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mercoledì 1 maggio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

ANTONIO

DELL’ATTI 

 




 

Antonio Dell’Atti, abita a Lecce e ha 43 anni, è un allenatore UEFA B e match analyst professionista, come esperienza è stato allenatore in serie D, è stato collaboratore per allenatori e società professionistiche di serie A e B, italiane ed estere. Attualmente è un consulente del mercato estero per società di serie A e B.

 

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sono in questo mondo da 40 anni, sin da piccolo e ho sempre portato avanti questa passione.

  

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Ti posso dire che mi hanno lasciato libero di fare ciò che mi piaceva, però il loro occhio era attento sullo studio.



 




Sappiamo che da giovane lei ha giocato a calcio, poi decide di smettere, come mai

 

I motivi: una serie di infortuni e dovevo stare vicino a mio papà che era malato.

 

Ad un certo punto lei riesce a diventare allenatore della serie D, quante squadre ha allenato?


San Severo e Sestri Levante.

 

Secondo lei qual è la qualità maggiore che deve avere un allenatore?

 

Equilibrio. Non esaltarsi troppo quando le cose vanno bene e non deprimersi quando non girano bene.



 


 


Altro salto importante è l’essere stato collaboratore perallenatori e società professionistiche di serie A e B, italiane ed estere, nello specifico in cosa consisteva il suo lavoro?

 

Ho lavorato sia come collaboratore tecnico (studiavo le squadre avversarie) e sia come osservatore.

 

Attualmente lei è un consulente del mercato estero per società di serie A e B, come si svolge la sua giornata lavorativa? 

 

Guardando partite innanzitutto, poi rapportandomi con i club per capire quali sono le loro esigenze per il prossimo mercato e capire quali sono le condizioni economiche.



 


 



Generalmente quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente

 

Personalità, scelte nelle giocate, comprensione del gioco.

 

Che rapporti ha con gli allenatori, dirigenti sportivi e i presidenti di club? 

 

Ottimi rapporti, con alcuni ho rapporto stretto e di stima e fiducia reciproca.

 

Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Nel calcio come nella vita esistono gli altri e bassi, io lavoro per far sì che i gli alti siano maggiori dei bassi.

 

Dal punto di vista lavorativo qual è il suo più grande difetto e il suo più grande pregio? 

 

La testardaggine, però è anche il mio più grande pregio.

 

 


Come mai il calcio italiano non riesce più a esprimere quei grandi talenti del passato?

 

Penso che negli anni precedenti si lavorasse più dal punto di vista della base tecnica dei ragazzi sin da piccoli, ed in maniera eccessiva  dal punto di vista tattico.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Tennis e basket.

 


Un sogno per il futuro?

 

Ne ho tanti ancora.

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

La dedico  al mio papà che mi ha lasciato tanti insegnamenti.

 

 

Grazie 



02  05     2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

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