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mercoledì 15 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ENRICO

NESPOLI 

 

 


     

 

Enrico Nespoli è un giovane giocatore di calcio nato a Matera, e vive a Benevento,  così ci si presenta:

 

Mi chiamo Enrico Nespoli e sono nato a Matera il 2 aprile del 2001.

Gioco nel ruolo di difensore centrale, ho iniziato nel settore giovanile della Casertana, son poi passato nel Vastogirardi (serie d) dove ho totalizzato 28 partite e 2 gol. 

 

Successivamente sono andato nel Genoa primavera, a seguire ho militato   in prestito al Savoia (serie d) dove ho totalizzato 8 presenze, purtroppo durante quell’annata ho riportato la rottura del crociato. 

Sono passato al Giugliano ed ora sono all’Aversa dove ho totalizzato 13 presenze e 2 gol. Sto studiando per laurearmi in economia aziendale presso l’Unisannio di Benevento.

 

 




 



Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto quel lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il covid è stato qualcosa di inaspettato ed ha travolto le vita di ognuno di noi, calciatori compresi, durante la pandemia purtroppo dovevamo allenarci a casa, però con i programmi quotidiani del preparatore atletico sono riuscito a tenermi in forma.

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho iniziato a giocare a calcio fin da piccolo e non ho mai smesso, ho 
capito sin  da subito che sarebbe stata la mia grande passione.

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno sempre sostenuto in ogni mia decisione e sono stati un punto di riferimento soprattutto nei momenti più difficili.




 


 


Una tappa fondamentale della sua carriera è stata al Genoa, come si è trovato, è riuscito ad ambientarsi bene?

 

Andai a Genoa dopo un buon anno fatto in serie D, mi trovai subito bene con compagni e l’ambiente, l’organizzazione è davvero maniacale permette ad ogni giocatore di esprimersi al meglio, spero di rifare esperienze simili

 

 

Lei va in prestito al Savoia calcio, purtroppo subisce un infortunio, com’è successo?

 

Al Savoia ho iniziato bene il campionato, poi purtroppo ho subito la rottura del legamento crociato e per me è dato un duro colpo, ma ne sono uscito più forte e determinato di prima.

 

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Avendo cambiato praticamente ogni anno una squadra non sono legato ad una in particolare.



 




In questo momento si trova all’Aversa calcio, come si trova e come sta andando il campionato?

 

Ora sono all’Aversa e mi trovo molto bene, abbiamo iniziato benissimo il campionato, mentre ora siamo in una situazione delicata, ma sono sicuro che ne usciremo.

 


Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre al calcio seguo molto il tennis, è uno sport che mi è sempre piaciuto.



 


 



Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio gol più bello è stato contro il Cassino nel 2019, lo ricordo con piacere perché è stato il mio esordio in serie D.

 


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio calcistico credo sia l’anticipo ed un difetto sicuramente è l’irruenza cosa che sto cercando di migliorare.

 


Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Un giocatore che ammiro tantissimo è Kim del Napoli.



 




Lei oltre a giocare a calcio a breve conseguirà la laurea in economia aziendale come riesce a conciliare spor e studio?

 

Non ho mai abbandonato lo studio perché i calciatori a parer mio soprattutto in queste categorie sono appesi ad un filo , basta un infortunio o una stagione sbagliata per trovarti senza lavoro , credo fortemente nella possibilità di conciliare studio e calcio in quanto noi abbiamo molto tempo libero e non deve essere sprecato .

 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia e gli amici sono fondamentali nella mia vita perché permettono di staccare la spina e pensare ad altro. Durante la riabilitazione dal mio lungo infortunio soprattutto la mia famiglia è stata vicina a me e mi ha aiutato ad andare avanti nei momenti più difficili e per questo sarò sempre grato.



 


 


A chi vuol dedicare questa intervista?

 

Voglio dedicare questa intervista alla mia famiglia ed ai miei amici storici del gruppo “momenti indimenticabili “.

 

 

 

 

15 03 2023

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 14 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FELICE

PICCIRILLO 

 

 


 

Felice Piccirillo è direttore sportivo della società calcistica Terzigno 1964 e così si presenta: 

 

Mi chiamo Felice Piccirillo, sono nato a Napoli il 28 ottobre del 1989.

Sono un ragazzo che ha iniziato la mia breve carriera calcistica come tutti i ragazzini girando per varie scuole calcio, poi all’ età di 14 anni vado a giocare con il Sorrento giovanili allora in serie D.

 

  Proseguo poi con la Juniores del San Giorgio Calcio eccellenza per poi fermarmi e dedicarmi agli studi e alla mia carriera come intermediario assicurativo.

 

  Diplomatomi conseguo un master come intermediario assicurativo aprendo nel 2015 la mia agenzia assicurativa. All’età di 24 anni mi rimetto in gioco prima in terza categoria con una squadra di San Giorgio a Cremano per poi passare l’anno successivo in prima categoria con il Barca Ercolanense, finito l’anno calcistico gioco due anni sempre in prima categoria con la United Portici per finire la mia breve carriera nel 2016 con la Stella, splendente squadra di Sant’ Anastasia.

 

  Venendo da una famiglia che viveva di calcio soprattutto per mio fratello minore dove ha fatto carriera di tutto rispetto tra giovanili del Napoli calcio e tanta serie C, D ed Eccellenza, mi sono fatto conoscere da gli addetti hai lavori come intenditore di calcio. Nel 2020 arriva la chiamata del San Sebastiano calcio come direttore sportivo riuscendo a compiere una salvezza storica, dopo due anni con la medesima squadra a dicembre passo con il Terzigno squadra storica con una società fantastica con tifosi straordinari dove mi chiedono di ripetere il miracolo fatto l’anno prima salvando la squadra presa a 9 punti fatti nel girone di andata. 

 

 Ora siamo terzultimi e stiamo provando a fare una scalata sperando che ci permetta di salvarci. Se ci riusciremo potrò dire di aver fatto un’altra impresa calcistica.


 


Come prima domanda le voglio fare questa: lei ci ha detto che il Terzigno calcio è una società fantastica, e che ha dei tifosi fantastici, ci potrebbe dire di più a riguardo?

 

Attualmente io sono andato da loro a dicembre prendendo una squadra a 9 punti ultima in classifica, ora mancano 5 partite e siamo quart’ ultimi a 3 punti dalla salvezza. 

 

Stiamo facendo qualcosa di miracoloso e speriamo che riusciremo nell’ impresa.  La società è formata da tante brave persone e soprattutto che vogliono fare calcio come il direttore tecnico Giovanni Casillo e il direttore generale Gennaro Bianco persone squisite, inoltre menziono il sindaco Francesco Ranieri che è sempre vicino per poi passare alla splendida tifoseria dove con me si è creata la giusta alchimia. Sono dei ragazzi fantastici che ci seguono e ci supportano su qualsiasi campo. Il Terzigno è una società storica che ha militato in serie D ed io la promessa che voglio fare a questi fantastici tifosi è che farò di tutto per non farla retrocedere. Per l’anno prossimo ho un obiettivo: cercare di salire nelle categorie più alte, perché è lì che merita la squadra.

 

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è stato sempre dentro di me avendo mio padre che è un ex capo ultras della curva del Napoli le lascio immaginare… noi abbiamo mangiato pane e pallone e poi ho seguito mio fratello nella sua lunga carriera calcistica divisa tra giovanili del calcio Napoli tanta serie C e serie D e ora è qui con me al Terzigno a darmi una mano come calciatore.

 

 


I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Come calciatore non ho fatto carriera, ma mi sono divertito, ho fatto un po’ di settori giovanili e poi ho smesso per dedicarmi allo studio e al mio lavoro attuale che è: l’intermediario assicurativo. Poi all’età di 24 anni ho sono di nuovo sceso in campo: in prima categoria con lo United Portici, Barca, Ercolanese e Stella Splendente Sant’ Anastasia, infine mi sono dedicato a fare il direttore sportivo.

 

 

 


Nel 2020 avviene la svolta viene chiamato come direttore sportivo per la San Sebastiano Calcio, che tipo di esperienza è stata?

 

Mi chiamò il presidente voleva che portassi mio fratelloMi disse: “Mi dai una mano a portare tuo fratello qui al San Sebastiano? Abbiamo un nuovo progetto e vorremmo come calciatore tuo fratello. Quando andai a parlare con il presidente Saverio Ardolino nonché mio collega assicurativo, mi chiese se mi sarebbe piaciuto stare vicino alla squadra come Team Manager. Sono vicino alla squadra diciamo sino a dicembre come esterno. Poi mi hanno chiesto se volessi fare il direttore sportivo prendendo una squadra che era penultima per portarla alla salvezza. Poi ricevo una chiamata dal Terzigno durante l’anno in corso, però per varie vicissitudini decido di rimanere ho deciso di rimanere al San Sebastiano quando poi a dicembre mi richiama di nuovo il Terzigno e essendo una squadra importante ho deciso di accettare la loro proposta.

 


 

Adesso è direttore sportivo della Terzigno 1964, so che è molto legato a quest’ambiente, quali sono i motivi?

 

Mi lega l’amore per la squadra, per la propria maglia, è una città che sogna in grande, una città che vive di calcio, io che sono giovane come direttore mi piace sognare insieme ai tifosi. Si è creata subito un’alchimia tra la squadra, i tifosi e la società. Vorremmo sognare tutti assieme anche categorie superiori perché questa città lo merita, e lo meritano gli ultras.

 


 





L’anno scorso avete fatto una bella rimonta, quali sono stati i motivi principali?

 

Ti posso dire che l’anno presi il San Sebastiano che era una squadra demotivata, non aveva voglia, che era stata cambiata totalmente, l’anno scorso con i play out abbiamo fatti risultati e a mantenere la categoria.

 

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Direi la prima cosa è la testa, la testa e l’essere uomo, se non hai la testa a calcio non puoi giocare, prima viene la testa e poi le qualità, tutto guardano le qualità, ribadisco che prima ci sono altre qualità.

 


 

Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Come rapporto con gli allenatori, ti posso dire che oggi al Terzigno abbiamo il mister Michele Califano, ci sentiamo tutti i giorni, è una persona preparata, una persona perbene, ma soprattutto è un grande amico, ho istaurato un rapporto di fiducia reciproca, e nei progetti futuri lo voglio come allenatore.

 

 

Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, come direttore sportivo è ovvio? 

 

Ti posso dire che dovrei contare fino a 10, questo perché sono impulsivo, è la voglia di fare bene, è l’amore per il calcio che mi porta, il pregio è che riesco a creare un gran rapporto con la dirigenza, con gli allenatori, e con la squadra. Sono un ragazzo che si è fatto da solo e che riesce ad ottenere dai calciatori il meglio.

 

 

Ultima domanda: un sogno per il futuro?

 

Ti posso dire che ho tutto, ho un lavoro, un’azienda, ho un’agenzia assicurativa da 10 anni, ho una splendida famiglia, con mia moglie e mia figlia, per il momento penso solo a fare bene al Terzigno, e magari l’anno prossimo a fare una squadra che ci potrà fare il salto di qualità, 

 

 

15  03 2023

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 9 marzo 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCESCO

MINNITI

 

 


     

 

 

Francesco Minniti è un giocatore di calcio nato a Reggio Calabria.

 

 

Inizia la scuola calcio all’età di 7 anni, la scuola calcio si chiamava Reggio 2000, fa tutta la trafila, primi calci, pulcini, esordienti e giovanissimi! 

 

All’età di 12 anni quando fa gli esordienti disputa un torneo a Montecatini “eravamo 700 ragazzi alla fine del torneo c’ era la buonanima di Valcareggio il selezionatore della Nazionale praticamente su 700 ragazzi ne sceglie 16 e tra quei 16 ragazzini c’ ero io” fu una soddisfazione immensa fecero  l’amichevole con la Croazia vincendo 3-1!

 

 Poi sempre all’età di 13 anni disputano con i migliori ragazzi d’Italia uno stage a Genova su 300 bambini alla fine vince come: il miglior giocatore.

 

 Da qui inizia una vera e propria asta di calcio mercato all’età di 14 anni lo volevano tutte le migliori squadre d’Italia, Milan, Juve, Inter, Roma, Lazio, Torino, Atalanta e quelle di bassa serie che   nemmeno le nominiamo, deve scegliere e sceglie l’Atalanta, allora nel 2004 era il miglior settore giovanile d’Italia. 

 

  Al primo anno Giovanissimi Nazionali vince lo scudetto e vinse la finale contro la Lazio per 4-2!  Sempre in quell anno disputano il torneo Gaetano Scirea dove c’erano le migliori squadre d’Europa e vincono contro Real Madrid, il Barcellona, infine nella finale del torneo vincono contro il Torino ai rigori. 

L’anno dopo l’Atalanta scese in serie B e quindi fu costretta a dimezzare la foresteria. 

 

Deve fare allievi regionali quindi ha tanto mercato, così viene richiesto dalla Reggina Calcio allora in serie A, viene mandato in prestito con diritto di riscatto a favore della Reggina.  L’’anno dopo la Reggina lo acquista. A Reggio anziché giocare con gli allievi regionali disputa con gli allievi Nazionali praticamente giocando con quelli di 1 anni più grandi. Disputa 30 presenze, la Reggina l’anno dopo lo acquistò inserendolo nell’ affare con Rolando Bianchi, praticamente è stato acquistato insieme a Rolando Bianchi! 

 

Poi da quel momento   inizia la trafila alla Reggina fa 2005-2006 allievi Nazionali, 2006-2007 Primavera, 2007-2008 Primavera e anche qui viene scelto dal tecnico Nevio Orlandi con quelli di un anno più grandi per disputare le finali Nazionali. Viene pure contatto dal club londinese West Ham, ma decide di declinare l’offerta.

 

 Nel giro della Primavera si allena spesso con la prima squadra, praticamente ero pronto a firmare il contratto da professionista solo che ebbe   un brutto infortunio al ginocchio, si ruppe il crociato e il menisco; quindi la Reggina non crebbe più nelle sue potenzialità pensando che non potesse tornare quello di prima.  

 

Ovviamente non si   fermò, si   opera e si riprende dall’ infortunio. L’ anno dopo all’età di 19 anni venni ingaggiato dalla Salernitana, fa un anno praticamente il procuratore e il direttore che mi avevano scelto furono coinvolti nello scandalo Calciopoli, si ritrovò fuori dal giro senza neanche accorgersi, ci dice: “è stata come una doccia gelata! “

 

 Dall’ all’età di 20 gli capitò forse l’opportunità della vita: venne chiamato in serie A in Slovenia al Mura 05.  Ci rimane 6 mesi, furono i mesi più duri della sua vita, perché non riuscì ad ambientarsi.  Quindi ritorna in Italia e inizia a giocare in serie D: Milazzo 2010, Hintereggio 2011-2012-2013-Interpiana 2014, Palmese 2015 e poi in eccellenza locale 2016.   Nuovamente in serie D nel Messina calcio 2017! 

 

 

 



 

Come prima domanda le voglio fare questa, leggendo la sua carriera non posso che complimentarmi con lei, è arrivato dove pochi arrivano, immagino che lei si senta soddisfatto?

 

Sì, guarda nella mia carriera calcistica di soddisfazioni me ne sono tolte davvero tantissime, già aver fatto circolare il mio nome in giro per l’Italia e non solo, è motivo di orgoglio ovviamente non ho nulla da rimproverarmi certo con la testa di oggi e con la consapevolezza di tutto quello che c’è dietro il calcio sicuramente avrei detto la mia in altri palcoscenici!

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Beh che dire l’ho scoperto sin da piccolo facevo la media di 3/4 partite al giorno vivevo solo di questo, ovviamente all’età di 14 anni ho capito che forse sarebbe diventato un sogno realizzabile! 



 




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Guarda i miei genitori mi hanno seguitò dappertutto, mi hanno sempre detto che sarebbe giusto che io studiassi e che completassi gli studi, ma sarebbe stato importante che io inseguissi il mio sogno. 


 

Giovanissimo decide di militare nell’Atalanta, come mai scelse questa squadra?

 

Scelsi l’Atalanta perché era il miglior settore giovanile d’ Italia e quindi sarebbe stata la migliore squadra che mi avrebbe potuto potesse aiutare a crescere calcisticamente parlando.




 


 


Lei era un ragazzino, se mi permette, riuscii ad ambientarsi subito, oppure ci volle del tempo?

 

All’inizio feci un po’ fatica, ma giusto perché venivo dal sud e quindi ero visto con un occhio diverso, subito sono riuscito a mettere le cose al proprio posto e mi sono trovato bene!  In foresteria eravamo una famiglia si stava davvero bene non ci mancava niente.

 


Altra avventura: la Reggina. Lei ottiene dei grandi successi, un infortunio però fu fatale per la sua carriera. Si ricorda in che occasione avvenne?


Alla Reggina si è strutturato gran parte del mio percorso a livello giovanile e anche qui soddisfazioni su soddisfazioni come già detto precedentemente. 

Purtroppo però all’età di 19 anni ho avuto un brutto infortunio in allenamento, mi sono rotto crociato e menisco e siccome era l anno che dovevo firmare il contratto da professionista con la Reggina, loro non hanno più creduto in me, mi trovai fuori dal progetto.

 


Che cosa pensò pochi giorni dopo che successe quel fatto?

 

Ovviamente non mi sono abbattuto perché non ero l’ultimo arrivato, ricominciai dalla Salernitana e come ho detto precedentemente è successo quello che è successo.

 

 

Altra esperienza importante a 20 anni, va a giocare in Slovenia in serie A, furono 6 mesi molto duri, come mai non riuscì ad ambientarsi?

 

Dopo la Salernitana ho fatto un’esperienza importantissima in Slovenia in serie A al Mura 05, però purtroppo qui non mi sono ambientato sia per il clima sia per tutti gli altri aspetti.  Si respirava aria fredda in tutti i sensi, io sono un ragazzo molto solare e quindi non ce l ‘ho fatta e tornai in patria. 



 




A mente fredda rifarebbe quello che ho fatto oppure se potesse tornare indietro non farebbe la scelta di ritornare a casa dopo 6 mesi?

 

Ad oggi direi che rifarei tutto quanto, ma non sarei tornato mai a Reggio alla Reggina, sarei rimasto su al nord dove c’è più visibilità e sicuramente avrei fatto un altro tipo di carriera.  Purtroppo non si vive di passato, ma di presente e credimi sono stra-orgoglioso di tutto quello che ho fatto.

 


Lei poi ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

 Non c’è una squadra in particolare perché ovunque io abbia giocato ho avuto amici in tutti i posti, ma se dovessi menzionarne una direi il Messina.




 





Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Sì, sono un tipo molto sportivo mi piace il padel e mi sta affascinando molto la pallavolo, non pensavo.



Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Credo che la prima cosa che pensa uno quando fa il calciatore sono i soldi poi viene la fama.

 


Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il gol più bello lo feci quando ero alla Reggina segnai da centrocampo una botta finita sotto l’incrocio erano 40 metri. La partita era Reggina contro Acireale allievi nazionali.

 


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Come pregio le posso dire che sono stato ammirato sempre per la mia tecnica e la mia visione di gioco, il difetto è che non amavo tanto correre preferivo far correre il pallone.

 


Uno con la sua esperienza sarebbe un ottimo allenatore, come mai ha deciso di non farlo?

 

Ci stavo pensando, ma credo che per il mio temperamento non sarebbe facile farlo.



 





Lei è stato, oppure direi, è un giocatore, visto che è molto giovane, che ha vinto importanti trofei, quanto conta l’essere costanti negli allenamenti e quanto conta nascere con questa dote: che è quella di saper calciare?

 

Credo che prima di tutto bisogna avere la dote senza quella non fai niente, ovviamente l’allenamento è la base di tutto, in base a come ti alleni giochi la domenica, in conclusione devi stare sempre sul pezzo appena abbassi la guardia sei perso.

 


Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Guarda per me la mia famiglia è un punto fermo, qualsiasi cosa per me loro ci devono essere! Ovviamente anche i miei amici hanno una certa importanza nella mia vita, anche se i veri amici per me si contano con le dita delle mani, purtroppo la vita ti fa capire tante cose. 

 


Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Un sogno che vorrei che si realizzasse e farmi al più presto una famiglia!

 

 


 10  Marzo 2023 

 

 

(Tutti i diritti riservati) 

domenica 26 febbraio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GERARDO

DAURIA

  

 

 


 

 


 

Gerardo D’Auria, classe 2006, di S. Antonio Abate (Napoli),    è un giovanissimo giocatore di calcio che svolge il ruolo di portiere. 

 

 

La sua carriera da calciatore inizia immediatamente subito. All’eta di cinque anni viene iscritto alla Scuola calcio GE.CA.

Dopo due anni si trasferisce all’Olimpia Club, visto che manca un portiere è  lui che assumerà questo ruolo. Il padre non è d’accordo, ma alla fine è il figlio che decide l’essere un portiere e basta.

“Il ragazzo ha qualità e risponde bene”.   Questo gli viene detto dal Mister Aniello Esposito e dice alla famiglia D’Auria a iscrivere il figlio   alla Real Stabia. 

Gerardo si allena con la Scuola dei portieri di Vincenzo Di Filippo fino a settembre, sino a che la Cavese Calcio esprime tutto il proprio interesse per il ragazzo per puntare su di lui.

 

 


 

Come prima domanda le voglio fare questa, quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Era un'estate dove erano passati pochi anni che giocavo a calcio, la scuola calcio che frequentavo organizzò un torneo a Rimini, eravamo una piccola squadra che aveva una bellissima intesa dove codesta ci portò a vincere questo torneo. Quei giorni che passarono provai tante emozioni bellissime che non avevo mai provato, cosi capii che questo sport non poteva non essere la cosa più bella che potessi frequentare.

 

In questo momento, Lei è reduce da un brutto infortunio, com’è successo? E come sta reagendo alla terapia di riabilitazione? 

 

Il 6 luglio del 2022 andai a fare un allenamento dei portieri a Cercola per potermi preparare nel superare dei provini, solo che, quasi a fine allenamento quando stavamo calciando in porta mi arriva una palla di controbalzo che quando la calciai appoggiai il piede a terra  e caddi e sentii un rumore strano nel ginocchio infatti quando mi dovevo rialzare non ci riuscivo perché avevo il ginocchio bloccato e non riuscivo né a piegarlo e né a distenderlo. Ora diciamo che sono guarito ma non riesco ancora a tornare in campo perché il giorno che mi alleno mi fa ancora male dato che non ho abbastanza quadricipite da come dicono i dottori; quindi adesso sto andando in palestra e dopo spero di tornare di nuovo in campo.



 




Terminata la terapia dove andrà a giocare?

 

Oramai la stagione è quasi finita non credo che andrò in una squadra per ritornare giocare, ma appena ritorno penso che farò la maggior parte delle volte allenamenti privati che mi permetteranno di nuovo a rimettermi in gioco e prepararmi per la stagione successiva.

 

Sappiamo che suo papà Ciro è il suo primo tifoso e sostenitore, che cosa pensa di suo padre?

 

Sì, mio padre è stato il primo a portarmi in campo è sempre stato affianco a me sin da quando iniziai, ormai c'è da dire che l'ha presa più come una passione che crediamo che si avveri. 

 

Penso che non possa avere un padre migliore perché da come ho notato non tutti lo sono, mi accompagna agli allenamenti, alle partite che raramente non ha guardato, ai provini e anche in molte altre cose. 

 

Ad un certo momento della sua giovane carriera, decide che vuol essere un portiere, come mai? Sappiamo che suo padre non era d’accordo su quest scelta, è così? 

 

Non c'è proprio un preciso momento perché io anche da quando ho iniziato volevo stare sempre in porta, mi dava qualcosa di sicurezza che ancora tutt'oggi mi da. A mio padre gli piaceva di più che giocassi  avanti perché voleva che facessi  gol anche io come gli altri, ma non ero portato a farlo cosi passai in difesa dove erano più le volte che stavo in panchina che in campo cosi un giorno quando mancò il portiere in un allenamento decisi di mettermi  io in porta, ero consapevole di non saper fare,  però feci delle belle parate. A fine allenamento il mister andò a parlare con mio padre e gli disse che mi doveva far fare quello che più mi piaceva fare, da quel giorno cambiò idea e mi fece restare in porta portandomi da allenatori che mi hanno fatto migliorare e crescere sia in campo che nella vita.

 

Lei frequenta con dei bei risultati il Tecnico Industriale, come riesce a conciliare studio e attività agonistica?

 

Quest'anno da quando mi sono fatto male ho più tempo per lo studio, ma l'anno scorso quando giocavo nel Sorrento non avevo mai tempo per farlo perché uscivo tardi da scuola, non tornavo neanche a casa e già dovevo prendere il treno per andare a giocare, tornavo giusto all'ora di cena e dopo aver mangiato mi rinchiudevo nella mia cameretta e studiavo il più possibile.

 





 



Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Non seguo molti sport diversi dal calcio ma mi capita di guardare giocare il mio amico a pallavolo e quando ho tempo ci vado


Ho intervistato diversi portieri, tutti mi dicono che forse è il ruolo più difficile, sei solo e quando devi parare un rigore hai tutto lo stadio in silenzio che ti osserva, è così?


Sì, è esattamente cosi, sono tutti in ansia di sapere se il rigore l'attaccante lo sbaglia o lo segna, ma quando sei in porta sei talmente concentrato che non ci dai neanche troppo peso, cerchi di essere il più attento possibile sui movimenti dell'avversario per riuscire ad indovinare il lato dove tira, ovviamente come molti dicono è sia intuizione ed anche fortuna molte delle volte.


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Un mio pregio è la sicurezza che do in campo sia con le parole che con le parate, invece un difetto è quello di non saper usare bene i piedi ma sono gia migliorato rispetto a prima. 


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Certi ragazzi  pensano a diventare il “miglior giocatore” per poter guadagnare qualcosa in più rispetto agli altri, ma io penso che non devi pensare ai soldi perché questo significa che non ti diverti e non capisci le emozioni che ti dà. Secondo me più ci pensi e più la cosa non si avvererà. 

 

Si ricorda la sua parata più bella?

 

Ero in un torneo in finale, eravamo ai rigori decisivi se lo paravo vincevamo, se no si continuava. L'arbitro fischiò feci una finta di andare in un'altra parte per poter farlo tirare dovevo volevo io, cosi successe e io riuscì a parare con la punta delle dita portando cosi un altro trofeo a casa.

 

Lei è giovanissimo, che sogno vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?

 

Ovviamente ti dico il portiere perché ci sto mettendo tutto me stesso, ma nel caso non ci riuscissi mi piacerebbe diventare un progettista di disegni.

 

 

 


 

27  febbraio 2023

(Tutti i diritti riservati)