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mercoledì 11 giugno 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

DAVIDE 

MASELLA

 







 

 Davide Masella, 23 anni, di Taranto, è un giocatore   di calcio  e così si presenta: “ 

 

Ho iniziato a giocare nella scuola calcio Eden boys e successivamente sono passato alla A.S.D S Statte, grazie a questa società ho fatto il salto nei professionisti approdando nel Pescara calcio dove ho fatto tutto il settore giovanile, fino ad arrivare in primavera 1.

 

Successivamente sono stato acquistato dal Benevento  facendo parte della rosa in serie A, ho collezionato 10 panchine, è stata un’esperienza che mi porterò a vita, specialmente la convocazione a San Siro contro l’Inter, la squadra del mio cuore, negli anni successivi sono andato in prestito in C: all’ Imolese e al Potenza, inoltre un anno ho militato nella serie A bulgara, un’esperienza certamente particolare ma anche stimolante.

 

Sono tornato poi l’anno scorso a Benevento in C fino a gennaio, poi ho deciso di rescindere il mio contratto in comune accordo con la società e prendere strade diverse.

 

Successivamente mi sono traferito nelle squadre che militavano in serie D: sono stato al Ghiviborgo, trovando un ambiente fantastico con gente seria e professionale. Quest’anno avevo iniziato il campionato nell’ F.B.C.  Gravina, ma a causa di un piccolo infortunio ho deciso di cambiare aria, e ho deciso di andare a militare nella Battipagliese, (Battipaglia) dove mi sono sentito subito a casa.

 

Ho disputando un campionato di grande livello, la cosa che mi è rimasta impressa di Battipaglia sono stati i tifosi, questi hanno dimostrato ogni domenica attaccamento e passione per la maglia che indossavamo.

 

Nonostante la sconfitta in semifinale- play off- i tifosi ci hanno applaudito, e non è non avviene in tutte le tifoserie dei vari club.  Questa esperienza di Battipaglia sicuramente è stata una delle migliori, adesso mi sento pronto per trovare nuovi stimoli per l’anno prossimo, sicuramente mi farò trovare pronto.


 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente: lei è giovane con una grande esperienza alle spalle, lo sport del calcio cosa rappresenta per lei? 

 

Per me il calcio rappresenta tutto, è praticamente la mia vita, infatti ci dedico quasi tutto il mio tempo.

 






Nella stagione che si è appena conclusa lei ha giocato nella Battipagliese, anche se il risultato non era quello che lei e la squadra vi aspettavate, si è trattata di un’esperienza, importante, oltre al fatto che i tifosi dimostrano un grande attaccamento, per quale motivo? 

 

Perché ha una storia importante la Battipagliese, e i tifosi, ovviamente, ci sono sempre stati per la propria città.  Quest’anno è anche grazie a loro, visto  che ci hanno dato sempre supporto, se siamo arrivati fino in fondo.

 

Se ce lo vuol dire, come mai ha lasciato l’ F.B.C Gravina, motivi legati al club, oppure per una sua esigenza personale voleva cambiare città?

 

Sono andato via da Gravina per un piccolo infortunio che ho avuto durante l’inizio della stagione e in comune accordo con la società abbiamo deciso di prendere strade differenti.

 

E ora passiamo a qualche domanda che faccio sempre: Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Posso dirti  che ho sempre giocato a calcio sin da quando ero piccolo, però ovviamente non pensavo che sarebbe diventato anche il mio lavoro; poi con il tempo, crescendo,  ho iniziato a capire ciò quando arrivai a Pescara,  pensai che forse sarebbe stata la mia strada.

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Io sono fortunato perché i miei genitori ci sono sempre stati alle mie spalle, ma in maniera molto tranquilla, perché mi hanno sempre lasciato libero di scegliere il mio futuro.  Per questo motivo vorrei ringraziarli, mi hanno cresciuto con grandi valori e vorrei ripagarli un giorno di  tutti i sacrifici che hanno fatto per me in tutti questi anni.



 




Lei ha lasciato la sua città giovanissimo perché è approdato al Pescara calcio dove ha fatto tutta la trafila, le chiedo questo, non le mancava la sua famiglia, gli amici? 

 

All’inizio non è stato per niente facile, quando ho lasciato Taranto avevo appena 14 anni, i primi anni sono stati difficilissimi, però poi con il tempo tutto diventa normale e ti abitui; appena ho un po’ di tempo torno sempre da loro.

 

Al Pescara che cosa le ha lasciato, a livello di club, di amicizie? 

 

Il Pescara calcio mi ha formato, perché sono stato lì nell’età più critica: quella dell’adolescenza. E’ stata un’esperienza importantissima per me, perché ti rendi conto di cosa possa significare vivere da solo.  Grazie a Dio ho trovato delle persone competenti, dei professionisti e che capiscono, ovviamente, il valore di questo sport. In conclusione posso dirti che ha fatto calcio ad alti livelli, diciamo che non sono sempre stato fortunato sotto questo aspetto.

 

Infine arriviamo al suo arrivo al Benevento, all’epoca la squadra era in serie A, ha collezionato 10 panchine, inoltre e ci pare giusto ricordarlo una domenica il Benevento giocava contro l’Inter, e lei era lì, che cosa ha provato essere tra le grandi? 

 

È stata un’emozione forte che mi porterò a vita, entrare in uno stadio come il San siro mette i brividi, l’unica nota stonata e questa mi provoca ancora dispiacere è il  non aver potuto vedere i tifosi, era il periodo del covid e gli spalti erano chiusi.

 

Ad un certo punto lei va a giocare in una squadra Bulgara, serie A, ci può dire come è stato contatto? Che tipo di esperienza è stata?

 

Mi ha chiamato un mister che avevo a Pescara, Andrea Sassarini, così a gennaio mi sono traferito in Bulgaria. E’ stata un’esperienza particolare perché la loro cultura e di conseguenza il loro stile di vita è totalmente differente dal nostro.

 

Lei gioca nel ruolo di ruolo di attaccante, ma si può adattare anche per altri ruoli? 

 

Principalmente durante la mia piccola carriera con i grandi ho svolto tutti i ruoli dell’attacco, però mi sento di esprimere le mie potenzialità o come  trequartista, o come  attacco a due punte.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Gol più bello? Direi quando giocavo con il Pescara, la partita era contro Bologna primavera 1. Fu votato come gol più bello della settimana, mentre il più importante è stato  quest’anno contro il Solofra al 90’,  la   vittoria  ci ha permesso  di continuare a seguire la vittoria campionato.

 

Quando giocava nel Benevento lei era molto giovane rispetto agli altri suoi compagni di gioco, di conseguenza riusciva ad esprimere la sua opinione, oppure ascoltava in silenzio i loro consigli?

 

Non sono un ragazzo che parla molto in generale, ovviamente mi piace ridere e scherzare con i miei compagni, ma quando le  persone  più grande e con un’ esperienza più grande esprimono la loro visione di gioco, io cerco sempre di apprendere e imparare. 

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Ho una buona abilità tecnica, devo migliorare il gol di testa.

 

Di lei ho letto molto bene, ha raggiunto obiettivi importanti, e non tutti ci riescono, anzi direi pochi, sono capaci di fare quello che lei ha fatto, come si riesce ad essere così apprezzati?

 

Le posso dire che non   mi sento che di aver fatto  ancora nulla di eccezionale, sono ancora giovane ho tanta strada da fare.

 

Sarebbe pronto per fare una nuova esperienza all’estero, anche fuori dall’Europa? Oppure rifiuterebbe,  ho precisato, fuori dall’Europa.

 

Sono pronto a tutto, a patto che ci siano i presupposti per farlo.


 




Vede sono tante le domande che mi piacerebbe farle, spero che mi concederà in futuro un’altra interista, ed ecco l’ultima domanda: A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Vorrei dedicare questa intervista ai miei genitori, e anche ad una persona che mi è stata accanto in tutti questi anni:  Emanuele Vitale, un mio vecchio mister, un secondo padre per me. 

 

 

 

Grazie 

 

12  06    2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

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