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domenica 25 febbraio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ISIDORO

IZZO

 



 


Isidoro Izzo è nato il 19 01 1984 a Torre del Greco. L’ Inizio calcistico avviene con la Rinascita Torre del Greco di Ciro Izzo (suo padre), per poi passare al settore giovanile del Napoli e della Salernitana, come centrocampista ha militato in piazze importanti come: Acerrana, Portici, San Giorgio, Gladiator, Angri, Scafatese Pomigliano e Salernum, 87 sono i goal che ha segnato.

 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente quando ha terminato di giocare e, ovviamente, cos’ha provato nel giocare l’ultima partita?

 

Quando ho giocato l’ultima partita avevo la consapevolezza di aver dato tutto per questo sport che ha rappresentato e rappresenta tutt’ ora parte importante della mia vita.

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno sempre sopportato e supportato e io allo stesso tempo non ho mai messo in secondo piano gli studi che reputo fondamentale per una crescita culturale completa.



 





Abbiamo saputo che lei ha il Patentino di UEFA B, deduciamo che lei in questo momento stia allenando, sarà una domanda banale che effetto le fa stare dall’altra parte?

 

Essere un allenatore da stimoli differenti ti devi occupare di vari aspetti diventa un lavoro sia di campo che umano cercare di coinvolgere il gruppo facendo sentire tutti importanti in egual modo e soprattutto far si che loro possano credere nel lavoro che gli viene proposto.  Credo che un allenatore per definirsi tale non deve mai perdere la credibilità facendo dell’ onestà e della passione le strade da seguire.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho girato tante piazze tra le più belle in Campania quelle che più mi sono rimaste dentro sono: Acerra Angri e il Salernum dove ho passato annate straordinarie.

 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Di gol belli ne ho fatti qualcuno, ma uno dei più belli lo feci quando ero alla Mariglianese da centrocampo… fu davvero un gol folle.

 

Generalmente che ruolo aveva all’interno del gruppo, mi spiego ascoltava i consigli dei compagni, discuteva serenamente con loro, oppure tendeva a imporre la sua volontà?

 

Nello spogliatoio ho cercato sempre di essere molto presente, di aiutare in tutti i modi i compagni di squadra e di inculcare sempre loro una mentalità vincente.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Difetto: quello di essere troppo schietto e vero e soprattutto quello di dire sempre la verità è spesso non piace, pregio: quello di non aver mai mollato e di aver messo a disposizione delle società e allenatori tutto me stesso.

 






Lei ha segnato 87 goal, come si riesce ad ottenere un simile risultato?

 

87 gol sono un grande risultato per un centrocampista, i risultati si ottengono con il lavoro lo studio il sacrificio  e soprattutto ho avuto la fortuna di avere grandi allenatori  che mi hanno insegnato tanto.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora?

 

Se potessi tornare indietro cercherei di non ripetere gli errori commessi nelle scelte e soprattutto nei comportamenti, ma tutto sommato non rinnego nulla accetto gli errori che fanno parte del percorso di crescita.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Mio padre è stato fondamentale per me e lo sarebbe stato ancora per molto, ma la vita spesso è crudele e sta a noi continuare il percorso portando dentro gli insegnamenti e i valori che ci sono stati dati. Ho fatto una carriera intera solo per cercare di rendere orgoglioso mio padre e spero nel mio piccolo di esserci riuscito.

 

Grazie 

 

 24 02   2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

giovedì 22 febbraio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIOVANNI

TROIANIELLO

 

 

   


 



 

 Giovanni Troianiello è un giovane giocatore di calcio di Napoli, questa è la sua carriera.

 

 

“Ho iniziato calcio quando avevo 6 anni alla “Scuola Calcio Somma vesuviana” poi ho continuato fino all’età di 13 anni alla “Stella Vesuviana “dove ho fatto il salto nel professionismo.

 

Ruolo attaccante punta centrale, Paganese 2014-2015, Giovanissimo nazionali 22 presenze 13 goal; Paganese 2015-2016 allievi nazionali /allievi regionali 24 presenze 21 goal; Avellino 2016-2017 allievi nazionali A e B 4 presenze 1 goal;   in quella stagione sono stato in prova al Napoli per 1 mese e mezzo per poi scegliere di smettere con il calcio giovanile e fare l’esperienza in una prima squadra nella stagione dove ho anche esordito sotto età 2016-2017 con la Mariglianese 1 squadra 4 presenze, Mariglianese juniores 10 partite 9 goal.

 

L’anno dopo,2017-2018 anno dell’”under” approdo alla Palmese dove gioco sia con la prima squadra che con là juniores Palmese 2017-2018 prima squadra: 10 presenze 1 goal, Palmese juniores: 19 presenze 18 goal. 

 

Nel 2018-2019 Approdo alla Viribus Somma 100 per poi passare l’anno dopo allo Scisciano 2021, ad oggi è la squadra in cui milito”.


 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione? Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure ritiene che possa fare di più? 

 

Beh questa stagione a livello di squadra sta andando bene siamo in piena zona playoff nonostante un inizio non facile. Possiamo dire la nostra fino a fine campionato. Riguardo le mie prestazioni non tutto sta andando come previsto ho iniziato il campionato con un infortunio che mi ha tenuto fuori 2 mesi e mezzo.

Adesso le cose sembrano andare meglio l’obiettivo è aiutare la squadra il Il meglio possibile e tornare a fare goal.

 

La prossima stagione pensa di giocare nello stesso club?

 

Non penso al fine stagione cerco di vivermi il Momento sempre. Sono da quasi 4 anni in questa bellissima realtà (Scisciano) mi trovo molto bene la società non ci fa mancare niente. Il calcio è strano, le strade sono tante non si sa mai quello che può succedere, quindi aspettiamo il fine stagione e si valuta la stagione e si tireranno le somme, anche se la mia volontà è rimanere ancora tanti anni.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho scoperto l’amore per il calcio tramite mio nonno che mi raccontava tutte le sue trasferte fatte con il Napoli (epoca Maradona) lui era un vecchio ultrà e mi raccontava tutte le partite viste forse è da lì che è nato tutto, poi lui mi ha sempre indirizzato verso quella strada e non smetterò mai di ringraziarlo.

 








I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Sì, i miei genitori non hanno mai cercato di farmi cambiare idea sul fatto di giocare a calcio e dedicare giornate e anni appresso al pallone.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Beh difficile rispondere a questa domanda perché in ogni squadra c’è stato un percorso di crescita. Con la Paganese ho fatto i nazionali ed è un ricordo e un’esperienza che rimarrà per sempre. Poi la Palmese dove ho trovato grandi giocatori di livello altissimo, questi mi  hanno insegnato tanto sia dal punto di vista umano e calcistico E dove ho fatto i miei due  primi campionati di eccellenza E per ultima ma non per importanza lo Scisciano,  squadra dove mi sono ritrovato come giocatore che mi ha accolto in un periodo dove non avevo più voglia di giocare a calcio, grazie a loro ho ritrovato quello spirito, abbiamo vinto un campionato è stato un  primo anno bellissimo, spero che ne arrivino altri così.

 

Lei ha iniziato la scuola calcio da bambino, che cosa consiglierebbe a chi le chiedesse qualche informazione su come diventare un bravo giocatore?


Quello che dico ai bambini che iniziano a giocare a calcio è questo: 

devono divertirsi e crederci sempre, con il duro lavoro e la giusta disciplina si può arrivare molto lontano, ma il tutto va sempre fatto con divertimento e con voglia. 









Da quello che so lei è molto apprezzato come giocatore, come si arriva ad essere stimati e apprezzati dalla gente?

 

Dando sempre il meglio di se stessi in campo, poi il resto vien da sé.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Attaccante Punta centrale

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Beh c’è ne sono state ma ho sempre accettato le decisioni.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Veloce, irruento.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Zlatan Ibrahimovic.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Tantissimo la mia ragazza la famiglia e gli amici ci sono sempre stati nei momenti di difficoltà e li ringrazierò sempre per questo.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedico a tutte le persone che credono in me.

 

 

Grazie 


22 02    2024

 

(Tutti i diritti riservati) 



lunedì 19 febbraio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

LUIGI

DI  MARTINO




  


   

 

Luigi Di Martino ha un passato di calciatore, ora oltre ad essere un docente di informatica è allenatore di una squadra di calcio.

 

È nato a San Giuseppe vesuviano il 28 di febbraio del 1978, i miei primi passi nel mondo del calcio sono avvenuti nella scuola calcio Pasquale Avino ad Ottaviano.

 

Nel 1993 esordisce con Ottaviano nei dilettanti, con il Nola, è in C1 e queste sono le altre squadre: Tor di Quinto, Scafatese, Sangiuseppese, Riop Sangiuseppe, San Giorgio a Cremano, due anni consecutivi al Riop Sangiuseppe, Ceccano, 5 anni consecutivi al Riop Sangiuseppese, Terzigno, Striano, Ottaviano, San Vitaliano, Ottaviano, Sangennarello e Carbonarese.

  

Consegue il patentino UEFA B e diventa allenatore.

 

I club Carbonarese e Sangennarello sono dove ha fatto i primi anni da allenatore e giocatore a Carbonara vince il campionato di terza a Sangennarello il primo anno vincono la Coppa Campana e il campionato di seconda. Poi l’anno dopo inizia solo ad allenare e raggiungendo i play off.

 

In prima categoria ha allenato a Terzigno per un periodo, poi si trasferisce alla Sarnese in promozione, successivamente sono 4 gli anni in promozione a Sangiuseppe e dopo il covid decide di lasciare.

 

L’anno scorso è stata una bella annata ricca di soddisfazioni al San Vitaliano, si sono salvati con netto anticipo e quest’anno non ha potuto rifiutare la chiamata del Saviano

 

 Al Saviano purtroppo sono senza campo a causa dei lavori di ristrutturazione del Peppino Pierro di Saviano, si allenano e giocano ad Ottaviano, quindi sono sempre in trasferta. Sono nel girone C del campionato di promozione Campania.

 

Stanno ottenendo dei bei risultati con una squadra molto giovane, il loro obiettivo stagionale è una salvezza tranquilla, comunque sono riusciti ad arrivare a metà campionato a ridosso dei play off. Così ci dice: “Anche se è molto difficile raggiungerli, quasi impossibile però nel calcio bisogna sognare “.



 


 


 

La prima domanda è la seguente: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Penso di essere nato con la passione per il calcio, ho iniziato prestissimo a calcare il campo del mio paese visto che da piccolo l’avevo sotto casa. Quindi questa passione mi accompagna da sempre!

 

Le chiedo possibile, è una domanda che faccio a tanti, che non ci fosse un altro sport che avrebbe potuto interessarla?

 

Non so se qualche altro sport mi avrebbe appassionato come il calcio, non riesco ad immaginarmi in un altro contesto che non sia uno spogliatoio di uno stadio. Probabilmente avrei praticato un altro sport di squadra, perché l’adrenalina che ti dà lo spogliatoio, le emozioni che ti offre un gruppo nel bene o nel male te le possono regalare solo gli sport di squadra.

 

 Però questo è un parere totalmente personale, anche perché già da allenatore provi altre sensazioni, essendo un uomo solo con il suo staff da guidare hai tante altre responsabilità che magari da calciatore non hai.

 

La responsabilità di un gruppo, la responsabilità di una società, anche la responsabilità di scegliere la formazione la domenica è un qualcosa che non si può spiegare, devi essere un po’ papà un po’ psicologo un po’ allenatore un po’ confidente, tanto per essere chiari per i tuoi ragazzi devi essere un po’ tutto,  un punto di riferimento che deve sempre dare l’esempio, soprattutto per i più giovani, anche perché li devi  aiutare nella crescita non solo sportiva. Io penso che aiutare un ragazzo a crescere sotto il punto di vista umano valga più di vincere cento partite.

 





 



In questo momento lei allena il club ASD Saviano 1960, come sta andando il campionato? 

 

A Saviano quest’anno si respira davvero una bellissima aria, già da agosto mi sono reso conto di aver costruito con i miei dirigenti una rosa importante. Il nostro obiettivo è stato sempre raggiungere una salvezza tranquilla, e la stiamo raggiungendo senza troppi patemi, anzi i ragazzi fino a qualche settimana fa hanno addirittura accarezzato il sogno di raggiungere i play off. Adesso siamo lì ad una manciata di punti dal quinto posto, ma probabilmente per differenza punti dalla seconda manco si giocheranno i play off, mancano 10 partite e sono sicuro che i miei ragazzi daranno il massimo poi al fischio finale dell’ultima partita tireremo le somme. Per adesso la soddisfazione più grande è aver fatto debuttare più di una decina di ragazzi provenienti dall’Under 18 e addirittura uno della classe 2007, e non è poco soprattutto per una società che punta a crescere.

 

Lei è stato in tanti club ed ha maturato un’esperienza da far invidia a tanti calciatori, qual è la squadra dove lei ha lasciato il cuore?

 

 

Devo dirti la verità, chi mi conosce lo sa, io metto sempre il cuore in ogni mia esperienza sia quando ero ancora calciatore e ancor di più da allenatore. Cerco di dare sempre tutto, in modo da non aver nessun rimpianto alla fine, ma soprattutto cerco di farlo in maniera professionale.

 

 Tante le squadre e i campionati che mi sono rimasti nel cuore, da calciatore sicuramente la Sangiuseppese in cui ho militato tanti anni anche da capitano,  da allenatore sicuramente la Real Sangennarello dove ho iniziato ad allenare tra i grandi, una realtà che purtroppo partendo dalla seconda vincendo coppa e campionato  in prima partecipando ai play off, ha avuto la possibilità di partecipare al campionato di promozione essendo stata ripescata, ma sfortunatamente non si è più iscritta ai campionati.

 

 Però nel cuore le porto un po’ tutte, dal San Giorgio a San Vitaliano, passando da Ceccano e Scafatese. Ovviamente quelle che mi hanno permesso di sognare di più del Napoli e del Nola.

 

Per 5 anni consecutivi lei ha militato nel RIOP Sangiuseppese, che cosa ha lasciato in questo club?

 

Ho militato tanti anni nella Riop, probabilmente è la società a cui ho dato di più e che mi ha dato di più, mi domando, ma in questo club cosa ho lasciato?  Spero tanti bei ricordi oltre che il cuore, soprattutto perché con la proprietà c’è stato sempre un bellissimo rapporto.

 

Oggi mi sento ancora con tanti calciatori del epoca che al tempo erano dei ragazzini, qualcuno sono riuscito addirittura ad allenarlo, Ma il piacere più grande è sempre quello di aver lasciato umanamente un bellissimo ricordo.



 




Ad un certo punto lei subisce un infortunio, mi sa dire quando e in che squadra militava? 

 

Un brutto infortunio al tendine a Nola, lesione del tendine e conseguente operazione, nel 1995/96 quell’ anno passai dal Napoli al Nola che doveva partecipare per la prima volta al torneo di Viareggio con il mister Luigi Sorianiello allenatore e Vincenzo Adamo direttore. Sfortunatamente restai fermo per un po’ e non partii per Viareggio.

 

Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Non so perché ho deciso di allenare e in che preciso momento, so solo che probabilmente quando giocavo ero forse l’allenatore in campo, ma forse perché parlavo più dei miei mister ad un certo punto. Chissà sarà stato il destino.

 


 





Da allenatore c’è qualche partita che vorrebbe dimenticare?

 

Dimenticare nessuna partita, anzi le partite giocate peggio sono quelle che dovrebbero aiutarti a migliorare e a correggere gli errori per non ripeterli successivamente. 

 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Certo che questa passione toglie tanto tempo alla famiglia, mia moglie quando mi ha conosciuto condivideva con me questa passione poi con l’arrivo dei figli si è dedicata a loro abbandonandomi un po’, ma è giusto così,  anzi forse dovrei anche io dedicarmi un po’ di più ai miei figli perché spesso mi rendo conto che dedico al calcio tantissimo tempo tra allenamenti e partite .

 

     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

Prima di una gara cerco di non trasmettere troppa ansia alla squadra, anzi cerco di soprattutto nell’ allenamento prima della gara di dargli più informazioni possibili sugli avversari trasmettendo ai ragazzi la tranquillità di come affrontare la gara.

 






Un sogno per il futuro?

 

Progetti per il futuro? Non saprei vivo questo sport con tutta la mia passione giorno per giorno, senza pormi limiti poi vedremo, anche se oggi sono felicissimo e soddisfatto di quello che sto facendo con il Saviano, magari crescerò con questa società magari no!

 

A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Questa intervista, se proprio devo dedicarla a qualcuno, la dedicherei a mia moglie che mi sopporta e supporta sempre con tanta pazienza.

 

 

Grazie 

 

19  02  2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

venerdì 9 febbraio 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANDREA

BERTAZZOLI

 






 Andrea Bertazzoli è un giocatore   di calcio di 21 anni e abita a Brescia così ci si presenta:

 

Per prima cosa ho fatto tutto il settore giovanile all’Inter per poi passare alla Cremonese in prestito, poi sono tornato all’Inter dove ho militato per una sola   settimana in prima squadra, sono poi passato al Brescia in serie B, sfortuna vuole che mi rompo il ginocchio, passo l’anno dopo a giocare in serie D al Franciacorta dove le mie prestazioni sono buone!

Quest’anno fino a gennaio sono stato a Varese, e in questo momento sono andato all’ Atletico Castegnato

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente, come sta andando questa stagione calcistica? Soddisfatto delle sue prestazioni?

 

Questa stagione calcistica è iniziata cosi così, all’inizio a Varese ho trovato poco spazio avendo davanti giocatori che l’ anno prima militavano da capitano in serie B, da quando sono arrivato all’atletico castegnato è cambiato tutto in positivo, ora sto bene e sono molto contento di come sto giocando, spero di andare avanti così e aiutare la squadra al meglio.

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Fin da piccolo, mi è stata tramandata da mio zio materno che anche lui ha avuto un passato da calciatore.

mi sono innamorato di questo sport anche grazie a mio nonno che è sempre stato appassionato di calcio.

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno sempre supportato in qualsiasi cosa, l’importante per loro era che io fossi felice e quando giocavano lo percepivano, li devo assolutamente ringraziare per essermi sempre stati vicino.

 

 

Com’è stata la sua esperienza nel settore giovanile dell’Inter? 

 

È stato un piccolo sogno, in quanti possono dire di giocare per la squadra di cui tifano? Credo in pochi!

Ho avuto l’onore di passare anche per la prima squadra con l’Inter di Conte ed è stata veramente un emozione bellissima!

 

 






ha militato in serie B nel Brescia, purtroppo subisce un infortunio al ginocchio, si ricorda che cosa ha provato in quel momento? 

 

Quel momento è stato bruttissimo, vedi i tuoi sogni che si stanno per esaudire sgretolarsi davanti a te, per fortuna ho avuto una persona molto importante per me che mi ha aiutato standomi vicino, è anche grazie a questa lui  se poi sono ritornato a fare del calcio il mio lavoro!

 

 

Lei è giovane e ha tutte le porte aperte, e ovviamente i sacrifici che sta facendo sono tanti, com’è organizzata la sua giornata tipo?

 

Sono un ragazzo molto attento ai particolari, curo tutto, alimentazione, allenamento, e testa.

Mi sveglio faccio colazione, poi palestra, pranzo e vado al campo ad allenarmi poi torno a casa, solo qualche eccezione per stare con i miei amici più stretti!

 

 

Una domanda che faccio spesso è la seguente: grandi giocatori si nasce oppure lo si diventa grazie a un duro allenamento e a uno stile di vita adeguato?

 

Credo che sia un po’ entrambi, sicuramente ci deve essere una base di “talento” ma se poi non si ha uno stile di vita e di allenamento adeguato non si va da nessuna parte.



Lei gioca nel ruolo di? 

 

Sono una seconda punta molto duttile

 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio gol più bello credo sia stato nelle giovanili, mi ricordo di un gol contro il Manchester United arrivato da un cross che ho messo a rete con una mezza rovesciata da quasi fuori area.

 



 




Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Assolutamente no.

Sono un ragazzo che rispetta molto le decisioni degli altri, io faccio il mio, poi non sta a me scegliere chi scende in campo.

 

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Come pregio Credo di essere molto rapido e tecnico, e anche se non sono molto alto credo che di testa sono abbastanza forte, mentre come difetto credo appunto che non ho questa grossa fisicità

 

 

Abbiamo saputo che aveva ricevuto una proposta di andare a giocare in Grecia, come mai poi ha deciso di rimanere in Italia?

 

L’ho rifiutata perché ho preferito restare in Italia e mettermi in mostra qui sperando di scalare le categorie!

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Ammiro tantissimo Lautaro Martinez, credo che sia uno che muore in campo per la squadra e in questo mi ci rivedo molto.






 



Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Sono fondamentali, credo che avere delle persone su cui contare sia una delle cose che mi fa stare meglio

 

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?

 

Arrivare all’ obbiettivo di squadra che abbiamo e poi l’anno prossimo chissà.

 


A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A tutte le persone che mi sono state vicino in questi anni, se saranno tra questi, chi leggerà, lo capirà!

 

 

Grazie

 

 

09 02    2024

(Tutti i diritti riservati)