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mercoledì 28 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GENARO

OLIVEROS

 

 


     

 

 

 Genaro Ezequiel Oliveros è nato a Ramalo di Buenos Aires il 18 agosto 2000 e ha 22 anni. Gioca nel ruolo di centravanti naturale o attaccante esterno (ruolo secondario).

Presenta le seguenti caratteristiche: esplosività, forza, rapidità, buon calcio con entrambe le gambe, sacrificio, ha tanta voglia di vincere e fare gol.

 

 

Ha frequentato la scuola calcio del Defensores de Belgrano Villa Ramallo dall’età di 3 anni sino ai 19 anni, passa al settore giovanile, infine esordisce in prima squadra fino al 2019. Ha la maturità tecnica.

 

 

Dopo l’inizio del  2020 viene  in Italia e dopo un provino firma col Casette Verdini - 1° categoria Marche - 5 partite, 2 reti e 1 assist; a ottobre del 2020 passa all’ASD Archi Calcio -promozione  Calabria- 3 partite; a luglio 2021 milita nell’ UPD Santa Croce - eccellenza Sicilia-  sino a ottobre, 6 partite;  da ottobre  fino alla fine del campionato è  al Marconia  -Eccellenza Basilicata - 25 partite, 7 reti e 3 assist, la squadra ottiene secondo posto in coppa Italia (eccellenza Basilicata), una volta top 11 della settimana. 

 

 

  Quest’anno da inizio stagione passo all’FC Pomarico sempre eccellenza Basilicata: 23 partite, 13 reti e 2 assist 5 volte top 11 della settimana.

 

 


 


 



Questa è la prima domanda che voglio farle; il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Con il COVID siamo stati purtroppo abituati a vivere in una maniera strana e non bella, però l'unica alternativa che aveva il cittadino era abituarsi alle restrizioni. Comunque mi allenavo tutti, giorni per fortuna.

 

Lei è nato a Ramalo di Buenos Aires, ed ha iniziato ha giocare sin dall’età di tre anni. È così? Oppure ho capito male io?

 

E’ esatto, sono nato a Ramallo (Buenos Aires) e ho iniziato col calcio sin dall’età di 3 anni.

 

Ci potrebbe descrivere questa cittadina? 

 

È una città piccola e accogliente, ha un bel fiume e d’estate c'è abbastanza movimento di gente.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno detto sempre che dovevo finire di studiare e poi fare quello che volevo.



 




Dall’inizio del 2020 lei arriva in Italia, tra l’altro lei è giovanissimo, come mai ha deciso di lasciare l’Argentina per questa avventura italiana?

 

Per passione, per il calcio semplicemente.

 

Appena arrivato in quale città italiana si è stabilito? 

 

Sono stato un paio di mesi da miei parenti nelle Marche, per essere precisi a Tolentino, e poi ho cominciato a muovermi da solo.

 

Come si trova in Italia?

 

Molto bene.

 






Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Le squadre che sono rimasto più legato sono: Casette Verdini per essere stata la mia prima squadra in Europa, e dopo le ultime due: il Marconia e la Pomarico.

 

Che differenza c’è tra il calcio argentino e quello italiano?

 

In Argentina è un gioco più fisico, si corre ancora maggiormente. In Italia il gioco è più: “duro e tosto”.

 






Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Mi piacciono molto il tennis e il basket, direi che lo sport in generale mi interessa.

 

Sino ad ora si ricorda il suo goal più bello?

 

L'ultimo che ho fatto col Pomarico, un pallonetto, secondo me è stato il più bello.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Un mio pregio è questo: calciare forte in porta da qualunque distanza, mentre per quello che riguarda un mio difetto le posso dire che non mi piace perdere in nessun modo.

 

L’Argentina ha vinto il suo terzo mondiale, e naturalmente non sono mancate le polemiche, come ha vissuto questo mondiale?

 

Il mondiale l'ho vissuto in una maniera che definirei “spettacolare”, l’Argentina inseguiva da molto la coppa e se la meritava.



 





Il dibattito che ne è sorto è stato questo: Maradona è comunque più grande di Messi. Lei cosa ne pensa di Messi?

 

È una domanda che sono anni che la pongono agli esperti di calcio, ma non serve a niente. Gli argentini devono essere soddisfatti – e godere questo momento - di aver avuto i due calciatori più forti della storia.

 

La famiglia è lontana, ogni quante volte va in Argentina?

 

In Argentina torno una volta all'anno. 

 

Qual è il sogno che vorrebbe che si realizzasse al più presto?

 

Il sogno sarebbe giocare a livello professionistico in Europa e praticare questo sport per tanti anni.

 

 

 

 

28 dicembre    2022

 

(Tutti i diritti riservati)