SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
DIEGO
DI GIOSIA
Diego Di Giosia prima giocatore di calcio, ruolo portiere, ora è Collaboratore Tecnico della Rappresentativa Regionale U17, così ci si presenta.
“Nasco a Roma il 04/08/197 fratello maggiore di tre figli devoti al calcio.
Una madre che ha conosciuto Roma, scarrozzando i figli per i vari campi e che ancora ad oggi sa indicarti quale squadra c’è o c’era in quella zona.
A 6 anni comincio a calcare i campi in terra della periferia romana ed immediatamente (ricordo ancora quando il mister chiese al gruppo chi volesse fare il portiere) indosso i guanti, “guanti” all’epoca erano pezzi di stoffa con un po’ di gomma qua e là.
Il mio settore giovanile si svolge perlopiù al Borussia Torre Gaia, florida società degli anni 80/90 che “sfornava” talenti e grazie ai quali ha riempito di trofei la bacheca societaria.
Proprio quest’anno 2024 la società ormai quasi totalmente sparita, festeggia 50 primavere.
L’ultimo anno di settore giovanile sono al Borussia, nel 1996 si corona con la convocazione nella Rappresentativa Juniores del Lazio con la quale vinsi il titolo italiano in Molise, ricordo una splendida vittoria contro la Puglia in quello che all’epoca si chiamava ancora Torneo Artemio Franchi oggi Torneo Delle Regioni.
Una squadra con grandi talenti magistralmente orchestrata dal CT Vincenzo Iannone.
Dalla stagione successiva comincia la mia avventura tra i “grandi”.
Molteplici stagioni, con fior fiori di allenatori, su tutti Paolo Mazza, grande amico e uomo di calco con il quale nella stagione 2001/2002 a seguito di una vincente cavalcata, conquistammo la promozione in serie D con una squadra tra le più forti ancora ad oggi mai viste in eccellenza laziale.
Ricordo con piacere tutti i componenti, tra tutti l’amico Marco De Sisti con il quale in quegli anni frequentavo anche l’ISEF e ovviamente Davide Moscardelli che con i suoi gol ci diede una grossa mano verso il trionfo.
Nel 2005 mi sposo con mia moglie Silvia, che amo da 30 anni ormai, nel 2007 nasce mio figlio Jacopo, nel 2011 Matilda e nel 2018 Penelope, quest’ultime ginnaste, indottrinate sapientemente dalla mamma ex insegnate di ginnastica artistica, quanto a Jacopo invece, mascotte nelle varie squadre in cui militavo, ha conosciuto ben preso lo spogliatoio, seguendo inconsciamente le mie orme.
Oggi gioca con la U17 Nazionale del Frosinone calcio, chissà…
Con la stagione 2016/2017, a 40 primavere si conclude la mia “carriera” di Portiere e nella successiva inizia quella di Allenatore.
Dal 2018 infatti divento Collaboratore Tecnico della Rappresentativa Regionale U17, del comitato regionale Lazio, affiancando Mr. Vincenzo Iannone.
Anno, 1996/1998 Pro cisterna, CND, 1997/1998 Ciampino (Eccellenza), Anno 1998/1999 Ciampino (Eccellenza), Anno 1999/2000 Pomezia Calcio (Eccellenza), Anno 2000/2001 Fiumicino Calcio, Anno 2002/2003 Guidonia (CND) (Eccellenza),
Anno 2001/2002 Guidonia (Eccellenza), Anno2003/2004 Roma VIII (Eccellenza), ANNO 2004/2005 Torrenova (Eccellenza), Anno 2005/2006 Torrenova, (Eccellenza),
Anno 2006/2007 Torrenova (Eccellenza), Anno 2007/2008 Torrenova (Promozione), Anno 2008/2009 Tor Sapienza (Promozione),
Anno 2009/2010 Tor Sapienza (Promozione), Anno 2010/2011 Tor Sapienza (Eccellenza), Anno2012/2013 Ciampino (Promozione), Anno 2013/2014 Ciampino (Eccellenza), Anno 2014/2015 Levanto (Promozione), Anno 2015/2016 Grifone Gialloverde (Promozione), Anno 2016/2017 Torrenova (Promozione)”.
La prima domanda è la seguente, lei dal 2018 diventa Collaboratore Tecnico della Rappresentativa Regionale U17, del comitato regionale Lazio, affiancando Mr. Vincenzo Iannone, per chi non conosce bene quello che lei svolge, ci potrebbe spiegare in che cosa consiste svolger questa professione?
Ogni comitato regionale annualmente organizza le selezioni per le classi U15, U17, U19 e femminile, al fine di comporre le squadre per partecipare al Torneo Delle Regioni, che si svolge annualmente in regioni diverse.
Dal 2018 mi occupo con mr. Iannone delle selezioni suddette relativamente alla classe U17.
Quest’anno il torneo si svolgerà in Liguria a partire dal 23 marzo p.v., cercheremo di essere protagonisti e riportare il titolo italiano nel Lazio.
Lei è il fratello maggiore di tre figli devoti al calcio, come mai devoti, avete in famiglia un parente che giocava a calcio, oppure sin da piccoli siete diventati appassionati di calcio senza che nessuno vi influenzasse?
Nessuno dei nostri parenti è stato “calciatore”, ci ha aiutati il fatto che i nostri genitori frequentavano giornalmente un circolo sportivo dove si praticava anche il calcio e quello ci ha permesso di innamorarci i questo sport.
Molto interessante è quanto lei descrive sua madre che conosce tutti i campi della zona e che vi portava avanti e indietro per Roma – per svolgere gli allenamenti e le gare . immagino che sia una figura importante per lei, e per i suoi fratelli, che cosa ci può dire a riguardo?
La mamma è sempre la mamma e la nostra è ormai una specialista del settore.
Al di la del fatto che lei avesse una gran passione, suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Lo studio ed il calcio sono andati sempre di pari passo, certo la speranza di diventare un calciatore affermato c’è sempre stata, ma il Piano “B” andava comunque portato avanti.
Altro fatto importante è il seguente: al Borussia, nel 1996 con la convocazione nella Rappresentativa Juniores del Lazio, lei vince e vincete il titolo italiano in Molise, che cosa ricorda di questo torneo?
Una delle più belle esperienze calcisticamente parlando della mia vita.
Lei ha grande stima di Paolo Mazza (svolge il ruolo di allenatore) come mai e quali sono stati i suoi insegnamenti?
Con Paolo ho avuto il piacere di trascorre anni indimenticabili, partendo da Pomezia, passando per Fiumicino, fino alla trionfale annata a Guidonia.
La conoscenza nel campo ci ha permesso di continuare la stessa anche fuori dal rettangolo di gioco.
A questo punto la domanda è ovvia, come mai ha scelto un ruolo così difficile: il portiere?
Non l’ho scelto, sono nato portiere.
In generale le responsabilità non mi hanno mai pesato, stesso dicasi per il contatto fisico o con il terreno. A dire il vero non sono mai stato malaccio con i piedi, tant’è che fuori dal campo difficilmente mi si vedeva in porta, quando però si andava in campo seriamente allora rindossavo i guanti e tornavo ad essere l’ultimo uomo.
Ho intervistato diversi portieri e loro mi hanno detto che non è facile essere portiere, tra i motivi è perché sei solo, se la squadra vince una partita il merito è di tutta la squadra, se si perde spesso si preferisce colpevolizzare il portiere, con la solita frase; “…se fosse stato capace a parare…”, mi dica quello che ho scritto corrisponde al vero?
Un portiere vero, ha personalità e carattere, certe affermazioni non lo scalfiscono.
Il portiere deve essere un leader, fuori e dentro il campo, se riesce in questo intento i compagni saranno sempre al suo fianco.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Sicuramente il Guidonia nella stagione 2001/2002 a seguito di una vincente cavalcata, conquistammo la promozione in serie D, si è trattata di una squadra tra le più forti ancora ad oggi mai viste in eccellenza laziale.
Ricordo con piacere tutti i componenti, tra tutti l’amico Marco De Siti con il quale in quegli anni frequentavo anche l’ISEF e ovviamente Davide Moscardelli, con i suoi gol ci diede una grossa mano verso il trionfo.
Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?
Amo lo sport in generale, ma F1 e Tennis sono sul podio con il calcio
Si ricorda la parata più bella che lei abbia mai fatto?
Ho il ricordo di una parata da piccolino, quando giocando con i più grandi il mister mi fece entrare in una finale ai rigori. Ci vide lungo, parai il rigore e vincemmo la finale, ancora ricordo la squadra, la soddisfazione del mister e tutti venirmi incontro per portarmi in trionfo.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Assolutamente in un gruppo nessuno deve imporre nulla a nessuno, si ascolta, si discute ci si organizza insieme.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Pregio? Ero un portiere moderno già 30 anni fa. Difetto? Fisico…un portiere non può essere 1.75 cm….
Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora?
Onestamente non so se cosa cambierei se potessi tornare indietro, ci sono andato spesso vicino per meritarmi il professionismo, ma per un fattore o un altro le porte non si sono mai aperte, probabilmente era questa la mia dimensione.
Anche suo figlio, gioca a calcio, U 17 nazionale Frosinone, che consigli gli sta dando?
Lui ha fortuna di militare in una società professionistica, dove ci sono persone qualificate in grado di istruirlo nel migliore dei modi.
Il mio unico consiglio e quello di dare il massimo e crederci sempre con l’umiltà di chi sa che ha ancora tanto da imparare.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Adesso pensiamo a vincere il torneo delle regioni.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Alla mia famiglia, a mio figlio e alle mie splendide figlie, ma soprattutto a mia moglie, lei si, donna di un’altra categoria!
Grazie
13 03 2024
(Tutti i diritti riservati)
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