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martedì 6 agosto 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

GIOELE 

DEIANA TESTONI 

 


 


     

 


 

Gioele Deiana Testoni  di Ozieri un giocatore   di calcio e così si presenta:

 

 “Mi chiamo Gioele Deiana Testoni nato ad Alghero il 20/06/2003, vivo ad Ozieri un paese al centronord della Sardegna e ho iniziato a giocare a calcio a 7 anni nella squadra del mio paese: l’Ozierese. 

 

Dopo un anno, quindi all’età di 8 anni mi chiamò la Torres dove feci 4 anni, e poi mi chiamò il Cagliari quando avevo 12 anni, mi mandarono nel loro centro di formazione ad Alghero, successivamente in prima superiore firmai con il Cagliari e feci l’U15 Nazionali, solo che non mi sono trovato benissimo così chiesi di andare in prestito all’Olbia in serie in C, dove a 15 anni giocavo tra l’U. 17 e la Primavera, inoltre   allenavo aggregato in prima squadra. 

 

 

A 16 anni ero aggregato stabilmente in prima squadra, dopo il covid andai a Muravera in serie D da sotto età, facendo poche partite ma nonostante ciò ho ricevuto anche la chiamata dell’Hellas Verona per poter andare in prova.

 

 

L’anno dopo scelsi di andare fuori dalla Sardegna e andai prima ad Asti e poi a Imperia, l’anno dopo in Sicilia prima a Paternò e poi alla Sancataldese.

 

 L’anno scorso ho iniziato prima alla Sancataldese e a metà anno mi sono trasferito in Puglia nell’ FBC Gravina, e quest’anno ho rifirmato in Sicilia nella Castrum Favara (Agrigento)".

 

 

La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata la stagione 2023-2024. Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

La stagione appena conclusa ha portato delle soddisfazioni perché l’obbiettivo era la salvezza ed è stato raggiunto, a livello personale non sono tanto soddisfatto poiché sono dovuto stare fuori due mesi a causa di un infortunio e quindi non ho potuto dimostrare il mio reale valore.

 




 



La stagione   entrante giocherà in Sicilia nella Castrum Favara, soddisfatto di questa scelta?

 

Sono soddisfatto della mia scelta, avevo tante proposte, ma la Castrum Favara mi ha fatto capire subito di essere realmente interessata e ho accettato subito dopo aver aver avviato una trattativa.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sinceramente non lo scopri, lo capisci con il tempo e succede quando giocare a calcio è l’unica cosa che ti interessa e che ti fa stare bene, io penso di averlo capito già all’età di 5/6 anni quando giocavo da solo a pallone con mio padre o mio nonno.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno sempre assecondato e mi hanno aiutato tanto, non li ringrazierò mai abbastanza, certo dicendomi sempre di non trascurare lo studio.



 




Lei a 16 anni va in prestito all’Olbia in serie C, che tipo di esperienza è stata?

 

Io a 16 anni sono stato aggregato all’ Olbia e mi sono trovato bene, semplicemente ero indietro fisicamente rispetto agli altri, ma mi ha aiutato a crescere tanto.

 

Se la sente di raccontarci il motivo del perché non si trovò bene con il Cagliari quando fece l’U5 Nazionali?

 

Il motivo è semplice, il Cagliari non credeva in me, sosteneva che io non potessi giocare a calcio ad alti livelli perché ero troppo fragile ed esile fisicamente, il club preferiva così far giocare giocatori  strutturati o prendevano stranieri.

 

A 17 anni lei viene chiamato per fare un provino con l’Hellas Verona per poter andare in prova, immagino che sia stato molto interessante e formativo fare quel provino, che ricordi ha di quel periodo?

 

A 17 anni vengo chiamato dall’Hellas Verona ed è stata una bella esperienza, che anch’essa mi ha aiutato a crescere tanto.


 

Successivamente decide di lasciare la Sardegna per andare a giocare prima ad Asti, poi ad Imperia, in Sicilia milita prima a Paternò, poi alla Sancataldese (Caltanisetta), si traferisce in Puglia precisamente alla FBC Gravina. Non dev’essere stato facile andare via di casa, lasciare la famiglia, gli amici e cambiare ogni anno scuola, come ci è riuscito, per cado c’è qualcuno che l’ha aiutata, a livello psicologico, s’intende? 

 

Non è stato di certo facile, io sono molto attaccato alla mia terra, soffro come si suol dire del cosiddetto “mal di Sardegna” però è una scelta che ho fatto io e che tutt’ora sto portando avanti, ho avuto la fortuna di avere la mia famiglia vicino a me che mi ha aiutato tanto quindi non ho avuto bisogno di un grande sostegno psicologico esterno.



 






Di questi club si è trovato bene in tutti quanti oppure in qualcuno ha fatto più difficoltà ad ambientarsi?

 

Mi sono trovato bene in tutti i club dove sono stato, tranne Paternó del quale ho un brutto ricordo

 

In questi club dove lei è stato ha trovato delle simili modalità di approccio, oppure ogni club impostava la settimana lavorativa secondo le proprie necessità?

 

Ogni club imposta i lavori come meglio crede, dipende molto dal mister e dal tipo di lavoro che intende svolgere, ma in generale più o meno sono tutti “la stessa cosa”.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Ultimamente il tennis e il rally mi stanno interessando molto.




 


 




Lei gioca nel ruolo di? 

 

 Sono un trequartista ma posso fare anche l’esterno d’attacco e la mezz’ala, tanto che ho rivestito già tutti sti ruoli.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

No, io sono dell’idea che nel calcio così come nella vita esistono dei ruoli e i ruoli vanno rispettati, così come le decisioni prese dal mister.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio potrebbe essere l’1 vs 1, mentre un mio difetto potrebbe essere il colpo di testa.

 

Di lei si parla molto bene, come si riesce ad essere così apprezzati e stimati?

 

sinceramente non so chi parli di me o meno, mi fa piacere che si parli bene di me, io penso a essere me stesso e a dare sempre il massimo, forse è questo che la maggior parte delle persone mi apprezza.

 


Domani lei riceve una chiamata da un club estero, anche fuori Europa, se la sentirebbe di partire immediatamente oppure ci rifletterebbe qualche giorno?

 

 Già quest’anno ho ricevuto un paio di offerte fuori, ma ho voluto aspettare ancora prima di andare via dall’Italia, da bambino sognavo di giocare in Italia non all’estero, però sapendo che il sistema calcistico italiano lascia a desiderare molto non escludo niente.




 





Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Tantissimo, ripeto, senza di loro sarebbe stato tutto più duro.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Diventare calciatore professionista

 

Da 1 a 10 quanto le manca la Sardegna?

 

Se dicessi 10 sarei ipocrita quindi le dico 11.

 

Grazie 

 

06  08    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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