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Visualizzazione post con etichetta allenatore. Mostra tutti i post
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sabato 28 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MATTIA 

DI LORETO 

 



 

 

 


Il direttore sportivo di calcio  Mattia Di Loreto così ci si presenta: “Sono nato a Rieti il 13 settembre del 1995. Attualmente abito a Borgo Velino un paese in provincia di Rieti. Inizio la mia avventura nel calcio come portiere, dopo varie esperienze calcistiche nelle serie dilettantistiche, stavo coltivando nel frattempo la mia passione come dirigente calcistico, decido di smettere causa di un brutto infortunio e da lì ha inizio la mia avventura come scout.  

 

Ho lavorato come scout nella Sambenedettese, successivamente ho lavorato per un procuratore sempre nell’ abito dello scouting. Dopodiché inizio la mia avventura come direttore sportivo, la prima squadra che mi da l’opportunità è la BF sport una società di Rieti che milita in promozione, ho lavorato nell’ area scouting del direttore Panfili.  Poi mi è stata offerta la possibilità di fare il direttore sportivo nell’ Amatrice calcio squadra che si trova nel girone B del campionato laziale di promozione.

In questo momento lavoro  per il club: S.S.A. Rieti (eccellenza girone A)".

 

  

Come prima domanda le voglio fare questa: come si è conclusa la scorsa stagione calcistica?

 

La stagione passata si è conclusa con una grandissima cavalcata che ci ha visto vincere il campionato a due giornate dalla fine.

 







Il campionato in corso invece come sta andando?

 

Stiamo rispettando le aspettative iniziali di una squadra neopromossa e, a parte qualche “inciampo” che può comunque verificarsi in ogni team, posso dire che stiamo facendo bene. 

 

A giugno se non erro la Nuova Rieti Calcio e Amatrice Calcio hanno raggiunto un accordo di collaborazione, L’Amatrice Calcio si trasformata in S.S.A. Rieti, per chi non conosce bene la realtà calcistica di queste due squadre, come mai si è arrivati a questa, chiamiamola fusione?

 

Più che una fusione è nata una collaborazione con la nuova Rieti calcio dando vita a una nuova società che ha preso il nome di SSA Rieti.  La nuova Rieti calcio era una fresca vincitrice della terza categoria mentre l’Amatrice veniva da una vittoria del campionato di promozione. Si è presa la decisione di una collaborazione nel momento in cui si è voluto dare vita a una categoria importante per la città di Rieti. Le varie dinamiche interne poi non saprei spiegarle bene dato che si è occupato del tutto il Presidente in prima persona.



 




Da circa 15 giorni non si fa che parlare e discutere del calcio scommesse, perché secondo lei alcuni giocatori arrivano a fare quello che hanno fatto? Non si rendono conto di quello che rischiano e dei mesi di stop a cui andranno incontro?

 

Credo che la ludopatia in senso generale sia una malattia che sta intaccando la nostra società e le persone che hanno questo problema vanno aiutate assolutamente. Riguardo i calciatori credo che sia dovuto al troppo tempo libero, inoltre, alcuni di loro non si rendono conto di non essere un buon esempio per molti ragazzi che si apprestano a praticare questo sport. Credo che la malattia che li “affligge” gli spenga ogni freno inibitorio non facendoli rendere conto di quello a cui vanno incontro come un possibile stop calcistico. 

 

Com’è la sua giornata lavorativa?

 

Vivo 24h al giorno di calcio, quel poco tempo libero lo sfrutto per guardare le partire e prendere informazioni sui vari calciatori e i vari campionati.

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

In un calciatore guardo, al di là delle doti naturali, la personalità che ha in campo nell’arco dei 90 minuti. 

 

Non ci siamo qualificati per la terza volta ai mondiali di calcio, speriamo di giocare agli europei, che cosa non va nella nostra nazionale (eppure diversi anni fa eravamo un modello da seguire, se così possiamo dire)?

 

Mi auguro che la nazionale possa qualificarsi a questi europei altrimenti la delusione sarebbe doppia dopo la mancata qualificazione al mondiale. In questo momento manca talento alla nostra nazionale dovuta, a parer mio, alla mancata valorizzazione dei giovani calciatori italiani nei vari settori giovanili dove ormai si da più importanza al calciatore “straniero”. 

 

Diversi anni fa, 28 più o meno, tutte le squadre giocavano alla domenica, poi con l’avvento delle Pay tv si è iniziato a giocare alla sera, solo una squadra di campionato, oggi tutto è diverso. Questo modo di fare non genera confusione (non si gioca più di domenica, ma tutti i giorni)?


Si crea molta confusione, per me il calcio è la domenica.







 


In questo momento che cosa le stando dando il calcio e cosa le sta togliendo?

 

Il  calcio mi sta dando tanto e mi ha aperto orizzonti che prima non conoscevo, allo stesso tempo mi sta togliendo un po’ di vita privata ma, onestamente, lavorare nel calcio è stato sempre il mio obiettivo e per questo non mi lamento affatto. 

 

Il giocatore più forte del momento per lei chi è?

 

Jude Bellingham, calciatore del Real Madrid.

 

Si aspettava che il Napoli vincesse lo scudetto lo scorso anno?

 

All’inizio ero un po’ scettico ma poi vedendolo giocare dal vivo in una partita ho capito che poteva vincere il campionato. 

 

Dovesse ricevere una telefonata per fare il direttore sportivo in un club estero, partirebbe immediatamente oppure ci penserebbe su? 

 

Ci penserei seriamente anche se l’idea di lavorare all’estero mi intriga molto. 

 

Qual è il suo maggior pregio (a livello della sua professione)?

 

 Credo sia la sincerità e la trasparenza. 

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Alla mia ragazza che mi sostiene sempre insieme a tutta la mia famiglia, e a tutto il mio staff dirigenziale e tecnico con cui condivido le mie giornate lavorative.

 


 Grazie e buon lavoro.

 


28   ottobre 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

sabato 9 settembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GAETANO

BORRIELLO

 


 


 

 


 

 

Gaetano Borriello, di Napoli è allenatore e osservatore di calcio, così ci si presenta: “Mi chiamo Gaetano Borriello e sono nato a Napoli nel quartiere Barra.

 

La mia passione per il calcio inizia nel lontano 1997, un amico mio di nome Ercole che allenava in una scuola calcio di nome Ansaldo Brera, mi chiese se potevo dargli una mano.

 

Da quel momento è iniziato il mio percorso calcistico, che è poi la mia più grande passione. Tante sono le persone che ho conosciuto durante questo percorso, il presidente della scuola calcio Peppe Abbagnale e Mister Manco venuto a mancare un po’di tempo fa. Il presidente Abbagnale, sempre disponibile, Mister Manco tanti insegnamenti da loro e così la passione per il calcio è aumentata.  

 

Nel 2002 approdo al centro Ester, una scuola calcio molto importante, lì conobbi mister Frezza Salvatore un grande competente del calcio moderno, mi presi il brevetto di allenatore educatore di scuola calcio, feci varie esperienze con gruppi calcistici tra cui il calcio femminile, come allenatore in seconda, poi nel gruppo 96 conobbi il mio miglior amico Ciro Ibello.

 

Nel 2013 decido di lasciare il centro tramite un amico Michele Tutino intrapresi la passione come osservatore di ragazzi.

 

 

Tramite Michele mi presento il responsabile del centro sud, il fratello di Pietro Lo Monaco, il direttore del Catania Calcio, Ernesto Lo Monaco e da lì inizio la mia esperienza come osservatore, poi conobbi il direttore Antonio Perrillo, scopritore di tanti talenti, una carriera passata con l’Avellino come osservatore e con il commendatore  Sibilia come direttore: tra i giocatori, Grieco, Calderisi, Monaco, tanti giocatori scoperti da lui. 

 

Ora mi diverto in prima categoria, svolgendo l’allenatore in seconda".

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa: l’amore per il calcio è stato a prima vista oppure è aumentato durante la sua carriera da allenatore?

 

Ti posso dire che sin da piccolo sono stato innamorato di questo sport.

 

Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Più che allenatore ero proiettato ero proiettato ad infondere nei ragazzi lo spirito di aggregazione, che significa fare gruppo e socializzare.

 

Com’è stata la sua esperienza lavorativa al centro Ansaldo Brera?

 

L’Ansaldo Brera sponsorizzava la scuola calcio di cui era presidente Peppe Abbagnale, era molto solidale con le famiglie meno fortunate, lì è iniziata la mia esperienza calcistica.

 

Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

 Direi essere un buon psicologo (cerco di capire fattori umani), poi vengono le varie conoscenze calcistiche e il mettersi a disposizione delle esigenze del calciatore.



 




Nel 2002 lei inizia a collaborare con il centro Ester, da come ho capito si è trattata di un’esperienza importante. Che cosa ci può raccontare a proposito di quello che ha fatto in questo centro?

 

Ti posso dire che mi sono formato come allenatore ed educatore, ho conosciuto diverse persone che mi hanno aiutato nel mio percorso di formazione, voglio menzionare due persone molto care, il mister Antonio Manco e il mister Salvatore Frezza.

 

Secondo lei, è molto diverso allenare una squadra femminile da una maschile?

 

No, i metodi sono gli stessi.

 

Durante questo periodo lei conosce una persona importante, tra l’altro come lei ci illustra, è il suo miglior amico: Ciro Ibello, che è stato intervistato per questa testata, quali sono le migliori qualità di signor Ibello?

 

Ciro Ibello è una persona umile e seria, è molto conosciuto dalle varie società sportive come direttore sportivo, inoltre conosce tanti ragazzi e loro lo stimano molto, come amico non lo cambierei con nessuno.

 

Nel 2013 inizia una nuova fase, diventa osservatore. Ci può dire qualcosa a riguardo?

 

Esatto, inizia nel 2013 ho conosciuto: Tutino Michele, che è anche mio amico, Perillo Antonio (è stato direttore e osservatore) infine menziono Salvatore Toma; non posso che ringraziarli per le belle esperienze che ho vissuto.

 

Immagino che sia facile fare l’osservatore calcio, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedicava a vedere le partite?

 

Le partite le vedevo il sabato e la domenica, generalmente rimanevo sino al primo tempo, e poi di corsa per andare in un altro stadio. 

 






Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Diciamo la personalità, il carisma e la tecnica.

 

Successi e delusioni, nella sua professione, si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Per me nel calcio non esistono delusioni, un risultato non cambia di certo la vita di un bambino. Il calcio è un gioco dove tutti si possono divertire tranne i genitori!

 

 






Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, dal punto di vista del suo essere un allenatore? 

 

Il mio difetto? Essere sempre chiaro nelle situazioni che di fronte a me. Il mio pregio? Ho dato tutto me stesso per i ragazzi.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo 

 

Giovanni Di Lorenzo per la sua storia calcistica. Ha sempre lottato e creduto in quello che faceva. 

 

Secondo lei come mai la nazionale italiana di calcio non si è qualificata per ben due volte consecutive (eppure una volta noi eravamo i maestri di questo sport)?

 

Io penso che nella nostra nazionale  ci siano troppi “muri” e interessi.

 

Che cosa le ha dato il calcio sino a questo momento e che cosa le ha tolto?

 

Direi che il calcio mi ha dato e mi ha fatto crescere e sviluppare una grande umanità nei confronti delle persone in generale.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A tutte le persone che ho conosciuto. 



Grazie 

 

 


09 Settembre    2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 7 agosto 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

CRISTIAN 

FERRARA

 

 






    

 

Cristian Ferrara (5 giugno 1982) di Salerno, dal 1998  come giocatore ha militato nei seguenti club: Cavese 1919 S.R.L. Capezzano Neugeburt 85, Riop Sangiuseppe, Bertoni Calcio, Aequa Calcio, Città di Vico Equense, Baronissi Calcio, Saviano, Abriola 90 Ricigliano, Sassano Calcio, Saviano, Portici 1906, Portici 1906, Agropoli, Montecorvino Rovella, Baia 2006, Calpazio, Policoro Heraclea, Calpazio, Policoro Heraclea, Policoro Heraclea, Policoro Heraclea, Real Metapontino, Real Tolve, Real Tolve, Soccer Lagonegro 04, Ebolitana 1925 S.R.L. Real Pontecagnano Faiano, Picciola, Picciola.

Come allenatore, ha l’abilitazione Licenza UEFA B, Corso di formazione Milan Accademy (presso il settore giovanile AC Milan), queste le squadre che ha allenato: Salernitana calcio 1919 (2020-2021)primavera  allenatore in seconda, poi A.S.D. Vico Equense Calcio 1958 2021-2022, campionato di Eccellenza, Campana, prima parte dell’anno 2022 2023 alla F.C. Sarnese Promozione Campania, seconda parte dell’anno vice allenatore all’Angri calcio,  infine nel 2020-2022 è stato allenatore per calciatori professionisti/dilettanti senza contratto durante il pre-ritiro Pre-Campionato.

 

 


 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto dei risultati?

 

Mi devo ritenere soddisfatto per il lavoro svolto e per l’obiettivo raggiunto con l’U.S. Angri 1927, visto che abbiamo raggiunto la salvezza nell’ ultimo match casalingo. 

 






La prossima stagione quale squadra allenerà?

 

La prossima stagione ancora non sono collocato in nessun club, se non prima recupero a pieno regime dall' infortunio al 100%.

 

 Durante la stagione 2022-2023 durante un allenamento lei ha subito un infortunio, com’è successo?

 

Sì, il 29 marzo durante una seduta mi sono sentito tirare giù senza capire cosa stesse succedendo, ricordo solo il rumore del tendine che si staccava rompendosi totalmente, ma gli infortuni fanno parte del gioco e solo chi non si mette in discussione non rischia.




 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Avevo 4 anni quando inizia a correre dietro un pallone.

Sin da subito nacque un amore a prima vista, diventò il mio migliore amico che ancora oggi mi accompagna nelle mie avventure calcistiche, senza quel amore ad oggi non saprei come sarebbe stato il mio cammino nello sport.

 








I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori volevano che io fossi felice, senza pormi freni di nessun genere, certo allo sport di pari passo c’era lo studio, se le cose non camminavano sullo stesso binario sarebbero iniziati i problemi per me.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

La verità diverse sono le squadre dove sono rimasto molto legato; una di queste è la Vico Equense prima da calciatore poi da allenatore, ho ricordi bellissimi, ne ricordo altre come: Policoro Real, Metapontino, Picciola, Ebolitana e le altre dove ho militato, diciamo che sono rimasto legato a quasi a tutte le società perché hanno dato la possibilità di esprimermi e farmi conoscere.



 




Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Negli ultimi anni da calciatore nella mia mente avevo gia l’idea di guidare un giorno una squadra di calcio di qualsiasi categoria, me lo sentivo già dentro, in campo e fuori ero un leader offrendo consigli a tutti i giocatori.

 

Lei ha un corso di formazione che lei ha svolto presso l’A.C. Milan che cosa ha imparato di fondamentale? 

 

il percorso fatto in questa scuola calcio per me e stato davvero fondamentale, mi sono confrontato con allenatori al top, e mi sono formato sotto la guida di tecnici professionisti.

 

Questi ancora oggi lavorano con i grande club della serie A, la cosa fondamentale che ho imparato è stata la perseveranza.




 





Lei è stato anche alla Salernitana, come allenatore in seconda, un’esperienza importante è così?

 

Alla Salernitana stavo continuando il mio percorso iniziato con il Milan, il salto in primavera anche solo come collaboratore mi ha dato modo di confrontarmi con allenatori di serie A quali: Roberto Beni Mariano e Matteo lombardo.

 

Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

Un allenatore per me deve avere più di una qualità: in primis tanto equilibrio, ma soprattutto tanta pazienza, egli è un vero e proprio gestore, ovviamente il suo compito è quello di disegnare un gruppo di lavoro conforme tra le varie componenti.

 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

il calcio non mi ha tolto nulla anzi è stato un percorso a senso unico mi ha dato la possibilità di diventare quello che sono oggi: un uomo.




 




    Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

Prima della gara cerco di trasmettere molta tranquillità ai miei atleti, il mio vero compito è durante la preparazione settimanale della partita e lì che incido molto, ad esempio mettendo a disposizione quei mezzi che i calciatori dovranno utilizzare il giorno della gara.

 

 Un suo pregio e un suo difetto (dal punto di vista calcistico è ovvio, quand’era giocatore)? 

 

Non le so dire cerco sempre di fare in modo che siano gli altri a esprimersi nei miei confronti, di sicuro ho pregio molto forte:  è  quello di dare  l’anima in ogni cosa che faccio, difetti ne ho, ma come espresso precedentemente, lascio agli altri giudicarmi. 




 





Un sogno per il futuro?

 

Il mio sogno è quello di dare qualche soddisfazione alla mia famiglia.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Dedico questa intervista alla mia famiglia che mi sta sempre vicino e alla mia piccolina Martina che ogni giorno mi regala sorrisi e tanta gioia.


Grazie 


07 08    2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 


sabato 22 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

LUIGI

IMBRIANI









Luigi Imbriani di Napoli (classe 1973), giocatore di calcio, allenatore di calcio, procuratore, cosi ci si presenta per la seconda intervista.

 

“Sono Luigi Imbriani nato a Napoli e vivo attualmente a Napoli, ho dedicato la mia vita al calcio di cui sono un grande appassionato, ho giocato da ragazzo in eccellenza calcando i campi polverosi che c’erano un tempo, ora i ragazzi sono fortunati perché questi campi non ci sono più e quindi è tutto più facile per loro, iniziando dalle opportunità di scuola calcio fino al settore giovanile a livello nazionale.

 

 

Quando ho smesso di giocare ho iniziato come allenatore alla scuola calcio Bagnolese del presidente Cosentino, il direttore era Iumiento, abbiamo costruito una grande squadra anche se siamo partiti in ritardo con ragazzi nati nel 92/93;  ci siamo classificati terzi raggiungendo i play off al primo anno. Subito dopo ho attirato le attenzioni della scuola calcio Pasquale Foggia una delle società più forti in Campania, ho avuto un colloquio con Pasquale Foggia ragazzo umilissimo e professionista, mi sono bastati 5 minuti per accettare subito la sua proposta mettendomi in gioco e accettando di allenare la categoria allievi (classe98) dove siamo arrivati secondi  in classifica e vincendo tutti i tornei che c’erano in quel periodo assieme  alla coppa Campania F.I.G.C,  una bella soddisfazione direi. Gli anni successivi sono passato ad allenare i giovanissimi (2002). 

 

 

Abbiamo fatto un grandissimo lavoro vincendo il campionato i tornei e la coppa Campania, subito dopo Pasquale mi ha passato come direttore della sua scuola calcio con risultati eccellenti arrivando a contare circa 420/430 iscritti un picco massimo mai avuto in tutta la sua lunga attività di scuola calcio.

 

Dopo 12 anni sono andato a Pomigliano e mi hanno fatto direttore della juniores nazionale giocando con ragazzi sotto età, ci siamo comportati benissimo arrivando sesti in classifica, devo dire che non si è continuato il progetto per divergenze calcistiche, così  sono passato a fare il procuratore per questi ragazzi. 

 

Oggi attualmente ho molti ragazzi in serie D, eccellenza e promozione e mi diverto a seguirli perché questa è una passione che non mi abbandona mai, inoltre seguo anche altri ragazzi nei campionati nazionali.

 

Per finire sto cercando di restare nel calcio e aprirmi nuovi canali al nord, perché per il momento lavoro per la Campania e tutto il sud”.

 

    

 

 


    



L  La prima domanda qual è il segreto del suo successo, mi tolga questa curiosità?

 

Il segreto del mio successo è stato essere sempre chiaro, sincero e onesto con i genitori, ma soprattutto con i ragazzi.



 




Il Napoli ha vinto il suo terzo scudetto, se lo aspettava?

 

Sinceramente il Napoli vincente non me l’aspettavo è stata veramente una sorpresa, speriamo di riconfermarci l’anno prossimo.

 


Ho intervistato tanti giocatori di Napoli e di alcune città vicine, ingenuamente pensavo che fossero tutti tifosi del Napoli, invece non è così; questo non me l’aspettavo, secondo lei perché?

 

Perché sono giovani e sono nati in un’epoca dove il Napoli non vinceva niente, anzi veniva da più fallimenti, ma ora la nuova generazione tifa tutta Napoli.

 



 


Che esperienza è stata quella alla scuola Pasquale Foggia?

 

La mia esperienza alla Pasquale Foggia è stata costruttiva e mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista, lavorare al fianco di un grande campione, ma, non solo come calciatore, soprattutto come uomo mi ha formato tanto.

 




 


In questo momento lei è procuratore, esatto? La caratteristica principale che deve avere un procuratore qual è?

 

Sì, è vero in questo momento sto intraprendendo questa strada, come dicevo prima ci vuole tantissimo lavoro, essere sempre sinceri e non giocare mai con la psicologia dei ragazzi.

 


Una domanda che ho fatto spesso è questa: Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo di mondo. Perché tutti provano a diventare calciatori e non allenatori?

 

Tutti vorrebbero intraprendere la carriera di calciatore, tutto parte dai genitori che vogliono inculcare questa idea ai figli, ma è un percorso difficile, e uno su mille ce la può fare. Non hanno la mentalità di provare subito ad allenare, e quindi cercano di sfondare nel calcio, poi per loro è un ripiego l’allenatore

 







Secondo lei quali sono le qualità principali qualità che deve avere un allenatore? 

 

Un allenatore deve essere preparato, pronto al dialogo, lavorare duramente in campo e fuori ed essere sempre sincero e chiaro.




 




Il suo più grande pregio e il suo più grande difetto nelle attività che svolge e che ha svolto -lei è stato un giocatore di calcio e poi un allenatore - ?

 

Sono stato un giocatore, poi allenatore, poi direttore e ora procuratore. Il mio più grande pregio e la bontà d’animo, esserci sempre con tutti anche per chi non lo meritava. Il mio difetto essere istintivo e dire le cose in faccia che non sempre vengono apprezzate, ma per me è un pregio perché oggi si nascondono quasi tutti avendo una doppia faccia.

 


  La miglior squadra estera in questo momento è la?

 

Oggi come oggi è il Manchester City

 


Un pronostico: quale saranno il prossimo anno le prime 4 squadre italiane in classifica?

 

Il prossimo anno credo e spero in questa sequenza: 1)Napoli, 2)Inter, 3)Milan e 4)Juve.

 



 





Quant’è importante per lei la famiglia e quanto lo sono gli amici?

 

La famiglia è tutto, ti dà serenità, equilibrio e stabilità mentale. Gli amici se così si possono definire sono merce rara, oggi come oggi sono sempre di meno, sono come le mosche bianche in via d’estinzione e chi ha la fortuna di averle lo deve custodire per bene.

 


   Il  sogno nel cassetto in questo momento? 

 

Il mio sogno nel cassetto è portare almeno un ragazzo tra i professionisti e dire finalmente: “ci sono riuscito, e il mio sogno si è avverato”.

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la voglio dedicare a tutti coloro che hanno sempre creduto in me, specialmente nei momenti di difficoltà dove mi sono stati veramente vicini, perché salire sul carro quando le cose vanno bene è facile. 

 

E poi voglio ringraziare te che sei una persona stupenda e avremo modo di cenare insieme qualche volta sotto il cielo di Napoli a presto.

 






Io la ringrazio verrò quanto prima a Napoli e faremo quest volta un’intervista in diretta.

 

 

 

22c 07 2023

 

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