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sabato 28 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MATTIA 

DI LORETO 

 



 

 

 


Il direttore sportivo di calcio  Mattia Di Loreto così ci si presenta: “Sono nato a Rieti il 13 settembre del 1995. Attualmente abito a Borgo Velino un paese in provincia di Rieti. Inizio la mia avventura nel calcio come portiere, dopo varie esperienze calcistiche nelle serie dilettantistiche, stavo coltivando nel frattempo la mia passione come dirigente calcistico, decido di smettere causa di un brutto infortunio e da lì ha inizio la mia avventura come scout.  

 

Ho lavorato come scout nella Sambenedettese, successivamente ho lavorato per un procuratore sempre nell’ abito dello scouting. Dopodiché inizio la mia avventura come direttore sportivo, la prima squadra che mi da l’opportunità è la BF sport una società di Rieti che milita in promozione, ho lavorato nell’ area scouting del direttore Panfili.  Poi mi è stata offerta la possibilità di fare il direttore sportivo nell’ Amatrice calcio squadra che si trova nel girone B del campionato laziale di promozione.

In questo momento lavoro  per il club: S.S.A. Rieti (eccellenza girone A)".

 

  

Come prima domanda le voglio fare questa: come si è conclusa la scorsa stagione calcistica?

 

La stagione passata si è conclusa con una grandissima cavalcata che ci ha visto vincere il campionato a due giornate dalla fine.

 







Il campionato in corso invece come sta andando?

 

Stiamo rispettando le aspettative iniziali di una squadra neopromossa e, a parte qualche “inciampo” che può comunque verificarsi in ogni team, posso dire che stiamo facendo bene. 

 

A giugno se non erro la Nuova Rieti Calcio e Amatrice Calcio hanno raggiunto un accordo di collaborazione, L’Amatrice Calcio si trasformata in S.S.A. Rieti, per chi non conosce bene la realtà calcistica di queste due squadre, come mai si è arrivati a questa, chiamiamola fusione?

 

Più che una fusione è nata una collaborazione con la nuova Rieti calcio dando vita a una nuova società che ha preso il nome di SSA Rieti.  La nuova Rieti calcio era una fresca vincitrice della terza categoria mentre l’Amatrice veniva da una vittoria del campionato di promozione. Si è presa la decisione di una collaborazione nel momento in cui si è voluto dare vita a una categoria importante per la città di Rieti. Le varie dinamiche interne poi non saprei spiegarle bene dato che si è occupato del tutto il Presidente in prima persona.



 




Da circa 15 giorni non si fa che parlare e discutere del calcio scommesse, perché secondo lei alcuni giocatori arrivano a fare quello che hanno fatto? Non si rendono conto di quello che rischiano e dei mesi di stop a cui andranno incontro?

 

Credo che la ludopatia in senso generale sia una malattia che sta intaccando la nostra società e le persone che hanno questo problema vanno aiutate assolutamente. Riguardo i calciatori credo che sia dovuto al troppo tempo libero, inoltre, alcuni di loro non si rendono conto di non essere un buon esempio per molti ragazzi che si apprestano a praticare questo sport. Credo che la malattia che li “affligge” gli spenga ogni freno inibitorio non facendoli rendere conto di quello a cui vanno incontro come un possibile stop calcistico. 

 

Com’è la sua giornata lavorativa?

 

Vivo 24h al giorno di calcio, quel poco tempo libero lo sfrutto per guardare le partire e prendere informazioni sui vari calciatori e i vari campionati.

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

In un calciatore guardo, al di là delle doti naturali, la personalità che ha in campo nell’arco dei 90 minuti. 

 

Non ci siamo qualificati per la terza volta ai mondiali di calcio, speriamo di giocare agli europei, che cosa non va nella nostra nazionale (eppure diversi anni fa eravamo un modello da seguire, se così possiamo dire)?

 

Mi auguro che la nazionale possa qualificarsi a questi europei altrimenti la delusione sarebbe doppia dopo la mancata qualificazione al mondiale. In questo momento manca talento alla nostra nazionale dovuta, a parer mio, alla mancata valorizzazione dei giovani calciatori italiani nei vari settori giovanili dove ormai si da più importanza al calciatore “straniero”. 

 

Diversi anni fa, 28 più o meno, tutte le squadre giocavano alla domenica, poi con l’avvento delle Pay tv si è iniziato a giocare alla sera, solo una squadra di campionato, oggi tutto è diverso. Questo modo di fare non genera confusione (non si gioca più di domenica, ma tutti i giorni)?


Si crea molta confusione, per me il calcio è la domenica.







 


In questo momento che cosa le stando dando il calcio e cosa le sta togliendo?

 

Il  calcio mi sta dando tanto e mi ha aperto orizzonti che prima non conoscevo, allo stesso tempo mi sta togliendo un po’ di vita privata ma, onestamente, lavorare nel calcio è stato sempre il mio obiettivo e per questo non mi lamento affatto. 

 

Il giocatore più forte del momento per lei chi è?

 

Jude Bellingham, calciatore del Real Madrid.

 

Si aspettava che il Napoli vincesse lo scudetto lo scorso anno?

 

All’inizio ero un po’ scettico ma poi vedendolo giocare dal vivo in una partita ho capito che poteva vincere il campionato. 

 

Dovesse ricevere una telefonata per fare il direttore sportivo in un club estero, partirebbe immediatamente oppure ci penserebbe su? 

 

Ci penserei seriamente anche se l’idea di lavorare all’estero mi intriga molto. 

 

Qual è il suo maggior pregio (a livello della sua professione)?

 

 Credo sia la sincerità e la trasparenza. 

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Alla mia ragazza che mi sostiene sempre insieme a tutta la mia famiglia, e a tutto il mio staff dirigenziale e tecnico con cui condivido le mie giornate lavorative.

 


 Grazie e buon lavoro.

 


28   ottobre 2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

lunedì 23 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

GIUSEPPE

PELUSO

 


 

     

Giuseppe Peluso di Napoli è un ex giocatore di calcio nato il 21 giugno del 1989. Ha giocato nel Footbal club di Secondigliano, poi ha proseguito in un altro club, Speranza lotto h. Poi per alcuni problemi di salute ha dovuto interrompere la sua carriera.

 

 

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Come prima domanda le voglio fare questa: lei ha iniziato giovanissimo a giocare a calcio, ma poi per diversi motivi ha dovuto rinunciare, immagino che non dev’essere stato facile, come ha vissuto quel periodo?

 

Non è stato facile rinunciare al calcio ma la voglia di vivere andava oltre ogni cosa.

 






Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sin da piccolo il pallone è sempre stato il mio gioco preferito, da lì è iniziata la mia più grande passione.

 


I suoi genitori all’inizio hanno cercato di assecondare questa sua passione, oppure le hanno detto la classica frase che dicono sempre: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori sono sempre stati contro alla mia passione per problemi inerenti alla mia salute.



 




Nelle squadre in cui lei ha giocato aveva trovato un bell’ambiente?

 

Non sempre ho trovato uno spogliatoio compatto, familiare.

 


Grandi discussioni con i mister che lei ha conosciuto le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

In linea di massima grandi discussioni mai avute, nel mio cammino ho trovato sempre mister che credevano in me.

 


Generalmente che ruolo aveva all’interno del gruppo, mi spiego: ascoltava i consigli dei compagni, discuteva serenamente con loro, oppure tendeva  a imporre la sua volontà?

 

Ho sempre ascoltato un consiglio per il miglioramento in campo.



Napoli offre tante possibilità per fare ogni tipo di sport, mi domando: Perché tutti provano a diventare calciatori?  

 

Perché Napoli è la città del calcio.

 


Il fatto che tutti vogliono provare a diventare giocatori deriva dal fatto che vedono un futuro fatto di: feste, belle auto, case lussuose; oppure ci sono altri motivi?


Anni  fa avrei risposto per idoli e bandiere calcistiche, oggi ti dico si i ragazzi cercano di diventare calciatori per il troppo lusso . 








Ho intervistato tempo fa suo fratello Mario, in che cosa siete diversi a livello calcistico, che qualità lui ha che lei non ha e ovviamente cosa lei ha in più di suo fratello? 

 

Siamo entrambi centrocampisti ma con caratteristiche diverse, lui è più di inserimento tende a giocare sempre verso la porta avversaria è veramente tanta roba, mentre io gioco davanti alla difesa cerco di impostare il gioco e nello stesso tempo sono un ‘incontrista cerco di recuperare più palloni dagli avversari.

 


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

cerco di essere sempre altruista dentro e fuori dal campo.

Il mio difetto è che non accetto la sconfitta.

 


Lei è vive a Scampia, che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Scampia per me è casa.

 






Il quartiere dove lei abita è molto cambiato in questi ultimi tempi, eppure le televisioni e certi giornalisti sembrano non accorgersi. Per quale motivo non c’è questa volontà da parte di scrittori e giornalisti di scrivere che molte situazioni sono cambiate?


Scampia per alcuni giornalisti è solo cronaca nera, a loro non interessa che Scampia è un quartiere che sta riemergendo a livello sociale, non c’è più sangue quindi non fa notizia per loro.

 








Quando ci siamo sentiti al telefono lei mi ha detto che la cultura è importante, ma c’è un’altra cultura, e qui io sono d’accordo con lei, la cultura della strada. A noi lettori potrebbe spiegare perché la cultura di strada è molto importante?

 

Durante la mia adolescenza i miei occhi hanno visto di tutto e di più, la scuola di strada mi ha aiutato a stare lontano da certe situazioni e ha formato l’uomo che sono oggi.

 






Da una settimana non si fa che parlare di alcuni giocatori e del loro vizio di giocare al calcio scommesse. Cosa ne pensa lei? 

 

Mi riallaccio alla risposta numero 8, ecco questa è la dimostrazione che a loro interessa poco il calcio ma solo il beneficio economico che porta, dovrebbero patire un po’ la fame per capire e apprezzare realmente tutto.

 

 

 

 

Grazie

 

 

23 10    2023  

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

sabato 21 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

PIO

MIGLIACCIO

 



  



 

Pio Migliaccio è un giocatore di calcio ed è nato a Pozzuoli, il 22 dicembre 2001, abita a Licola Mare, nella provincia di Napoli.

 

Questo che andrete a leggere riguarda una sua vicenda calcistica   di qualche mese fa.

 

 

“Chi mi conosce bene sa che infondo non è da me rilasciare una simile dichiarazione, ci ho pensato tanto e alla fine sono arrivato alla conclusione che era meglio esternare tutto e condividere tutto pubblicamente. 

 

Sono un ragazzo di 21 anni, con un’infinita passione per il calcio, e chi è appassionato veramente potrà  capire ciò che starò per raccontare. Nella mia vita calcistica ho affrontato diverse sfide, a partire dai diversi campionati nei settori giovanili professionistici, alle prime esperienze nelle prime squadre e in squadre anche abbastanza storiche. 

 

Per diverse vicissitudini che non sto qui a raccontare mi sono ritrovato qualche anno fa, catapultato in certe categorie, dove il 99% delle persone che ci girano intorno, sono persone egoiste, manipolatrici, irriconoscenti e malate rendendo automaticamente anche il calcio tale. 

 

A dicembre dell’anno scorso mi trovavo in eccellenza al Montecalcio squadra che appunto milita nel campionato di eccellenza campana, per motivi personali, andai via, ricevendo qualche chiamata, una su tutte, dalla società Rione Terra, rappresentata dal direttore Carmine Ennio. Io scelsi di accettare la sfida sicuro di potermi divertire, perché oltre appunto all’amore e alla passione per questo sport, subentra l’aspetto mentale che è quello più importante in queste basse categorie, e poi c’è il fattore economico.

 

 

 E arrivo anche lì scelsi di accettare la sfida del Rione Terra che affrontava il campionato di promozione. Arrivai a dicembre da subentrato, pattuendo telefonicamente una cifra con il direttore Carmine Ennio, cifra che, fin da subito, non è mai stata mantenuta e mai stata portata avanti. Ma per il bene del gruppo che ormai avevamo creato in pochissimo tempo, scelsi di farmi scivolare addosso questa vicenda che però ogni giorno mi tormentava nella testa, facendomi capire come la parola di un uomo ad oggi vale pari a 50€, gli stessi 50€ che mi sono stati tolti dalla cifra pattuita a dicembre telefonicamente.

 

 Ma sono andato avanti, perché ormai insieme ai miei amici di squadra nonché diventati fratelli sin da subito, era diventata una cosa di orgoglio personale, infatti ho passato i mesi più belli della mia vita calcistica.

 

 Da dicembre, fino ad aprile, il mio stipendio è stato portato avanti a quella cifra che il direttore Ennio ha scelto di diminuire senza nessun motivo logico, prendendo in giro la parola presa con me, che a 21 anni, ho dimostrato di essere VERO UOMO in un mondo di VIGLIACCHI.

 

 Ogni giorno andavo  al campo per primo, ridendo e scherzando con tutti i miei amici che sono stati per me un motivo di sprono e di orgoglio per andare avanti e non pensare a quanto sia malato questo “calcio “se vogliamo chiamarlo cosi. L’anno si è concluso ad aprile, con la vittoria dei playoff, portando per la prima volta nella storia il rione terra in Eccellenza, categoria superiore alla promozione. 

 

Nel mentre però, ci fu una promessa classica promessa telefonica da parte del direttore Carmine Ennio dicendomi che se le cose fossero andate bene, avrei comunque recuperato quei soldi che senza motivo mi erano stati tolti. Le cose sono andate più che bene, oltre ad ogni rosea aspettativa, personalmente avendo contribuito in gran parte al successo della squadra, ma la promessa non è stata mai mantenuta è scomparsa insieme alle altre promesse che da dicembre mi erano state fatte dal direttore stesso. Altro scoglio da superare. 

 

Ad aprile, mese finale nonché il più decisivo, un giorno come tanti in allenamento subii un infortunio, causandomelo da solo in un cambio di direzione sbagliato, purtroppo mi sono lesionato il menisco laterale, il caso era chirurgico. Parlando con i dovuti medici, mi dissero che non potevo giocare, dovevo operarmi. Io ho voluto fare l’eroe, e tra un antinfiammatorio e l’altro, ho tirato avanti in condizioni incerte per 4 lunghe settimane. Allenandomi ogni giorno come un professionista, così come sono abituato a fare. Tra tante terapie, cure, e quant’altro, non c’è mai stato il gesto da parte della società di darmi un appoggio economico, cosa che sinceramente a me non è pesata perché anche se io avevo subito un grave problema per la causa rione terra, infondo sapevo come funzionasse e la priorità era guarire bene. 

 

Anche perché il presidente Sergio Di Bonito è una persona seria e non ha mai fallito ad un patto preso, non essendo a conoscenza di tutto ciò che sto raccontando. Finito il campionato di promozione mi operai. 

 

Ovviamente a spese mie. Poi, un giorno di estate, ho ricevuto la chiamata dal direttore Carmine Ennio dove mi propose di vederci per trovare un accordo per la stagione calcistica da poco iniziata. Trovammo, dopo un po’ di settimane di confronti, l’atteso accordo economico.

 

Quindi inizio la preparazione da calciatore del rione terra calcio, squadra che attualmente milita in eccellenza. Dopo varie settimane, il direttore Carmine Ennio viene sospeso dall’incarico di direttore sportivo della squadra.

 

 Dopo qualche giorno, per motivi miei personali, decido di andare via dal Rione Terra, dopo però, che avevo portato a termine il mio mese di lavoro, iniziando il ritiro l’11 agosto, concludendo l’ultimo allenamento il 13 settembre di norma, cosi come avevamo pattuito, io dovevo ricevere il mio primo bonifico dell’anno, dato che avevo portato al termine 1 mese e più giorni di lavoro per la squadra. 

 

Quando vedo che la società tarda con il pagamento, cerco spiegazioni, risultato? Il direttore Carmine Ennio, all’oscuro del presidente stesso della società Rione terra, dopo che pattuì con me una cifra, scrisse sulla lista dei giocatori e dei vari atleti quanto ammonta il proprio stipendio/rimborso, che io, avevo pattuito per una somma pari a 0€. Usandomi e dimostrandosi ennesima volta, un uomo di poco valore, quando in realtà appunto, i patti erano altri, la cifra per la quale avevo pattuito era ben lontana da 0€.

 

 Ad oggi sto risolvendo la questione in prima persona con la società stessa, che era stata messa all’oscuro di tutto. Ovviamente andrò fino in fondo a tutto questo. Ci tengo a precisare una cosa, chi mi conosce sa, ogni volta che in questo post ho parlato di soldi, non sono quelli il centro del discorso. Per me il valore economico conta nulla rispetto al valore che si da dell’uomo, del rispetto, della lealtà.

 

 Il centro del mio discorso è questo, ed è rivolto a tutti ragazzi come me che sono state vittime di tutto questo, ragazzi con sogni infranti da persone malate, calcio malato, persone stesse che troveranno sempre un modo di giustificare e di pulire se stessi, a questi ragazzi faccio un appello, devono soltanto essere capiti e appoggiati, perché quando un ragazzo inizia a giocare a calcio, non si aspetta di andare incontro a tutto questo male, è quando si ritrova in questa cruda realtà, è più che comprensibile voler lasciare andare tutto, perché questo calcio è solo un male, perché la maggior parte delle persone che ci sono intorno, sono solo un MALE. Persone che valgono proprio quanto la parola che danno. 0!!!!!!

 

 

Grazie per l’attenzione.

 

 

 

Chi riconosce di essere un uomo vero, si sentirà rappresentato dalle mie parole. Chi è una categoria diversa dalla mia persona, probabilmente non comprenderà il mio discorso. 

 

 

Pio Migliaccio 

 

 

 

21      10      2023

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

mercoledì 18 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIUSEPPE

SCHETTER




 


      

 

Giuseppe Schetter è nato il 21 novembre a Torre Del Greco, come scuola calcio ha frequentato la Scuola Calcio Mazzeo e poi l’ASD Massese. Ha militato nei seguenti club: San Giorgio Eccellenza, Pro San Giorgio 1ª Categoria, San Sebastiano 1ª Categoria (Vittoria Campionato), Barrese 1ª Categoria (Vittoria Campionato), Edilmer Cardito Promozione, San Giovannese 1ª Categoria, attualmente alla Fortitudo Campi Flegrei Promozione.

 

 

 

 


 

 

 

La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Si a livello personale è stata un’ottima stagione sono riuscito a mettere a segno 7 reti e 2 assist, penso sia un ottimo risultato per un terzino.

 

In questa stagione lei milita nella Fortitudo Campi Flegrei (promozione), credo che sia la prima volta, come si trova in questo club?

 

Appena ho saputo che c’era la possibilità di andare alla Fortitudo non ci ho pensato due volte, una bella società, con delle splendide persone, ma soprattutto un grandissimo gruppo.


 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

È stato amore a prima vista, ho iniziato all’età di 6 anni.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Soni rimasto legato a tutte le squadre in cui ho giocato, ognuna di esse mi ha aiutato a crescere umanamente e calcisticamente.








Si ricorda il suo goal più bello?

 

Non saprei dirti quale sia stato il goal più bello, ognuno ha il suo valore e la sua bellezza, per circostanza e momento. 

 

Grandi discussioni con il mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Mai avuto grandi discussioni con i miei allenatori, ovviamente si sa che le scelte di un allenatore possono essere condivise o meno, l’importante è che ci sia sempre rispetto.

 







Ho intervistato Guido Cozzolino, so che siete amici, cosa mi sa dire di lui?

 

Si siamo molto amici io e Guido, abbiamo vinto un campionato insieme. È un grandissimo calciatore. 

 

 

 

 

18 ottobre     2023

 

(Tutti i diritti riservati)