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martedì 10 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCO 

DEL GAUDIO

 




 

Franco Del Gaudio, di Avellino,  è un direttore sportivo del mondo del calcio.  

Così ci si presenta:     

 

 

Mi chiamo Franco del Gaudio e sono un direttore sportivo. Il mio primo anno è stato nel 1993/94 con la FC Atripalda dapprima con i ragazzi del settore giovanile e poi passai in prima squadra.

 

Come d.s del San Tommaso ho vinto due campionati di prima categoria (con mister Spica e mister Criscitiello), e sono stato tra i protagonisti del doppio salto della compagine irpina, che in due anni passò dalla promozione alla Serie D.

 

La vittoria del massimo campionato regionale, con Messina in panchina fu una vera e propria impresa in quanto dopo l'Avellino è stata l'ultima realtà cittadina a varcare le soglie della Serie D.

 

 In mezzo, il campionato di Prima Categoria vinto con il Carotenuto, che attendeva la Promozione da circa 20 anni.

 

Quell’anno venivamo dalla vittoria del campionato di Promozione, scegliemmo un tecnico esperto ed importante come Ciccio Messina. 

 

Insieme costruimmo quella squadra che poi riuscì a conquistare la D, a discapito di organici più quotati quali Santa Maria e Agropoli. Credo che la cosa migliore sia quella di puntare su un gruppo di uomini che rispettano gli impegni presi. 

 


Una vera e propria ricetta non c’è, ma credo che con l’unione dei fattori precedentemente elencati i si possono raggiungere risultati importanti.

 


“Mi ritengo un passionale del calcio, libero dai vincoli di procuratori e lontano da questa tendenza dei direttori ingaggiati solo perché legati agli sponsor. Sto girando su vari campi tra Promozione ed Eccellenza, resto alla finestra, in attesa della chiamata giusta di un presidente che vuole fare calcio con la C maiuscola. 

 


Ho ricevuto qualche offerta, ma si trattava di progetti non consoni per quelli che sono i miei obiettivi”.

 

 

 


La prima domanda, per chi non la conosce è questa: in questo momento in quale squadra lei è direttore sportivo?

La sua passione per il calcio quando le è iniziata?

 

Momentaneamente sono alla finestra in attesa della chiamata giusta. La mia passione per il calcio è iniziata nel lontano 1990, ma dalla parte della mia famiglia abbiamo sempre “masticato calcio”.



 




Lei ha ottenuto dei grandi successi, qual è la ricetta per arrivare a determinati obiettivi?

 

Io ho vinto 9 campionati in tutte le categorie, ma credo che la cosa migliore sia quella di puntare su un gruppo di uomini che rispettano gli impegni presi. Una vera e propria ricetta non c’è, ma credo che con l’unione dei fattori precedentemente elencati si possano raggiungere risultati importanti”.

 

Immagino che ci saranno pur state delle delusioni, queste come si superano?

 

Ma guarda credo che la delusione più grande sia stata la retrocessione con il San Tommaso dalla serie D. Una retrocessione che brucia tanto in quanto non è stata sul campo con 8 giornate ancora da disputare, il motivo è stato che causa la pandemia il campionato venne sospeso.  

 

Un grande successo lei ottiene con il San Tommaso, calcio, che ci può raccontare a tal riguardo?

 

Sicuramente il doppio salto dalla promozione alla D, prima volta che una squadra cittadina, oltre l'Avellino, potesse partecipare al massimo campionato dilettantistico nazionale.  

 

Della vittoria con il club G. Carotenuto che ci può dire?

 

È stata un successo in quanto il Carotenuto erano 20 anni che non approdava in Promozione. Quando fui chiamato dall’allora Presidente Ciro Annunziata, avevamo 10 punti dietro la prima, che era il Casamarciano, e un punto di penalizzazione. Con un mercato importante - che mi fu permesso di fare e con la parsimonia di tutti - riuscimmo a terminare il campionato con oltre 10 punti proprio dallo stesso Casamarciano.

 

Generalmente che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club?

 

Sempre molto cordiale, schiettezza e rispetto reciproco.

 

Com’è la giornata tipica di un direttore sportivo?

 

Non esiste una vera e propria giornata tipo, credo che la cosa più importante sia quella di avere sempre il telefono acceso H24. Il confronto giornaliero con l'allenatore e il presidente credo sia fondamentale, e ove non vi fosse un dg è ovvio che  la figura del direttore sportivo sia  anche quella non solo di coordinare l'area tecnica, ma anche tutta la macchina organizzativa. Ma tutto ciò per me non è mai stato un peso, ma una passione.

 

Una domanda che ho fatto a tanti è la seguente: quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più?

 

Mi colpisce di più la sua posizione in campo, la capacità di svolgere al 100% i compiti che il suo ruolo richiede, inoltre due  aspetti che considero sempre sono: il temperamento e il sacrificio.



 




Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio? 

 

 Mi ritengo un passionale sotto l’aspetto calcistico, uno libero dai vincoli di procuratori e lontano da questa tendenza dei direttori ingaggiati solo perché legati agli sponsor. Penso che nel calcio attuale questo sia il più grande difetto

 

Secondo lei quali possono essere gli aspetti negativi del calcio di determinate categorie?

 

Ma credo che oggi nel nostro mondo non si va a vedere più il curriculum, ma bensì altri fattori e i presidenti che usano il proprio portafoglio sono pochi.

 

Da come ho capito tutti pensano agli sponsor, ma poi c’è la qualità?

 

Io credo di no, in quanto le qualità si pagano, non pagano loro per farsi apprezzare.

 

 

Complessivamente si ritiene soddisfatto della sua carriera?

 

Sì, come ho detto prima l'unico mio rammarico è non aver potuto portare al termine la stagione di D con il San Tommaso. Per il resto sono decisamente soddisfatto di quanto fatto

 

Un sogno per il futuro?

 

Un sogno per il futuro è di poter tornare "in pista" e di trovare un presidente e una società che non ha bisogno di altri fattori ma solo di competenza un progetto serio lo sposerei sicuramente.

 

 

Grazie 

 

10  10 2023 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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