SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
NICOLAS
NAVARRETE
L’argentino Nicolas Navarrete è nato il 29 agosto del 1995 a Mendoza (Argentina), ruolo tre quartista. In breve la sua carriera:
Settore giovanile Gimnasia y Esgrima La Plata e primavera (serie A Argentina, ultima squadra allenata da Diego Armando Maradona), poi tre anni nella serie C argentina. Successivamente si trasferisce in Italia: eccellenza siciliana nell’Enna calcio vincendo il premio miglior attaccante della categoria, poi passa nell’eccellenza Campania al Napoli United, squadra allenata da Diego Armando Maradona Jr. La stagione passata l’ha giocata in serie A a Malta.
La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023, lei ha giocato in serie A a Malta, è esatto?
Ti posso dire che a Malta calcisticamente parlando sia fisicamente che mentalmente sono migliorato. Anche aver giocato in quella categoria è stato importante perché trovi calciatori con esperienza internazionale e questo è importante affinché le doti si “alzino” sempre più.
La prossima stagione dove giocherà?
La prossima stagione giocherò a Capri. Mi piacciono i progetti veri e sostenibili nel tempo.
Emozionato di questa nuova avventura?
Ripeto, quando trovi un progetto così importante è impossibile non essere contento e soprattutto motivato. Quindi sì, sono molto soddisfatto della mia scelta.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Ho scoperto che il calcio è la mia passione quando ho calciato per prima volta una palla, avevo 5 anni. Da quel momento in poi è inizia tutto. Il calcio è divertimento principalmente, poi dopo diventa un lavoro. Ma alla fine si tratta sempre di calciare una palla e provare a vincere la partita. Quella è la passione vera, anche se dopo entrano in gioco tantissimi altri fattori.
I suoi genitori sono stati contenti di questa scelta, cioè del fatto che lei volesse fare il calciatore?
Assolutamente. Loro mi hanno spinto per lasciare casa mia quando avevo 13 anni. È ovvio che la paura di cosa possa accadere una volta intrapreso il cammino non può che diventare una domanda di vita. Ma con la costanza penso che si vada avanti sempre.
Lei è argentino di Mendoza, ci dica la verità, non le manca la sua città, la sua famiglia, i suoi amici?
Sono della provincia di Mendoza, sì, assolutamente mi manca. Questo non è una scelta, è una questione di appartenenza e così mi mancano assolutamente famiglia e amici.
Come mai ha deciso di venire a giocare qui in Italia e chi l’hai aiutata per lasciare il suo paese, mi spiego meglio, da chi è stato consigliato?
Allora noi argentini abbiamo tantissimi nonni e bisnonni italiani. L’Argentina ha ricevuto gli italiani all'epoca e adesso siete voi che ricevete noi. È così. È una storia che si ripete.
Appena è arrivato in Italia si è ambientato bene, oppure sentiva la mancanza della sua città?
Veramente appena lasci la tua casa, anche per andare in un'altra città dello stesso paese, penso che non sia facile abituarsi. Quindi pensa che io ho fatto 1000 km quando avevo 13 anni per giocare a questo sport.
Quindi non è stato così difficile venire in Italia, ero abituato a viaggiare, e poi la cultura italiana è molto simile alla nostra.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Sono e sarò sempre legato alla squadra che mi ha aperto le sue porte quando tutto questo è iniziato, questo è successo quando avevo 5 anni e ho fatto i miei primi 8 anni di calcio alla mia città. Quella squadra mi ha fatto credere che potevo farcela, infatti poi ho lasciato casa mia. La squadra si chiama Independiente Rivadavia de Mendoza. In questo momento serie B Argentina.
Il calcio argentino da che cosa è diverso da quello italiano?
Il calcio argentino rispetto a quello italiano è diverso soprattutto nella fisicità. Ci sono tantissimi contrasti che pure non vengono fischiati. Quindi i giocatori nel mio paese sono abituati, in Italia il gioco riguarda più la tattica.
Si ricorda il suo goal più bello?
Il goal più bello lo ricordo benissimo perché è stato in quest'ultimo anno a Malta. Sono riuscito a farlo da lontano sono riuscito e per questo motivo, legato alla distanza secondo me è il più bello.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?
Un mio pregio calcisticamente parlando è la velocità, e visto che sono un attaccante la difesa è un difetto.
Per lei Maradona cosa rappresenta?
Per me Maradona rappresenta fatti extracalcistici. Come: lasciare un segno in una città, mandare via a tutti quelli che non servono per la vita personale, litigare contro quelli che comandano e fanno i loro affari con lo sport.
Quella personalità è ciò che lui ha lasciato. Per non dire le cose che ha fatto dentro al campo. Ma ciò che ho menzionato prima sono i fatti che rimangono e rimarranno per sempre nella storia.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Nell'immediato il sogno è quello di vincere con la squadra che mi vuole con sé. In questo caso l'isola di Capri. Anche perché sarò il primo argentino a giocare lì. Quindi per me rappresenta tantissima responsabilità e in campo voglio che la fiducia che loro hanno in me sia ripagata.
Grazie
29 Luglio 2023
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