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mercoledì 7 agosto 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 


FABIO

SCIPPA

 

 

 




 

Fabio Scippa è un giocatore   di calcio di Napoli, residente ad   Avellino e così si presenta: “

 

“Ho iniziato a giocare a calcio a 12 anni nei caduti di Superga ad Afragola, poi: passato Cas Afragola; Posillipo Calcio, sono stato venduto e vado a militare con la Nocerina in C1 dove sono stato due anni, per essere venduto al Trapani Calcio in C2, due anni è durata la mia permanenza. 

 

Ad un certo punto la mia storia purtroppo con il professionismo è finita con la morte di mio padre. Sono stato due anni fermo, sono partito per il servizio militare nell’aeronautica, terminata la leva l’anno successivo a 21anni sono entrato nella FIAT automobili.

 

 Ogni giorno che passava mi rendevo conto che avevo ancora un conto in sospeso con il calcio.

 

Ho ricominciato dalle serie minori in promozione per la precisione a: Mugnano Del Cardinale con il U.S. G. Carotenuto Calcio. Da quel momento in poi ho sempre giocato in Campania dove ho vinto 6 campionati e 3 coppe Italia.

 

Oggi all'età di 45 anni ancora mi diverto giocando con la Felice 
Scandone della città Montella. Spero di arrivare al mio obiettivo personale dei 300 gol. Ne mancano 14 all'obiettivo... Speriamo bene”

 

 

 

 











La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2023-2024.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

L'annata appena terminata per me è stata una vera sorpresa, iniziando dalla società che non conoscevo, ai compagni di squadra per passare al “bottino personale” dove ho collezionato 26 gol risultando capocannoniere e giocando 28 partite su 30.

 

La stagione calcistica entrante sarà sempre con il club Felice Scandone?

 

Si la nuova stagione sarà ancora con la Felice Scandone, mi  sono trovato benissimo inoltre mi hanno riconfermato, nonostante  avessi ricevuto altre chiamate non ho esitato a dare la mia disponibilità anche per la nuova annata.

 

 


 





Questa domanda la faccio sempre: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L'ho sempre saputo, questo perché  mio padre  è stato un ex calciatore, è stato papà che   mi ha trasmesso l'amore per questo sport stupendo.

 

Lei è nato a Napoli, e a Napoli ci sono tanti sport, come mai a Napoli il calcio è lo sport prevalente?

 

A Napoli si vive di calcio, è una città molto calorosa; e anche il calcio a livello dilettantistico diventa un lavoro vero e proprio

 

So che suo papà era un giocatore, immagino che l’abbia sostenuta in questa scelta, è così?

 

Mio padre ha giocato a calcio anche a livelli buoni. Era molto orgoglioso del cammino che stavo facendo. Per lui il calcio è stato tutto e vedere il figlio intraprendere la sua stessa passione lo rendeva molto fiero.

 

Ad un certo punto lei viene venduto al Trapani Calcio, serie C2, da come so lei all’età di 16 anni viene catapultato in una realtà diversa, come si è trovato all’inizio?

 

Gli anni di Trapani per me sono stati quelli più belli. Dove posso realmente dire di aver annusato tutto l'odore che il calcio vero può emanare. Giocare in C2 davanti a 15 mila spettatori per un ragazzo di 17 anni ha tutto un sapore diverso. Ti senti realmente un professionista.

 

Come lei ha già precisato con la morte di suo papà lei perde la voglia di continuare a giocare, non è facile quando si è ragazzi perdere un genitore, se ha voglia di dircelo che anni sono stati?

Ad un certo punto lei riprende a giocare nelle categorie minori, qual è stata la molla che ha fatto sì che lei ritornasse sul rettangolo verde?

 

Con la morte di mio padre ho perso quegli stimoli che avevo proprio perché lui era l’unico e il solo che mi sosteneva in questo mio sogno.

 

Perdendo il mio papà ho perso la mia colonna portante. Non ho avuto la forza di continuare a stare lontano da casa.


 Ogni giorno lontano da casa era diventato un anno. Poi dopo due anni ho sentito dentro di me che c'era qualcosa di incompiuto. Mi sentivo come se dovessi ancora fare qualcosa per mio padre e al mondo del calcio; quindi lavorando alla Fiat ho ricominciato a giocare a livelli più bassi. All’età di 20 anni mi dividevo fra lavoro e calcio.




 


 



Avrà militato in diverse squadre, qual è quella dove ha lasciato il cuore?

 

Avendo, praticamente, girato tutta la Campania lasciando sempre un ottimo ricordo di me prima come uomo e poi come calciatore. Sicuramente gli anni delle due promozioni a Sarno sono state annate bellissime. Dove pur a livello dilettantistico ho annusato quel odore del calcio vero grazie ad una società che non ha nulla da invidiare a quelle professionistiche grazie alla sua organizzazione

 

Sino ad ora qual è stato il suo goal più bello?

 

I gol sono tutti belli per un attaccante. Però ricordo molto bene un Vollese - Picerno 4-3 fasi nazionali Coppa Italia all’ 88' ho siglato il gol vittoria con uno splendido pallonetto.

 

All’interno del gruppo lei è tra i più grandi, i ragazzi che hanno circa 18 anni, 19 anni, 20, ascoltano i suoi suggerimenti da atleta esperto, oppure tendono a imporre il loro pensiero su quella determinata partita che si andrà a giocare?

 

Da veterano cerco sempre di portare qualcosa sotto il punto di vista dell'organizzazione e dell'esperienza al gruppo. Però oggi il calcio è cambiato. I giovani di oggi non sono molto propensi ai consigli. Si sentono già arrivati dopo 5 gol e 10 presenze tra eccellenza e promozione.

 

 

 




 

Il calcio italiano all’Europeo è stato un mezzo disastro, se così possiamo definirlo, alcuni esperti hanno dato la colpa all’allenatore, altri ai giocatori, perché poco propensi a combattere e a fare determinati sacrifici, altri dicono che non c’è più il calcio di strada, secondo lei dove sta la verità? 

 

Io credo che non ci sia un vero colpevole. Ma semplicemente é cambiata l'epoca. Prima nn c'erano molti diversivi tra noi giovani. Si scendeva per strada e il gioco più ambito tra noi giovani era il calcio di strada, giocare per strada ti rendeva più furbi e ti faceva avere quella cattiveria che manca nei giovani di oggi. 

 

Gli stessi hanno tanti diversivi che noi non avevamo come: la PlayStation, tablet, cellulari e cose varie che ti tengono tranquilli  dentro casa. Noi finiti i compiti si usciva per strada e si rientrava fino a che non diventava buio, specie in estate.

 

Di lei si dice molto bene, tutti lodano le sue qualità, per arrivare ad essere così stimanti che cosa bisogna fare?

 

Beh sicuramente sono stato più apprezzato come uomo.

 

Semplicemente perché ho avuto un'educazione forte, la famiglia mi ha insegnato dei valori che oggi sono diventati rari. Come: l'altruismo l'amicizia vera. Oggi si punta sull’apparire, e tutto ciò è molto singolare. Non si condivide più nulla.

 








Se si guarda indietro, ha qualche rimpianto, pensa che se avesse preso quel treno la carriera sarebbe andata diversamente, oppure non he ha ed è soddisfatto della vita che conduce in questo momento?

 

Io credo che tutti noi abbiamo dei piccoli rimpianti. Sicuramente con mio padre al mio fianco la mia vita calcistica avrebbe preso un'altra direzione.

 

Però se guardo quello che ho oggi: la famiglia che ho formato e che me la vivo con grandi soddisfazioni quotidianamente allora ti dico va benissimo così. Preferisco fare l'operaio e avere questa famiglia. Magari se avessi sfondato nel mondo del calcio non avrei avuta con le caratteristiche di quella attuale.

 

La famiglia quanto è importante per lei? 

 

Posso confermarti di essermi sposato per creare una famiglia. Quindi ti lascio immaginare quanto sia importante per me oggi la mia famiglia. Sono cresciuto come già detto con dei valori ben precisi che oggi cerco con tutto me stesso di tramandare ai miei figli.

 

Lei vorrebbe arrivare a quota 300 goal, sarebbe un grandissimo traguardo, che cosa le piacerebbe fare per festeggiare questo avvenimento?

 

É un obiettivo che mi sono posto diversi anni fa. Purtroppo con la disgrazia del Covid l’ ho visto sfumare anno dopo anno. Nn pensavo sarei riuscito all'età di 42 anni ricominciare a giocare dopo quel grande stop. Invece anche durante la pandemia non ho perso le speranze e ho continuato ad allenarmi collezionando nei 2 anni successivi 36 gol. Ora l'obiettivo è fare 14 goal.  Sarebbe il giusto premio per una vita fatta di sacrifici dietro questa sfera.



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Dedico questa intervista sicuramente a Pietro Scippa (mio padre) che da lassù non ha mai smesso di sostenermi.

 

 Mi ha sempre dato la forza di non mollare...e se oggi sono ancora in un campo di calcio a divertirmi il merito è soprattutto suo. Ciao Babbo

 

Grazie 

 

07  08    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

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