SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
FRANCESCO
MANZI
Francesco Manzi è un giocatore di calcio. 15/01/2003, nato a Terlizzi e vive a Trani, ha frequentato la scuola calcio del suo paese.
Ha vestito le maglie di: Bitonto serie 2021/22, Bitritto promozione 2022, Lanciano eccellenza 2022/23, Spinazzola promozione 2023, qui dove ho vinto campionato e coppa italia, Molfetta eccellenza, poi Canosa eccellenza 2023/2024.
La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione calcistica?
Bene grazie a Dio, sono in un ambiente sano, competitivo, circondato da persone importanti dal punto di vista sportivo è umano.
La prossima stagione sa dove andrà a giocare?
Ancora presto sinceramente, preferisco vivere il momento per poi aspettare la chiamata giusta.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Ho sempre studiato e non a caso non ho un curriculum importante. I miei genitori sanno benissimo che adesso il calcio è come una sorta di “lavoretto” e nel frattempo cerco di dare il massimo nello studio, frequento infatti Scienze Motorie, magari può essere uno sbocco importante se dovesse andare male con il calcio.
Nelle squadre dove ha giocato, ce n’è una in particolare che ricorda con piacere?
In questa carriera, oserei dire “prematura”, ho avuto un bel ricordo con la squadra del Bitonto, in quanto è stata la mia prima esperienza con i grandi e ho visto da vicino il valore di questo sport.
Lei gioca nel ruolo di?
Portiere.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Ho Sempre accettato le buone e le cattive decisioni, lasciando sempre il “profumo della mia persona”, in modo tale da essere tenuto in considerazione in un ottica futura.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Sempre disponibile con i compagni, aperto a tutti i consigli che mi danno loro, non a caso, come si suon dire, “non si finisce mai di imparare”.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Pregio costanza e dedizione; difetto alcune volte sono un po’ superficiale.
Da come ho saputo, lei sta studiando Scienze Motorie, le piacerebbe un giorno diventare allenatore?
Perché no, la mia più grande abilità e quella di stare in un gruppo, dando la mia piena disponibilità e facendo sentire il mio supporto. Chissà … forse un giorno potrei arrivare in serie A nelle vesti di allenatore.
Come tutti sanno il calcio può dare molto, ma può anche togliere, a lei cosa sta dando e cosa le ha tolto (se le ha tolto qualcosa)?
Attualmente il calcio è tutto per me, anche se adesso ho capito che devo dare la giusta importanza per questa passione.
All’età di 16 anni ho dovuto affrontare una sequenza di infortuni che mi hanno tenuto lontano dai campi, lontano dalle passerelle importanti dove avrei potuto mettermi in mostra, e per finire è arrivato il Covid.
Come detto all’inizio ho dato troppa importanza al calcio e alla fine il giocare a calcio si è tramutato in una ossessione.
Un’ossessione comporta a sua volta il crearsi un mondo proprio in cui rinchiudersi. Ho compresso alcuni rapporti con chi mi stava attorno (extracalcio, famiglia, amici, ragazza) e nel fare questo mi rendo conto di sbagliato.
Ribadisco che per motivi a mio sfavore ho dovuto rinchiudermi in me stesso e ho sfogato le mie frustrazioni sulle persone che mi volevano bene, sbagliata, allontanando chi veramente era disposto ad aiutarmi e a farmi capire che nella vita non bisogna mollare mai.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Continuare per la mia strada, centrando tutti gli obiettivi, rendendo orgogliose le persone che sono sempre a mio fianco.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
La vorrei dedicare innanzitutto ai miei genitori che nonostante gli anni bui mi hanno sempre sostenuto per realizzare questo mio “piccolo”, sogno: diventare un grande calciatore, e poi la mia ragazza che è stata sempre la mia spalla su cui potevo puntare, mi sono forse sfogato troppo nonostante la sua scarsa conoscenza del calcio.
Inoltre voglio rivolgere un appello ai ragazzi della mia età, in quanto giovani, di non farsi prendere troppo dai momenti bui. Il calcio certamente può essere una “malattia” per chiunque, ma bisogna sempre dare valore a quella che è la vita reale, ovvero, vivere i momenti e non mettere una determinata cosa al primo posto perché altrimenti diventa una lama a doppio taglio.
Grazie
18 03 2024
(Tutti i diritti riservati)
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