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mercoledì 8 marzo 2017

I   N   T   E   R   V   I  S   T   A



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интервју



CONVERSAZIONE

con


 SIMONE GANDOLFO


a cura di Paolo Lorenzo Radi





Simone Gandolfo è un attore   e regista  che ha fatto della recitazione il suo mestiere di vivere.
 Ha recitato  tra l’altro nell'ultimo film diretto da Roberto Benigni, La tigre e la neve, come regista ha sceneggiato e diretto il cortometraggio L’architettura del mare, mentre il lungometraggio Evil Things – Cose cattive è del 2012. Il  suo debutto teatrale avviene  nel 1998.
Per la televisione  ha  recitato  in alcune  seguenti  fiction: R,I.S. Roma delitti imperfetti,   Braccialetti Rossi, I Borgia, Un mondo nuovo, in un episodio di Don Matteo, Rocco Schiavone, Un passo dal cielo  C’era una volta studio uno e  E’ arrivata la felicità.
Simone Gandolfo  ha recitato anche in teatro debuttando nel 1998 nell’opera Menzogne della mente.









Simone Gandolfo nella presentazione non ho potuto inserire tutti i tuoi lavori e i premi che hai ricevuto, possiamo dunque  dire  che: sei un attore che ha fatto del palcoscenico la sua vita. Come mai questa scelta, hai visto un film o un dramma teatrale che ti ha particolarmente colpito, oppure era un tuo desiderio che avevi sin da bambino? 


Si il mio lavoro è una parte fondamentale della mia vita. Tutto cominciò nel lontano 1997 quando ero uno studente irrequieto e con pochissima voglia di studiare. Quasi per caso mi iscrissi ad un laboratorio scolastico di teatro e fu amore a prima vista: in un istante capii che quello volevo fare!!!
Raccontare storie è sempre stata la mia passione e in quel momento ho capito che poteva essere anche il mio lavoro.
Cominciò una strada lunga e in salita, ma non ho mai avuto rimpianti.








Ti sei formato prima al Teatro Cavour di Imperia, poi Alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, infine sei andato a Roma per partecipare a due laboratori, uno tenuto da Valerio Binasco, l’altro da  Mamadu Dioume, quali differenze di stile ha riscontrato tra Genova e Roma?


Non parlerei di stile, ma di metodo. Credo che la cosa più difficile per un attore sia conoscere il proprio strumento espressivo ovvero conoscere se stessi. Tutto ciò che facciamo punta a quell’obbiettivo.







Ho visto sia i tuoi film che le tue opere televisive,  questa domanda è d’obbligo, com’è stato recitare con il premio Oscar Roberto Benigni?

Straordinario, un uomo ed un artista di grandissima generosità.







Ti posso dire che a me il film è piaciuto molto, forse il migliore di R. Benigni, ti aspettavi un qualcosa in più da questo film?

Ho imparato a non aspettarmi nulla se non di fare il massimo possibile il resto è una conseguenza.



Ritornando ai tuoi lavori, mi sono domandato come tu sia riuscito  a recitare in tantissimi lavori: al cinema, televisione  teatro, sei ovunque, non ti fermi mai?

No non mi fermo mai, perché dovrei?







Drammaturgo italiano preferito, mentre invece chi sceglieresti come autore  straniero?

Italiano Raffaele Orlando, il suo Annaspo è semplicemente straordinario. Straniero…sarò banale, ma secondo me Shakespeare non si batte.



In genere come scegli un copione, ti attira la trama in generale,  il personaggio, o il cast con cui dovrai lavorare?


La storia è la cosa più importante, tutto il resto viene dopo.








La tua famiglia come vive la tua carriera di attore, avrebbe voluto che diventassi avvocato o medico, come sognano tutti i genitori oppure ti hanno appoggiato sin dall’inizio? 



I miei sono sempre stati dalla mia parte e questo è stato, nei momenti bui, l’unico sostegno su cui poter contare sempre.








A tuo avviso che cosa manca al cinema italiano per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni cinquanta e sessanta?
 Mentre le altre cinematografie riescono a produrre dei veri capolavori, pensiamo all’Iran, il regista A Fahradi nell’arco di breve tempo ha vinto due premi Oscar e tanti altri premi, la nostra da molti anni non suscita più l’attenzione sia della critica che del pubblico. Perché succede questo a noi che abbiamo veramente “fatto la storia del cinema mondiale”:



Perché stiamo vivendo un medioevo culturale fatto di populismo e opportunismo. Bisogna rimettere al centro le storie da raccontare questo è indispensabile. Fahradi ha delle cose da dire e le dice, noi invece ci fermiamo alla commedia!




Come regista hai già un copione che vorresti girare immediatamente oppure per il momento pensi di dedicarti solo a recitare?

Sto scrivendo due cose nuove: un cortometraggio “The Last Border” e un film lungometraggio: “Latitudini” entrambi hanno come tema L’immigrazione.








Simone devi fare un lungo viaggio, puoi portare solo una tua performance recitativa, che cosa porteresti?

Uno spettacolo teatrale dal titolo: Ballata per un Assedio



8  marzo    2017




Grazie














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