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mercoledì 20 settembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCESCO

LA GATTI

      

 


 

 

 

 Francesco Li Gatti un giocatore   di Pagani   e così si presenta: “ 

 


Mi chiamo Francesco La Gatti e sono  nato 8 novembre del 2002 a Nocera Inferiore, ho iniziato con la scuola calcio Franco Della Monica, il mister è stato anche ex giocatore, passando per altre scuole calcio come, quale il Tiki Taka, ho avuto la fortuna di conoscere il mister Vincenzo Scoppetta.

 

 Voglio menzionarlo perché è stato un grande istruttore sia nella vita che nel calcio. Nel 2019 sono andato alla Juniores di Castel San Giorgio per un anno, poi l’anno successivo, 2020, decido di partecipare a un raduno, successe che per puro caso un mio caro amico mi portò con lui per il mercato San Severino, purtroppo presero solo me, il mister si chiama Antonio Gargiulo- Iniziai l’anno da under, solo che per mia sfortuna era l’anno del Covid, quindi facemmo solo 5 partite, decisero di fare un mini torneo a cui non partecipai per mia scelta. 

 

Nel 2021 sono andato a Vico Equense, eccellenza, ho disputato tutte le partite con il mister Cristian Ferrara, poi per una situazione che mi capitò me ne andai quando mancavano 6 partite alla fine della stagione, mi trasferì immediatamente al Sant’Antonio Abate, squadra allenata dal mister Vincenzo Criscuolo, feci 4 presenze su 6 partite. Nel 2022 mi vengo chiamato dal mister Antonio Gargiulo (lo era già stato come ho scritto precedentemente) in prima categoria all’Atletico Pagani, è andata nel miglior dei modi, abbiamo vinto i play off conquistando la promozione, e ho giocato tutte le partite tranne alcune per squalifica. 

 




 


 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Nella mia stagione 2022 2023 non voglio dire che non mi ritengo soddisfatto, ma non del tutto, generalmente perché tengo a dare sempre il meglio di me stesso, è vero che ho dato tutto, ma avrei potuto, raggiungere obiettivi più alti. 

 

Sappiamo che lei a fine stagione ha subito un infortunio, quand’è successo? E come sta in questo momento?

 

Ho subito due infortuni: il primo riguarda la frattura alla caviglia e poi ho subito dopo una lesione di 4 cm al retto femorale, questo è successo prima della finale dei playoff, ecco che subisco l’infortunio al retto femorale. dopo che mi sono ripreso dalla frattura. In questo momento sto bene, ancora, però, sono in cura al centro Carmando di Salerno, tra l’altro il professore lavora con la salernitana, spero a ottobre di essere pronto.

 

 




Quando lei si sarà ristabilito completamente, si è fatto già un’idea in quale squadra le piacerebbe andare?

 

Non mi sono fatto un’idea in che squadernare, avevo preso accordi con l’Atletico Pagani per giocare un altro anno, solo che l’infortunio della lesione è durato più del previsto, per questo ho preso un accordo con  la squadra Vico – si trova in prima categoria - si allena sul campo della Palmese a Palma Campania, poi a dicembre si vedrà. 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Non l’ho scoperto, l’ho sempre saputo dentro di me che il calcio è la passione della mia vita, non a caso gioco da quando avevo 4 anni.

 

Nelle squadre dove lei ha giocato a quale è rimasto molto legato?

 

La squadra alla quale sono molto affezionato e legato è l’Atletico Pagani, si tratta di una società che ha all’interno persone “grandiose”.

 

 

Perché durante l’anno del Covid lei ha deciso di non partecipare al mini torneo?

 

Durante l’anno del Covid ho deciso di non partecipare perché io stesso ho avuto il Covid per un lungo periodo, successivamente ho preferito allenarmi da solo.


 





Ho intervistato il mister Cristian Ferrara e il giocatore Mario Corrado, che cosa mi sa dire di loro?

 

Per quanto riguarda l’allenatore Cristian Ferrara posso dire che è persona umile, generosa e molto competente, mi ha dato grande fiducia è per questo lo ringrazio, invece Mario Corrado, terzino, non posso che dire bene, è un ragazzo d’oro con una grande voglia di fare, di vincere, è umilissimo, è stato grande anno quello che abbiamo giocato assieme; sono molto legato.


Secondo lei perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Io penso che nel calcio almeno nella serie dilettantistica a partire dall’eccellenza sino a scendere in terza categoria non lo si fa per i soldi, ma per passione, ovviamente alcuni hanno avuto un cammino calcistico più lungo, dalla serie C sono saliti sino ad arrivare in serie A, in conclusione c’è chi lo fa per passione, e molto altri solo per soldi infatti, basta vedere quelli che si sono   trasferiti in Arabia Saudita.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io ho iniziato come mezzala poi sono passato come terzino è ora è il mio ruolo.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Nel gruppo di squadra visto che sono ancora giovane mi piace ascoltare i consigli che mi danno, anche perché sono più esperti e io apprezzo quello che mi suggeriscono di fare.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Non so risponderti sul pregio e sul difetto, però a pensarci bene ho solo un pregio: ho voglia di vincere!

 

Il suo goal più bello?

 

È successo quando anticipai il portiere, anticipai il portiere con la testa in scivolata in tuffo dopo aver ricevuto un cross in mezzo a volo.



 




Se dovesse ricevere una chiamata per un club estero, partirebbe il giorno dopo oppure ci rifletterebbe per qualche giorno?

 

Se dovessi ricevere una chiamata per un club estero non aspetterei un solo istante: partirei immediatamente.

 

Un sogno per il futuro?

 

Il mio sogno? Arrivare dove nessuno se lo sarebbe mai aspettato

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Questa intervista la dedico a mia mamma che ha sempre creduto in me dedicare e a Vittorio Somma, “bomber in tutto” e per è maestro di vita, sono molto legato è come un fratello, oltre a essere un grande capitano.

 

 

La ringrazio 

 

 

 20 Settembre    2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 12 settembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

AMBROGIO

SORRISO

 



     

 

Ambrogio Sorriso è un giocatore di Napoli nato del 1994   e cosi ci si presenta: 

 

“Le mie scuole calcio sono state queste tre: Rinascita, Virtus Vesuvio e Corallini.

 

Dopo la scuola calcio sono andato alla Juve Stabia che è stato vero e proprio trampolino di lancio per me,  mi ha portato a giocare e a sottoscrivere contratti in seri B con la Juve Stabia e il Novara, con la serie C San Marino e Pro Patria, in D con la  Turris, Gragnano, Puteolana,  San Severo, Marina di Ragusa, in  eccellenza con il  Sant’Antonio, Abate Angri, Mondragone, Grotta Cervinara, Palmese, Forio d’Ischia,   attualmente gioco con il Venafro, un ringraziamento particolare alla  mia famiglia,  mi ha aiutato molto a non mollare mai” 

 









La prima domanda com’è terminata la stagione calcistica 2022 -2023? Soddisfatto delle sue prestazioni?

 

L’ultima stagione è terminata molto bene, abbiamo raggiunto un importante obbiettivo è fatto il record di punti sull’isola di Ischia Forio; peccato aver incontrato persone che alla fine si sono rivelate “marce dentro,” ma va bene così l’importante è il campo, anche se io tengo molto ai rapporti umani.

 






Quest’anno lei milita nell’Unione Sportiva Venafro 1966, emozionato? 

 

Sono sempre emozionato in qualsiasi squadra che gioco dal momento in cui sottoscrivo un contratto, l’emozione è dovuta al fatto che il calcio è la mia passione e quando sono in quel prato verde tutto si spegne.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho scoperto sin da subito avevo quatto anni quando ho iniziato, adesso ne ho 29 e sono 25 anni di pura passione e tanto tanto sacrifico che in molti non capiscono.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori, soprattutto mio padre, sono sempre stati al mio fianco in qualsiasi decisione giusta o sbagliata che io ho intrapreso nel percorso del calcio. Quindi mi ritengo fortunato e li ringrazio per avermi dato appoggio incondizionato per quello che è accaduto in tutto questo tempo della mia carriera. 



 




Lei è un giocatore che ha raggiunto dei grandi obbiettivi, tanti ci provano, ma pochi ci riescono, questo suo successo a cosa è dovuto?

 

Sì, è vero, ho firmato contratto importanti e ho vissuto dei bei  momenti e  delle emozioni che mi rimarranno impressi nel cuore: la firma in serie B i prestiti in C, le piazze gloriose in cui sono stato, devo anche dire che potevo fare molto molto di più, ma tante cose le ho sbagliate,  sai a 18 anni non è semplice stare in un mondo del genere, ma non mi pento di nulla non sarei la persona che sono adesso dopo tutto questo tempo.

 

Lei è stato in serie B, serie C, ha girato l’Italia, intera, c’è una squadra che ricorda con maggior piacere?



Le squadre che ricordo con maggior piacere sono Juve Stabia da dove tutto è partito, il Novara, l’Angri, la Turris, la Puteolana tutte piazze che non hanno niente a che vedere con il dilettantismo,  ma meriterebbero di essere calcate da dei professionisti.

 

Lei ha lasciato giovanissimo la sua città, non sentiva, la mancanza di casa, degli amici, del vivere quotidiano?

 

Ho lasciato giovanissimo casa, inizialmente la mancanza è una cosa normale, ma poi ti ci abitui se hai un obbiettivo cerchi di portarlo a termine fino alla fine.



 




Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo? Cerca di motivare i compagni assumendo un ruolo guida, oppure ascolta quello che gli altri hanno da dire?

 

Nel gruppo sono sempre il motivatore, quello che si prende le responsabilità in tutti i sensi e cerco di dare una mano.

 

Lei è giovane, ha ancora molto da dare a questo sport, dove vuole arrivare?

 

Per dove voglio arrivare io, ti posso dire che sono molto ambizioso anche a 29 anni, ma la cosa più bella sarebbe che i miei figli mi vedessero giocare visto che ho due bimbi piccoli.



 






Intervistando diversi giocatori ho sentito spesso questa frase: “Non sono riuscito ad arrivare perché non ho avuto il procuratore adatto, oppure non ho avuto le giuste conoscenze, infine ho avuto un brutto infortunio” Tutti “hanno avuto” qualcosa che non gli avrebbe permesso di arrivare, secondo lei dove sta la verità?

 

Molti si nascondono dietro agli errori che hanno fatto attribuendo le colpe agli altri, io ti dico che ho sbagliato molto, poi  qualche episodio negativo l’ho avuto,  ma è stato una conseguenza dei miei errori. La verità sta nel mezzo, perché tutti sbagliamo.

 







Fra le tante partite che ha giocato, qual è la migliore in assoluto?

 

Tra le tante partite che ho giocato ce ne sono tante, non ce n’è una in particolare, sicuramente aver giocato in piazze del genere mi faceva venire i brividi.

 

Da diverso tempo il calcio italiano sembra essere entrato in una crisi profonda, sabato abbiamo pareggiato con la Macedonia del Nord, senza nulla togliere alla Macedonia, come mai non riusciamo a raggiungere altri risultati?

 

Il calcio italiano non punta più sui giovani si nota dal fatto che all’estero giocano ragazzi di 16 17 anni in pianta stabile in prima squadra, mente in Italia a 20 anni sei ancora acerbo; è un discorso molto ampio da affrontare.

 


 




Visti i suoi successi, che consigli darebbe a un ragazzo che volesse intraprendere la carriera di calciatore?

 

 Il consiglio che posso dare ai più giovani e di crederci sempre in qualsiasi circostanza,  è il lavoro e alla base di tutto e per arrivare a certi livelli ci voglio sacrifici e umiltà.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia è tutto. 

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la dedico alla mia famiglia. Mi ha sempre dato la forza per andare avanti. Inoltre la dedico ai miei fratelli, alla mia compagna e ai i miei figli.

 

Grazie Paolo è stato un piacere raccontarti la mia storia

 

 

 

 

12 Settembre    2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 9 settembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GAETANO

BORRIELLO

 


 


 

 


 

 

Gaetano Borriello, di Napoli è allenatore e osservatore di calcio, così ci si presenta: “Mi chiamo Gaetano Borriello e sono nato a Napoli nel quartiere Barra.

 

La mia passione per il calcio inizia nel lontano 1997, un amico mio di nome Ercole che allenava in una scuola calcio di nome Ansaldo Brera, mi chiese se potevo dargli una mano.

 

Da quel momento è iniziato il mio percorso calcistico, che è poi la mia più grande passione. Tante sono le persone che ho conosciuto durante questo percorso, il presidente della scuola calcio Peppe Abbagnale e Mister Manco venuto a mancare un po’di tempo fa. Il presidente Abbagnale, sempre disponibile, Mister Manco tanti insegnamenti da loro e così la passione per il calcio è aumentata.  

 

Nel 2002 approdo al centro Ester, una scuola calcio molto importante, lì conobbi mister Frezza Salvatore un grande competente del calcio moderno, mi presi il brevetto di allenatore educatore di scuola calcio, feci varie esperienze con gruppi calcistici tra cui il calcio femminile, come allenatore in seconda, poi nel gruppo 96 conobbi il mio miglior amico Ciro Ibello.

 

Nel 2013 decido di lasciare il centro tramite un amico Michele Tutino intrapresi la passione come osservatore di ragazzi.

 

 

Tramite Michele mi presento il responsabile del centro sud, il fratello di Pietro Lo Monaco, il direttore del Catania Calcio, Ernesto Lo Monaco e da lì inizio la mia esperienza come osservatore, poi conobbi il direttore Antonio Perrillo, scopritore di tanti talenti, una carriera passata con l’Avellino come osservatore e con il commendatore  Sibilia come direttore: tra i giocatori, Grieco, Calderisi, Monaco, tanti giocatori scoperti da lui. 

 

Ora mi diverto in prima categoria, svolgendo l’allenatore in seconda".

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa: l’amore per il calcio è stato a prima vista oppure è aumentato durante la sua carriera da allenatore?

 

Ti posso dire che sin da piccolo sono stato innamorato di questo sport.

 

Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Più che allenatore ero proiettato ero proiettato ad infondere nei ragazzi lo spirito di aggregazione, che significa fare gruppo e socializzare.

 

Com’è stata la sua esperienza lavorativa al centro Ansaldo Brera?

 

L’Ansaldo Brera sponsorizzava la scuola calcio di cui era presidente Peppe Abbagnale, era molto solidale con le famiglie meno fortunate, lì è iniziata la mia esperienza calcistica.

 

Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

 Direi essere un buon psicologo (cerco di capire fattori umani), poi vengono le varie conoscenze calcistiche e il mettersi a disposizione delle esigenze del calciatore.



 




Nel 2002 lei inizia a collaborare con il centro Ester, da come ho capito si è trattata di un’esperienza importante. Che cosa ci può raccontare a proposito di quello che ha fatto in questo centro?

 

Ti posso dire che mi sono formato come allenatore ed educatore, ho conosciuto diverse persone che mi hanno aiutato nel mio percorso di formazione, voglio menzionare due persone molto care, il mister Antonio Manco e il mister Salvatore Frezza.

 

Secondo lei, è molto diverso allenare una squadra femminile da una maschile?

 

No, i metodi sono gli stessi.

 

Durante questo periodo lei conosce una persona importante, tra l’altro come lei ci illustra, è il suo miglior amico: Ciro Ibello, che è stato intervistato per questa testata, quali sono le migliori qualità di signor Ibello?

 

Ciro Ibello è una persona umile e seria, è molto conosciuto dalle varie società sportive come direttore sportivo, inoltre conosce tanti ragazzi e loro lo stimano molto, come amico non lo cambierei con nessuno.

 

Nel 2013 inizia una nuova fase, diventa osservatore. Ci può dire qualcosa a riguardo?

 

Esatto, inizia nel 2013 ho conosciuto: Tutino Michele, che è anche mio amico, Perillo Antonio (è stato direttore e osservatore) infine menziono Salvatore Toma; non posso che ringraziarli per le belle esperienze che ho vissuto.

 

Immagino che sia facile fare l’osservatore calcio, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedicava a vedere le partite?

 

Le partite le vedevo il sabato e la domenica, generalmente rimanevo sino al primo tempo, e poi di corsa per andare in un altro stadio. 

 






Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Diciamo la personalità, il carisma e la tecnica.

 

Successi e delusioni, nella sua professione, si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Per me nel calcio non esistono delusioni, un risultato non cambia di certo la vita di un bambino. Il calcio è un gioco dove tutti si possono divertire tranne i genitori!

 

 






Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, dal punto di vista del suo essere un allenatore? 

 

Il mio difetto? Essere sempre chiaro nelle situazioni che di fronte a me. Il mio pregio? Ho dato tutto me stesso per i ragazzi.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo 

 

Giovanni Di Lorenzo per la sua storia calcistica. Ha sempre lottato e creduto in quello che faceva. 

 

Secondo lei come mai la nazionale italiana di calcio non si è qualificata per ben due volte consecutive (eppure una volta noi eravamo i maestri di questo sport)?

 

Io penso che nella nostra nazionale  ci siano troppi “muri” e interessi.

 

Che cosa le ha dato il calcio sino a questo momento e che cosa le ha tolto?

 

Direi che il calcio mi ha dato e mi ha fatto crescere e sviluppare una grande umanità nei confronti delle persone in generale.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A tutte le persone che ho conosciuto. 



Grazie 

 

 


09 Settembre    2023

 

(Tutti i diritti riservati)