I N T E R V I S T A
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CONVERSAZIONE
CON ENRICO ROCCAFORTE
a cura di Paolo Lorenzo
Radi
ENRICO
ROCCAFORTE E’ NATO A PALERMO DOPO IL DIPLOMA DI PERITO
COMMERCIALE SI E’ DIPLOMATO PRESSO LA SCUOLA DI TEATRO CLASSICO “GIUSTO MONACO”
I.N.D.A (Sr) DIRETTA DA G.SAMMARTANO E ALVARO PICCARDI. SUCCESSIVAMENTE HA
PRESO PARTE AL CORSO DI PERFEZIONAMENTO
INTERNAZIONALE "ECOLE DES MAITRES" DIRETTO DA FRANCO QUADRI.
HA RECITATO NEI TEATRI PIU’ IMPORTANTI D’ITALIA E D’ EUROPA, HA LAVORATO IN
TANTE FICTION TELEVISIVE, LO ABBIAMO VISTO AL CINEMA NEI SEGUENTI FILM “AMICHE
DA MORIRE”, “GLI SFIORATI”, ”BAARIA” E “RISTABBANNA” , ULTIMAMENTE LO ABBIAMO
VISTO IN TELEVISIONE NELLO SCENEGGIATO CATTURANDI NEL RUOLO DI “TURI VASTANO”,
CHE E’ STATO SEGUITO DA PIU’ DI 4 MILIONI DI SPETTATORI.
Enrico Roccaforte sei un attore che ha fatto
del palcoscenico la sua vita, come mai questa scelta, hai visto un film o un
dramma teatrale che ti ha particolarmente colpito, oppure era un tuo desiderio
che avevi sin da bambino?
In realtà non è proprio così, perché fare teatro è come
vivere una storia d’amore complicata e non sempre ricambiata. A volte ho avuto
bisogno di allontanarmi da quest’amore per far fiorire altri piacevoli e
importanti interessi e per poter riacchiappare la vita vera che nel frattempo
sfuggiva visti le lunghe tournée che il teatro comporta. Ma come tutte le più
grandi storie d’amore si finisce sempre per ritornare da chi ami. E’ così è, e
continuerà ad essere. Se ci ripenso effettivamente il colpo di fulmine me lo ricordo
ancora. Teatro Biondo di Palermo, anni 90,
18enne assisto a “Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello e
durante una scena con due bravissimi attori illuminati da una sola candela
accesa in proscenio, una specie di magia si impossessa di me, e lì in
quell’istante decido che quella magia e quella poesia sono le cose a cui aspiro
di più, sono passati più di 20 anni e ancora sto li ad inseguire e a cercarla,
ogni volta che metto piede su un palco, quell’armoniosa magica poesia.
In televisione hai preso parte a Squadra Antimafia 2 e
3, il Commissario Montalbano, RIS e quest’autunno ti abbiamo visto in
Catturandi, una fiction di grande successo, come ti sei avvicinato al ruolo di
Turi Vastano?
Come faccio sempre, attingendo da tante esperienze
diverse e cercando una verità e un’autenticità che facciano vivere qualcuno che
è diverso da me, ma che deve materializzarsi
attraverso il mio corpo, i miei sguardi e il “suo” respiro. Quando
insegno recitazione dico sempre ai miei allievi, “partite da voi per cercare la
verità ma fate spazio e avvicinatevi al
personaggio per sentire il suo respiro dentro di voi”.
Perché il pubblico televisivo segue con passione queste
serie, che seppure diverse hanno riscontrato un enorme successivo televisivo?
Il fascino del male?
No anzi, penso
sia invece l’abitudine del benessere. Gli intrighi sono parte integrante della
vita. Noi italiani amiamo il benessere, la poltrona di casa, il cibo, il sesso
e la tv perché apparentemente così la vita scorre più tranquilla, ma dentro
ognuno di noi ribolle qualcosa che non definirei male, ma l’aspirazione ad
essere altro da se, a sdoppiarsi. Le serie di mafia i polizieschi riescono ad
anestetizzare e allo stesso tempo a tenere in vita questa parte nascosta di ognuno di noi. Il bene ci
rassicura e il male ci affascina…i cattivi perdono e i buoni vincono. E anche
se i buoni sentimenti hanno la meglio, il cattivo che vive dentro noi si
rassicura vedendo la rappresentazione di un male estremo che non è il suo.
Drammaturgo italiano preferito, mentre invece chi
sceglieresti come autore straniero?
Dei contemporanei italiani amo molto i testi di
Letizia Russo, con cui ho avuto il piacere di lavorare attraverso una sua
radicale riscrittura di Edoardo II di Marlowe per la regia di Antonio Latella e
poi Stefano Massini, che è in questo momento uno dei nostri autori più
rappresentati all’estero, Roberto Cavosi e Antonio Tarantino. Tra gli autori
classici Italiani amo molto Goldoni, Fo (ormai un classico) e De Filippo. Di
stranieri direi un contemporaneo spagnolo che adoro Juan Mayorga e poi amo
molto i testi di Garcia Lorca, Jean Genet e Koltes.
In genere come scegli un copione, ti attira la trama in
generale, il personaggio, o il cast con cui dovrai lavorare?
Sicuramente personaggio
e trama sono fondamentali per scegliere, ma soprattutto la regia e il cast con
cui lavorerai faranno la differenza in qualità del lavoro e qualità della vita
quotidiana. Un brutto spettacolo con un cast di gente che non stimi e con cui
non ami passare del tempo rischia di essere una trappola che può causare
dispiaceri e dolori visto l’elevato tempo che si passa insieme tra prove e
repliche. In cinema e in televisione è diverso.
Hai conosciuto tanti registi e attori famosi, che cosa
ti hanno trasmesso in particolare?
Sono sempre molto aperto agli incontri con i
professionisti che hanno fatto carriera in maniera onesta e per il loro talento
perché sicuramente mi lasceranno qualcosa. Potrei citare tanti colleghi famosi
con cui ho lavorato, mi limiterò a Paola Cortellesi che mi ha lasciato per
esempio il piacere di lavorare sempre con serietà leggerezza e grande umanità,
Alessio Boni e Leo Gullotta per la loro meticolosità a tratti positivamente
ossessiva. Giorgio Albertazzi perchè avrei voluto mi lasciasse la sua cultura
sconfinata e il suo rapporto giocoso col lavoro anche a più di 80 anni.
Giuseppe Tornatore per il suo stakanovismo e la sua poetica espressiva sul set
da adulto bambino che continua a sognare.
La tua famiglia come vive la tua carriera di attore?
Molto bene, si sono per così dire 20 anni fa
"rassegnati" e ancora adesso continuano ad esaltarsi per ogni cosa
che faccio. Pur non vivendo nella stessa città mi sono sempre molto vicini.
A tuo avviso che cosa manca al cinema italiano per
ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni
cinquanta e sessanta?
Mancano desiderio e voglia di rischiare in
produzione, mancano i film di genere che producevano indotti da reinvestire sul
cinema d'autore. Penso che sceneggiatori e registi siano costretti a giocare
sempre al ribasso per paura di non poter raccontare questa o quella storia.
Potrei continuare dicendo che se i ricavi dei film di un fenomeno economico e
di costume come Checco Zalone fossero
reinvestiti anche una bassa percentuale in cinema d'autore
ricominceremmo a vincere i festival di cinema nel mondo e ritroveremmo un nuovo
splendore. Non penso manchino ne le idee ne i grandi sceneggiatori ne i grandi
registi. Vedi per esempio i soliti Sorrentino, Garrone, Tornatore, Virzì ma
anche i giovani De Angelis o Matteo Rovere e altri.
Un regista con cui vorresti immediatamente
lavorare?
Senza alcun dubbio
Martin Scorsese e Paul Thomas Anderson in America, Jacques Audiard in Francia, in Italia con Marco Tullio Giordana che
inseguo da anni perché penso sia un
bravo direttore d'attori e poi effettivamente con
tutti quelli che ho citato prima in realtà con Matteo Rovere ho già lavorato su
un piccolo ruolo in un piccolo film e mi piacerebbe di nuovo lavorarci.
Se ti proponessero un film a Hollywood accetteresti
senza pensarci due volte, oppure prima vaglieresti con cura il copione?
Non ci penserei due
volte.....e quando ricapita?
Hai mai pensato di diventare regista? E se ci hai pensato
che tipo di film vorresti girare?
Ci penso da sempre e non a caso ho già lavorato
con un mio amico scrittore e sceneggiatore Manfredi Giffone, ad una
sceneggiatura originale per il cinema, ma ne abbiamo già pronta un'altra per un
cortometraggio che, incrocio le dita, dovrei girare entro l'anno con degli
amici produttori interessati alla storia e allo script.
Enrico sei nato a
Palermo una città splendida dai mille volti, che cosa porti con te di questa
città quando reciti?
Spero di riuscire a mantenere vivo in me il vento
il mare e il sole del sud. Non credo di essere un attore freddo anzi credo di
portare in ogni mia interpretazione il caldo e lo scirocco con cui sono
cresciuto. In più quando nasci in Sicilia ti senti un cittadino del mondo perché
credo che nel nostro sangue continuino a scorrere tutte le etnie che hanno reso
la mia terra bella come effettivamente è.
01 Gennaio
2017
Grazie
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