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venerdì 11 marzo 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TOMMASO GRILLO

 

 



 







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Tommaso Grillo, è nato a Napoli il 25 gennaio 1990

 

All'età di 13 anni per coronare il sogno di diventare calciatore si è trasferito a Pescara dove ho giocato 2 anni facendo la categoria giovanissimi e vincendo un campionato. Dopo i 2 anni è tornato a Napoli per giocare con l’Avellino, settore professionistico Berretti Nazionale Primavera - suoi compagni di squadra erano ragazzi di almeno 3 anni più grandi -   facendo così tanta esperienza a livello agonistico.

 

All'età di 18 anni ha cominciato a giocare in categorie per lo specifico in serie D e ha iniziato con la Viribus Unitis una società di somma vesuviana dove si è trovato molto bene. 

 

Successivamente è stato a San Giorgio una società di eccellenza campana, ha fatto “un anno bello” si sono   salvati all'ultima giornata. Successivamente quell'anno è andato a Bolzano dove ha fatto un salto di categoria firmando un contratto professionistico; anche se poi è andato in prestito con una società loro affiliata vincendo una coppa Italia regionale e arrivando fino a giocare la semifinale nazionale contro il “Tutto Cuoio” una società toscana Attualmente gioca con l’Aceranna in seconda categoria per non stare fermo.

 

 

 

 


 


 

 



 

    Signor Tommaso Grillo, la prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione

 

Ho scoperto la passione per il calcio appena è stato possibile cominciare a giocare e me ne sono innamorato.

 

Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente? Ha avuto dei momenti di crisi vista la situazione? 

 

Per colpa del Covid sono stato fermo con gli allenamenti e ho avuto dei momenti dove pensavo di non riuscire più a giocare.

 

Un articolo dove si menziona Tommaso Grillo

Lei ha giocato in diverse squadre, le possiamo chiedere in quale si è trovato meglio e perché? 

 

Ho giocato in parecchie squadre, ma quella che mi è rimasta nel cuore e la Renato Curi Angolana che si trova a Pescara, lì mi hanno cresciuto visto che ero distante dalla famiglia.

 

    Possiamo dire che ha iniziato molto giovane, se non avesse intrapreso quest’attività che cosa le sarebbe piaciuto fare, anche se vista la sua giovane età, può svolgere qualsiasi professione? 

 

Se non avessi intrapreso questa strada mi sarebbe piaciuto fare il ragioniere visto che sono diplomato.

 

 


 






Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Per lei invece cosa rappresenta?

 

Purtroppo oggi il calcio viene visto come una fonte di guadagno e stare nel lusso. Per me il calcio rappresenta il mio modo di essere nella vita che è quello di rispettare sempre il prossimo.

 

Le’ giovanissimo si ritrova a Bolzano, che esperienza è stata? 

 

Bolzano è stata una bellissima esperienza sono arrivato lì all' età di 20 anni, mi sono trovato benissimo e quell’ anno abbiamo vinto la Coppa Italia regionale.

 

Che ha rapporto ha avuto con la tifoseria e che rapporto ha oggi? 

 

Con la tifoseria ho avuto un buon rapporto, oggi mi sento ancora con i ragazzi che hanno giocato con me a Bolzano.

 










Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Un difetto che mi porto da sempre e che in fase difensiva non sono bravo, per quel che riguarda un mio pregio questo lo lascio dire agli altri.

 









Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

 La famiglia è importantissima visto che mi è sempre stata vicina, non   è stato facile allontanarsi visto che ero molto piccolo. Gli amici fanno parte della mia famiglia e mi sostengono qualunque cosa faccia

 

 





  




 Che cosa rappresenta Napoli per lei?

 

Napoli è la mia città dove sono nato, e sono fiero di essere napoletano

 

  Non ci sentiamo da diverso tempo com’è cambiata la sua vita in questi due ultimi anni? 

 

Vero, sono 2 anni che non ci sentiamo, la mia vita è cambiata che dal calcio a 11 sono passato a giocare quello a 5 sport diverso ma sempre pieno d'emozioni.

 

 

Un sogno per il futuro?

 

 In futuro avere un figlio che possa amare il calcio come lo amo io

 

 

 

 

 

 

 

 

11    03     2022 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

lunedì 7 marzo 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GAETANO

ANNUNZIATA

 


 


     




Gaetano Annunziata  è un calciatore che milita nel Villa Literno ed è nato a Napoli il 18 09 1987.


A 17 anni ha fatto il suo primo campionato in prima squadra con il Cellole calcio, la categoria era promozione, segnando nove goal. Poi si è trasferito andato per giocare in eccellenza molisana con il Guglionesi segnando 6 goal in prima squadra. È stato riconfermato anche per l’anno dopo   segnando 11 goal. Successivamente viene preso in prestito dalla Viribus Unitis serie D Gaetano


 Ci   rimane solo per 3 mesi perché decide di ritornare di nuovo in eccellenza con il Guglionesi, realizza 18 goal in 20 partitita. L’anno dopo tra Isernia e Turris Santa Croce fa17 goal. 


Decide di andare a giocare a Montenero Di Bisaccia dove segna 11 goal. Lasciato il Molise va a giocare nel Lazio inizia molto bene con 4 partite 4 goal. 


Ha un infortuno molto serio che lo tiene fuori per quasi due anni


Torna di nuovo in Campania a va giocare con il Qualiano in promozione: da febbraio gioca 7 partite e realizza4 goal. L’ anno dopo si trasferisce al sant’Agata de Goti in prima categoria. 15 sono i goal messi in rete, vincono il campionato.


Rimane in promozione con per tre anni segnando:16, 17 e 17 goal in tre anni.L’anno successivo è al Villa Literno, segna 15 goal il primo anno,16 il secondo e il terzo16.

Ora è quota   13 goal e mancano e le ultime sei partite.

 

 





 

 

 


 

 

 




Gaetano Annunziata come mai questo amore per il calcio?

 

È nato giocando in strada con gli amici! Poi crescendo mi sono innamorato sempre di più! Ricordo che iniziavamo a giocare la mattina presto e giocavano tutto il giorno la fine del primo tempo erano le mamme che ci chiamano per pranzare nemmeno il tempo di finire ed iniziava il secondo tempo, il triplice fischio veniva effettuata per andare a cena!

 


I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I genitori ti indirizzano sempre verso la cosa migliore da fare, quella che ti può offrire qualcosa di concreto per il futuro; quando sei ragazzo e vuoi realizzare i tuoi sogni possono fare di tutto per distoglierli dai tuoi sogni, però, tu vai dritto verso la tua strada per cercare di realizzare quello che hai sempre sognato.

 












Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Si, diciamo che ho girato diverse di squadre, ognuna ti lascia qualcosa di diverso, ma le annate più belle le ho passate in due squadre in particolare una è il Guglionesi squadra di eccellenza molisana dove ho iniziato ad muovere i primi passi in prima squadra, e la secondo è il Villa Literno la mia squadra attuale dove ho conosciuto delle persone davvero splendide e innamorate di questo sport!

 


Ad un certo punto lei subisce un infortunio, cos’è successo e come mai c’è voluto tanto tempo per recuperare?


È vero, ho avuto un grave infortunio, avevo una ciste che andava a comprimere il midollo osseo, causandomi diversi   problemi! Sono stato immobile per quasi due mesi, successivamente ho iniziato   a fare terapia per ricominciare a camminare; sono stato fortunato perché è andato tutto bene.  Così dopo quasi due anni sono ritornato in campo!




Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o più i soldi per poter fare una vita agiata? 

 

Volevo seguire le orme di mio zio! Da piccolo non pensi né ai soldi né alla fama! Semplicemente vuoi divertiti.















Lei gioca nel ruolo di? 

 

Sono un attaccante con precisione un prima punta molto mobile

 


Un suo pregio e un suo difetto (classicisticamente parlando)? 


Un pregio riguarda il fatto di cercare di offrire tutto me stesso,   senza mai risparmiarmi! Un difetto, forse, è che dovrei scaricare di più la palla!

 


La famiglia quanto è importante per lei?

 

La famiglia è tutto! Senza di loro sarei perso! Non smetterò mai di ringraziarli per il supporto e lo forza che mi danno!

 


Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

E quello di vincere il campionato con il Villa Literno. Siamo in cima alla classifica a 6 punti, e mancano ancora 5 partite.

 







 08  febbraio 2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

venerdì 4 marzo 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

LUCA

STARITA

 


 


     


 

 

Luca Starita, napoletano, ha 37 anni ex calciatore è ora un allenatore (licenza Uefa B) ormai da quasi 9 anni. Come ci racconta: “piano piano la gavetta mi ha portato a diventare allenatore in serie D e ad oggi sono alla guida dell’Insieme Formia nel girone G - campionato nazionale dilettanti- “.

 

 







Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il covid ha stravolto tutti i sistemi di vita, nel mio caso specifico ha inciso tanto l'anno della vittoria del campionato di eccellenza, non potendo festeggiare e godere la vittoria come tale, nell'anno successivo in serie D non ci sono stati lunghi stop, ma non si sapeva mai se la domenica dopo saresti sceso in campo (visto i tamponi settimanali e i tanti rinvii per esisti positivi dei controlli). Non era facile  praticamente organizzare i lavori settimanali.

 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Questa passione l’ho avuta sin da bambino. Ho inseguito i miei sogni da calciatore fino a 20 anni poi come tanti giovani che non riescono a fare il salto di qualità, ho  cercato  la sicurezza in altre attività.

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Da piccolo i miei genitori premevano affinché io studiassi, con il senno di poi avevano ragione, non sono stato un grande studioso, ma ho comunque avuto una buona scuola di vita grazie alla strada e allo sport.

 


 

 






Perché hai cercato di intraprendere la carriera lavorativa, ad un certo punto?

 

Ho iniziato ad abbinare il lavoro con il giocare al calcio in categorie inferiori in modo da potermi costruire un futuro senza dipendere dallo stipendio che un giocatore prende, desideravo un’indipendenza personale, rispetto alla mia passione più grande che è il calcio, è stata scelta difficile ma obbligata, vista l'escalation negativa che ha riguardato la mia carriera calcistica.

 

 

 

Mi hanno detto che sin da piccolo eri già una promessa calcistica, è così? 

 

Da piccolo ero una promessa già a 10 anni già ero tesserato della S.S.C. NAPOLI ci sono rimasto qualche anno, poi per farmi maturare come calciatore e per formarmi caratterialmente, sono andato fuori dalla mia regione: Foggia, Padova, Imola e infine Granarolo, dicono di me che fossi un discolo e non predisposto a questi enormi sacrifici.  

 

 

 

Il fatto di non essere predisposto per fare degli enormi sacrifici a cosa ti ha portato?


Mi ha portato anche in età maggiore a scegliere squadre facenti parti di campionati dilettantistici. 

 

Dopo l'ennesima scelta sbagliata decisi di guardare al futuro in un’  altra prospettiva, quell'anno scelsi di andare a giocare in eccellenza nel posto più vicino casa,  rifiutando 2 squadre che avrebbero vinto  il campionato, erano  più  lontane, inoltre di  fuori regione, mentre nella squadra dove decisi di rimanere quell’anno fu un totale disastro.

Ho preso parte a tutti i campionati dilettantistici dalla D alla terza categoria in base alle esigenze lavorative del periodo, ho fatto tanti lavori ma alla fine ho concentrato le mie forze su un’attività di famiglia che ancor oggi porto avanti.





Quando hai iniziato la carriera di allenatore?

 

Una volta capito che il calcio in certe categorie era solo passione ho intrapreso la strada del poter essere allenatore stavolta con la giusta motivazione   e” giusta gavetta”. Sono partito dai bimbi per poi arrivare a gestire un’intera scuola calcio. 

Sono stato in diverse società come allenatore, poi ho iniziato a fare campionati più importanti con i più grandicelli, fino ad arrivare in eccellenza laziale come allenatore in seconda.  Al primo colpo campionato vinto e quindi l'anno successivo ho continuato in serie D sempre come secondo fino ad arrivare ad avere la mia possibilità come allenatore in prima, oggi sono seduto sulla panchina del Formia

 

 

 

In questo momento a che punto sei della tua carriera di allenatore?

 

Ho appena compiuto 37 anni quindi posso e devo migliorare, il prossimo step magari spero che sia quello del Uefa A per non precludere nessuna possibilità futura, dagli errori si impara!


C’è gente che alla mia età ancora si sta divertendo a fare il calciatore e se avessi saputo che maturando sarei stato più predisposto al sacrificio forse staresti intervistando un giocatore esperto più che un giovane allenatore, ma va bene cosi nulla è per caso e il futuro è ancora tutto da scrivere

 

 



 






Che qualità deve avere un allenatore per raggiungere certi obiettivi?

 

Le qualità per essere un buon allenatore non sono standard altrimenti tutti seguiremo un prototipo prefissato, gli obbiettivi da raggiungere dipendono da troppi fattori non a caso parliamo di uno sport di squadra.

 

 

 

Un suo pregio e un suo difetto (sotto l’aspetto del suo lavoro di allenatore) 

 

Un mio pregio è il mio istinto un mio difetto non saprei, ne ho tanti forse, ma nessuno che non lo si possa migliorare con il tempo la dedizione e l'esperienza

 

 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre al calcio mi piace il tennis, anche se comunque sono un amante dello sport e della competizione in generale. 

 

 

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

 Non voglio tornare indietro, tanto cambierebbe poco perché la mia testa da giovane avrebbe fatto le stesse cose anche oggi, la maturità mi è arrivata solo in seguito andando avanti con l’età, diciamo che nella vita dovresti fare prima la vecchiaia e poi la gioventù!

 

 

 

Lei è nato Napoli a che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Sono nato e cresciuto a Napoli, Napoli è casa mia e come per ogni persona la sua casa è sacra è protezione è il punto di riferimento è il proprio vanto,  lo è per me Napoli.

 

 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia per me è fondamentale so che per me ci saranno sempre ed è importante poter contare su questo, gli amici pochi ma buoni il resto tanti conoscenti, la famiglia te la ritrovi per "obbligo" naturale,  mentre gli amici li scegli quindi il tutto assume tutta un’altra importanza.

 

 

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il sogno è condurre in porto l'obbiettivo stagionale del mio club cioè il mantenimento della categoria, magari con la valorizzazione di qualche giovane

 

 

 

 

 

 

 

 

 05 marzo 2022

 

(Tutti i diritti riservati)