SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
CRISTIAN
FERRARA
Cristian Ferrara (5 giugno 1982) di Salerno, dal 1998 come giocatore ha militato nei seguenti club: Cavese 1919 S.R.L. Capezzano Neugeburt 85, Riop Sangiuseppe, Bertoni Calcio, Aequa Calcio, Città di Vico Equense, Baronissi Calcio, Saviano, Abriola 90 Ricigliano, Sassano Calcio, Saviano, Portici 1906, Portici 1906, Agropoli, Montecorvino Rovella, Baia 2006, Calpazio, Policoro Heraclea, Calpazio, Policoro Heraclea, Policoro Heraclea, Policoro Heraclea, Real Metapontino, Real Tolve, Real Tolve, Soccer Lagonegro 04, Ebolitana 1925 S.R.L. Real Pontecagnano Faiano, Picciola, Picciola.
Come allenatore, ha l’abilitazione Licenza UEFA B, Corso di formazione Milan Accademy (presso il settore giovanile AC Milan), queste le squadre che ha allenato: Salernitana calcio 1919 (2020-2021)primavera allenatore in seconda, poi A.S.D. Vico Equense Calcio 1958 2021-2022, campionato di Eccellenza, Campana, prima parte dell’anno 2022 2023 alla F.C. Sarnese Promozione Campania, seconda parte dell’anno vice allenatore all’Angri calcio, infine nel 2020-2022 è stato allenatore per calciatori professionisti/dilettanti senza contratto durante il pre-ritiro Pre-Campionato.
La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto dei risultati?
Mi devo ritenere soddisfatto per il lavoro svolto e per l’obiettivo raggiunto con l’U.S. Angri 1927, visto che abbiamo raggiunto la salvezza nell’ ultimo match casalingo.
La prossima stagione quale squadra allenerà?
La prossima stagione ancora non sono collocato in nessun club, se non prima recupero a pieno regime dall' infortunio al 100%.
Durante la stagione 2022-2023 durante un allenamento lei ha subito un infortunio, com’è successo?
Sì, il 29 marzo durante una seduta mi sono sentito tirare giù senza capire cosa stesse succedendo, ricordo solo il rumore del tendine che si staccava rompendosi totalmente, ma gli infortuni fanno parte del gioco e solo chi non si mette in discussione non rischia.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Avevo 4 anni quando inizia a correre dietro un pallone.
Sin da subito nacque un amore a prima vista, diventò il mio migliore amico che ancora oggi mi accompagna nelle mie avventure calcistiche, senza quel amore ad oggi non saprei come sarebbe stato il mio cammino nello sport.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
I miei genitori volevano che io fossi felice, senza pormi freni di nessun genere, certo allo sport di pari passo c’era lo studio, se le cose non camminavano sullo stesso binario sarebbero iniziati i problemi per me.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
La verità diverse sono le squadre dove sono rimasto molto legato; una di queste è la Vico Equense prima da calciatore poi da allenatore, ho ricordi bellissimi, ne ricordo altre come: Policoro Real, Metapontino, Picciola, Ebolitana e le altre dove ho militato, diciamo che sono rimasto legato a quasi a tutte le società perché hanno dato la possibilità di esprimermi e farmi conoscere.
Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore?
Negli ultimi anni da calciatore nella mia mente avevo gia l’idea di guidare un giorno una squadra di calcio di qualsiasi categoria, me lo sentivo già dentro, in campo e fuori ero un leader offrendo consigli a tutti i giocatori.
Lei ha un corso di formazione che lei ha svolto presso l’A.C. Milan che cosa ha imparato di fondamentale?
il percorso fatto in questa scuola calcio per me e stato davvero fondamentale, mi sono confrontato con allenatori al top, e mi sono formato sotto la guida di tecnici professionisti.
Questi ancora oggi lavorano con i grande club della serie A, la cosa fondamentale che ho imparato è stata la perseveranza.
Lei è stato anche alla Salernitana, come allenatore in seconda, un’esperienza importante è così?
Alla Salernitana stavo continuando il mio percorso iniziato con il Milan, il salto in primavera anche solo come collaboratore mi ha dato modo di confrontarmi con allenatori di serie A quali: Roberto Beni Mariano e Matteo lombardo.
Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore?
Un allenatore per me deve avere più di una qualità: in primis tanto equilibrio, ma soprattutto tanta pazienza, egli è un vero e proprio gestore, ovviamente il suo compito è quello di disegnare un gruppo di lavoro conforme tra le varie componenti.
Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo?
il calcio non mi ha tolto nulla anzi è stato un percorso a senso unico mi ha dato la possibilità di diventare quello che sono oggi: un uomo.
Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?
Prima della gara cerco di trasmettere molta tranquillità ai miei atleti, il mio vero compito è durante la preparazione settimanale della partita e lì che incido molto, ad esempio mettendo a disposizione quei mezzi che i calciatori dovranno utilizzare il giorno della gara.
Un suo pregio e un suo difetto (dal punto di vista calcistico è ovvio, quand’era giocatore)?
Non le so dire cerco sempre di fare in modo che siano gli altri a esprimersi nei miei confronti, di sicuro ho pregio molto forte: è quello di dare l’anima in ogni cosa che faccio, difetti ne ho, ma come espresso precedentemente, lascio agli altri giudicarmi.
Un sogno per il futuro?
Il mio sogno è quello di dare qualche soddisfazione alla mia famiglia.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Dedico questa intervista alla mia famiglia che mi sta sempre vicino e alla mia piccolina Martina che ogni giorno mi regala sorrisi e tanta gioia.
Grazie
07 08 2023
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