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venerdì 27 dicembre 2013

RIFLESSIONE SETTIMANALE: UNA PASSIONE TIRA L’ALTRA
Come riflessione di questa settimana ho scelto il Canto XXIII  dell’Inferno (Cerchio VIII Malebolge). In questa bolgia inferiore la sesta, abbiamo gli ipocriti. Dante vede i dannati procedere tanto lentamente a causa delle loro cappe di piombo dorato, che a ogni ulteriore passo ha di fianco nuove anime di ipocriti. Il poeta chiede a Virgilio se puo’  indicargliene qualcuna che lui sia in grado di conoscere, immeritamente sente la voce di un suo conterraneo , disposto a rispondere alle sue domande. Ad un certo punto Dante si ferma e attende, verso di lui si muovono due frati di Bologna, i quali scontano la colpa di aver ipocritamente lavorato per il bene collettivo, inseguendo invece vantaggi personali.

Ma voi chi siete, a cui tanto distilla
quant'i' veggio dolor giù per le guance?
e che pena è in voi che sì sfavilla?».

E l'un rispuose a me: «Le cappe rance
son di piombo sì grosse, che li pesi
fan così cigolar le lor bilance.

Frati godenti fummo, e bolognesi;
io Catalano e questi Loderingo
nomati, e da tua terra insieme presi,

come suole esser tolto un uom solingo,
per conservar sua pace; e fummo tali,
ch'ancor si pare intorno dal Gardingo».

Io cominciai: «O frati, i vostri mali...»;


Fummo "Frati godenti" e bolognesi (i "frati godenti", dell'ordine religioso e militare dei "Cavalieri di Maria Vergine Gloriosa", furono chiamati così dal popolo perché "godenti" o addirittura "capponi di Cristo" per la loro vita licenziosa); io ebbi nome Catalano e questi Loderingo (Catalano dei Catalani fu più volte podestà a Milano e in altre città e Loderingo fu podestà anch'esso a Modena, a Bologna e a Firenze. Tutti e  due  presero parte  a battaglie e morirono nel convento dei Frati Godenti di Ronzano. La ricchezza, il pericolo  per le battaglie e la vita politica furono le loro passioni,  anziché essere  dediti alla missione apostolica che ogni ordine religioso deve rispettare), e "da tua terra" dalla tua dimensione umana, fummo presi insieme. Ipocriti dunque perché ben predicarono e diversamente agirono rispetto alle loro prediche. Una breve riflessione, se qualcuno dovesse capitare in questa zona,  probabilmente, si renderebbe conto che il numero delle persone, sotto queste cappe,  dovrebbe essere elevato, e di molto; mi riferiscono agli italiani. Ma per voi quale sarebbe il numero, qualche centinaia o superiore a mille; o ai  diecimila?

mercoledì 18 dicembre 2013

“CREPI LA GIUNTA “
Come riflessione di questa settimana ho scelto un passo tratto dal capitolo 12  i dell’opera manzoniana I Promessi Sposi. Il capitolo De si apre con un'ampia analisi storica nella quale si analizzano le ragioni della carestia: raccolti scarsi, sprechi, pressione fiscale. Il cancelliere Antonio Ferrer adotta un provvedimento molto criticato dal Manzoni: stabilisce per il pane un prezzo un prezzo troppo basso, talmente basso da non consentire, o quasi,, l’acquisto del grano. Il prezzo del pane aumenta e comincia a farsi sentire il malumore del popolo. La folla blocca il garzone di un panettiere e lo deruba della cesta del pane: prende così avvio il tumulto di San Martino. La massa si dirige poi verso il forno "delle grucce" e, malgrado l'intervento degli alabardieri e del capitano di giustizia, dopo un breve assedio, dà l'assalto al forno stesso rubando pane, farina, denaro e distruggendo ogni cosa, più di ragazzo di bottega fu gravemente ferito, mentre due morirono. Renzo, curioso  da tutto quel movimento, si muove inconsapevolmente verso il cuore del tumulto ascoltando i pareri contrastanti dei presenti. Mentre il giovane assiste alla distruzione del forno e critica, dentro di sé, tutta quella furia.

“Questa poi non è una bella cosa”, disse Renzo fra sé: “se concian così tutti i forni, dove vogliono fare il pane? Ne’ pozzi?” (…) Veramente la distruzion de’ frulloni e delle madie, al devastazion de’forni, e lo scompiglio de’ fornai non sono i mezzi più spicci per far vivere il pane ma questa è una di quelle sottigliezze metafisiche  che una moltitudine non ci arriva.


Osservando  gli scontri  in questi ultimi giorni  fra No Tav, Studenti, Centri Sociali, No A, No tutto,  e forze di Polizia e ragionando come avrebbe ragionato Renzo un pensiero mi viene in mente: se distruggono i cantieri come si andrà in Francia con il mulo. Non ho voluto essere un gran metafisico, perché per il momento lo stupore prevale su tutto. E in voi cosa prevale? La metafisica o il semplice stupore? Della serie “crepi il governo”, ma come direbbe il Manzoni “crepi la giunta”.

martedì 17 dicembre 2013

RICUSARE
Come riflessione di questa settimana ho scelto questa massima di Francois de La Rochefoucauld. Questo scrittore nacque a Parigi nel 1613, educato da un precettore senza troppa raffinatezza perché destinato alle armi, inizio’ la carriera militare entrando presto a corte. Accusato di aver preso parte a una congiura contro il cardinale Richelieu, si ritirò a vita privata e nel 1664 pubblicò le Riflessioni o sentenze e massime morali. Morì il 7 marzo del 1680.

Ricusiamo i giudici per i più meschini interessi, ma desideriamo che la nostra reputazione e la nostra gloria dipendano dal giudizio degli uomini, che ci sono tutti contrari, vuoi per gelosia, vuoi per pregiudizio, vuoi per cecità; e soltanto per farli pronunciare in nostro favore mettiamo a repentaglio in tanti modi la nostra quiete e la nostra vita.

Alla luce di quanto sta avvenendo oggi in Italia, prendiamo come esempio gli ultimi processi all Ex- Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma la “cosa” vale anche per i politici degli schieramenti opposti non odo che una parola :”Ricusare, ricusare…”.
E così ci appelliamo al popolo che ci ha eletto, ma, i giudici non fanno parte del popolo sovrano? Non eleggono anche loro i rappresentanti che andranno a sedere nei banchi del Parlamento. Ed è proprio per i nostri guai che la nostra vita, a volte, puo’ diventare un vero e proprio Inferno.


domenica 15 dicembre 2013

Ogni giorno siamo in guerra.

Siamo in guerra alla mattina, quando ci alziamo per andare in bagno,
siamo in guerra quando facciamo la fila al bar per prendere il cappuccino,
siamo in guerra quando aspettiamo qualcuno che tarda a mettere la freccia per svoltare,
siamo in guerra quando cerchiamo un parcheggio,
siamo in guerra sul lavoro,
siamo in guerra con i nostri figli quando non fanno il nostro lavoro,
siamo in guerra quando nostra moglie blatera,
siamo in guerra quando il nostro prof. non ci assegna il voto che pensiamo di meritare,
siamo in guerra con la nostra ragazza quando tarda ad arrivare,
siamo in guerra quando guardiamo un programma e la nostra consorte vuole vedere altro,
siamo in guerra
Le guerre sono terribili.
Ma ricordatevi in ogni guerra c'è sempre un vincitore e un vinto.

Buona domenica sera, 15 dicembre 2013 ore 18:00




sabato 14 dicembre 2013

DOPO ALCUNE PREMESSE APRO UFFICIALMENTE IL BLOG

14 DICEMBRE 2013 ORE 19:00

BUONA LETTURA E BUONI COMMENTI


RIFLESSIONE   DEL SABATO :  IL PAPAGALLO
Come riflessione di questa settimana ho scelto questo riflessione tratta da I saggi di Michel Eyquem de Montagne (1533-1592) , uno dei più grandi pensatori del Cinquecento e uno dei protagonisti più singolari della storia della cultura europea. Diplomatico e consigliere di sovrani, a soli 38 anni si ritirò dalla vita pubblica per isolarsi nel castello nel Périgard e comporre l’opera I saggi.

Sappiamo dire: “Cicerone afferma questo. Ecco l’opinione di Platone. Sono le parole precise di Aristotele.” Ma noi che diciamo, che facciamo? Un pappagallo direbbe altrettanto bene (I 25)

Quando osserviamo un leader di partito rispondere  a delle domande dei giornalisti, questi non fa altro che rispondere: “ Il nostro presidente ha detto questo…”. “Io non posso che confermare quanto espresso dal nostro capo.”

Ecco cosa fanno, ecco chi sono: Pappagalli, solo che ne vedo e ne sento sempre di più nei vari mezzi di comunicazione. Che io abbia qualche senso “disturbato”? E voi? Meditate gente. Meditate.

venerdì 13 dicembre 2013

SECONDA   RIFLESSIONE SETTIMANALE : L’INGANNO


Come riflessione di questa settimana ho scelto l’inizio della terza sezione del Principe. In questa parte abbiamo l’analisi dei comportamenti più utili per il principe. Machiavelli si pone una domanda: è più utile per un Principe essere leale, onesto, mantenere la parola data o essere pronto a ingannare, tradire, e  a mancare alle promesse se li circostanze lo richiedono? Naturalmente se il fine, attenzione, è la stabilità dello Stato e la sua ricchezza, il principe deve saper tradire e non mantenere la parola data, ma leggiamo quanto segue:

Quomodo fides a principibus sit servanda
In che modo e principi abbino a mantenere la fede
Come la parola data deve essere mantenuta dai principi
Quanto sia laudabile in uno principe mantenere la fede e vivere con integrità e non con astuzia, ciascuno lo intende; nondimanco, si vede per esperienza, ne’ nostri tempi, quelli principi avere fatto gran cose, che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con l’astuzia aggirare e’ cervelli delli uomini; e alla fine hanno superato quelli che si sono fondati in sulla lealtà.

In vista degli ultimi avvenimenti politici, mi sorge spontanea una domanda: chi ha ingannato chi?
Se oggi diversi sono i principi che in Italia  vogliono salire al potere, e se  la natura dell’uomo,  per il pensatore fiorentino ovviamene,  è malvagia, le primarie del PD non erano forse un modo per far un passo avanti e avvicinarsi  al  trono? L’occasione era buona, si è sfruttata la paura attuale dei recenti movimenti di protesta. Si sfrutta la paura e si inganna forse il popolo. Forse.


mercoledì 11 dicembre 2013