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giovedì 25 luglio 2019



A CURA DI PAOLO RADI 














 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 




SALVATORE    
CANNITO  







Salvatore Cannito è nato ail 09/04/1990 a Grumo Appula (Bari)  

Nella stagione 2006/2007 è al Genoa, allievi nazionali, (finale nazionale persa 4-0 contro il Milan di Paloschi); 2007/2010 Genoa Primavera (Vittoria scudetto coppa Italia e super coppa italiana), 2010/2012 Virtus Entella c2, 2012/2013 Derthona serie D, 2013/2014 è svincolato 2014/2015, Team Altamura, 2015/2016, Team Altamura 2016/2017, Team Altamura, 2017/2018, Team Altamura, 2018/2019 Corato calcio, 2019/2020 United Sly. 

Ad Altamura ci è  rimasto 4 anni, tanto da diventare capitano di un’intera città; poi il divorzio. Ma il presente si chiama United Sly. Una delle più grandi realtà a livello nazionale. Un infortunio grave è stato quando ha rotto, due crociati e una tibia giocando a calcetto nel periodo di fermo e di riposo calcistico), tutto ciò ha caratterizzato parecchio la sua discesa; ma ora è tornato in cima e noi gli abbiamo rivolto alcune domande.








    La prima domanda èun classico: si ricorda più o meno quando ha capito che il calcio sarebbe diventato la sua piùgrande passione?

Ricordo che sin da piccoli si giocava per le strade del paese, ma la mia prima esperienza sportiva non fu per il calcio ma per la kickboxing. Il mio primo provino calcistico all’età di 12 anni fu per l’A.S. Bari, con tanto di firma a seguito. 





Lei ad Altamura ci è rimasto 4 anni, tanto “da diventare il capitano di un’intera città”, in che senso? 

Quattro anni che mi hanno dato la possibilità di rimettermi in gioco, e che difficilmente dimenticherò. Ad Altamura torno con piacere anche per una semplice passeggiata. 








Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Oltre il calcio non mi ci vedo. 




I suoi genitori, quando hanno visto il suo interesse per questo sport, le hanno detto, la fatidica frase: “...pensa a studiare” oppure hanno sostenuto questo forte interesse? 

Devo ringraziare i miei genitori per aver coltivato in me questa grande passione. I loro sacrifici a livello fisico ed economico sono stati enormi: il sostenere dall’ età di 12 anni, gli innumerevoli allenamenti verso la città di Bari, sino  al mio approdo nella città di Genova, a 16 anni compiuti. 










Perchétutti provano a diventare calciatori, almeno in Italia, molti cercano più la fama, oppure i soldi?

 È il sogno che si ha da bambini. E sono scelte che a una certa età uno fa. L’esempio lampante è il mio amico Stephan (Elshaarawy). Dopo tanti anni al centro dell’attenzione, per fama con merito: Milan, Roma, Monaco e nazionale non le conquisti per caso, ma perché sei forte. Adesso è arrivato a un punto della sua vita, dove ha messo al primo piano il suo futuro, accettando una proposta alquanto allettante senza pensarci due volte. Carriera migliore non poteva avere. 







Il suo goal più bello se lo ricorda? 

Gol segnati pochi, sui calci d’angolo (occasione più concreto per un difensore) di solito resto dietro a dar copertura. 











Abbiamo saputo, anche se abbiamo capito poco, che lei è arrivato a litigare connell’ ultima stagione, da aggregato in prima squadra, settore   Primavera, in allenamento con Palladino, c’era Sculli che mi ripeteva di calmarmi, questo perché lei e Borriello siete arrivati alle mani; è così? Oppure i fatti sono andati diversamente? Ci può raccontare quando e dove sono successi questi fatti?

Avete saputo un po’ male. Il mio carattere un po’ forte, nel momento migliore dov’ ero aggregato in prima squadra al Genoa, mi ha portato ad arrivare a qualche scontro di gioco con calciatori di prima squadra, ormai affermati come: Raffaele Palladino, Beppe Sculli e Marco Borriello. Scontri animati che magari adesso ci penserei due volte prima di farlo accadere. 
Ricordi gli innumerevoli consigli da parte di Mister Gasperini e dell’allora giovane Mimmo Criscito. 











Nell’ ultimo anno al Genoa, lei dormiva in un albergo solo. Gli altri   ragazzi, che venivano da fuori Genova, nella foresteria. In conclusione lei da solo e gli altri da un’altra parte? Cos’era successo? 

Era successo che nei 4 anni di permanenza lontano da casa, sponda rossoblù, si sanno gli errori che un ragazzo può commettere. 
Se succedeva un qualcosa la colpa era sempre di Sasa, se si tornava tardi in gruppo la colpa era sempre di Sasa. Ricordo che gli alberghi di riferimento erano 2, il Puppo è il Mediterranee. A Genova il Pegli. Io ero situato in un terzo, tra Genova Pegli e Genova Voltri, questo proprio perché non ero ben accetto negli altri due. Ormai tornassi indietro nel tempo cercherei di evitare i molti errori che ho commesso. Che casinista, che testa che avevo!











Squadra italiana in cui le piacerebbe giocare? 

Il cuore dice Inter. La logica in questo momento dice Juventus. 







Un suo pregio? 
Troppo buono e disponibile.











Un suo difetto? 

Non ho mai avuto peli sulla lingua. 




Che cosa rappresenta per lei l’ambiente in cui vive, penso alla sua famiglia, alla sua ragazza, ai suoi amici? 


La mia famiglia e tutta la gente che mi circonda l’ho sempre messa al primo posto, mettendo me, forse, in secondo piano.


  






Grazie   

a cura di Paolo Radi   





25   07   2019 
(Tutti i diritti riservati)  



















lunedì 22 luglio 2019



A CURA DI PAOLO RADI 










 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 




ADRIANO
CAMPESE  




Adriano Campese è nato a Napoli il 05 /07/1990, Ho frequentato la scuola Alfonso Casanova dove si è diplomato in Tec. delle Industrie Elettriche.

Ho fatto il settore giovanile tra Sporting Neapolis Pigna Calcio passando poi per l’esordio in D con il Pomigliano dove ha disputato più partite “da subentrato”, invece poche da titolare. 

Poi ho fatto la promozione con: Acerrana, Anacapri Minturno nel Lazio, Roccaravindola in Molise, in prima categoria con Boys Pianurese dove ha perso la finale play off con il Sanità, squadra del mio quartiere, alla MAUED ho vinto il campionato di prima categoria, ora è tornato al meglio sotto l’aspetto fisico, questo perché durante la sua carriera   non era stato bene ed era in sovrappeso. 











    La prima domanda èun classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua piùgrande passione?

Da subito considerando che all'età di 7-8 anni già passavo interi pomeriggi a giocare per strada.



Lei ha giocato in diverse squadre, a quale squadra è rimasto più legato?

A.S.D.  Maued Sport.









Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Basket.




Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunitàper vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo di mondo. Perchétutti provano a diventare calciatori?

Oggi forse è come dici tu, i giovani cercano di diventare ricchi più che calciatori ma quando io ero piccolo non pensavo al domani, ma solo a giocare sempre, non importava il posto o l'ora,  l'importante era giocare sempre.








In che ruolo gioca? 

Diciamo che sono un finto attaccante, l’attacco a due per me è perfetto altrimenti nel 4-3-3 posso fare l'esterno.





In questo ambiente ha avuto più soddisfazioni o delusioni?

Più delusioni senza dubbio!










Squadra italiana in cui le piacerebbe giocare? 

Il Napoli fa un bel gioco favorendo molto gli attaccanti. 



Un suo pregio? 

Sono un buon calciatore. 








Un suo difetto? 


Di difetti ne ho tanti, altrimenti avrei giocato ad altri livelli. 



Ad un certo punto della sua carriera lei ha smesso per un po’, cos’era successo?

Sì, è vero.  ho smesso per un po’ a causa delle finte e false promesse fatte da qualche "presidente" che ho avuto in passato. 







Suo padre, che è stato un giocatore come lei, che consigli le ha dato quando lei ha iniziato la carriera?

Mio padre è un esempio di vita in tutto, il legame che ho con lui è qualcosa di inspiegabile, devo dire, a riguardo, però, che calcisticamente mi ha sempre seguito, ma relativamente senza mai entrare troppo nelle mie decisioni. 





  



    Qual è il sogno nel cassetto? 

Avere un figlio che giochi bene a calcio senza essere una schiappa come me!


   Ultima domanda cosa rappresenta Napoli per lei?


Napoli per me è tutto, con tutte le sue sfaccettature, sicuramente abbiamo tanti difetti, ma abbiamo tutto non c'è una cosa che a Napoli non puoi fare, dal cibo alle serate al mare, il paesaggio e il panorama sono favolosi, se volessi scrivere tutti i pregi di Napoli sicuramente non basterebbero dieci righe.
















Grazie   

a cura di Paolo Radi   



22   03   2019 
(Tutti i diritti riservati)  



















domenica 21 luglio 2019

 A CURA DI PAOLO RADI 







 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 



  ANTONELLO   
 PARADISO
  




Antonello Paradiso nato il 2 Dicembre del 1993 ad Ostia Lido provincia di Roma e si è diplomato al Liceo Linguistico “” di Ostia. Nel suo curriculum calcistico ha giocato per la squadra Ostiamare per quasi tutta la sua carriera di calcio a 11. A 18 anni inizia a giocare a Futsal per la Futsal Isola e Lido di Ostia. 


A 21 anni viene contattato da, I Cedar Rapids Rampage (Iowa United States) squadra di indoor Soccer professionista nella MASL dove firma due contratti: uno di 1 anno e uno di 5 anni (attualmente sono sotto questo contratto) fino al 2023.  Adesso vive a Miami Florida da 2 anni.

Inoltre è allenatore nel Doral Soccer Club, uno dei migliori club in Florida a livello giovanile.  Inoltre ha fatto anche parte della Rappresentativa Lazio, per il Torneo delle Regioni, rappresentando il Lazio appunto








   La prima domanda èun classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua piùgrande passione?

Ho scoperto la passione per il calcio sin da piccolo, iniziai a 6 anni e sin dal principio sapevo sarebbe diventata la mia più grande, appunto, passione. 



Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Sono uno sportivo in generale, mi piacciono e ammiro molto lo sport, ma sinceramente non mi vedrei in nessun altro che non sia il calcio. 









Perché tutti provano a diventare calciatori, mentre pochi sono quelli che praticano altre attività agonistiche.


In Italia e diciamo in Europa in generale il calcio è lo sport più praticato e visto ed è sicuramente il contesto dove vivi che ti trascina, perché in qualunque strada o vie delle città c’era sempre un gruppo di ragazzini con una palla al piede. È uno sport che ti trasmette emozioni forti anche solo nel vederlo alla televisione, lo stadio pieno, l’atmosfera, i goal le giocate di alto livello etc. 




Anche lei da ragazzo sognava di approdare in una grande squadra, oppure era consapevole dei suoi limiti da calciatore? 

Sì, io personalmente ho sempre giocato con il sogno di diventare calciatore professionista, non avrei mai potuto accettare l’idea di giocare solo per passare il tempo. 




A 18 anni lei inizia a giocare a Futsal, come mai questa scelta? 

Iniziai a giocare a Futsal perché la Futsal Isola “innamorò” me mio fratello Patrizio e il gruppo di miei amici più stretti, convincendoci a lasciare il calcio a 11 per il calcio a 5, ovviamente. L’ambiente professionale, il primo salario mensile incisero nella scelta finale.










È veniamo adesso alla parte americana. Lei viene contattato da I Cedar Rapids Rampage (Iowa United States) squadra di Indoor Soccer professionista nella MASL. Com’è stato contattato, qualche esperto l’ha vista giocare? Inoltre che tipo di società è la Ceder Rapids Rampage, squadra di Indoor Soccer?


Conobbi una persona che, dopo diventò amico, giocava a Detroit per una squadra della MASL, mi informai e venni a conoscenza che i CR Rampage stavano facendo delle selezioni, mi presentai con mio fratello Patrizio e ci presero entrambi. All’epoca avevamo un manager che seguiva la parte del contratto, del vitto e dell’alloggio e nel Settembre 2015 ci trasferimmo definitivamente in USA per giocare come giocatori professionisti e iniziare il nostro sogno americano!




A 21 anni decide di intraprendere l’avventura americana, i suoi genitori, i suoi amici, come hanno preso questa decisione? 

La mia famiglia e i miei amici sono sempre stati favorevoli e ci hanno sempre supportato e ci supportano tutt’ora nella scelta che abbiamo intrapreso!



Lei ha frequentato il Liceo Linguistico, sicuramente le è stato di grande aiuto appena arrivato negli States?

La base che ho avuto mi ha aiutato nel formulare domande basiche e necessarie e diciamo di “difendermi” con l’inglese che avevo imparato a scuola; anche se non capivo niente quando un americano parlava... ha ha!




  Qual è stato l’impatto dopo la prima settimana, mi spiego, si è sentito spaesato, ha fatto difficoltà a farsi comprendere, avrebbe voluto tornare a casa, oppure si è sentito a casa sua? 

L’ impatto alla prima settimana è stato bellissimo, pieno di emozioni e mi ricordo che non avendo una macchina io e mi fratello giravamo la cittadina dove alloggiavamo (Marion) tutta a piedi per ore e ore, sembravamo due bambini in un Luna park!








La società l’ha aiutata ad inserirsi agevolmente in questa nuova realtà?  

Si la società è stata senz’altro di aiuto, fornendoci tutto quello di cui avevamo bisogno.



Che ruolo ricopre ne I Cedar Rapids Rampage? Quante volte si allena e le partite sono una a settimana? 



Nella mia vita ho sempre giocato ala o come attaccante, gli allenamenti erano   4/5 a settimana, più la partita nel fine settimana. 



Che differenze ci sono tra giocare in Italia e negli USA, gli allenamenti sono diversi, la preparazione è diversa?  

La base dellʼIndoor Soccer è il Futsal, però è uno sport di contatto, l’ambiente, lo stadio, insomma è come giocare una partita dì hockey, molti scontri fisici alla parete, la palla sta sempre o quasi in gioco perché si gioca con il plexiglas all’ intorno del campo. Gli allenamenti sono differenti perché è uno sport con tattiche differenti e regole differenti.
Quindi all’ inizio i primi mesi mi sono serviti per adattarmi a questo nuovo sport! Si Gioca 6 vs 6 e vedere le partite è molto divertente, per il gioco che è molto rapido, ma anche per lo show o intrattenimento che si fa nello stadio prima/mentre e dopo partita!








Lei adesso vive a Miami con la sua ragazza, che è colombiana, da quanto tempo ci vive? 

Vivo a Miami con la mia ragazza venezuelana da 2 anni.



Lei è allenatore dei Doral Soccer Club, che tipo di club si tratta? E com’è riuscito a diventare allenatore di questa squadra? 

Attualmente sono coach per il Doral Soccer Club, una società molto riconosciuta in Florida che lavora con ragazzi fino a 18anni di età. Entrai a far parte del Doral, perché dopo aver mandato il curriculum al presidente, questi mi ha dato la possibilità di allenare in un periodo di prova, che passai, così iniziai a lavorare nella scuola calcio per un paio di mesi e subito mi diedero 2 squadre da allenare, questo anno allenerò una u13 e  una u14. 




Da come ho capito, lei è intenzionato a vivere negli USA, non le manca l’Italia, il nostro modo di vivere, di rapportarsi con il prossimo, penso che dove vive lei sia tutto molto diverso?  

Sì, il mio prossimo obbiettivo è prendere la Green card e poi la cittadinanza americana, penso sia una grande opportunità in un paese pieno di possibilità per me, ma soprattutto per i miei figli, un domani quando li avrò! Sinceramente l’unica cosa che mi manca è la famiglia e gli amici per il resto qui mi sento a casa, non c’ è tutto lo stress e la negatività che ogni giorno in Italia si respira. 

I sevizi funzionano perfettamente le strade, i parchi perfetti e più importante c’è lavoro e ti permette di vivere tranquillamente, e vivendo a Miami una metropoli multiculturale non c’è il problema del cibo, ce n’è di tutti i tipi e soprattutto italiana.









La sua maggiore qualità come atleta? 

La resistenza fisica.


Il suo più grande pregio? 

Il mio più grande pregio è l’altruismo.



  Un consiglio ai giovani che vogliono venire a lavorare negli   USA, quale   sarebbe? 


Un consiglio, ce ne sarebbero molti, l’inglese ovviamente almeno la base, il resto lo apprenderai qui, preparati mentalmente perché non sarà facile all’ inizio, ma alla fine ne varrà la pena vedrai. Sii sempre positivo anche quando credi che ti stia andando tutto male, la svolta sta dietro l’angolo, c’ è sempre: credimi! Infine vieni in America, togliti tutte le presunzioni sii umile e rispetta questo paese, che ti darà molto di più di quanto immagini














Grazie   

a cura di Paolo Radi   





21    07   2019 
(Tutti i diritti riservati)