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venerdì 16 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ALESSANDRO

LUCIBELLO

 

 

                                     
                                       Contro la Palmese partita vinta 2 a 0.



 

Alessandro Lucibello di Amalfi ha giocato a calcio sino a qualche anno fa, ora svolge il ruolo di preparatore dei portieri. Cosi ci si presenta:

 

“Mi chiamo Alessandro Lucibello, sono nato a Napoli il 18 marzo dell'1993, vivo ad Amalfi ed il calcio è la mia più grande passione.

 

Ho iniziato a dare calci al pallone nel settore giovanile del Costa D'Amalfi, ai tempi U.C. Intercostiera, con la quale sono riuscito, insieme all'aiuto dei miei compagni e al lavoro del mister De Crescenzo, a vincere un campionato mini-giovanissimi provinciali.  Anche con altri allenatori quali mister Scannapieco e mister Gino Proto, attuale allenatore del Costa d'Amalfi, abbiamo raggiunto altri importanti risultati. 

 

La passione per gli allenamenti dei portieri nasce però quando inizio ad allenarmi con mister Giovanni Esposito, mentre mi allenavo gli davo una mano nel settore giovanile questo fino al 2015. 

 

Finito il settore giovanile nel 2010 ho iniziato a giocare prima in seconda categoria nel Cetara Soccer, dove ottenemmo il secondo posto in campionato con mister Gabriele Sammarco, attualmente ricopre il ruolo di direttore nel Costa D'Amalfi, poi sono stato per una breve parentesi al Positano in promozione per poi far parte del gruppo del Costa D'Amalfi che è riuscito ad andare dalla seconda categoria alla promozione con imister De Crescenzo e Proto. 

 

Successivamente ho fatto due anni di seconda categoria prima con la Maiorese dove ho ritrovato mister Scannapieco e poi ad Agerola nell'anno della ripartenza del calcio nella cittadina dei monti Lattari. Il mio ultimo anno è mezzo è stato con il Tramonti in prima categoria dove con il grande lavoro del mister nonché amico Raffaele Apicella abbiamo raggiunto nel 2018 la semifinale playoff. Nel gennaio 2019 ho deciso, visto che i vari impegni lavorativi non mi permettevano di allenarmi, di lasciare il calcio giocato per iniziare il percorso da preparatore dei portieri. 

 

Ho iniziato nel gennaio 2019 come vice preparatore del settore giovanile e della prima squadra in eccellenza nel Costa D'Amalfi alle spalle del mister Gianfranco Rossi a cui devo tantissimo, questo perché ha avuto pazienza e voglia nei miei riguardi, così come il mister in prima Osvaldo Ferullo, che mi ha dato il piacere di far parte del suo staff.

 

Nella seconda metà dell'annata 18/19 abbiamo raggiunto per la prima  volta nella storia della società costiera, i playoff di eccellenza, perdendo la semifinale con l’Agropoli, mentre nell'annata 19/20, oltre a collaborare con mister Rossi ho avuto il piacere di affiancare mister Antonio Ragone nel settore giovanile, altra persona fondamentale e amica, importantissima nel mio percorso di crescita sportiva. 

 

Con quest'ultimo siamo stati in grado di gestire ben sedici portieri di diverse età nella scuola calcio, mentre con la prima squadra abbiamo raggiunto il traguardo storico della finale di coppa Campania e prima dell'interruzione per Covid eravamo terzi a meno sette dalla prima, ovvero il Santa Maria di Castellabate che venne poi dichiarata la squadra vincitrice. Il Santa Maria l’avevamo eliminato in semifinale di Coppa Campania e che all'ultima gara sarebbe dovuta doveva venire a farci visita. 

 


Questo è uno fra i più grandi rammarichi: il non aver potuto completare la stagione, perché non eravamo una squadra, ma una famiglia incredibile. Nel 2021 da maggio a luglio sono preparatore dei portieri del settore giovanile del Costa D'Amalfi e sul finire di luglio inizio il ritiro del campionato di eccellenza dove ritrovo mister Antonio Ragone e mister Giovanni Greco con il quale si è instaurato un grande rapporto, questi   componevano lo staff di mister Proto, altra persona fondamentale nel mio cammino.

 


Poi però decido di camminare da solo, mi arriva l'offerta del Tramonti e decido così di scendere di due categorie e inizio il mio primo campionato da preparatore in solitaria, dove ritrovo il mister e amico Apicella che subentra in una situazione complicatissima.

 

Tra: la mancata preparazione estiva e mancato richiamo invernale, con una squadra falcidiata dal covid, infortuni vari, i fari rotti del campo che non ci permettevano di allenarci la sera, le innumerevoli difficoltà figlie dell'estate lavorativa in costiera, con quattro settimane perse per turni infrasettimanali, tutto lo staff è riuscito,  nonostante queste peripezie che ho elencato sopra  a portare la squadra alla  salvezza, molto sofferta, senza playout, concludendo al sesto posto il campionato, con la quinta difesa interna migliore e con i nostri portieri che parano anche due tiri dagli undici metri.

 

Poi per mia scelta personale decido di lasciare il  Tramonti Calcio, ambiente sportivo e paese a cui mi lega e mi legherà un affetto particolare, per provare altre esperienze e attendere la chiamata giusta. 

 

La chiamata giusta arriva a fine luglio quando Giovanni Formisano, portiere che ho trovato contro molte volte in eccellenza (con Giovanni Formisano si è instaurato un grande rapporto di amicizia) mi chiama per propormi di seguire l'Agerola in promozione. 


 

Inizialmente non voglio accettare per paura che gli impegni lavorativi non mi permettano di far combaciare le cose, ma fatto sta che grazie al suo intervento e alla fiducia e alla pazienza  concessemi dalla società Agerola (il presidente è il signor Acampora mentre il  mister è Francesco Nardo) accetto l'offerta prendendomi la gestione dei portieri di prima squadra e  del settore giovanile; fino a questo momento siamo terzi in classifica nel girone b di promozione Campania, in un girone in cui il Santa Maria la Carità fa “un cammino a parte” perché è una squadra molto forte, ha vinto tutte le partite, ne ha pareggiate due, una delle quelle con la mia squadra. Quest’anno dev’essere un anno  dev’ essere di costruzione dopo la salvezza ottenuta all'ultima giornata l'anno scorso.  Quindi penso che stiamo facendo un gran bel lavoro e penso che anche i portieri stiano facendo un gran bel percorso, in una grande società con un grandissimo cuore

 

Il 17 gennaio 2022 ho conseguito il patentino AIFS come preparatore dei portieri di primo livello”

 

 

 


Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? 


Io che il Covid penso ci abbia dato una grande lezione, di quanto bella e sia straordinaria la normalità che vivevamo e che stiamo tornando a vivere. Per quanto mi riguarda la pausa forzata l'ho vissuta cercando di aggiornare e migliorare il mio bagaglio di conoscenze, per essere pronto per quando poi saremmo ripartiti.Mi sono tenuto in allenamento scoprendo di come sia bello   correre fra i vari sentieri delle montagne che collegano un paese ad un altro del mio territorio.

  

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?


Da piccolissimo, la passione mi è stata trasmessa da mio padre e mio nonno, il primo mi ha trasmesso una passione più "obbiettiva", il secondo mi ha trasmesso una passione più "folle" per il Napoli. Con il nonno fin quando è stato qui con me mi confrontavo sul Napoli e basta, ed erano momenti bellissimi che resteranno dentro di me. Con mio padre ancora oggi mi ci confronto, anzi, a volte per essere più sicuro sul mio modo di intendere il calcio, il suo giudizio lo reputo fondamentale.

 




                              

                              Semifinale di coppa Campania




Se dovesse esprimere un suo giudizio sulla carriera da calciatore che cosa direbbe?

 

Per quanto riguarda la mia carriera da calciatore posso solamente dirle che ovunque io sia stato ho lasciato un bel ricordo come persona, ed è questa la cosa che più mi da soddisfazione. Ritengo di aver raggiunto il massimo che potessi raggiungere, purtroppo non avevo né le qualità né il tempo, a causa del lavoro, di arrivare a livelli più alti di quelli che ho raggiunto. Quello che posso dirle è che ho affrontato ogni campionato ed ogni categoria, a prescindere dal ruolo, con una serietà ferrea, e penso che gli allenamenti saltati li conti sulle dita di una mano.

Quindi le dico per concludere che fossi un allenatore prenderei un Lucibello calciatore per le grandi qualità da uomo-spogliatoio e per la serietà e la passione con cui affronta questo sport.



 

                              

                               Semifinale di coppa Campania 




Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare preparatore dei portieri? 

 

Diciamo che già mi piaceva questo ruolo perché affiancavo il mio mister dei portieri Esposito con il settore giovanile, poi nel gennaio 2019 mi arrivò la chiamata del Costa D'Amalfi per il settore giovanile e decisi di "cambiare ruolo". 

Ho iniziato come collaboratore del mister Gianfranco Rossi, una persona a cui devo tantissimo e che mi ha dato tantissimo; oltre ad avermi dato la possibilità del settore giovanile mi ha concesso la possibilità di affiancarlo anche in prima squadra, in Eccellenza, negli anni d'oro del Costa D'Amalfi di Ferullo. Momenti indimenticabili.

 

 

Lei in questo momento è nella società Agerola, come si trova? 

 

Splendidamente. Sono capitato in una società fatta da persone straordinarie, il presidente Acampora, i dirigenti Ruocco, Longobardi e Ferrara, per non parlare della squadra fatta da uomini veri e grandi calciatori, senza dimenticare il signor Luigi Astarita, conosciuto come il cavaliere, questo perché è un tifoso storico dell'Agerola. Sarò sempre grato a questa piazza per l'opportunità concessami al mio secondo anno di preparatore in solitaria, così come sarò grato sempre al mister Nardo e al mister Celentano di avermi dato la possibilità di far parte del loro staff, personalmente sto cercando di ricambiare la fiducia in me riposta con serietà, impegno studio continuo per gli allenamenti e tanto cuore.


 






Qual è la principale qualità che deve avere un prepatore?

 

Più che la qualità penso che le qualità che debba avere un preparatore dei portieri siano molteplici, personalmente cerco sempre di comprendere che tipo di carattere hanno i portieri che ho a disposizione per comprendere il tipo di approccio da utilizzare nei loro riguardi, farli sentire importanti, dargli vicinanza nei momenti di difficoltà, essere credibili e soprattutto mai  e sottolineo mai  essere monotematici nel programmare un allenamento, la monotonia mentale inconsciamente porta i nostri portieri ad avere un rilassamento, mentre la novità inconsciamente porta ad un miglioramento delle sessioni.

 Nei miei primi due anni da preparatore ho avuto il piacere di allenare ragazzi più grandi di me, con cui ho avuto un approccio improntato su un dialogo schietto, utilizzando il noi e ascoltando anche le loro idee per allenarci al meglio


 

Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Il calcio non mi sta togliendo nulla, anzi. Per andare a fare allenamento nel periodo lavorativo ho fatto e faccio tantissimi sacrifici, ma se mi dicessero lo rifaresti la risposta è sempre si. Il calcio mi ha dato tante amicizie fraterne, il calcio mi ha insegnato la disciplina, la serietà. È soprattutto mi ha dato un grande insegnamento, ovvero che quando ci sono 1000 e più motivi per mollare, scegliere sempre l'unico motivo per continuare.




 



 

     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà al portiere?

 

Rientriamo nel discorso delle qualità del preparatore. Ho avuto molti portieri che durante il riscaldamento cercano un approccio mite, quasi rilassato, mentre altri cercano un approccio di sostegno continuo, cercano la carica dalle nostre parole.  Il mio stato d'animo invece è differente, dipende dalle sensazioni che ho durante la settimana.

 

 

E alla fine di una partita, invece? Ripensa a cosa è andato storto, oppure pensa a come riuscire a far meglio nella prossima gara?

 

Fine partita difficilmente faccio una valutazione, siccome a caldo posso dare valutazioni affrettate, da tifoso, la sera inizio a valutare cosa ho fatto di buono per il mio portiere e cosa non.  Ne parlo sia in privato con lui che davanti agli altri portieri, perché non dobbiamo nasconderci niente, nonostante  che giochi solamente uno gli altri devono sentirsi partecipi, il confronto poi è sempre utile per un miglioramento sia per chi gioca e chi no.






                                   Contro la Palmese, partita vinta 2 a 0.


Una partita che vorrebbe dimenticare? 

 

Sinceramente, se me lo concede, vorrei dimenticare l'interruzione causa covid del 2020, nel secondo anno di Ferullo a Maiori in Eccellenza, perché lo dico a lei come lo dico spesso a tutti quelli che facevano parte di quel gruppo meraviglioso, saremmo arrivati all'ultima giornata con il Santa Maria, che eliminammo in semifinale di Coppa Campania, in casa a giocarci un qualcosa di veramente molto importante. Basti pensare che un mese prima dell'interruzione ci giocammo la finale di coppa regionale con l'Afragolese, e ancora prima battemmo un altro battistrada e realtà storica del nostro girone, la Palmese di mister Sanchez. Tutte realtà che adesso giocano in D.

 


Un suo pregio?


Il mio pregio penso sia l'umiltà, il mettermi a disposizione per il bene comune. Il vivere le partite dei miei portieri come se le giocassi io, lo reputo un pregio, perché vuol dire che entro in simbiosi con loro.

 


Un suo difetto?


In alcuni casi sono molto testardo, e pretendo di avere ragione.

  

Come   descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?


Mi descriverei come un ragazzo semplice, umile, con la battuta pronta e pronto a tutto per ciò in cui crede



 


 




 Famiglia e amici che cosa rappresentano per lei? 

 

La famiglia per me è tutto, le ho già raccontato della passione per il calcio nata grazie a mio padre e a mio nonno, ma devo ammettere che anche mia madre in un certo senso mi aiuta. 

 

Pensi che si accorge se ho vinto, perso o pareggiato da come chiudo la porta.  Poi ho un ottimo rapporto con un mio cugino che attualmente è nello staff di Nicola nella Salernitana, vale a dire Marco Celia Per quanto riguarda le amicizie molte sono nel mondo del calcio, direi che la maggior parte sono nel mondo del calcio. 

 

Ho un rapporto fraterno con Manuel Lettieri, attuale capitano del San Marzano, ex Capitano del Costa D'Amalfi, quando era tra i professionisti ho visto tantissime partite sue insieme alla sua famiglia che sento anche un po’ mia. Sicuramente avrebbe meritato categorie ancora più importanti. Non posso dimenticare poi il mister nonché amico del Tramonti Raffaele Apicella, con il quale ancora oggi ci sentiamo e a cui auguro ogni bene. 

 

Per non parlare di colui il quale ha permesso il mio approdo all’ Agerola, Giovanni Formisano, un portiere che ha fatto la storia nel calcio campano e nonostante ciò si allena come un under, e rimanendo sempre in tema del club Agerola, menziono Gerardo Vissicchio, con cui ho condiviso la maggior parte dei miei anni calcistici, per non parlare del resto della “macchina costiera” con cui andiamo a fare allenamento: Cestaro, Marino, Di Landro e War. 

 

Ultimi, ma non ultimi i mister che mi hanno permesso una crescita importante, i mister dei portieri: Rossi e Ragone, quest’ultimo merita una riflessione  a parte, oltre all'apprendimento mi ha regalato momenti di grande divertimento, e posso assicurarle che divertirsi gestendo sedici portieri di diversa età e qualità non era per nulla scontato, come non menzionare  mister Ferullo, che mi ha dato il piacere di entrare nel suo staff io che mi ritengo un  “signor meno di nessuno”. Al di fuori dell’ambiente calcistico, ho un fratello che lavora in Irlanda me è per me fondamentale, un  legame perenne ce l’ho - e  che sarà per sempre - è con il mio amico Francesco Torre.  Ho un bellissimo rapporto con Ciro Gatti attuale segretario del Costa D'Amalfi, Mario Pisani attuale addetto stampa del CDA e con Michele Abbagnara. Se ne ho dimenticato qualcuno, sappiate che non l'ho fatto apposta.

 




                   Qui è con con Manuel Esposito portiere della primavera del Benevento calcio

              



Un sogno per il futuro?


Il mio sogno nel futuro immediato è regalare insieme allo staff tecnico e alla squadra ad Agerola e all’Agerola il sogno dei playoff e perché no puntare a farli in maniera positiva. 

Nel futuro più lontano sogno di salire ancora di più di livello, sono partito come collaboratore del settore giovanile, collaboratore in eccellenza, primo preparatore dei portieri in prima categoria con cui ho ottenuto una bella salvezza e adesso sono in promozione.  Quello che è certo che il calcio è il sogno che vivo ad occhi aperti, e lo continuerò a vivere sempre!

 

 

 

 

 16  Dicembre   2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 14 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANDREA

SANTANGELO

 



 

     

 

Andrea Santangelo è un giovane giocatore di calcio di Cosenza, e queste sono le squadre dove ha militato: dal 2013 fino al 2016 a dicembre Catanzaro giovanili, dal 2016 fino al 2019 Cosenza calcio, ho fatto anche il ritiro in prima squadra e ho giocato in primavera. 2019/2020 con l’Altamura (serie D).  2020/2021 Castelfidardo (serie D) 2021/2022 Nereto (serie D). Da agosto sino ai primi di dicembre ha militato nel Castelnuovo Vomano, ora è al Castrovillari.

 

 

 


 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Diciamo che sono cresciuto con questa passione grazie a mio padre, non dimenticherò mai quando mi portò per la prima volta allo stadio, è stato una sensazione unica, è grazie anche lui se tutt’ora continuo a giocare.

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

La mia famiglia ha sempre creduto in me anche nei momenti più bui, questo mi ha aiutato molto perché ho avuto un periodo dove pensavo di smettere.

 







Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Altamura, senza dubbio, mi sono trovato benissimo sia dentro che fuori dal campo. Lì sono cresciuto molto grazie al mister Alessandro Monticciolo, lui mi ha dato tanto, ancora oggi ci sentiamo ed è rimasto un bellissimo rapporto.

 

 

Come si è trovato nel Castelfidardo?

 

Benissimo, è stata una stagione piena di sorprese. Eravamo una squadra molto giovane, con poca esperienza ma ci siamo tolti grandi soddisfazioni con le ‘big’ del campionato, così facendo abbiamo fatto parlare di noi.

 

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?

 

A mio parere, una cosa non esclude l’altra. poiché vivere facendo ciò che si ama di più è impagabile. Al giorno d’oggi sono più i genitori che influenzano con potere decisionale i propri figli, anziché affiancarli in ciò che credono.

 





 


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Ho fatto molti ruoli: ‘Esterno’, ‘Mezz’ala’ - ‘Quinto di centrocampo’ - ‘Quarto di centrocampo’ - ‘Terzino ’.

Tanti ruoli poiché ilmister al giorno d’oggi, hanno più prospettive sui ragazzi che riescono a coprire diversi ruoli.

 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio goal più bello lo ricordo ancora come se fosse ieri, avevo 17 anni, nel derby Catanzaro-Cosenza (Beretti under 18) avevo fame di fare bene, poiché da poco ero stato trasferito dal Catanzaro al Cosenza.

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo?

 

Theo Hernàndez, è arrivato al suo obiettivo grazie al sacrificio, dedizione e umiltà, visto  che il calcio non è un semplice sport.

 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Come ho accennato precedentemente, la mia famiglia rappresenta per me una colonna portante, per quanto riguarda l’amicizia, ho imparato nel tempo a selezionare in modo qualitativo e non quantitativo.

 

Grazie 

 

15 dicembre    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

mercoledì 7 dicembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

EMANUELE

RAZZINI 

 

 


     

 

 

Emanuele Razzini,   giocatore di calcio,   è nato a Roma l’11 maggio del 1984 Questa la sua carriera: 2001-02 Cosenza primavera, 2002-06 Ostuni eccellenza, 2006-07 Trivento eccellenza (vinto campionato e coppa Italia), 2008 /2010 Guidonia (serie D), 2010-12 San Cesareo (campionato vinto), 2013 Cisterna eccellenza, 2014 Podgora eccellenza, 2015 Fonte Nuova eccellenza, 2016 Ladispoli, 2017 Montecelio, 2017-19 Monterotondo 2020, Monti Cimini, 2021 Lupa Frascati, 2022 Pontinia.

 



 





La prima domanda è questa: come sta andando il campionato sino adesso?

 

Il campionato sta andando non secondo le aspettative sono in procinto di cambiare squadra e colgo l’occasione per fare un grande in bocca a lupo ai ragazzi e che possano raggiungere l’obbiettivo iniziale.

 

Sta seguendo il mondiale e che idea si è fatto per la mancata esclusione dell’Italia (e siamo a quota tre)?

 

Sto seguendo poco il mondiale, anche per l’esclusione dell’Italia Potremmo parlare per ore perché non siamo li, ma sempre dipende tutto da noi. Fa male vedere una nazione, che ama il calcio non parteciparne ed essere protagonisti.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da quando ero bambino Che poi diventasse un lavoro, per me un sogno.

Non smetterò mai di sognare con il calcio e  di prendere a calci la palla.

 








I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Li ringrazierò sempre per aver creduto in tutto ciò che facevo. Lo studio era sempre al primo posto (forse non per me), mai mi hanno negato di vivere i miei sogni.


Lei ha giocato in diverse squadre e ha raggiunto degli obiettivi importanti, qual è la qualità che bisogna avere per raggiungere traguardi così importanti?


Direi la costanza di lavorare ogni giorno, di saper ascoltare e mettersi a disposizione. Poi c’è la fortuna, la quale in ogni situazione è una componente importante.

 

Quale suggerimento si sente di dare a un giovane che decidesse di intraprendere questa professione?


Di non essere presuntuoso, e rendersi conto di quante emozioni puoi vivere e far vivere alla gente.

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Perché ami questo sport, perché sogni, perché ti emoziona, perché ti fa gioire e ridere. La fama ed i soldi sono una conseguenza.



Lei gioca nel ruolo di? 

 

Difensore centrale.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Forse a Civitavecchia, tiro a giro sotto l’incrocio dei pali.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 


Difetto la poca aggressività, pregio tecnicamente valido per il ruolo

 

Si nasce grandi giocatori ci si può diventare allenandosi con estrema dedizione?


Sei predisposto forse ma l’allenamento e la voglia di migliorarsi può farti arrivare dove tu neanche immagini.


Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 


Non cambierei nulla. In quel momento per me erano le scelte giuste: dignità e rispetto sono state sempre le prime preregative.

 

Il miglior attaccante in questo momento in Italia?


Dico quello di cui sono innamorato: Edin Dzeko.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 


Sono al primo posto. Sono quelli che in ogni momento della mia vita e nelle mie scelte ci sono sempre stati e che mi hanno sempre sostenuto.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 


Rimanere nell’ambito e magari arrivare da dove da giocatore non sono arrivato.

 

 

 

 

07 dicembre    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 17 novembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista



LUIGI

SANCHEZ 

 



 

 


Luigi Sanchez nato a Napoli è un allenatore, e così ci si presenta: “

 

Sono partito dalle scuole calcio, come un po’ tutti, poi mi hanno affidato la quadra dove vivo, il Casavatore Calcio, facendo un bellissimo campionato di terza categoria, mi allenavo alle 10 di sera con un gruppo fantastico, il mio presidente, me lo porto ancora nel cuore era Domenico Alocato, e c’era pure il grande presidente Rega che tutt’ora è un ottimo scopritore di giovani, fu, come ho detto precedentemente un bel campionato, poi passammo in secondo categoria.

 

 L’anno successivo sono andato a Frattamaggiore dove abbiamo vinto un campionato di seconda categoria, sono poi ritornato al mio paese, visto che avevano costruito una piccola squadra in seconda categoria e qui abbiamo vinto un bel campionato. L’anno successivo con il Casavatore sono andato in prima categoria, abbiamo perso quel campionato questo perché la Neapolis fece ricorso, era giugno.

 

 

Quando mio fratello allenava in eccellenza il Casalnuovo il mio ruolo era il secondo, poi ci fu un’occasione con il Villa Literno, la squadra era in promozione, il presidente cercava un allenatore giovane, la squadra all’epoca veniva da 6 partite 0 punti, dovevano salvarsi.  Il fatto di aver allenato questa squadra è stato il cambiamento della mia vita. 

 

Fu un campionato splendido, ci siamo salvati. Sono stato con loro tre anni in promozione, poi andai al Rus Vico dove c’è un presidente che porto ancora nel cuore, il presidente Ciccone, abbiamo vinto il campionato di promozione, da lì mi sono traferito all’Albanova Calcio, questa squadra milita nel campionato di eccellenza, perdiamo la semifinale playoff, la pareggiamo con il Cicciano, ma il pareggio non era sufficiente per passare alla categoria successiva. 

 

 

Tre anni fa sono stato con la Palmese, sempre in eccellenza, il campionato è stato fermato causa covid, poi però non siamo riusciti a vincerlo, eravamo primi nella settimana prima del Covid, poi perdemmo l’ultima gara, però è stato un campionato fantastico, sempre con il presidente Ciccone, l’anno dopo decisi di sposare il progetto Marigliano con il DS Stiletti, mio grande amico,  abbiamo fatto questo campionato post-covid che siamo riusciti a vincerlo, porterò sempre nel cuore questi tifosi, l’anno scorso abbiamo fatto un bel campionato di serie D, l’obiettivo era la salvezza, è stato fantastico. Quest’anno sono in serie D, ma con l’Angri, sto vivendo un sogno, la squadra e la città sono di altissimo livello, quando scendo in campo ho i brividi.

 

 



 

 


 




Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? Com’è riuscito a gestire la squadra che allenava?


A proposito di questa domanda ti posso dire che ho avuto un problema proprio 4 anni fa e ne sono uscito, sono stato poco bene, comunque il periodo Covid l’ho visto come un’opportunità per andare indietro nel tempo, per fare cose che magari prima non facevano, ho avuto il piacere di innamorarmi, appunto "di piccole cose", ed è stata un'occasione, soprattutto, di volermi un po’ più bene. Calcisticamente è stato un disastro, poi per il secondo anno abbiamo preso le giuste precauzioni e siamo tornati quasi alla normalità.

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?


Io sono sempre stato innamorato di questo sport, al posto di andare a ballare preferivo un allenamento, una partita di calcio, stare sul campo. Per me era fondamentale che papà mi portasse a vedere una partita di calcio. Dai 10 e 11 anni per me esisteva solo quello, il perché non te lo saprei neppure spiegare. 

 






Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 


Ho deciso di fare l’allenare perché...pensandoci bene in realtà è arrivato tutto per gioco. 

 

Non ho continuato la carriera calcistica (è finita a 22 anni) poi incomincio questa nuova attività per "gioco" come ho specificato sopra. Comunque se ben mi ricordo fin da piccolo cercavo di aiutare i bambini a farli stare bene, già quando allenavo nelle scuole calcio sentivo che già su questi giovanissimi atleti c’era troppa pressione, allenando questi giovanissimi calciatori questa passione è diventata sempre più forte, e ho cercato di crescere step dopo step.

 


Lei ha allenato diverse squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?


Sono sempre legato a tutte le squadre, perché in tutte le squadre ero al massimo della concentrazione, e avevo voglia di vincere, vedi quando stai al massimo con una squadra succede che piangi, ridi, ti abbracci, è stato così in ogni squadra e lo dico senza ipocrisia c’è sempre stato un legame fortissimo.

 


Lei ha menzionato due Presidente Domenico Allocatto e l’Avvocato Ciccone, per quale motivo è così legato a loro?


Non perché gli altri hanno qualcosa in meno, ma perché Domenico Allocatto è stato il mio primo presidente, alcuni anni fa decise di mettere su una squadra a Casavatore (il mio paese) e prende la decisione di prendermi (per me è stato un fattore di orgoglio), è vero che facevamo la terza categoria, però io ero giovanissimo e ho trascorso dei momenti bellissimi, quando lo incontro è sempre un grande piacere e parliamo delle stesse situazioni. 

 

L’avvocato Ciccone è stato il presidente dove ho vinto un campionato in promozione, gli devo molto e me lo sono ritrovato anche nei momenti extracalcistici, più  difficili, tra l’altra mi ha dato l’opportunità  di uscire, dalla terza, seconda e prima categoria, affidandomi  una squadra di promozione dove c’era un grosso potenziale agonistico, essendo un calcio dilettantistico ti posso dire che ci sono tantissimi allenatori preparati, decide di  scommettere su di me, questo perchè  l’anno prima aveva visto che io sposavo il suo pensiero su come impostare una squadra.

 

Questa amicizia è rimasta negli anni, abbiamo condiviso tre squadre diverse come: il Vico in promozione, la Palmese e l’anno scorso sono stato all’U.S Mariglianese, gli voglio bene come un fratello, concludendo sono legatissimo.

 







Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 


      L’allenatore deve avere tante qualità, dev’essere un bravissimo tattico per quanto riguarda l’aspetto calcistico in sé per sé, sotto l’aspetto umano dev’essere tutto, soprattutto: un uomo empatico, un leader, un uomo costruttivo, un uomo che deve prendere decisioni, e dev’essere se stesso, questa è la base per essere un grande uomo, perché poi i calciatori quando sanno di aver a che fare con un ottimo uomo danno sempre quel qualcosa in più.

 


 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 


  Il calcio mi dà delle sensazioni indescrivibili, sempre un’opportunità per crescere, non mi toglie niente perché è sempre quello che ho ricercato nella mia vita, a casa mia ho una moglie e un figlio che adorano il calcio, a casa mia il calcio lo si vive in maniera totalizzante, se mia moglie deve decidere se andare in un centro commerciale, a vedere una mia partita o quella del Napoli decide sempre per la partita di calcio. Ringrazio Iddio, il calcio non ci toglie niente.

 

 

      Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

  

       L’attesa mi logora un po', però ho troppo voglia di scendere in campo, a volte conto le ore, i minuti, non vedo l’ora che inizi la partita, ho questa adrenalina, una volta che fischia l’arbitro, ho voglia di esplodere, ho voglia di stare vicino ai calciatori, spero che i miei calciatori durante quella gara abbiano la sensazione di giocare 11 più io. So che devo dare il massimo, devo essere lucido, in perfetta forma, non devo essere stanco perché i giocatori devono sentire la presenza dell’allenatore.

 


Quest’anno lei è all’Unione Sportiva Angri 1927 calcio, che ambiente ha trovato?


Posso dire che rappresenta un salto di qualità sotto l’aspetto dell'essere un allenatore in sé per sé, per me rappresenta troppo, l’Angri mi farà capire se io ho scelto questa strada e se posso alzare di più il livello, l’Angri per me è il massimo è un onore veramente collaborare con questa squadra, ha una cornice di pubblico fantastica, si cresce e ogni giorno sento di mettermi in gioco, per me rappresenta il Real Madrid, se vogliamo fare un bell’esempio!


 

 




Un suo pregio e un suo difetto (a livello di allenatore, s’intende)?


Penso di essere pieno di difetti, non so dire con tutto il cuore quale possa essere il mio pregio, ma cerco di essere me stesso anche se ho mille difetti. Comunque penso di essere una brava persona.

 


Che cosa si sente di promettere alla società e ai tifosi dell’Unione Sportiva Angri 1927?


Di dare tutto, sarebbe bello di provare a vincere ogni partita, voglio promettere di dare tutto per l’Angri questo perché meritano tante gioie.

 

 

 

 

 

22  11   2022

 

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