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domenica 22 dicembre 2019



A CURA DI PAOLO RADI 










UNA CONVERSAZIONE
     

     
 CON  






DANIEL 
TERRONE 




Daniele Terrone è nato il 02/06/1999 a Mercato San Severino (Salerno) Da 13 a 19 anni ha giocato con la Salernitana nel settore giovanile Adesso gioco in Eccellenza e studia Scienze Motorie a Napoli.










La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Ho scoperto la mia passione per il calcio fin dai primi passi, avevo 2 3 anni e già nel cortile di casa iniziavo a dare i primi calci ad un pallone.




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto: “pensa a studiare che è meglio”?

I miei genitori hanno sempre rispettato le mie scelte sia nel calcio che nella vita in generale l'importante è che fossi felice.




Lei ha frequenta la facoltà di “Scienze Motorie”, finita l’università, le piacerebbe rimanere per tanto tempo nell’ambiente calcistico, se lo vedo un futuro da allenatore o da dirigente? 

Non penso che un domani farò un lavoro come allenatore o direttore sportivo Sicuramente mi vedo nel modo dello sport grazie alla laurea in Scienze Motorie,  ma per il momento non so ancora cosa farò.











Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. 
Perché tutti provano a diventare calciatori?

Io penso che tanti aspirano a diventare calciatori solo per la vita "lussuosa", ma per arrivare ad un certo livello bisogna avere tanta passione e dedizione al sacrificio e successivamente ai benefici




Il suo gol più bello di tuta la sua carriera? 

Ne ho fatti diversi gol belli. Ma quello che ricordo con più importanza è quello contro il Milan nella gara di coppa Italia primavera per due motivi: il primo ho sempre tifato Milan, il secondo riguarda il fatto che venivo da un momento particolare ed è stata una bella rivincita.










Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto? 

Il calcio mi ha dato tutto praticamente, il modo di essere, di pensare di affrontare le difficoltà della vita.



Squadra italiana in cui le piacerebbe giocare? 

Mi sarebbe piaciuto giocare in qualsiasi grande realtà del calcio devo come primo obbiettivo c'è la crescita di un uomo/calciatore. Senza scopo di lucro.



Un suo pregio e un suo difetto?

Il mio pregio è di essere troppo buono, ma allo stesso tempo è anche un difetto in alcuni casi.










Brevemente se dovesse descrivere sé stesso a chi non la conosce, quali parole userebbe per presentarsi? 

Mi considero un bravo ragazzo, sempre disponibile per gli amici e famiglia. Un giovane che crede molto nei propri sogni.



Un’ultima domanda, la famiglia cosa rappresenta per lei? 

Per la mia famiglia è tutto un punto di riferimento in qualsiasi momento, è molto importante.




Grazie   

a cura di Paolo Radi   





22     12    2019 
(Tutti i diritti riservati)  

















  

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