SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
MARIANO
RONGO
Mariano Rongo di Napoli è un ex giocatore di calcio e così si presenta: “
Ho iniziato a giocare a calcio fin da bambino all’età di 5 anni, già “toccavo” il pallone e a7 ho iniziato con i pulcini di un’associazione dei Quartieri Spagnoli, poi ho iniziato con le prime squadrette: la Mariano Keller, poi fu acquistato dalla Gaetano Scirea dove mi sono “fatto le ossa” poi a 15 anni passai alla Calcio Roma dove non andò molto bene col il gruppo squadra e così chiesi la cessione.
Decisi di trasferirmi all’ Inter Napoli feci 3 anni giocando nel mio ruolo preferito ala sinistra col numero 7, segnando 10 goal nella prima stagione, purtroppo nell’ ultimo anno mi infortunai: rottura tibiale e da lì inizio l’incubo, temevo di non riuscire a recuperare.
Dopo diversi mesi recuperai, cambiai squadra ma non andò bene, entrai in crisi e a 17 anni partii con mio padre per Pesaro; e grazie ad alcune amicizie che feci riuscii a farmi provinare col Senigallia, mi presero in squadra, è stata un’esperienza bellissima, ho giocato un anno, la preparazione atletica che mi fecero fare fu ottima. Dopo due anni tornai a Napoli, mi sarebbe piaciuto andare all’ estero, o in un’altra città fuori dalla Campania, ma con il mio carattere un po’ timido non andò in porto nulla, decisi di rimanere a Napoli.
Successivamente tramite una cara persona che adesso non c’è più e alla quale piaceva molto il mio modo di giocare feci un provino da sogno col Napoli, non volevo fare brutta figura esagerai in campo, non andando tanto bene a causa anche del mio nervosismo.
Non volevo andare più, perché essendo più piccolo e il resto gruppo più grande era facile che nascessero degli scontri, il mister mi chiamo da parte e mi disse: “Gioca come sai giocare senza strafare, mi fido di te”, così riprovai e andò ben feci un’amichevole in prima squadra under 18 il destino volle che mi infortunai in malo modo nella stessa gamba del precedente infortunio, e così svanì il sogno.
Sono rimasto fermo fino ai 21 anni, ho provato e riprovato, ma la paura c’è e così ho abbandonato il calcio; ma non smetterò mai di ringraziarlo, perché amo questo sport, e mi sono divertito, ora ho cambiato sport: pratico body building e mi dedico alla mia famiglia e che dire forza Napoli sempre, per concludere ringrazio soprattutto la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto.”
La prima domanda che le voglio fare è la seguente sono tanti anni che lei, per motivi che sappiamo, non gioca a calcio, se dovesse ricevere una chiamata domani, comincerebbe di nuovo, magari incominciando da una categoria inferiore, oppure la risposta sarebbe un no secco?
Sono sincero salute permettendo risponderei con secco sì, anche se credo che al momento sia giusto dare spazio ai giovani.
Lei per qualche anno ha abitato nelle zone vicino a dove io vivo, (Fano, PU), si era ambientato bene?
E’ vero sono stato a Fano e ho giocato per il Senigallia, mi sono trovato molto bene era tutto ben organizzato e perfetto, e ringrazio il club ringrazio per l’opportunità che mi è stata data.
C’è un momento particolare che si ricorda la nascita della sua passione per il calcio?
La mia passione viene dalla mia famiglia, anche mio padre giocava nelle diverse categorie, ho un ricordo: ero piccolissimo e quando avevo 5-6 anni mi feci regalare un completino e un pallone piccolo del Napoli; da quel momento non mi staccai più da quella palla.
I suoi genitori l’hanno subito sostenuta oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
I miei genitori mi sono stati molto vicini anche, eravamo 5 figli, di sacrifici ne hanno fatti tanti, ed essendo il primo cercavo di complicarli la vita, infatti spesso andavo da solo allenamenti. Con lo studio non ero portato amavo più il calcio, la matematica mi piaceva molto, comunque alla fine nonostante le difficoltà sono riuscito lo stesso a concludere gli studi.
Lei ha giocato in diverse squadre, qual è quella dove lei ci ha lasciato il cuore?
Sono due: lo Scirea e il Napoli, che poi è stato il club che mi ha “spezzato il cuore”.
Che cosa ci può raccontare del provino fatto con il Napoli?
Feci questo provino grazie ad una cara persona che ora non c’è più, lui mi guardava giocare per strada e disse a mio padre che avevo talento; e lo ringrazio ancora, è stata l’esperienza più bella della mia vita.
Non ho ben capito, c’erano degli screzi tra lei e i ragazzi più grandi, come mai?
Purtroppo arrivando come nuovo non volevano darmi spazio, non mi passavano mi facevano sbagliare apposta e mi parlavano dietro, sarò sincero con qualcuno sono arrivato alle mani (comunque dico no alla violenza).
Di lei si è sempre parlato molto bene, secondo lei ciò a cos’era dovuto?
Molti amici mi ricordano dicendo come eri forte che peccato che nn giochi più eri velocissimo sulla fascia e io li ringrazio o cercato di dare il meglio sempre
Si ricorda il suo goal più bello?
Il mio goal più bello? Ne ricordo due e appartengono alla stessa partita Lottavamo per i playoff una rovesciata da fuori aria e un tiro al volo da metà campo, avevo il vizio di gesti atletici!
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Purtroppo ho fatto molte discussioni a causa del mio carattere, giocavo bene, ma ero troppo timido e forse è stato anche per questo motivo che ho avuto diversi infortuni, in conclusione ti posso dire che rispettavo sempre le scelte del mister.
Generalmente che ruolo aveva all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Col gruppo ascoltavo molto, anzi piacevo molto alla maggior parte del gruppo perché ero troppo sereno, sia che ci fosse stata una vittoria e sia che ci fosse stata una sconfitta per me era uguale, io giocavo perché amavo giocare.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Pregio: sono molto altruista, difetto; timido e giocoliere
Ora che è passato del tempo quando ripensa a quei due infortuni che cosa prova?
Ripensare a gli infortuni mi mette paura e ansia e ne soffro ancora.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Sarebbe quasi facile dire il mio idolo è Maradona e lo è, ma il mio idolo ed era fonte di ispirazione era uno solo: Ronaldinho il mago del calcio.
Lei è vive nei Quartieri Spagnoli, che rappresentano per lei?
Per me i quartieri spagnoli rappresentano la Napoli che sogna, è la Napoli dei famosi scugnizzi che giocano per strada, rappresentano la tristezza e la gioia delle persone che desiderano riscattarsi.
Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?
Per me la famiglia va al primo posto, ed è per essa che lotto tutti i giorni, anche gli amici sono importanti nei momenti liberi, ho dei ricordi bellissimi.
Le voglio fare questa domanda impossibile, lei domani riceve una chiamata da un club estero, non pensi alla categoria, se la sentirebbe di lasciare tutto e partire con sua moglie per questa nuova avventura?
La domanda è moto difficile, ma un’avventura all’ estero e un sogno per tutti i giocatori, comunque la proverei questa esperienza.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
La voglio dedicare alla mia famiglia e ai miei amici e a chi ha condiviso con me ogni minima esperienza, grazie a tutti di cuore.
Grazie
26 06 2024
(Tutti i diritti riservati)
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