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martedì 17 aprile 2018






PAOLO RADI PRESENTA 








10 DOMANDE 

A…

ALESSANDRO MORICCIONI





Alessandro Moriccioni di Roma, è uno scrittore, la  sue passioni sono  la  storia e i misteri. L'ultimo suo libro è stato un caso editoriale e si chiama “Behind the museum. La vita segreta dei musei”, edito da Espera 2016. (18) 




Alessandro di cosa parla il tuo libro “La vita segreta dei musei”

“Behind the museum” è un tributo a tutti i professionisti che lavorano nei musei, ma è anche un viaggio tra le mille curiosità che si celano dietro le loro esposizioni. Nel libro, che ho avuto l’opportunità di presentare anche in Rai, sono raccontate le storie di quanti si preoccupano di custodire e proteggere il nostro passato e la nostra cultura, ma anche tanti aneddoti che riguardano i musei più strani e incredibili che esistano. Scrivere questo testo è stata una vera e propria avventura che mi ha portato ad interagire con oltre settanta esperti tra cui diversi nomi noti, ma è stata anche una grande responsabilità perché non è facile portare all’attenzione del grande pubblico una realtà complessa e in costante evoluzione come quella museale che, mi sono reso conto, non conoscevo affatto… 








Come mai hai scelto la professione di scrittore? 

Ho sempre amato scrivere, anche se è una fatica tremenda. Ho iniziato a lavorare come articolista per alcune riviste nazionali quando avevo ventitré anni e non ho più smesso. I primi libri sono arrivati quasi dieci anni dopo, così come i testi dei servizi per un programma di cui curavo le esterne e quelli dei documentari.     

Ultimo libro letto?

Tra le mie ultime letture di svago c’è “Una vita da libraio” di Shaun Bythell. Se amate i libri e siete curiosi di sapere come funziona una libreria dell’usato, questo simpatico volume fa sicuramente per voi!





Ultimo film visto?

Amo molto il cinema, ma non ci vado quasi mai per mancanza di tempo. Io sono un tipo che ama gli effetti speciali stile Transformers e Pacific Rim. Difficilmente vado al cinema per sorbirmi un film impegnato. Uno degli ultimi che ho visto in una sala cinematografica, infatti, è stato Star Wars Gli ultimi Jedi. 

Scrittore italiano preferito?

Dante, anche se per capire la Divina Commedia sono dovuto ricorrere alle conferenze di Antonio Paolucci e Alessandro Barbero presso la Casa di Dante a Roma. Mi piace molto anche la poesia di Giacomo Leopardi, era un genio e il padre Monaldo era un bibliofilo come me. Un malato di mente che comprava i libri a caso senza sapere cosa acquistava, giusto per far numero in biblioteca nella sua casa di Recanati. Io ho la stessa patologia. 

Scrittore straniero preferito?

Sono un grande ammiratore di Jules Verne di cui possiedo quasi tutti gli scritti. Nel 2015 ho potuto visitare la casa di questo grande scrittore ad Amiens, in Francia e ne sono rimasto estasiato, era come vivere un sogno. 
Un brivido però l’ho sentito anche nella casa di Lev Tolstoj, nella periferia di Mosca; c’è qualcosa in questo autore russo che mi solletica l’anima anche se sono ancora poche le sue opere che ho avuto il coraggio di affrontare. 


Cantante o gruppo rock preferito?

Io sono nato negli anni ’80, quindi la musica con cui sono cresciuto è principalmente quella pop rock. Sono un grande ammiratore dei gruppi inglesi e americani tra cui gli intramontabili Beatles, i Queen, i Led Zeppelin e i Grateful Dead. Ma amo anche il Jazz e la musica etnica. 

Com’è organizzata la tua giornata lavorativa?

Dipende. Se ho un contratto in essere per la stesura di un libro, la giornata inizia al computer e finisce allo stesso modo. Se i tempi sono stretti scrivo il più possibile relegando al pomeriggio qualsiasi altro impegno. Io non sono uno scrittore “nottambulo”, scrivo principalmente di giorno, ma se la situazione lo richiede prolungo l’orario finché serve.






Un consiglio per far avvicinare i giovani alla lettura? 

Io credo che non siano i giovani a doversi avvicinare ai libri e alla cultura in generale, al contrario sono convinto che sia necessario “interessare” i ragazzi con mezzi innovativi, quelli che conoscono, dal momento che parliamo di nativi digitali che con la carta non sanno cosa farci. Ho visto iniziative eccezionali partire dai musei più impensati per coinvolgere i giovani e portarli a visitare le collezioni. In genere si pensa che un museo sia noioso, ma le interazioni tecnologiche che oggi si possono offrire al pubblico sono stupefacenti e molto lontane dall’essere tediose. Bisogna, tuttavia, comprendere che ci sono dinamiche nell’adolescenza che coinvolgono interessi più importanti dei libri: i primi amori, le amicizie, la musica e lo sport, che sono altrettanto importanti. Se vogliamo avvicinare ai giovani la cultura dobbiamo partire dall’educazione scolastica sì, ma anche da quella famigliare. Se in famiglia non legge nessuno e nessuno s’interessa di alcunché di culturale è più che ovvio che un ragazzo faccia lo stesso. Sono gli adulti che devono cambiare andazzo, non i giovani che il mondo lo devono ancora scoprire…

Come descriveresti te stesso in poche parole? 

Descrivermi è sempre un atto che detesto perché facendolo difficilmente si riesce ad essere obiettivi. Credo di essere esattamente come gli altri, forse più curioso della media e abbastanza intraprendente. Di base sono certamente un egocentrico, per questo non ho problemi a stare al centro dell’attenzione, davanti ad una platea di trecento persone come davanti ad una telecamera in diretta TV. 





Grazie  

a cura di Paolo Radi   





17  04  2018 )
(Tutti i diritti riservati) 

















venerdì 6 aprile 2018

PAOLO RADI PRESENTA 




NEL PROFONDO 




Giulio Venditti,  di Roma, esploratore speleosubacqueo ed istruttore di discipline di soccorso ed emergenze acquatiche e subacquee ci regala queste splendide emozioni. 
Perché per Giulio Venditti:
esplorare, scoprire, mi posiziona nel mio Tempo !



Giulio Venditti grazie per queste belle immagini,
grazie per portarci in una nuova dimensione,
grazie per la possibilità che ci offri per riconciliarci con la profondità del nostro io.



06   Aprile   2018 














































































































































06 04 2018 Tutti i diritti riservati 

domenica 4 marzo 2018





PAOLO RADI PRESENTA




PENSIERI/RICORDI/MASSIME




“Mentre il principe di Condè dormi profondamente sapendo che la mattina dopo aveva da combattere una battaglia, per la quale però aveva già dato disposizioni sul da farsi, l’italiano dormì una notte insonne perché sapeva che il giorno dopo sarebbe stato un giorno di battaglia anche per lui…” avrebbe dovuto scegliere il partito o la coalizione in quanto dopo 5 anni si sarebbe tornati a votare.


04   Febbraio  2018


martedì 9 gennaio 2018

I     N     T     E     R     V     I    S     T     A  


ENTRETIEN
ENTREVISTA
ИНТЕРВЬЮ
مقابلة
אינטערוויו
интервју
INTERVJUO
אינטערוויו
NOTHILE
ਇੰਟਰਿਵਊ
СҰХБАТ



SI CONVERSA CON

con
Gaetano Gatti,

a cura di Paolo Lorenzo Radi





Gae Gattomatti  Gatti vive a Saint Tropez, e ha fondato la Care4you lifestyle solutions & wellness. Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda.





Signor Gae Gattomatto Gatti, ci può spiegare di che cosa si occupa la sua attività?

CARE4YOU si occupa di benessere intorno alla persona. A partire dal benessere fisico - ginnastica, massaggi, estetica - fino ad arrivare alle facility che possono migliorare la qualità della vita: autisti privati, servizi di housekeeping, cuochi...
Il tutto è iniziato nel 2008 con il servizio personal training a domicilio del quale mi occupavo direttamente . L’attività si svolgeva principalmente a Milano e nei mesi estivi a Porto Cervo. Poi negli anni l’ho sviluppata fino a offrire una serie di servizi di “wellness” che hanno portato alla costruzione di un network di professionisti del benessere che collaborano fra loro. 
Oggi la sede principale di Care4you è in Costa Azzurra, abbiamo diversi collaboratori in Italia, Francia e una clientela internazionale.



Lei vive a Saint- Tropez che differenza c’è, dal punto di vista lavorativo tra la Francia e l’Italia?

La prima grossa differenza riguarda la burocrazia. 
Dall’idea alla sua realizzazione, in Italia ho sempre incontrato grosse difficoltà e tempi fin troppo lunghi che spesso mi facevano desistere dal realizzare i miei progetti
In Francia i tempi sono ristretti e ci sono diversi incentivi per lo sviluppo di attività imprenditoriali; questo permette di risparmiare molto tempo e, soprattutto, di cavalcare l’onda dell’entusiasmo. 
Sono però convinto che tutto il mondo sia paese e che non esista stato che premi il “far niente”. 
Se si riesce ad emergere e avere successo nel proprio paese si può riuscire ovunque. La ragione che mi ha portato ad espatriare dall’Italia è stata, soprattutto, la ricerca di nuove sfide personali e professionali. 







Tantissimi parlano e scrivono degli effetti nefasti che sta avendo la globalizzazione sul mercato europeo, è d’accordo?

Penso che a livello europeo ci sia stata una prima globalizzazione che ha coinvolto soprattutto la produzione. Le multinazionali delocalizzavano la produzione in paesi dove il costo era più basso penalizzando le piccole e medie imprese italiane che si sono trovate nella difficile condizione di dover comprimere i costi ma senza incidere sulla qualità, dunque:  Mission impossible! 
Ora stiamo assistendo ad una seconda globalizzazione che coinvolge la creazione di “valore intangibile”. Si tratta di una globalizzazione intellettuale che è per l’Italia e la stessa Europa un’opportunità. 
Chiunque può mettersi in gioco localmente potendo usufruire di un serbatoio internazionale d’informazioni. 






Ultimamente alcuni economisti ritengono che l’euro sia stato deleterio per alcuni stati europei, lei è d’accordo?

Sa, non sono un economista, io mi occupo di benessere delle persone. In ogni caso non credo che la moneta unica sia l’unica causa della crisi che abbiamo vissuto. Ci sono numerosi fattori che hanno inciso tra i quali la miopia di una classe dirigente e di istituzioni troppo impegnate a guardarsi l’ombelico piuttosto che avere una visione di lungo termine. 
Sono dell’idea che per anni in Italia ci siamo focalizzati più sul problema che sulle soluzioni. Oggi sembra che ci sia in atto una ripresa. 
Una frase strausata ma che ritengo vera è che la crisi crea opportunità, sta a noi la scelta di affrontarla o lasciarsi trasportare in balia della corrente. 



Lei è un giovane imprenditore, quali sono i suoi punti di forza?

Mi piace ascoltare le esigenze della gente e apprendere da qualsiasi persona incontri. 
Cerco sempre di premiare il lavoro di squadra. Vengo dal mondo del basket e ho imparato che da soli non si vince. 
Inoltre, fin da piccolo mi piaceva inventare giochi e situazioni nuove dal nulla, Un po’ come tutti i bambini, a differenza che ancora oggi a 35 anni non ho smesso di farlo.
Nel lavoro prendo spunto anche da altri settori apparentemente distanti. L’ultima arrivata nella famiglia CY è l’app “care4you delivery wellness”: una piattaforma virtuale che porterà i servizi wellness di una spa direttamente a casa dei clienti. 
Una grande opportunità per tutti i professionisti del settore e una evidente comodità per gli utenti dell’app. 
Il lancio ufficiale sarà ad aprile/maggio 2018







 Quando non lavora, quali sono i suoi interessi principali?  Legge, val    cinema, pratica sport o altro?

La vera ricchezza oggigiorno è il tempo libero.
Mi piace passeggiare nei boschi intorno a casa con i miei cani, amo viaggiare, cucinare e stare in famiglia per ricaricarmi di energie positive 
Quando riesco cerco di ritagliarmi spazi per praticare i miei sport preferiti (tra cui la boxe e l’allenamento in palestra) oltre che per insegnarli ai miei clienti storici.



O9   01   2018
(Tutti i diritti riservati)






Grazie per l’intervista.