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sabato 29 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

NICOLAS

NAVARRETE

 

 


      

L’argentino Nicolas Navarrete è nato il 29 agosto del 1995 a Mendoza (Argentina), ruolo tre quartista. In breve la sua carriera: 

 

Settore giovanile Gimnasia y Esgrima La Plata e primavera (serie A Argentina, ultima squadra allenata da Diego Armando Maradona), poi tre anni nella serie C argentina. Successivamente si trasferisce in Italia: eccellenza siciliana nell’Enna calcio vincendo il premio miglior attaccante della categoria, poi passa nell’eccellenza Campania al Napoli United, squadra allenata da Diego Armando Maradona Jr. La stagione passata l’ha giocata in serie A a Malta.

 

 

 




La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023, lei ha giocato in serie A a Malta, è esatto? 

 

Ti posso dire che a Malta calcisticamente parlando sia fisicamente che mentalmente sono migliorato. Anche aver giocato in quella categoria è stato importante perché trovi calciatori con esperienza internazionale e questo è importante affinché le doti si “alzino” sempre più.

 


 La prossima stagione dove giocherà? 

 

La prossima stagione giocherò a Capri. Mi piacciono i progetti veri e sostenibili nel tempo.

 








Emozionato di questa nuova avventura?

 

Ripeto, quando trovi un progetto così importante è impossibile non essere contento e soprattutto motivato. Quindi sì, sono molto soddisfatto della mia scelta.

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho scoperto che il calcio è la mia passione quando ho calciato per prima volta una palla, avevo 5 anni. Da quel momento in poi è inizia tutto. Il calcio è divertimento principalmente, poi dopo diventa un lavoro. Ma alla fine si tratta sempre di calciare una palla e provare a vincere la partita. Quella è la passione vera, anche se dopo entrano in gioco tantissimi altri fattori.

 


I suoi genitori sono stati contenti di questa scelta, cioè del fatto che lei volesse fare il calciatore?

 

Assolutamente. Loro mi hanno spinto per lasciare casa mia quando avevo 13 anni. È ovvio che la paura di cosa possa accadere una volta intrapreso il cammino non può che diventare una domanda di vita. Ma con la costanza penso che si vada avanti sempre.

 


Lei è argentino di Mendoza, ci dica la verità, non le manca la sua città, la sua famiglia, i suoi amici?

 

Sono della provincia di Mendoza, sì, assolutamente mi manca. Questo non è una scelta, è una questione di appartenenza e così mi mancano assolutamente famiglia e amici.

 


Come mai ha deciso di venire a giocare qui in Italia e chi l’hai aiutata per lasciare il suo paese, mi spiego meglio, da chi è stato consigliato?

 

Allora noi argentini abbiamo tantissimi nonni e bisnonni italiani. L’Argentina ha ricevuto gli italiani all'epoca e adesso siete voi che ricevete  noi. È così. È una storia che si ripete.

 


Appena è arrivato in Italia si è ambientato bene, oppure sentiva la mancanza della sua città?

 

Veramente appena lasci la tua casa, anche per andare in un'altra città dello stesso paese, penso che non sia facile abituarsi. Quindi pensa che io ho fatto 1000 km quando avevo 13 anni per giocare a questo sport. 

Quindi non è stato così difficile venire in Italia, ero abituato a viaggiare, e poi la cultura italiana è molto simile alla nostra.

 


Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sono e sarò sempre legato alla squadra che mi ha aperto le sue porte quando tutto questo è iniziato, questo è successo quando avevo 5 anni e ho fatto i miei primi 8 anni di calcio alla mia città. Quella squadra mi ha fatto credere che potevo farcela, infatti  poi ho lasciato casa mia. La squadra si chiama Independiente Rivadavia de Mendoza. In questo momento serie B Argentina.

 

 

Il calcio argentino da che cosa è diverso da quello italiano?

 

Il calcio argentino rispetto a quello italiano è diverso soprattutto nella fisicità. Ci sono tantissimi contrasti che pure non vengono fischiati. Quindi i giocatori nel mio paese sono abituati, in Italia il gioco riguarda più la tattica. 

 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il goal più bello lo ricordo benissimo perché è stato in quest'ultimo anno a Malta. Sono riuscito a farlo da lontano sono riuscito e per questo motivo, legato alla distanza secondo me è il più bello.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un mio pregio calcisticamente parlando è la velocità, e visto che sono un attaccante la difesa è un difetto.

 


Per lei Maradona cosa rappresenta? 

 

Per me Maradona rappresenta fatti extracalcistici. Come: lasciare un segno in una città, mandare via a tutti quelli che non servono per la vita personale, litigare contro quelli che comandano e fanno i loro affari con lo sport. 

 

Quella personalità è ciò che lui ha lasciato. Per non dire le cose che ha fatto dentro al campo. Ma ciò che ho menzionato  prima sono i fatti  che rimangono e rimarranno per sempre nella storia.

 

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Nell'immediato il sogno è quello di vincere con la squadra che mi vuole con sé. In questo caso l'isola di Capri. Anche perché sarò il primo argentino a giocare lì. Quindi per me rappresenta tantissima responsabilità e in campo voglio che la fiducia che loro hanno in me sia ripagata.

 

 

 Grazie 

 

 

29  Luglio   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

mercoledì 28 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GENARO

OLIVEROS

 

 


     

 

 

 Genaro Ezequiel Oliveros è nato a Ramalo di Buenos Aires il 18 agosto 2000 e ha 22 anni. Gioca nel ruolo di centravanti naturale o attaccante esterno (ruolo secondario).

Presenta le seguenti caratteristiche: esplosività, forza, rapidità, buon calcio con entrambe le gambe, sacrificio, ha tanta voglia di vincere e fare gol.

 

 

Ha frequentato la scuola calcio del Defensores de Belgrano Villa Ramallo dall’età di 3 anni sino ai 19 anni, passa al settore giovanile, infine esordisce in prima squadra fino al 2019. Ha la maturità tecnica.

 

 

Dopo l’inizio del  2020 viene  in Italia e dopo un provino firma col Casette Verdini - 1° categoria Marche - 5 partite, 2 reti e 1 assist; a ottobre del 2020 passa all’ASD Archi Calcio -promozione  Calabria- 3 partite; a luglio 2021 milita nell’ UPD Santa Croce - eccellenza Sicilia-  sino a ottobre, 6 partite;  da ottobre  fino alla fine del campionato è  al Marconia  -Eccellenza Basilicata - 25 partite, 7 reti e 3 assist, la squadra ottiene secondo posto in coppa Italia (eccellenza Basilicata), una volta top 11 della settimana. 

 

 

  Quest’anno da inizio stagione passo all’FC Pomarico sempre eccellenza Basilicata: 23 partite, 13 reti e 2 assist 5 volte top 11 della settimana.

 

 


 


 



Questa è la prima domanda che voglio farle; il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Con il COVID siamo stati purtroppo abituati a vivere in una maniera strana e non bella, però l'unica alternativa che aveva il cittadino era abituarsi alle restrizioni. Comunque mi allenavo tutti, giorni per fortuna.

 

Lei è nato a Ramalo di Buenos Aires, ed ha iniziato ha giocare sin dall’età di tre anni. È così? Oppure ho capito male io?

 

E’ esatto, sono nato a Ramallo (Buenos Aires) e ho iniziato col calcio sin dall’età di 3 anni.

 

Ci potrebbe descrivere questa cittadina? 

 

È una città piccola e accogliente, ha un bel fiume e d’estate c'è abbastanza movimento di gente.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno detto sempre che dovevo finire di studiare e poi fare quello che volevo.



 




Dall’inizio del 2020 lei arriva in Italia, tra l’altro lei è giovanissimo, come mai ha deciso di lasciare l’Argentina per questa avventura italiana?

 

Per passione, per il calcio semplicemente.

 

Appena arrivato in quale città italiana si è stabilito? 

 

Sono stato un paio di mesi da miei parenti nelle Marche, per essere precisi a Tolentino, e poi ho cominciato a muovermi da solo.

 

Come si trova in Italia?

 

Molto bene.

 






Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Le squadre che sono rimasto più legato sono: Casette Verdini per essere stata la mia prima squadra in Europa, e dopo le ultime due: il Marconia e la Pomarico.

 

Che differenza c’è tra il calcio argentino e quello italiano?

 

In Argentina è un gioco più fisico, si corre ancora maggiormente. In Italia il gioco è più: “duro e tosto”.

 






Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Mi piacciono molto il tennis e il basket, direi che lo sport in generale mi interessa.

 

Sino ad ora si ricorda il suo goal più bello?

 

L'ultimo che ho fatto col Pomarico, un pallonetto, secondo me è stato il più bello.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Un mio pregio è questo: calciare forte in porta da qualunque distanza, mentre per quello che riguarda un mio difetto le posso dire che non mi piace perdere in nessun modo.

 

L’Argentina ha vinto il suo terzo mondiale, e naturalmente non sono mancate le polemiche, come ha vissuto questo mondiale?

 

Il mondiale l'ho vissuto in una maniera che definirei “spettacolare”, l’Argentina inseguiva da molto la coppa e se la meritava.



 





Il dibattito che ne è sorto è stato questo: Maradona è comunque più grande di Messi. Lei cosa ne pensa di Messi?

 

È una domanda che sono anni che la pongono agli esperti di calcio, ma non serve a niente. Gli argentini devono essere soddisfatti – e godere questo momento - di aver avuto i due calciatori più forti della storia.

 

La famiglia è lontana, ogni quante volte va in Argentina?

 

In Argentina torno una volta all'anno. 

 

Qual è il sogno che vorrebbe che si realizzasse al più presto?

 

Il sogno sarebbe giocare a livello professionistico in Europa e praticare questo sport per tanti anni.

 

 

 

 

28 dicembre    2022

 

(Tutti i diritti riservati)