SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
GASTON
CESANI
Gaston Cesani, argentino è nato il 5 settembre del 1995. Ha iniziato a giocare a calcio a giocare calcio a 11 a 10 anni nel River Plate.
Queste sono le squadre dove ha militato: River Plate (under 20), Platense (primo contratto da professionista), lascia poi l’Argentina per venire in Europa e gioca in serie C in Spagna con il Real Aviles, poi a Malta milita nel Floriana (serie A) e nel Sirens (serie A), si traferisce in Romani al Ceahlaul (serie B), infine viene in Italia dove ha giocato nel Rieti (serie D) e nell’Insieme Formia dove ha vinto una Coppa Italia).
Lei è nato a Buenos Aires, quando ha scoperto che il calcio sarebbe stata la sua più grande passione?
Non mi ricordo bene, gia a uno a due anni giocavo con il pallone, mio padre mi portava al parco sin da piccolo, ho iniziato a 5 anni con la squadra del mio quartiere la Pinocho.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Diciamo che i miei volevano che io studiassi, ma io no volevo continuare ad andare a scuola, mia madre mi disse una volta che sarebbe stato impossibile. Perciò ho finito la scuola e ho continuato a giocare a calcio, ribadisco che mia madre mi diceva sempre che se fossi andato male a scuola avrei smesso di giocare a calcio.
Com’è stata la sua esperienza al River Plate?
Bellissima esperienza, è la squadra più importante e grande che abbiamo in Argentina, assieme all'altra squadra che il Boca Juniors, al equivale alla Juventus in Italia. Gli allenatori mi hanno insegnato tutto, finito l’allenamento mi davano la possibilità di andare a scuola. Li ringrazio molto.
Ad un certo punto lei decide di lasciare l’Argentina, come mai?
All’età di 18 firmai un contratto da professionista con la Platense, una squadra di serie A, purtroppo ho avuto un infortunio abbastanza brutto, la pubalgia, mi hanno operato, una molta che mi sono rimesso in piedi loro non si sono comportati bene con me, ho rescisso il contratto. Il mio procuratore mi ha detto che in Spagna c’era una squadra che mi avrebbe voluto, il Real Aviles (serie C). Assieme alla mia famiglia ho deciso che per il mio futuro sarebbe stato importante lasciare l’Argentina per venire in Europa. Avevo 21 e non è stato facile andare dall’altra parte del mondo, in Europa. Ovviamente si è tratta di una bella esperienza.
Si è ambientato bene in Europa? Non le mancavano la famiglia, gli amici?
All’inizio è stato difficile, mi mancavano i miei amici, la mia famiglia, poi però ho trovato la forza per andare avanti, e in tutti i club dove sono stato ho trovato persone buone e disponibili, in conclusione all’inizio è stato difficile, ma poi ci si ambienta.
Lei ha giocato in diverse squadre e in diverse nazioni a quale squadra è rimasto più legato?
Sono legato a tutte le squadre perché ho avuto l’affetto della gente, all’S.S. D Insieme Formia abbiamo vinto la Coppa Italia, era da 16 che non la vincevano. Quando sono arrivato in Spagna, la squadra, il Real Aviles molto importante, rischiava di retrocedere e quando sono arrivato assieme ad altri due abbiamo fatto molto bene e ciò ha permesso alla squadra di salvarsi. I tifosi ancora mi scrivono, quando è il mio compleanno fanno un post su Facebook. In conclusione in Spagna con me si sono comportati benissimo.
Si ricorda il suo goal più bello?
Fondamentalmente faccio più assist che goal, mi ricordo che ne ho fatto uno quando ero nel settore giovanile contro il Belgrano de Cordova, il goal l’ho fatto da 30 metri, avevo visto che il portiere stava un po’ avanti e così ho tirato.
Un suo pregio e un suo difetto (dal punto di vista del calcio)?
Ti posso dire che il mio pregio è fare i passaggi tra le linee, la gente dice che sono un calciatore intelligente. Il difetto? Il mio carattere, non mi piace perdere, mi arrabbio, solo io posso migliorare questo mio difetto.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Ti posso dire che è stato Riquelme (Boca Juniors) l’ho sempre ammirato, due settimane fa mi sono portato anche mio fratello a vedere la sua ultima partita in quanto ha 45 anni, altro giocatore Fernando Gago, adesso mi piace molto è Leandro Paredes.
Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?
Ti posso dire che senza di loro non potrei essere io, quando sono in Argentina sto tutto il tempo con loro. Il fatto di essere sempre in contatto mi ha dato tanta forza per andare avanti.
La sua ultima esperienza in Italia è stata all’Insieme Formia, che cosa ci può dire (tra l’altro ho intervisto il direttore sportivo Filippo Di Marco)?
Esperienza bellissima, ho fatto 42 presenze e alla fine ho terminato per essere il capitano della squadra, abbiamo vinto la Coppa Italia siamo arrivati ai quarti di finale per la Coppa Nazionale, sono state due partite molto belle, ma non siamo riusciti ad andare oltre. Con il direttore Filippo Di Marco il rapporto è stato molto bello, è stato lui ha chiamare il mio procuratore.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Non ho sogno chiaro, la verità è che io voglio andare sempre più in alto, sono giovane e miro ad arrivare alla vetta.
12Luglio 2023
(Tutti i diritti riservati)
Nessun commento:
Posta un commento