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giovedì 1 febbraio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

ROBERTO

POLLIO 

 

 




 




Roberto Pollio è un giocatore di calcio di Napoli, ruolo portiere, e così si presenta: “ 

 

“Ho cominciato a dare i primi calci al pallone in una piccola squadra del quartiere, la Boschetto FC, all'età di 6 anni; ho da sempre indossato scarpette e guantoni, interpretando il ruolo del portiere, ispirato, all'epoca, da mio cugino Marco, più grande di me di qualche anno.

 

Dopo di ciò, ho avuto il piacere di giocare presso la U.S San Nicola Castel Cisterna, all'epoca una vera e propria fucina di calciatori (tant'è vero che da lì sono emersi personaggio del mondo del calcio importanti come Montella e Di Natale).

 

Dopo qualche anno, all'età di 14 anni, sono approdato nelle giovanili del Nola Calcio, sotto la guida del grande mister Antonio Peluso, oggi grande scopritore di talenti qui in Campania.

 

Successivamente sono approdato a Pomigliano, dove ho fatto l'ultima trafila del calcio giovanile, esordienti, juniores e qualche piccolo sprazzo in prima squadra.

 

Dopo questi 3 anni, in concomitanza anche con la fine degli studi, ho cominciato a lavorare quindi non ero più in grado di sostenere i ritmi a livelli agonistici, e mi sono dedicato soltanto a vari tornei amatoriali.

 

Ma dopo qualche anno ho sentito come un richiamo, come se cominciasse a mancarmi qualcosa, e sono 3 anni che ho ripreso a pieno l'attività agonistica.

 

Ho iniziato a giocare col Casoria Calcio, in promozione, storica piazza del calcio in Campania denominata La Viola del Sud, ma la stagione non ha avuto un buon epilogo, poiché non siamo riusciti ad evitare la retrocessione.

 

L'anno dopo il titolo del Casoria scomparve, nonostante la mia intenzione fosse quella di restare a vestire la maglia Viola, per provare quantomeno a riconquistare la categoria persa, mettendoci la faccia, ma non ci sono stati i presupposti.

 

Da lì a poco, sono stato tesserato dall'Atlatis, giovane realtà nel calcio campano, ma dopo una breve parentesi di qualche mese, nel dicembre del 2022 sono approdato alla mia attuale squadra, l'A.C. Scisciano.

 

Lì ho da subito trovato una famiglia, non m'è stato mai fatto mancare nulla, ma l'eccezionalità di questa società l'ho ritrovata nelle continue attività che la dirigenza porta avanti costantemente provando ad aggregare quante più persone possibili allo stadio, con iniziative a scopo benefico o più semplicemente per dare voce alla bella realtà che sta diventando man mano il comune di Scisciano”

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è questa come sta andando la stagione in corso? Soddisfatto delle sue prestazioni?

 

Innanzitutto, grazie mille per la possibilità concessami nel raccontarmi.

C'è da dire che la prima parte della stagione è stata abbastanza turbolenta, poiché mi allenavo con l'A.C Scisciano, ma ho dovuto attendere l'apertura del mercato dilettantistico, quindi non schierabile, ma da dicembre ad oggi, sono pienamente soddisfatto dell'andamento sia della squadra che personale, con la consapevolezza che si potrebbe dare sempre di più.

 


La prossima stagione giocherà ancora nel l'A.C. Scisciano ho già in mente qualche altro club?

 

È ancora molto presto per dirlo; in primis ci sono degli obbiettivi da raggiungere, ma al di la di ciò, se la società lo riterrà opportuno, sicuramente risponderò presente.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Avevo all'incirca 10 anni, e ricordo di essermi innamorato di questo sport, quando vidi per la prima volta Kakà allo stadio, in occasione di Napoli - Milan.

Un’eleganza ed una tecnica disarmante.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Si potrebbe scrivere una commedia tragicomica inerente a questo argomento. Non posso sicuramente dire che sono stati i miei primi tifosi, ma non posso nemmeno affermare che mi abbiano mai 'tappato le ali’.

 

Soddisfatto pienamente dell’aver scelto il ruolo di portiere?

 

A volte me ne pento, altre volte meno. E' un ruolo di grande responsabilità. Senso di responsabilità che porto con me nella vita di tutti i giorni, ragion per cui devo tanto al calcio. E a questo ruolo.




 





Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sicuramente al Pomigliano Calcio, sotto la guida di Mr Elia Campana. È stata l'unica esperienza dove davvero posso dire di aver toccato, almeno minimamente, con mano, il calcio dei grandi.

Basti pensare che l'allenatore della prima squadra di allora era Massimiliano Farris, attuale vice allenatore di Simone Inzaghi all'Inter, per non parlare della qualità della rosa, uomini e calciatori eccezionali per la categoria, in quegli anni. 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Mi stuzzica tanto la Formula 1, ma non mi dispiace a volte seguire il basket, in particolare l'NBA, simpatizzo per i Chicago Bulls

 

Si ricorda la sua parata più bella?

 

Non ne sono tantissime, quindi magari mi viene anche facile ricordarle.

Scherzi a parte, sono uno al quale piace ricordare parate importanti più che "belle", ma se vogliamo davvero dare un senso estetico, proprio l'anno scorso, ebbi la prontezza di effettuare una buona parata da un calcio di punizione dai 25 metri. togliendo la palle dal sette, con un buon gesto atletico, salvando il risultato, quindi, come dicevo prima, bella parata quanto importante

 

Ci può spiegare meglio cos’è successo con il Casoria Calcio? Da come ho capito si è trattato di una grande delusione, è cosi?

 

È un’esperienza che non ricordo con piacere, retrocedere di categoria fa male, è come se vedessi tutti i sacrifici vanificati dal verdetto della classifica.

Fa parte comunque del mio bagaglio di vita, ma la traduco in delusione perché pensi di vestire una maglia con una certa storia, che ha sempre lottato per certi obbiettivi, e non esser riusciti a raggiungere l'obbiettivo minimo per una squadra così importante, fa davvero male.

 

Oggi lei milita nel club l'A.C. Scisciano, e da come ho capito lei si trova benissimo, a cosa è dovuto questo suo star bene?

 

Sono sempre stato del parere che alla base di ogni grandezza ci debba essere umiltà ed organizzazione, e proprio questi sono stati gli elementi fondamentali che ho trovato sin da subito a Scisciano. La dirigenza fa di tutto per non farci mancare nulla, e non esagero se dico siamo trattati da "professionisti tra i dilettanti", e tutto quello che ci chiedono in cambio, non è altro che dare tutto per la maglia ma soprattutto per il Paese che rappresentiamo.

 







Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Non nascondo che in adolescenza ci sono stati dei comportamenti che sicuramente non fanno parte del "Manuale del buon calciatore", poi col tempo inizi a maturare, e se vedi qualcosa che non quadra, chiedi semplicemente spiegazioni, se poi proprio non c'è verso di trovare una soluzione con l'allenatore ed il suo staff, le strade si dividono nella più totale serenità.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Sono sempre stato uno che ci tiene tantissimo all'uniformità ed alla serenità del gruppo. Mai mi sognerei di poter lontanamente compromettere la serenità dello spogliatoio, poi d'altronde, il ruolo del portiere ti richiede di provare quanto meno, ad essere un buon leader. Non m'è mai piaciuto imporre la mia volontà. Viva il confronto!

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Di difetti potremmo elencarne a decine, ma quello che più detesto è l'essere a volte troppo frettoloso.

Pregio, direi, l'essere un elemento che cerca sempre di tenere unito il gruppo.


 




Se ricevesse una chiamata da un club estero mollerebbe tutto, oppure ci penserebbe qualche giorno?

 

Molto probabilmente mollerei tutto e partirei. Mi piacerebbe tantissimo vivere culture calcistiche diverse da quella italiana

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Zlatan Ibrahimovic. Non aggiungo altro, ogni aggettivo credo sarebbe superfluo.

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Sono fondamentali; va bene il lavoro, va bene il calcio, ma nulla mi appaga di più di una domenica a tavola con la mia famiglia, o di una passeggiata coi miei amici. Quelli veri!

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Poter vivere di calcio. Dedicarmi solo ed esclusivamente a quello. 

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A Rosanna ed Arianna; Le mie prime, e probabilmente uniche tifose.

 

 Grazie 

 

 01 02    2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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