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mercoledì 21 agosto 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANTONIO

RANIERI

 




 

Antonio Ranieri di Botricello è un giocatore   di calcio - ruolo centrocampista - nato il 29 maggio 2003 ed abita a Botricello (Catanzaro), ha iniziato a giocare a calcio a 5 anni nella scuola calcio di suo zio Alfredo, L’SC Botricello. 

 

Queste che seguono le squadre dove ha militato dal primo luglio 2019: Crotone U17, Crotone U19, Trapani U19, Crotone U 19, Gallipoli e Crotone. A 17 anni ha avuto 5 convocazioni in serie A Tim e in Serie B. 

 

Dopo aver rescisso il contratto che lo legava al Crotone sino al 2027 sta valutando alcune offerte.

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2023-2024? Abbiamo letto che lei in questo momento dopo aver rescisso il contratto che lo legava al Crotone sino al 2027 stava valutando alcune proposte. Se, ovviamente, ce lo può dire come mai ha deciso di interrompere questo rapporto (tra l’altro la squadra milita in serie C)

 

Non ho voglia di parlare dell’F.C. Crotone, penso che il fatto che io abbia lasciato sul tavolo 3 anni di contratto dica tutto.  Non mi voglio più esprimere!



 





Per questa stagione lei sta valutando alcune proposte, in quale club le piacerebbe andare?

 

Sì, attualmente sto valutando alcune proposte di mercato e a breve dovrò prendere una decisione.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione? 

 

Fin da piccolo ho sempre saputo che il calcio sarebbe stata la mia più grande passione, e questa mi è stata trasmessa da mio padre.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Il mio sogno è sempre stato quello di fare il calciatore professionista. I miei genitori mi hanno sempre assecondato in ogni mia scelta e di questo gliene sono grato, perché mi hanno dato la possibilità di inseguire il mio sogno.




 





A 17 anni lei ha avuti  5 convocazioni in serie A Tim e in Serie B, che cosa ci può raccontare a tale riguardo? 

 

Sono stati momenti che non dimenticherò mai, mi sentivo un giocatore vero, essere a contatto con calciatori che fino a qualche anno fa vedevo solo in TV, davvero una grande emozione e poi avevo solo 17 anni ti lascio immaginare!

 

Mi piace anche ricordare nn altri momenti importante. l'esordio allo Scida con la maglia del Crotone contro il Giugliano, è un qualcosa che mi porterò dentro e che non lo dimenticherò mai, si è trattato del coronamento di tutti i sacrifici fatti negli anni passati e soprattutto è arrivato dopo 2 anni non facili, è proprio per questo che lo reputo speciale.

 






Si ricorda il suo goal più bello?

 

Ho fatto molti goal belli, ma il migliore in assoluto è stato secondo me quello contro la Virtus Entella a Chiavari dalla mia metà campo (circa 60 metri). Non potrò mai dimenticarlo!

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ho sempre avuto un buon rapporto con tutti il mister durante la trafila del settore giovanile anche perché per molti anni ho avuto l'opportunità di essere Capitano della squadra.



Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Mi considero un giocatore duttile, riuscendo a ricoprire molti ruoli. Un difetto è il piede destro, ma ci sto lavorando.



 





Di lei ho letto molto bene, direi benissimo, è stimato da tanti, come si arriva ad essere così apprezzati?

 

Sono una persona molto umile, dedito soprattutto al sacrificio, ti posso dire, tanto per essere chiari, che durante tutto il mio percorso nel settore giovanile al Crotone non ho mai saltato un allenamento. È proprio per questo che tutti mi apprezzano.

 

Spesso leggo che il calcio italiano è malato, alcuni dicono che spesso e volentieri le società si indebitano per avere alcuni calciatori, altri che per giocare in certe categorie i genitori pagano le società, e questo va a danno di quei bravi giocatori che non possono permettersi certe spese, secondo lei, perché il calcio italiano è malato? 

 

Penso che tu abbia detto già tutto nella domanda, quindi non mi voglio esprimere o dare una mia opinione perché altrimenti sarei un libro aperto  e non voglio creare polemiche.

 






Se ricevesse una chiamata importante da un club estero, partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe per qualche giorno?

 

Partirei subito senza pensarci più di tanto. Ho avuto delle opportunità, ma purtroppo non sono andate a buon fine, spero nel futuro prossimo di poter fare questa esperienza che mi intriga davvero molto.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

È difficile realizzare un sogno nell'immediato, ci vuole un duro lavoro e soprattutto non mollare mai e andare avanti nonostante tutte le difficoltà che si potranno incontrare durante il percorso e sono davvero molte, anzi, moltissime. La testa gioca un ruolo fondamentale. In questi anni sono riuscito a togliermi molte soddisfazioni e allo stesso tempo ho avuto momenti dove niente andava per il verso giusto. Oggi però, a distanza di anni, affronto le situazioni negative in maniera diversa e con il senno di poi penso che tutto quello che ho affrontato nel mio percorso sia servito come crescita calcistica e personale, non ho rimpianti, ho sempre dato tutto me stesso e non mi sono mai risparmiato.



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Dedico questa intervista alla mia famiglia che mi è sempre stata a fianco e a tutte le persone che mi stimano sia come calciatore, ma soprattutto come persona, penso sia quest'ultima la cosa più importante, il calcio passa, la persona rimane.

 


 






Grazie

 

 

21  08    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

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