccellenza), purtroppo all’ età di 15 anni ho avuto un infortunio al ginocchio, quest’incidente mi ha un poco traumatizzato.

 

Volevo abbandonare il calcio, ero deluso e mi sentivo molto giù di morale, non volevo più pensare a questo sport.  Però, la voglia era tanta di continuare e nonostante tutto   continuavo a sognare   quel prato verde. 

 

Decisi di rientrare, mi sentivo più forte di prima e con la voglia di dimostrare a me stesso che ero quello di prima. A 17 anni andai al Gladiator una squadra di serie D (faceva le nazionali), voglio precisare che nessuno ti regala niente nella vita, ho sudato ogni minima cosa che nella vita sono riuscito a realizzare, ho avuto tante porte in faccia chiuse e tante delusioni, adesso quest’ anno mi sono in promozione dove ho firmato un contratto con la Virtus Afragola. 

 

Ho solo 17 anni, forse   potrei fare di meglio rispetto alle mie prestazioni precedenti, ma io ho fede in Dio perché lui sa ogni minima cosa di me. Non vengo da un bel quartiere, però noi giovani siamo cresciuti con la rabbia, gli altri ci riconoscono subito, abbiamo occhi diversi dagli altri ragazzi e siamo sempre giudicati da tutti e da coloro che non conoscono il mio quartiere; non possono sapere le nostre difficoltà e quello che passiamo ogni giorno.

 

Desidero ringraziare prima di tutto la mia famiglia e un ringraziamento particolare è per il mio papà, è grazie a lui che sono il giocatore che sono, non mi fa mollare mai, mi dà sempre la forza e io un giorno spero di ripagare la mia famiglia per tutto quello che stanno facendo per me.”

 

 

 

 

La prima domanda è questa; lei la prossima stagione giocherà con la Virtus Afragola, come si sente in questo momento, è emozionato?

 

Sì, giocherò con la Virtus Afragola, sono felice conosco il mister i calciatori, è un bel gruppo e spero di fare bene.

 

Che cosa si sente di dire ai tifosi di questa squadra?

 

In particolare non mi sento dire nulla, spero che ci sostengano sempre e quando il mister mi darà la fiducia per entrare in campo darò tutto me stesso, per la squadra e per i tifosi.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione? 

 

All’ età di quattro anni andavo sempre con mio padre in un bosco vicino al mio quartiere, ho iniziato ad dare i primi calcio e questo  mi trasmetteva un’ unica grande  emozione, io ero felice quando vedevo quella palla e  quel prato verde.

 

Oltre al calcio c’è qualche sport che le piace in particolare e che le sarebbe piaciuto fare?

 

Le posso dire che oltre a al calcio ho anche la passione per le moto, ma nulla di che, avevo e ho sempre il calcio nella testa, rimane e rimarrà la mia una passione.

 








I suoi genitori l’hanno sempre sostenuta in questa sua voglia di giocare a calcio?

 

Sì, i miei genitori mi hanno sempre sostenuto, soprattutto mio padre che ha fatto tanti sacrifici per me, mi è stato accanto anche molto quando ho subito l’infortunio, era ed è la mia spalla.

 

Ad un certo punto lei subisce un infortunio al ginocchio, il fatto è successo durante una partita o un allenamento?

 

Subisco un infortunio al ginocchio in una partita di allenamento.

 

Da come lei ci ha raccontato è stato un brutto momento, è vero che voleva smettere?

 

È vero volevo smettere in quel periodo, ero solo, e nessuno che mi stesse accanto, la solitudine mi ha reso più forte e così con il passare dei giorni ho capito che la passione era tanta e che non vedevo l’ora di ritornare in campo.  Quindi iniziai la riabilitazione e man mano ho recuperato come prima che succedesse il fatto.


Una domanda che ho fatto a tanti giocatori, la maggior parte dei ragazzi provano a diventare calciatori, secondo lei i giovani sono attirati più dal diventare famosi, o dall’avere una vita comoda, lussuosa (auto, case etc)?

 

Io credo il sogno di tutti sia quello di diventare calciatori e sono convito che lo facciano sia per la fama, ma soprattutto per condurre una   vita lussuosa.

 






Si ricorda il suo goal più bello?

 

Certamente con la Neapolis su punizione contro la Boys Caivanese.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

No, con i mister mai avuti problemi ho sempre lavorato sodo e ho sempre pensato a me stesso, anche perché la prima cosa che conta è il rispetto verso chi è più esperto.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un pregio è che sono bravo tecnicamente, ho una bella visione di gioco. Un difetto che ho? Sono molto nervoso in campo, dovrò molto lavorare su me stesso per evitare di esserlo.

 

Lei ci ha spiegato che i ragazzi che nascono a Scampia, sono diversi da quelli che abitano in altri quartieri, in che senso siete cresciuti con la rabbia? 

 

Noi abbiamo visto cose che altri non possono e non potranno mai vedere, diciamo che veniamo dalla sofferenza: soprattutto io. Desidero che la mia vita possa cambiare, da ragazzino avevo tanta rabbia in campo perché osservando la mia provenienza   volevo che il mio futuro cambiasse. Oggi le posso dire che ho fame di vittoria, e vorrei dare alla mia famiglia quello che in questo momento non possono permettersi di avere.

 








Ho intervistato tantissimi giocatori di Scampia, persone squisite e ognuna di loro mi lasciato un’emozione, e le posso dire che ognuno prima di giudicare una zona o un quartiere dovrebbe pensare a se stesso, non è forse così?

 

Sì, è giusto, le persone non possono giudicare un quartiere che non conoscono, non sanno come viviamo e cosa passiamo.

 








Quant’ è importante per le la famiglia? 

 

La famiglia per me molto importante sono molto legato a loro ho sempre messo la mia famiglia al primo posto, un giorno vorrei ripagare tutto quello che hanno fatto per me.

 

Gli amici sono ugualmente importanti?

 

Guardi ho avuto tante cattiverie dagli amici, ma come si dice a Napoli meglio soli che male accompagnati. Sono un giovane che si  fa volere bene da tutti veri,  ma non ho mai considerato amici veri solo conoscenti.  

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista? 

 

Questa intervista la dedico alla mia famiglia, a me stesso e alle situazioni che verranno, e spero che Dio mi dia la forza necessaria per raggiungere i miei obiettivi.

 

 

 

 

04   Settembre    2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

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