SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
GIUSEPPE
RINALDI
Giuseppe Rinaldi è un giocatore di calcio nato a Napoli il 16 giugno 1979. Così si racconta.
“Ho iniziato con la scuola calcio Mazzeo, poi andai a Torino con la Juve ma dopo un paio di mesi tornai a casa, per motivi non legati al calcio, ebbi un crollo psicologico e non volevo più giocare a calcio infatti negli anni più importanti dai 16 anni fino i 19 non ho più giocato.
Ricominciai in eccellenza attirando l’interesse di tante squadre professionistiche, ma non mi allenavo perché fin quando giocavo in eccellenza lavoravo anche.
Poi conobbi Ciro Muro ex Napoli e mi disse che ero sprecato in eccellenza, quindi mi si accese una luce in testa, lasciai il lavoro per approdare a Palma Campania in serie C, da quel momento è iniziata la mia carriera da professionista.
Ho giocato dopo con la Salernitana serie B, Juve Stabia, Foggia Avellino, Paganese, Casertana, Fondi, e altre. Per quel che concerne la mia privata posso dire che adesso sono sposato con 2 figli maschi uno di 7 anni ed uno di 11 anni ed entrambi giocano a calcio nella mia scuola calcio Ho quasi 44 anni è gioco ancora in eccellenza ad Acerra ho perso una finale di coppa Italia contro il San Marzano”
Come prima domanda le voglio fare questa, lei in questo momento gioca in eccellenza con l’Acerra, come sta andando il campionato?
Ad Acerra mi sto trovando bene abbiamo perso una finale di coppa Italia e adesso mancano 4 partite, poi vedremo il futuro.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
L’ho scoperto sin da bambino perché dormivo con la palla e giocavo solo con la palla.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
I miei genitori da piccolo mi dicevano sempre di pensare allo studio, ma da grande quando fai parte di squadre professionistiche e riesci anche a guadagnare bene allora si convincono.
Ad un certo punto lei va Torino, ma ci rimane pochi mesi, se la sente di dire ai lettori perché ebbe un crollo psicologico?
Da bambino approdai alla Juve dopo tantissimi raduni, venni scelto da Furindo e dal dottor Gallo di Salerno, ma dopo pochi mesi per colpa della mia scuola calcio di appartenenza mi fecero tornare a casa. Da quel momento ebbi un crollo psicologico sotto ogni aspetto, vidi il sogno di una vita svanire nel nulla.
Dai 16 anni ai 19 lei non gioca a calcio, che anni furono?
5sono stati anni brutti perché lasciai gli studi e andai a lavorare in una fabbrica di borse di mio zio, ma il pensiero era sempre per il calcio specie quando vedevo gli amici di scuola calcio giocare in serie B.
Un incontro importante è con Ciro Murolo, che incontro fu, che cosa le disse questo giocatore per spronarla a fare sì che lei potesse giocare in categorie più alte?
Ciro Muro è stato importante anche quando giocavo in Eccellenza, mi disse che io potevo giocare in categoria superiore ed avendo delle richieste approdai alla Palmese in C.
Il sogno (di giocare in categorie più alte) si avvera è lei militerà con la Salernitana serie B, Juve Stabia, Foggia Avellino, Paganese, Casertana, Fondi, e tante altre, non posso che farle i complimenti, con la Salernitana come si è trovato?
Che dire per fortuna è per bravura ho giocato in piazze molto blasonate vincendo tanti campionati e mi sono trovata bene in ogni società io abbia militato, Salerno tiene una tifoseria da far invidia alle altre città, e questo lo posso dire anche per il Foggia.
Come detto sopra lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Sono rimasto più legato al Foggia perche ho tantissimi amici ed ancora oggi mi sento con tantissimi tifosi che si ricordano ancora di me.
Secondo lei perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira di più fare una vita agiata o diventare famosi?
Oggi è cambiato tutto con i social, credo che lo facciano solo per diventare famosi.
Lei gioca nel ruolo di?
Difensore centrale, ma con tecnica di un centrocampista.
Si ricorda la sua partita più bella?
Juve Stabia Napoli finita 3.1 per noi.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Il pregio è l’essere troppo umile, il difetto è l’essere umile.
Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa?
Cambierei delle scelte che ho fatto.
Vista la sua esperienza quale consiglio darebbe a un ragazzo che volesse intraprendere la sua stessa carriera?
E’ molto facile, basta crederci e fare dei sacrifici che pochi fanno.
Come mi faceva presente un giocatore, prima si prendeva un pallone e si giocava dove capitava, oggi invece questo accade sempre meno, arrivano tutti griffati e con i genitori sempre dietro nelle scuole calcio, è così?
È cosa sbagliata perché non si gioca più per strada è credo che sia per questo che i livelli si sono abbassati.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Il mio idolo era Alessandro Nesta, ma ammiro tanto Sergio Ramos.
Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?
Sono stati importanti per la mia crescita calcistica.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Alla mia famiglia ed ai miei figli.
21 03 2023
(Tutti i diritti riservati)
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