SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
AUGUSTO
PAGNANI
Augusto Pagnani di Mondragone, è un giocatore di calcio, e così si presenta:
“Mi chiamo Augusto Pagnani, sono nato il 24 giugno 1996 e vivo a Mondragone.
La mia passione per il calcio è nata fin da bambino, quando giocavo da solo nel cortile di casa con un pallone sempre tra i piedi. Poi, crescendo, sono arrivate le partite per strada con gli amici, quelle sfide infinite che iniziavano il pomeriggio e finivano solo quando faceva buio. È da lì che è partito tutto.
Col tempo mi sono iscritto a una scuola calcio, e subito ho capito quale sarebbe stato il mio ruolo: attaccante. Mi è sempre piaciuto calciare, tirare in porta, cercare il gol. Dentro di me c’è sempre stato quel “bomber”, quella voglia continua di segnare. Già dai primi campionati, infatti, i risultati non tardarono ad arrivare: facevo sempre tanti gol. Ricordo in particolare la mia prima gara ufficiale con i Giovanissimi: segnai quattro reti in casa. Fu un momento indimenticabile, il primo vero segnale che quella era la mia strada.
Negli anni successivi ho continuato a segnare tantissimo. Ho giocato nella Juniores, arrivando con la squadra fino alla finale playoff dopo un campionato chiuso al secondo posto. Avevo 17 anni. Anche se non vincemmo quella finale, fu una grande esperienza.
Poi nacque la prima categoria Mondragone, e da lì arrivò una delle soddisfazioni più belle della mia carriera: la convocazione con la Rappresentativa Campania. Vincemmo tutte le partite e alla fine alzammo la Coppa, un’emozione fortissima che porterò sempre con me.
Successivamente, con la maglia del Mondragone, abbiamo affrontato anche il campionato di Eccellenza. Essendo un giovane del posto e con buone prospettive, fui riconfermato in squadra.
Naturalmente, col tempo, sono arrivate anche le responsabilità della vita: il lavoro, la crescita personale, altri impegni. A un certo punto ho capito che non sarebbe stato semplice arrivare al calcio professionistico, e così ho scelto di continuare la mia carriera in categorie minori, per passione e per divertirmi, senza pressioni.
Oggi, a 29 anni, gioco ancora con lo stesso entusiasmo, soprattutto in Prima Categoria, un campionato combattuto e pieno di emozioni, dove ci si allena la sera, dopo il lavoro, e si lotta insieme per raggiungere gli obiettivi. E vincere, anche in queste categorie, è sempre bellissimo.”
Sono arrivato a lei tramite il signor Paolo Filosa, che tutti conoscono nell’ambiente calcistico, e la prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2024 -2025. Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più?
La stagione 2024-2025 si è conclusa in modo positivo, anche se all’inizio non è stato semplice. Ho dovuto affrontare alcuni problemi personali che mi hanno portato a iniziare più tardi, intorno a novembre. Nonostante ciò, sono riuscito a inserirmi subito bene nel gruppo, grazie anche al mister Bergantino e all’ambiente del Carinola, che mi hanno fatto sentire subito parte della squadra. Ho avuto modo di collezionare alcune presenze e questo mi ha dato soddisfazione, ma allo stesso tempo ero consapevole che, dopo un piccolo periodo di stop, c’era ancora tanto da lavorare. È stata una stagione di crescita, utile per ritrovare ritmo e fiducia.
La prossima stagione giocherà con quale squadra?
Per la prossima stagione il Carinola ha deciso di riconfermarmi, e questo mi rende davvero felice. È una scelta che mi dà grande motivazione e per questo cercherò di dare sempre il massimo, come ho sempre fatto. Voglio continuare a lavorare con serietà, sia per crescere personalmente sia per dare soddisfazione alla squadra, al Presidente e a tutto lo staff, che fin dal primo giorno mi hanno fatto sentire come in famiglia. Quando ti senti apprezzato e sostenuto dare tutto diventa naturale.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
È chiaro che, superati i 18 anni, bisogna iniziare a guardare anche oltre il calcio. Questo me l’hanno sempre fatto capire anche i miei genitori, che mi hanno consigliato di riflettere bene sul futuro, senza però abbandonare quello che amo. Il calcio resta lo sport che mi appassiona più di ogni altra cosa, e continuerò a viverlo con impegno e passione, cercando di togliermi delle soddisfazioni. L’importante è non perdere mai il divertimento e l’amore per quello che si fa: è questo lo spirito con cui voglio continuare.
Che cosa ci può raccontare di quado lei è stato convocato con la Rappresentativa Campania – avete vinto tutte le partite e alzato la coppa -?
Quando ci hanno convocato con la Rappresentativa Campania eravamo in cinque del Mondragone tra gli undici titolari. Abbiamo vinto tutte le partite, io ho segnato circa 5 gol e fatto qualche assist. È stata un’esperienza bellissima, su un palcoscenico importante, eravamo sicuri di noi stessi e alla fine abbiamo alzato la Coppa. Emozioni indimenticabili.
Si ricorda il suo goal più bello?
Ho segnato tanti gol belli, anche se alcuni li ho dimenticati e me li ricordano gli amici. Però scelgo senza dubbio quello con la Juniors (club del Mondragone) feci una rovesciata contro il Casale: vincemmo 1-0 grazie a quel gol perfetto; si trattò di un colpo preciso all’angolino basso. Un momento davvero indimenticabile.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato e accetta le decisioni con serenità?
Con i mister mi sono sempre trovato bene, anche quando non condividevo le scelte. Ho sempre rispettato le decisioni, valutando poi con calma cosa fare, magari a fine stagione o nel mercato di gennaio. Non ho mai creato problemi.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Nello spogliatoio sono una persona semplice. Mi piace divertirmi, ma quando c’è da fare sul serio, abbasso la visiera – come diceva il mio vecchio mister – e punto dritto all’obiettivo. In quei momenti sono molto serio.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?
Il mio pregio è che do sempre il massimo, anche senza fiducia attorno. A volte segno e faccio ricredere chi non crede in me. Il mio difetto? Non mi arrendo mai, voglio sempre vincere e questo a volte può diventare un limite.
Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora?
Se potessi tornare indietro, cambierei poche cose. Da bambino avevo una mentalità un po’ limitata e delle difficoltà a spostarmi, quindi rifiutavo qualche offerta più interessante. Per il resto sono fiero del mio percorso, anche se magari avrei potuto fare di più. Qualche scelta sbagliata o mister hanno limitato i miei successi, ma fa parte del gioco.
Se domani le arrivasse una proposta per giocare fuori dall’Italia, se la sentirebbe di accettare?
Giocare all’estero sarebbe un’esperienza bellissima, ma al momento è difficile, sia per l’età sia per la mia vita qui. Lavoro e sto bene nel mio paese, anche se le offerte dall’estero restano sempre interessanti. In passato ci pensavo spesso, ora un po’ meno.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Il mio sogno più grande è essere felice in campo, continuando a fare quello che amo. All’inizio di ogni stagione sogno di segnare tanti gol e vincere il campionato con la mia squadra. Ora che siamo cresciuti, so che i sogni si realizzano con impegno, e ogni giorno lavoro per avvicinarmi ai miei.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Dedico questa intervista a me stesso, a chi crede in me e al Carinola. Speriamo sia un anno pieno di gioia e successi per tutti noi.
Grazie
28 07 2025
(Tutti i diritti riservati)
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