SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
MATTIA
PALERMO
Mattia Palermo Mattia Palermo è nato a Napoli 21/08/92, ha una laurea to in Scienze Motorie: prevenzione benessere con votazione di 110 cum lode. Altri titoli e qualifiche: master in posturologia, biomeccanica del movimento umano, patentino UEFA B, attestato Match Analisy Sics (CONI); attestato preparatore atletico sport di squadra, due livelli allenatore metodologia Coerver Coaching, tre livelli allenatore 1VS1. È stato il preparatore atletico delle seguenti squadre: Nola eccellenza, Portici serie D, Acerrana Juniores Nazione, Quarto prima categoria, Quartograd, promozione, Pianura promozione e prima categoria, Napolinord eccellenza e promozione. Inoltre tanta scuola calcio e settore giovanile.
Come prima domanda mi sembra opportuno farti questa, com’è nato questo amore per lo sport, ma soprattutto per il Calcio?
La passione per il calcio nasce fin da piccolo in famiglia con mio padre i miei zii e i miei cugini tutti appassionati e grandi tifosi del Napoli, tutti hanno giocato a calcio e di conseguenza anche a me è stata trasmessa questa passione.
Da ragazzo hai frequentato qualche scuola calcio?
Ho iniziato a giocare a calcio frequentando diverse scuole calcio dall’età di sei anni. Fra le varie scuole calcio che ho frequentato ricordo la Damiano Promotion storica scuola di calcio napoletana che sfornava grandi talenti, dove ho disputato due campionati mini giovanissimi e giovanissimi regionali, raggiungendo finali di play-off.
Come mai la scelta di diventare preparatore atletico, preciso che sei pure allenatore UEFA B?
La scelta di diventare preparatore atletico e maturata con il tempo, dopo aver conseguito la qualifica Uefa B, ho iniziato a lavorare come istruttore in diverse scuole calcio fino a diventare Direttore del settore di base, poi una volta laureatomi in Scienze Motorie, ho pensato di approfondire la mia conoscenza sull’allenamento a 360°. Così mi sono appassionato al mondo della preparazione atletica questo è avvenuto grazie a un professore che ho conosciuto all università, Pompilio Cusano, attuale allenatore della primavera del Giugliano squadra di serie C in Campania, successivamente ho iniziato a collaborare con lui “lanciandomi” come preparatore atletico.
Sei stato il preparatore atletico di diverse squadre, in quale hai lasciato il cuore?
Diciamo che ho lasciato il cuore in tutte le squadre o ricordi positivi in tutte le piazze che ho allenato, ma se proprio vogliamo andare nel dettaglio, forse Pianura e Quarto sono i club che mi sono rimaste particolarmente nel cuore.
Per chi non conosce bene il ruolo del preparatore, potresti spiegare bene in cosa consiste?
Il ruolo del preparatore atletico è un ruolo complicato dove di fondamentale importanza è lo studio e la programmazione delle sedute d’allenamento, ritengo che non debba esserci improvvisazione, ma deve essere tutto preparato nel dettaglio. Possiamo fare il paragone con il meccanico di una macchina formula 1, egli deve far sì che tutto sia a posto.
Soprattutto nel calcio, ruolo molto delicato, deve fare in modo che la squadra riesca ad allenarsi nel modo corretto e soprattutto cercare di evitare il rischio di infortuni.
Com’è il rapporto con gli allenatori, mi spiego l’allenatore tende a imporre la sua visione, oppure c’è una stretta collaborazione?
Il rapporto con gli allenatori è sempre stato ottimo, entrando a far parte di uno staff la sinergia è di fondamentale importanza, ci dev’essere ovviamente il rispetto reciproco dei ruoli. Finora mi posso ritenere fortunato perché con ogni allenatore con cui ho lavorato si è creata la giusta collaborazione.
E invece con i giocatori come ti poni, ascolti anche i loro consigli?
Riallacciandomi anche alla domanda di prima altra sinergia fondamentale è quella con i giocatori, attori protagonisti di una squadra di calcio, cerco sempre di favorire il dialogo e ascoltare i consigli dei giocatori, magari anche quelli più esperti che hanno calcato palcoscenici importanti.
Il confronto favorisce la crescita sia personale sia del calciatore e sia del gruppo squadra, quindi cerco sempre di favorire il dialogo e spiegare il perché scelgo un esercizio, un tipo di allenamento piuttosto che un altro senza imporre nulla.
Per dare il meglio in una partita su cosa deve vertere la preparazione?
Per dare il meglio in una partita, ovviamente bisogna avere conto di tanti aspetti, ad esempio se ci troviamo a inizio stagione, oppure nel bel mezzo di una stagione calcistica. Ma per essere più preciso si tende a lavorare sull’aspetto condizionale dei giocatori, quindi lavorare sulla forza la velocità, la resistenza.
Sappiamo che oltre ad essere docente di Scienze Motorie, insegni nelle scuole calcio, lì hai a che fare con dei ragazzini, a questo punto anche se i ruoli sono diversi, mi viene da farti questa domanda: meglio i ragazzini o gli adulti?
Meglio ragazzino, meglio gli adulti? Dipende diciamo lavorare con giocatori già formati per certi aspetti e più semplici in quanto già sanno cosa bisogna fare.
Per quanto riguarda il rapporto con i ragazzi esso è un po’ più complicato, perché magari ti ritrovi con ragazzi che si affacciano per la prima volta nel mondo del calcio, bisogna essere bravi a farli lavorare nel modo corretto a fargli capire l’importanza del lavoro che loro fanno. Anche se c’è da dire che quando mi sono rapportato in gruppi selezionati di giovani calciatori o settori giovanili, veramente si vedeva la voglia di apprendere di imparare di migliorarsi per raggiungere traguardi importanti.
I genitori si intromettono nella gestione di questi giovani atleti?
Ci sono genitori e genitori, diciamo che non sono tutti così, ma ci sono genitori che si intromettono pensando di avere il nuovo Maradona, purtroppo questo è una piaga del calcio moderno.
C’ è chi dice che il calcio sia una fabbrica di illusi, questo in parte è vero, e quindi spesso anche i genitori caricano di false aspettative e di false speranze.
Per la prossima stagione calcistica in quale club sarai?
Prossima stagione Viribus campionato di promozione.
Un sogno per il futuro?
Sogno per il futuro lavorare in un bel contesto che sia prima squadra o settore giovanile, che mi possa far crescere professionalmente e che dia la possibilità anche agli atleti di migliorarsi.
A chi vorresti dedicare questa intervista?
Alla mia famiglia.
Grazie
30 07 2025
(Tutti i diritti riservati)
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