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mercoledì 22 maggio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

SIMONE

DEJORI

 


 


 

Simone Dejori è nato a   Roma il 14 maggio del 1995    ruolo: difesa, terzino sinistro. Così ci si presenta: 

 

“Ho iniziato con le giovanili nei dintorni da me, poi sono passato, sempre nelle giovanili alla Cisco Roma e questo fino ai 16 anni.

 

Successivamente mi sono trasferito alla Sampdoria. Dopo tre anni che sono rimasto a Genova, ho militato nella Lucchese, Pavia, Bellaria, Fano, Melfi, Lecco, Arconatese, Fiuggi, Cynthia e Cerveteri. 

 

Poi sono andato nell’Umbria, queste le squadre: San Venanzo, Romeo Menti (dove sono attualmente) con una parentesi a Castel Sant’Elia nel Lazio”.

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2023-2024Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

La stagione ancora deve finire. Diciamo che la prima parte di stagione non è andata bene, mentre da dicembre sono tornato dove avevo già giocato alla Romeo Menti. 

 

Qui abbiamo centrato la finale play off perdendola, ora ci saranno gli spareggi per i ripescaggi. Tutto sommato sono soddisfatto anche se resta l’amaro della finale.

 

 

Da come ho saputo lei si trova molto bene nella realtà umbra, come mai?  

 

Beh in Umbria ho militato in due società diverse la San Venanzo e la Romeo Menti. In entrambe le realtà ho trovato bravissime persone dentro e fuori dal campo e c’è voglia di fare calcio per bene ed è quello che mi serviva dopo la lunga pausa dal covid. 

 

La prossima stagione sa dove giocherà. Oppure sta aspettando qualche proposta?

 

Ancora non so dove giocherò l’anno prossimo. Ho ricevuto due offerte, ma molto probabilmente aspetterò un po’ a dare conferme soprattutto con la stagione ancora in corso. 

 






La classica domanda che faccio sempre: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

La passione è iniziata fin da piccolo quando a 4 anni già chiedevo ai genitori quando avrei potuto iniziare la scuola calcio. Ricordo che andavamo a seguire i tornei amatoriali di mio papà e già per me il calcio stava diventando una passione.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Devo tanto alla mia famiglia. Mi hanno sempre supportato senza mai sottovalutare l’importanza dello studio. All’età di 13 anni passavo i pomeriggi con mia madre in giro per i campi di allenamento a Roma,  mangiando un panino dopo la scuola e solo ora posso capire l’incredibile sacrificio che hanno sostenuto i miei genitori.

 

Lei ha un curriculum che potrebbe far invidia a tanti, come si riesce a diventare un bravo giocatore come lei, il talento conta, ma che cos’è più importante oltre al talento?

 

Non parlo di me, ma in generale ho notato che oltre alle qualità serve dedizione impegno e costanza nel raggiungere gli obiettivi. In rarissimi casi ho visto gente arrivare ad alti livelli senza disciplina. 

 

Dopo i 16 anni lei va a Genova, alla Sampdoria, ovviamente lei era giovanissimo, non le mancavano   famiglia e amici?

 

Sì “casa” mi è sempre mancata. Ovviamente nei momenti difficili di un ragazzo di 16 anni non potevo certo chiedere supporto alla famiglia non essendo presente. 

 

Devi iniziare a pensare che qualsiasi cosa accade devi imparare a sbrigartela da solo e i tuoi amici diventano i tuoi compagni di squadra. 

 

Non sono mancati momenti difficili soprattutto il secondo anno che volevo tornare a casa, ma alla fine il tutto è stata un’ottima scuola di vita oltre che calcistica. 



 





Come sono stati questi tre anni a Genova, si era ambientato bene?

 

Sì, Genova è una bella città dove ho passato bellissimi momenti. Il primo anno abbiamo vinto il campionato di Allievi Nazionali e poi sono rimasto due anni di primavera fino alla convocazione in prima squadra dell’allora mister Mihajlović. 

 

Lei è stato nella mia città; Fano, ci può raccontare qualcosa di questa esperienza?

 

Su Fano non posso che spendere belle parole. Ovviamente essendo stato un campionato terminato con la vittoria play off e la salita in serie C tutto è stato tutto più bello ed emozionante. Ancora oggi ho diversi amici e capita di passare da quelle parti a trovare soprattutto il mio ex compagno Allegrini. 



 




Lei ha giocato in tante squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Gli ultimi anni in Umbria hanno lasciato bei legami. In passato conservo ricordi positivi soprattutto a Lecco, Fano, Lucca ed Arconate.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Non sono un grande appassionato di altri sport dico la verità, mi piace la pallavolo avendo una sorella nel settore e mi dà piacere quando posso seguire le sue partite.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Attualmente difensore centrale ma ho giocato anche come terzino a sinistra o quinto di centrocampo. 

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Cerco sempre di mediare tra le scelte degli allenatori e il mio pensiero. Lascio spesso correre le situazioni anche se non nascondo che a volte dico la mia “senza veli”. 



 




Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Sono aperto a capire le necessità ed esigenze dei compagni. Soprattutto di dare una parola di conforto o una battuta ai ragazzi più giovani, questo quando vedo una tensione eccessiva. 

 

Se domani ricevesse un’importante chiamata da un club estero, partirebbe immediatamente con la sua famiglia o invece ci penserebbe su?

 

Attualmente no. In passato ho avuto una finestra all’estero, ma preferii rimanere in Italia. Quando si cambia nazione non è mai facile ambientarsi. 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Sono la base del quotidiano. Avendo ora un figlio ho capito davvero quanto conta la famiglia. Gli amici sono la mia seconda famiglia, ma crescendo il tempo per stare insieme non è lo stesso di una volta, l’importante è sapere che ci sono. 

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedico alla mia famiglia che ogni domenica so che sono lì in tribuna a sostenere la squadra dove gioco.

 

Grazie 

 

22  05    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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