PAOLO RADI
PRESENTA
DIARIO DI BORDO
di Giovanni Sanzullo
Venerdì 3 febbraio 2017
Per quelli che di solito seguono i miei post ferroviari un po'
deliranti: stamattina c'è il misterioso uomo dalla doppia busta che contro la
pioggia ipotizza tute impermeabili indossate sotto i vestiti. Versione moderna
del "pigiama sotto" di quand'ero bambino.
31 gennaio 2017
Centro commerciale della Stazione Termini: mentre cammino
speditamente verso la scala che porta ai binari vengo investito in pieno, con
energia, da una donna sotto i 40 che corre distratta col cellulare in mano.
Resto in piedi a fatica e l'afferro prima che cada, tenendola per la vita.
Nell'arco di un secondo mi chiede scusa tre volte con tono
preoccupato. Le sorrido e le rispondo che sto benissimo e che non c'è nulla di
cui scusarsi. Cambia completamente espressione, si rilassa e chiede se può
offrirmi un caffè.
"Ma non aveva fretta?" le dico, sempre sorridendo. "Sì, ma il tempo
"Ma non aveva fretta?" le dico, sempre sorridendo. "Sì, ma il tempo
Per prendere un caffè ce l’ho” replica lei.
Le tendo la mano: "Grazie, ma ho il treno in partenza. Però
la prossima volta il caffè giuro che l’offro io”.
"Ci conto! Ma senza bisogno di scontri" risponde
ridendo e accettando la stretta di mano.
Poi infila il cellulare nella borsa e si allontana con calma.
Le persone ormai sono disabituate alla gentilezza: le sorprende.
24 gennaio 2017
Pendolo in treno sulla tratta Velletri-Roma da vent'anni.
Da vent'anni incontro un signore che porta un'anonima busta di
plastica azzurra al cui interno c'è come rinforzo una seconda busta uguale,
bianca, contenente qualcosa di indefinibile e voluminoso, abilmente occultato,
non saprei dire se compatto o meno.
È una persona distinta: entra nella carrozza qualche stazione
dopo la mia, si siede, appoggia la doppia busta sul pavimento, tra i piedi, e
durante il viaggio discute amabilmente di un po' di tutto con altri passeggeri.
Arrivato a Roma prende lo strano bagaglio nella mano sinistra e si allontana con passo veloce, facendolo oscillare.
Più di una volta mi è capitato di incontrarlo anche al ritorno, sempre con al seguito la stessa doppia busta, piena allo stesso modo, con identica postura e medesimo comportamento fino alla discesa dal treno
Arrivato a Roma prende lo strano bagaglio nella mano sinistra e si allontana con passo veloce, facendolo oscillare.
Più di una volta mi è capitato di incontrarlo anche al ritorno, sempre con al seguito la stessa doppia busta, piena allo stesso modo, con identica postura e medesimo comportamento fino alla discesa dal treno
La domanda è: che scorta ha di questi shopper resistenti di un
tempo - diversi da quelli sottilissimi, organici, di adesso - e soprattutto che
cavolo ci tiene dentro di così importante?
È un mistero, magari in proposito scriverò un libro.
Titolo provvisorio: "Storia di un bagaglio informale". Potrebbe diventare un bUst seller.
È un mistero, magari in proposito scriverò un libro.
Titolo provvisorio: "Storia di un bagaglio informale". Potrebbe diventare un bUst seller.
19 Gennaio 2017
A volte la sera, in treno, non hai voglia di leggere, non hai
voglia di parlare e non hai voglia di ascoltare. Hai solo voglia di guardare il
buio oltre il finestrino e di immaginare che le luci che punteggiano i campi
siano stelle che guidano i pensieri verso la prossima stazione, liberi per il
resto di vagare nel vuoto dell'attesa. E in fondo l'attesa è proprio il senso
della vita: l'attesa di conoscere, l'attesa di arrivare, l'attesa di avere,
persino l'attesa di quello che, lo sai già, non tornerà più, perché continuare
ad attendere anche quando non c'è ragione aiuta a rendere sopportabile il
viaggi.
2 Gennaio 2017
Anno nuovo, treno vecchio.
Stamattina il Circeo sembra un'isola.
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