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mercoledì 2 agosto 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

ALFONSO

PELUSO


 



 

 

 

Alfonso Preluso è un giocatore di calcio di Salerno ed è nato nel 1985, ruolo centravanti, nr.9. La sua carriera si è divisa tra eccellenza e promozione, settore giovanile nella Salernitana e nella Cavese, poi ha vestito le maglie dei seguenti club: US Faiano, Montoro, San Tommaso, Giffonese, Sporting Pontecagnano. Adesso è direttore sportivo dello Sporting Pontecagnano, promozione.

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023. Si ritiene soddisfatto?

 

Sono molto soddisfatto di com'è terminata la passata stagione in quanto era la prima per me, sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati ed il percorso di crescita dei ragazzi è migliorato. 

 

Prima di diventare Direttore Sportivo lei è stato un giocatore che ha militato in diverse squadre, questa passione per il calcio quando le è nata?

 

La passione del calcio è nata fin da piccolo già a 4 anni iniziavo a tirare i primi calci al pallone. Tutto questo grazie ai miei genitori i quali a tutt’oggi assecondano le mie scelte indirizzandole sempre nel modo migliore. 

 

Da come abbiamo saputo lei ha subito due infortuni al ginocchio, prima l’uno e poi l’altro, com’è riuscito a superare questi due brutti momenti?

 

Ho sempre giocato a calcio, ero un centravanti, passionale e caparbio e proprio grazie a queste due caratteristiche ho saputo trovare la forza giusta per superare i due gravi infortuni alle ginocchia.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ho sempre accettato le scelte dei miei allenatori, provando ad essere un esempio da emulare per i più giovani.

 

Una domanda che ho fatto a tanti: grandi campioni ci si può diventare con un duro allenamento e uno stile di vita sano, oppure bisogna nascerci con quella dote? 

 

Si arriva in alto solo con 3 peculiarità: testa cuore e gambe.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio goal più bello è avvenuto nel giorno in cui ho saputo che mia mamma avrebbe da lì a breve avrebbe iniziato un percorso di chemioterapia.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Non saprei, sta agli altri dirlo posso solo dire che ho messo sempre il cuore in tutto e talvolta questo è sia un pregio che un difetto.

 

Se le avessero offerto a 20 anni di andare a giocare in Europa oppure oltreoceano sarebbe partito senza pensarci oppure ci avrebbe riflettuto?

 

Il calcio è da sempre la mia vita quindi avrei valutato qualsiasi tipo di proposta senza alcun problema. 

 

Adesso lei è Direttore Sportivo, come si sente di promettere ai tifosi? 

 

Oggi ricopro un ruolo importante e questo lo devo ad una società di uomini veri come Mignoli e Mazza ai quali sono molto riconoscente tanto, mi sento di ringraziarli perché ho sempre ambito a questo ruolo, sogno di poterlo fare a lungo e metterò tutto me stesso per migliorarmi nel corso degli anni. 

 








Lei è di Salerno, a che cosa è dovuto secondo lei il successo di questa squadra?

 

Il successo della Salernitana al momento è da attribuire ad una società (nel nome di Iervolino) solida e con le idee chiare finalmente, di conseguenza può solo crescere.

 

Sappiamo che sua moglie è una sportiva pure lei, quanto è importante per un ragazzino fare attività sportiva, visto che la maggior parte stanno sempre sui cellulari?

 

Mia moglie è stata fondamentale in questo mio percorso perché passare da atleta a direttore sportivo non è stato affatto semplice, ma soprattutto grazie a lei le mie scelte sono state più semplici, lei da campionessa italiana si è poi ritrovata ad avere una palestra tutta sua!

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Naturalmente ai miei genitori ai quali devo tutto.

 

 

Grazie 

 

 

2 agosto    2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 30 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANTONIO

DEL SORBO


    

 





Antonio Libero Del Sorbo è giocatore di calcio di Castellamare Di Stabia, ed è nato il 28 di agosto de 1984, ruolo punta centrale. In breve la sua carriera:

 

Scuola calcio: F.C. Juve Stabia; squadre dove ha militato le seguenti: Gragnano vinto campionato di eccellenza, Pianura vinto play off serie D, Cavese, Sorrento, Savoia vinto campionato serie D, Afragolese, Gladiator, Matera, Lupa Roma, Angri vinto campionato di eccellenza, nella stagione passata è stato direttore sportivo all' Angri. 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023. Lei ricopriva il ruolo di Direttore Generale, soddisfatto complessivamente?


Sì, sono soddisfatto del mio primo anno da direttore sportivo ad Angri. E’ una una piazza molto calda e da neopromossa sicuramente ci sarebbero state più difficoltà, abbiamo mantenuto la categoria e questa è la cosa più importante 

 


La prossima stagione invece sa già in quale squadra andrà?


La prossima stagione è da valutare sono in attesa di una chiamata mettendo come sempre la mia professionalità davanti a tutto.

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?


Ma diciamo da sempre, sin da piccolo avevo sempre un pallone tra le gambe e ancora oggi dove rotola un pallone ci sono io.


 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”


Certo era la frase di routine di mio padre quella di pensare a studiare, diciamo che ho accontentato anche lui perché poi mi sono diplomato, ma allo stesso tempo giocavo anche a calcio.

 


Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 


Sì è vero,  ho girato molte squadre e quasi tutte mi hanno lasciato un bel ricordo, ma ovviamente dove si vince si sta sempre meglio.

 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Oltre al calcio ultimamente mi sono appassionato al paddle lo trovo molto interessante e quando posso ci gioco volentieri.



Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 


Diciamo che non è che tutti provano a giocare a calcio, il fatto è che inconsciamente ci giochi da piccolo perché è lo sport più seguito al mondo e praticandolo da ragazzino ti ritrovi a crescere e a voler continuare, magari in maniera professionistica.

 


Si ricorda il suo goal più bello?


I miei gol più belli li ho fatti in rovesciata, ne ho realizzati due   e confesso che ogni tanto li vado a rivedere.

 


Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?


Ho sempre accettato le scelte degli allenatori anche quando a volte non ero d’accordo, ma si sa l’allenatore ha delle responsabilità ed è giusto accettare le sue scelte.

 


Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Quando giocavo avevo un carattere forte e mi piaceva prendermi le responsabilità, ma sempre con rispetto verso il compagno di squadra.




 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 


Il mio pregio che ero molto generoso in campo e giocavo molto per la squadra, mentre un mio difetto era che mi accontentavo è così facendo a volte questa modalità  non mi spingeva a fare di più. 

 

 

Che consigli dare darebbe a un ragazzino che volesse intraprendere la sua stessa carriera?


Ad un ragazzo di oggi gli direi come faceva il mio papà con me e cioè: di proseguire gli studi alternando il calcio come passione e divertimento prima di prendere questo sport sul serio. 

 


Se dovesse fare un bilancio, soddisfatto complessivamente della sua carriera da calciatore?


Alla fine il calcio è una parentesi nella vita ed io me la sono sempre goduta tutta dando sempre me stesso.  Sicuramente avrei potuto aspirare a qualcosa in più, ma ve bene lo stesso L’ importante è vivere senza rimpianti e ricordare ogni singola cosa di ciò che è stato. 

 


Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 


Famiglia e amici sono importanti per qualsiasi essere umano, perché nei momenti di difficoltà sono loro che ti ritrovi sempre

 

 

Grazie 

 

 

 

30  Luglio   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 29 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

NICOLAS

NAVARRETE

 

 


      

L’argentino Nicolas Navarrete è nato il 29 agosto del 1995 a Mendoza (Argentina), ruolo tre quartista. In breve la sua carriera: 

 

Settore giovanile Gimnasia y Esgrima La Plata e primavera (serie A Argentina, ultima squadra allenata da Diego Armando Maradona), poi tre anni nella serie C argentina. Successivamente si trasferisce in Italia: eccellenza siciliana nell’Enna calcio vincendo il premio miglior attaccante della categoria, poi passa nell’eccellenza Campania al Napoli United, squadra allenata da Diego Armando Maradona Jr. La stagione passata l’ha giocata in serie A a Malta.

 

 

 




La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023, lei ha giocato in serie A a Malta, è esatto? 

 

Ti posso dire che a Malta calcisticamente parlando sia fisicamente che mentalmente sono migliorato. Anche aver giocato in quella categoria è stato importante perché trovi calciatori con esperienza internazionale e questo è importante affinché le doti si “alzino” sempre più.

 


 La prossima stagione dove giocherà? 

 

La prossima stagione giocherò a Capri. Mi piacciono i progetti veri e sostenibili nel tempo.

 








Emozionato di questa nuova avventura?

 

Ripeto, quando trovi un progetto così importante è impossibile non essere contento e soprattutto motivato. Quindi sì, sono molto soddisfatto della mia scelta.

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho scoperto che il calcio è la mia passione quando ho calciato per prima volta una palla, avevo 5 anni. Da quel momento in poi è inizia tutto. Il calcio è divertimento principalmente, poi dopo diventa un lavoro. Ma alla fine si tratta sempre di calciare una palla e provare a vincere la partita. Quella è la passione vera, anche se dopo entrano in gioco tantissimi altri fattori.

 


I suoi genitori sono stati contenti di questa scelta, cioè del fatto che lei volesse fare il calciatore?

 

Assolutamente. Loro mi hanno spinto per lasciare casa mia quando avevo 13 anni. È ovvio che la paura di cosa possa accadere una volta intrapreso il cammino non può che diventare una domanda di vita. Ma con la costanza penso che si vada avanti sempre.

 


Lei è argentino di Mendoza, ci dica la verità, non le manca la sua città, la sua famiglia, i suoi amici?

 

Sono della provincia di Mendoza, sì, assolutamente mi manca. Questo non è una scelta, è una questione di appartenenza e così mi mancano assolutamente famiglia e amici.

 


Come mai ha deciso di venire a giocare qui in Italia e chi l’hai aiutata per lasciare il suo paese, mi spiego meglio, da chi è stato consigliato?

 

Allora noi argentini abbiamo tantissimi nonni e bisnonni italiani. L’Argentina ha ricevuto gli italiani all'epoca e adesso siete voi che ricevete  noi. È così. È una storia che si ripete.

 


Appena è arrivato in Italia si è ambientato bene, oppure sentiva la mancanza della sua città?

 

Veramente appena lasci la tua casa, anche per andare in un'altra città dello stesso paese, penso che non sia facile abituarsi. Quindi pensa che io ho fatto 1000 km quando avevo 13 anni per giocare a questo sport. 

Quindi non è stato così difficile venire in Italia, ero abituato a viaggiare, e poi la cultura italiana è molto simile alla nostra.

 


Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sono e sarò sempre legato alla squadra che mi ha aperto le sue porte quando tutto questo è iniziato, questo è successo quando avevo 5 anni e ho fatto i miei primi 8 anni di calcio alla mia città. Quella squadra mi ha fatto credere che potevo farcela, infatti  poi ho lasciato casa mia. La squadra si chiama Independiente Rivadavia de Mendoza. In questo momento serie B Argentina.

 

 

Il calcio argentino da che cosa è diverso da quello italiano?

 

Il calcio argentino rispetto a quello italiano è diverso soprattutto nella fisicità. Ci sono tantissimi contrasti che pure non vengono fischiati. Quindi i giocatori nel mio paese sono abituati, in Italia il gioco riguarda più la tattica. 

 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il goal più bello lo ricordo benissimo perché è stato in quest'ultimo anno a Malta. Sono riuscito a farlo da lontano sono riuscito e per questo motivo, legato alla distanza secondo me è il più bello.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un mio pregio calcisticamente parlando è la velocità, e visto che sono un attaccante la difesa è un difetto.

 


Per lei Maradona cosa rappresenta? 

 

Per me Maradona rappresenta fatti extracalcistici. Come: lasciare un segno in una città, mandare via a tutti quelli che non servono per la vita personale, litigare contro quelli che comandano e fanno i loro affari con lo sport. 

 

Quella personalità è ciò che lui ha lasciato. Per non dire le cose che ha fatto dentro al campo. Ma ciò che ho menzionato  prima sono i fatti  che rimangono e rimarranno per sempre nella storia.

 

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Nell'immediato il sogno è quello di vincere con la squadra che mi vuole con sé. In questo caso l'isola di Capri. Anche perché sarò il primo argentino a giocare lì. Quindi per me rappresenta tantissima responsabilità e in campo voglio che la fiducia che loro hanno in me sia ripagata.

 

 

 Grazie 

 

 

29  Luglio   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

venerdì 28 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

DOMENICO

STRIANESE

 

 

    

 


 

 



Domenico Strianese è giocatore di calcio, ruolo centrocampista, ed è laureato in Scienze Motorie (triennale) Così ci si presenta: 

 

 “Mi chiamo Domenico Strianese sono nato a Battipaglia il 27 gennaio del 1998. Ho iniziato a giocare nella scuola calcio primavera di Mariconda fino a quando non ho iniziato il settore giovanile nella Juve Stabia sino a 14 anni. 

 

Ho fatto tutte le trafile giovanili lì fino a fare l’esordio in coppa Italia lega pro. 

 

Subito dopo sono andato a Campobasso in serie D, e dopo Campobasso sono stato due anni al Sant’Agnello in eccellenza, successivamente un anno ad Angri, per poi fare due anni ad Aversa di nuovo in D”.

 

 





 




La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Purtroppo la stagione appena terminata non è finita nei migliori dei modi. Non sarà una stagione da ricordare per come si è conclusa e per tutti i problemi che abbiamo avuto durante tutto l'anno calcistico. Non sono soddisfatto e penso che si possa e si debba sempre cercare di fare di più.



 





La prossima stagione giocherà in quale squadra?

 

Al momento ancora non so dove giocherò l'anno prossimo.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho iniziato da piccolissimo a giocare a calcio, avevo cinque anni e con papà vedevo sempre le partite in televisione, oppure andavo a vedere le sue partite con gli amici. Quindi direi che fin da bambino ho avuto questa passione. 

 


 


 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studi?” Comunque lei ha maturità e da come so è laureato in Scienze Motorie (Triennale) e a breve prenderà la Magistrale, possiamo dire che i suoi genitori sono soddisfatti?

 

I miei genitori mi hanno sempre accompagnato in tutto quello che ho fatto. Sia nel percorso sportivo sia in quello scolastico, mi sono stati sempre accanto, facendo anche loro tanti sacrifici per non farmi mai mancare nulla. Probabilmente senza di loro non sarei riuscito ad andare avanti in determinate situazioni davvero complicate. Li ringrazierò a vita per tutti i valori e i principi che mi hanno trasmesso e spero di essere riuscito in qualche modo a ripagare tutti le loro rinunce, almeno in parte. 



 


 


Lei è stato un anno a Campobasso, come si è trovato? Ha legato bene con l’ambiente calcistico e con la gente del luogo?

 

A Campobasso mi sono trovato davvero bene, sia con la gente del posto, sia con i miei compagni di squadra. È un ambiente molto accogliente e familiare, ti fanno sentire subito uno di loro. A me così è capitato nonostante fossi semplicemente un under. 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Mi piace molto il tennis. 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il gol che piú ricordo con felicità e credo che sia anche il più bello, sia stato quello a Troina con l’Aversa nella stagione 2021/2022.

 

Grandi discussioni con il mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Discussioni accese mai, però mi piace confrontarmi con l'allenatore e nel momento in cui si hanno pensieri e visioni diverse, io sono dell'idea che parlare con educazione e confrontarsi civilmente possa essere sempre d'aiuto.

 






Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Sono un ragazzo molto disponibile con tutti, mi piace molto aiutare i miei compagni, inoltre sono un tipo molto scherzoso.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Sono molto altruista e penso che possa essere sia un pregio sia un difetto. 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Famiglia e amici credo che siano il motore della vita, cioè che ci permette di andare avanti ogni giorno, ci danno la forza per continuare a fare ciò che facciamo, e questo avviene sempre con allegria.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Alla mia famiglia.

 

28 Luglio   2023

 

(Tutti i diritti riservati)