SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
LUIGI
DI MARTINO
Luigi Di Martino ha un passato di calciatore, ora oltre ad essere un docente di informatica è allenatore di una squadra di calcio.
È nato a San Giuseppe vesuviano il 28 di febbraio del 1978, i miei primi passi nel mondo del calcio sono avvenuti nella scuola calcio Pasquale Avino ad Ottaviano.
Nel 1993 esordisce con Ottaviano nei dilettanti, con il Nola, è in C1 e queste sono le altre squadre: Tor di Quinto, Scafatese, Sangiuseppese, Riop Sangiuseppe, San Giorgio a Cremano, due anni consecutivi al Riop Sangiuseppe, Ceccano, 5 anni consecutivi al Riop Sangiuseppese, Terzigno, Striano, Ottaviano, San Vitaliano, Ottaviano, Sangennarello e Carbonarese.
Consegue il patentino UEFA B e diventa allenatore.
I club Carbonarese e Sangennarello sono dove ha fatto i primi anni da allenatore e giocatore a Carbonara vince il campionato di terza a Sangennarello il primo anno vincono la Coppa Campana e il campionato di seconda. Poi l’anno dopo inizia solo ad allenare e raggiungendo i play off.
In prima categoria ha allenato a Terzigno per un periodo, poi si trasferisce alla Sarnese in promozione, successivamente sono 4 gli anni in promozione a Sangiuseppe e dopo il covid decide di lasciare.
L’anno scorso è stata una bella annata ricca di soddisfazioni al San Vitaliano, si sono salvati con netto anticipo e quest’anno non ha potuto rifiutare la chiamata del Saviano
Al Saviano purtroppo sono senza campo a causa dei lavori di ristrutturazione del Peppino Pierro di Saviano, si allenano e giocano ad Ottaviano, quindi sono sempre in trasferta. Sono nel girone C del campionato di promozione Campania.
Stanno ottenendo dei bei risultati con una squadra molto giovane, il loro obiettivo stagionale è una salvezza tranquilla, comunque sono riusciti ad arrivare a metà campionato a ridosso dei play off. Così ci dice: “Anche se è molto difficile raggiungerli, quasi impossibile però nel calcio bisogna sognare “.
La prima domanda è la seguente: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Penso di essere nato con la passione per il calcio, ho iniziato prestissimo a calcare il campo del mio paese visto che da piccolo l’avevo sotto casa. Quindi questa passione mi accompagna da sempre!
Le chiedo possibile, è una domanda che faccio a tanti, che non ci fosse un altro sport che avrebbe potuto interessarla?
Non so se qualche altro sport mi avrebbe appassionato come il calcio, non riesco ad immaginarmi in un altro contesto che non sia uno spogliatoio di uno stadio. Probabilmente avrei praticato un altro sport di squadra, perché l’adrenalina che ti dà lo spogliatoio, le emozioni che ti offre un gruppo nel bene o nel male te le possono regalare solo gli sport di squadra.
Però questo è un parere totalmente personale, anche perché già da allenatore provi altre sensazioni, essendo un uomo solo con il suo staff da guidare hai tante altre responsabilità che magari da calciatore non hai.
La responsabilità di un gruppo, la responsabilità di una società, anche la responsabilità di scegliere la formazione la domenica è un qualcosa che non si può spiegare, devi essere un po’ papà un po’ psicologo un po’ allenatore un po’ confidente, tanto per essere chiari per i tuoi ragazzi devi essere un po’ tutto, un punto di riferimento che deve sempre dare l’esempio, soprattutto per i più giovani, anche perché li devi aiutare nella crescita non solo sportiva. Io penso che aiutare un ragazzo a crescere sotto il punto di vista umano valga più di vincere cento partite.
In questo momento lei allena il club ASD Saviano 1960, come sta andando il campionato?
A Saviano quest’anno si respira davvero una bellissima aria, già da agosto mi sono reso conto di aver costruito con i miei dirigenti una rosa importante. Il nostro obiettivo è stato sempre raggiungere una salvezza tranquilla, e la stiamo raggiungendo senza troppi patemi, anzi i ragazzi fino a qualche settimana fa hanno addirittura accarezzato il sogno di raggiungere i play off. Adesso siamo lì ad una manciata di punti dal quinto posto, ma probabilmente per differenza punti dalla seconda manco si giocheranno i play off, mancano 10 partite e sono sicuro che i miei ragazzi daranno il massimo poi al fischio finale dell’ultima partita tireremo le somme. Per adesso la soddisfazione più grande è aver fatto debuttare più di una decina di ragazzi provenienti dall’Under 18 e addirittura uno della classe 2007, e non è poco soprattutto per una società che punta a crescere.
Lei è stato in tanti club ed ha maturato un’esperienza da far invidia a tanti calciatori, qual è la squadra dove lei ha lasciato il cuore?
Devo dirti la verità, chi mi conosce lo sa, io metto sempre il cuore in ogni mia esperienza sia quando ero ancora calciatore e ancor di più da allenatore. Cerco di dare sempre tutto, in modo da non aver nessun rimpianto alla fine, ma soprattutto cerco di farlo in maniera professionale.
Tante le squadre e i campionati che mi sono rimasti nel cuore, da calciatore sicuramente la Sangiuseppese in cui ho militato tanti anni anche da capitano, da allenatore sicuramente la Real Sangennarello dove ho iniziato ad allenare tra i grandi, una realtà che purtroppo partendo dalla seconda vincendo coppa e campionato in prima partecipando ai play off, ha avuto la possibilità di partecipare al campionato di promozione essendo stata ripescata, ma sfortunatamente non si è più iscritta ai campionati.
Però nel cuore le porto un po’ tutte, dal San Giorgio a San Vitaliano, passando da Ceccano e Scafatese. Ovviamente quelle che mi hanno permesso di sognare di più del Napoli e del Nola.
Per 5 anni consecutivi lei ha militato nel RIOP Sangiuseppese, che cosa ha lasciato in questo club?
Ho militato tanti anni nella Riop, probabilmente è la società a cui ho dato di più e che mi ha dato di più, mi domando, ma in questo club cosa ho lasciato? Spero tanti bei ricordi oltre che il cuore, soprattutto perché con la proprietà c’è stato sempre un bellissimo rapporto.
Oggi mi sento ancora con tanti calciatori del epoca che al tempo erano dei ragazzini, qualcuno sono riuscito addirittura ad allenarlo, Ma il piacere più grande è sempre quello di aver lasciato umanamente un bellissimo ricordo.
Ad un certo punto lei subisce un infortunio, mi sa dire quando e in che squadra militava?
Un brutto infortunio al tendine a Nola, lesione del tendine e conseguente operazione, nel 1995/96 quell’ anno passai dal Napoli al Nola che doveva partecipare per la prima volta al torneo di Viareggio con il mister Luigi Sorianiello allenatore e Vincenzo Adamo direttore. Sfortunatamente restai fermo per un po’ e non partii per Viareggio.
Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore?
Non so perché ho deciso di allenare e in che preciso momento, so solo che probabilmente quando giocavo ero forse l’allenatore in campo, ma forse perché parlavo più dei miei mister ad un certo punto. Chissà sarà stato il destino.
Da allenatore c’è qualche partita che vorrebbe dimenticare?
Dimenticare nessuna partita, anzi le partite giocate peggio sono quelle che dovrebbero aiutarti a migliorare e a correggere gli errori per non ripeterli successivamente.
Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo?
Certo che questa passione toglie tanto tempo alla famiglia, mia moglie quando mi ha conosciuto condivideva con me questa passione poi con l’arrivo dei figli si è dedicata a loro abbandonandomi un po’, ma è giusto così, anzi forse dovrei anche io dedicarmi un po’ di più ai miei figli perché spesso mi rendo conto che dedico al calcio tantissimo tempo tra allenamenti e partite .
Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?
Prima di una gara cerco di non trasmettere troppa ansia alla squadra, anzi cerco di soprattutto nell’ allenamento prima della gara di dargli più informazioni possibili sugli avversari trasmettendo ai ragazzi la tranquillità di come affrontare la gara.
Un sogno per il futuro?
Progetti per il futuro? Non saprei vivo questo sport con tutta la mia passione giorno per giorno, senza pormi limiti poi vedremo, anche se oggi sono felicissimo e soddisfatto di quello che sto facendo con il Saviano, magari crescerò con questa società magari no!
A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?
Questa intervista, se proprio devo dedicarla a qualcuno, la dedicherei a mia moglie che mi sopporta e supporta sempre con tanta pazienza.
Grazie
19 02 2024
(Tutti i diritti riservati)
Nessun commento:
Posta un commento